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Il segmento testuale N.E.P. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 24Entità Multimediali , di cui in selezione 22 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 101

Brano: N.E.P.

N.EJP.

Novaia Ekonomiceskaia Politika (Nuova politica economica).

Poco più di tre anni dopo la nascita dello Stato sovietico (v. U.R.S.S.), la N.E.P. pose termine al regime detto comuniSmo di guerra. Consistente in un complesso di misure economiche, amministrative e legislative, la N.E.P. venne introdotta nella Russia Sovietica in seguito a una proposta di Lenin (v.) approvata dal X Congresso del partito comunista nel marzo 1921.

Della N.E.P. sono state date dagli stessi promotori diverse definizioni, talvolta parziali e contraddittorie. Secondo Lenin, che ne fu il principale assertore, la N.E.P. rappresentava una « ritirata strategica temporanea », imposta da condizioni di forza maggiore, alla quale avrebbe poi dovuto seguire la ripresa dell’avanzata sulla via del socialismo. Più particolarmente, la N.E.P. avrebbe f dovuto permettere di rafforzare l’intesa (l'esatto termine russo era soiuz, ossia « unione ») tra classe operaia e contadini, intesa che era stata compromessa dai rigori del comuniSmo di guerra. La misura concreta che meglio sintetizzava il mutamento da introdurre nei rapporti tra lo Stato espresso dalla dittatura del proletariato e le masse contadine, era poi costituita dalla cessazione delle requisizioni forzate di prodotti agricoli, (praticate fino a quel momento per la parte eccedente lo stretto consumo familiare dei contadini) e dalla contemporanea applicazione di una imposta i[...]

[...]na sufficiente per sopravvivere, mentre ai contadini venivano requisiti l’intero prodotto eccedente allo stretto fabbisogno familiare e perfino le sementi. Per attuare queste misure vennero organizzate squadre di operai comunisti armati che battevano le campagne, alla ricerca dei prodotti da requisire e soprattutto di quelli eventualmente occultati. D’altra parte

lo Stato, mentre spogliava di tutto i contadini, non era in grado di fornir loro neppure quei prodotti industriali di cui avevano bisogno per continuare a vivere e a produrre; era quindi una spoliazione a senso unico. Ora fintanto che il potere sovietico aveva assegnato la terra e difeso militarmente i contadini dal pericolo di un ritorno dei vecchi proprietari, nonché dalle scorrerie delle bande armate controrivoluzionarie, i contadini avevano sopportato sacrifici e requisizioni. Ma, conclusasi vittoriosamente la guerra civile, non intendevano sopportar oltre quella situazione. Le resistenze e le aperte ribellioni dei contadini produttori si fecero quindi sempre più frequent[...]

[...]rie, i contadini avevano sopportato sacrifici e requisizioni. Ma, conclusasi vittoriosamente la guerra civile, non intendevano sopportar oltre quella situazione. Le resistenze e le aperte ribellioni dei contadini produttori si fecero quindi sempre più frequenti ed estese. Anche la rivolta della base navale di Kronstadt (v.) era stata del

resto il segno di una situazione di disagio generale che imponeva un netto cambiamento di rotta.

Con la N.E.P., il contadino si vide obbligato a conferire allo Stato una determinata quota della sua produzione a prezzo fisso. Della parte che gli fosse rimasta, egli poteva fare poi l’uso che meglio credeva, o conferirla allo Stato a prezzi maggiorati o vendersela direttamente sul mercato libero. La N.E.P. reintrodusse così in Russia l’economia di mercato per dare ai contadini un incentivo ad aumentare la loro produzione.

A queste misure vennero aggiunti altri provvedimenti miranti a sviluppare un'economia di mercato: venne ammessa una libera attività economica nella piccola produzione di ogni tipo, purché fosse svolta in forme associative, e si consentì I' artigianato individuale.

Fu inoltre aperta al capitale straniero la possibilità di riprendere gli investimenti in Russia, offrendo a capitalisti stranieri concessioni per

10 sfruttamento di determinate risorse forestali, minerali e [...]

[...]ti in Russia, offrendo a capitalisti stranieri concessioni per

10 sfruttamento di determinate risorse forestali, minerali e di altro tipo. Restavano nelle mani dello Stato le grandi industrie di trasformazione, le miniere, i trasporti, le banche, il monopolio del commercio estero, il commercio all 'ingrosso e la maggior parte del commercio al dettaglio, quest'ultimo condiviso con cooperative e imprenditori privati.

Con l’introduzione della N.E.P. lo Stato sovietico, in sostanza, faceva appello entro certi limiti all’iniziativa privata per ricostruire il paese e risollevare l’economia. Con ciò veniva sancito l’abbandono della fideistica credenza in una via « facile » al socialismo e si ammetteva

11 tramonto della speranza che la rivoluzione proletaria trionfasse in altri paesi dell’Europa occidentale, economicamente più forti e tecnologicamente più avanzati della Russia.

I ‘frutti della N.E.P. furono sorprendenti. In pochi anni, verso il 19261927, la produzione agricola e industriale nei confini del nuovo Stato aveva già superato[...]

[...]tato sovietico, in sostanza, faceva appello entro certi limiti all’iniziativa privata per ricostruire il paese e risollevare l’economia. Con ciò veniva sancito l’abbandono della fideistica credenza in una via « facile » al socialismo e si ammetteva

11 tramonto della speranza che la rivoluzione proletaria trionfasse in altri paesi dell’Europa occidentale, economicamente più forti e tecnologicamente più avanzati della Russia.

I ‘frutti della N.E.P. furono sorprendenti. In pochi anni, verso il 19261927, la produzione agricola e industriale nei confini del nuovo Stato aveva già superato quella del

1913. Vennero ripristinati i trasporti, si costituirono scorte di materie prime, fu abolito il tesseramento sui generi alimentari di prima necessità, si verificò una certa accumulazione di capitali per nuovi investimenti. Malgrado il blocco economico che continuava a essere mantenuto contro la Russia da numerose potenze (non vi aderivano però la Germania, l’Italia e gli Stati Uniti) si ebbero promettenti avvìi nel commercio estero. Ma i

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 102

Brano: N.E.P.

vecchi impianti industriali russi erano obsoleti e la produttività del lavoro restava molto bassa: un minatore americano era in grado di estrarre, nella stessa unità di tempo, una quantità di carbone nove volte superiore rispetto a quella di un lavoratore sovietico.

Le polemiche sulla N.E.P.

Di fronte ai risultati positivi della N.E.P., alcuni esponenti del Partito comunista bolscevico consigliavano di svilupparla ulteriormente, per consolidare le basi ancora fragili deH’economia; altri si opponevano duramente.

Passò alla storia, come oggetto di aspre critiche, la famosa esortazione rivolta da Bucharin (v.) ai contadini: « Arricchitevi! ». Il senso di questa frase era che, arricchendo se stessi, i contadini avrebbero arricchito anche il paese; ma, in effetti, con la N.E.P. si riprodusse e si approfondì nelle campagne una forte differenziazione tra contadini poveri e contadini « ricchi » o kulak (anche se, come affermerà Angelo Tasca, colui che veniva definito « kulak » aveva un livello di vita corrispondente più o meno a quello del nostro mezzadro toscano). Sta di fatto che il contadino « ricco » disponeva di una certa eccedenza di prodotto da immettere nel mercato libero e poteva prendere in affitto, sia pure temporaneamente, i terreni abbandonati dai contadini più poveri che emigravano in città per entrare nell’industria. Il kulak possedeva bestiame da latte [...]

[...]no in città per entrare nell’industria. Il kulak possedeva bestiame da latte e da lavoro, poteva prestare al contadino povero il cavallo per arare, ricevendone in cambi© una parte del raccolto. Inoltre egli poteva prestare al contadino povero le sementi, le patate per l’alimentazione e perfino denaro a interesse, sicché il povero diventava sempre più povero e il ricco sempre più ricco. Nelle città venne a formarsi un particolare ceto sociale: il nepman, dai caratteri molto simili a quelli della piccola borghesia impiegatizia, commerciale e professionale. La categoria dei nepman era costituita principalmente da tecnici e specialisti in molti campi deM'attività pubblica o privata. Poiché, nella grande maggioranza non erano membri del Partito comunista, le loro retribuzioni non venivano soggette a quel limite detto del partmaximum, al di là de! quale non poteva contare nessun iscritto al partito, fosse anche ministro (l'importo del partmaximum era stato fissato in 225 rubli mensili). Se, in particolari situazioni, il comunista avesse percepito una paga maggiore, aveva l'obbligo di versare l'eccedenza nelle casse del partito. Anche per questo motivo, i kulak e i nepm[...]

[...]ano membri del Partito comunista, le loro retribuzioni non venivano soggette a quel limite detto del partmaximum, al di là de! quale non poteva contare nessun iscritto al partito, fosse anche ministro (l'importo del partmaximum era stato fissato in 225 rubli mensili). Se, in particolari situazioni, il comunista avesse percepito una paga maggiore, aveva l'obbligo di versare l'eccedenza nelle casse del partito. Anche per questo motivo, i kulak e i nepman divennero ben presto il bersàglio degli ambienti radicali del partito come pericolosi portatori di un ritorno della mentalità capitalista.

L’emergenza di Stalin

Riguardo all’indirizzo da dare all’economia sovietica, negli anni dal 1925 al 1927 si produsse nel Partito bolscevico una profonda lace

razione, dalla quale uscirono vincitori Stalin e il gruppo formatosi intorno a lui. Di fronte al problema se proseguire con la N.E.P. o seguire altre vie, ossia usare gli strumenti del potere dello Stato sovietico per imprimere al paese altre scelte economiche, fu decisa quest’ultima strada. Le resistenze furono stroncate senza guardare ai mezzi: si ricorse alla violenza armata e alla deportazione in massa dei kulak per introdurre la collettivizzazione delle aziende agricole per ottenere una rapida industrializzazione del paese. Questa fu la via propugnata da Stalin e chi non l’accettò, sia dentro che fuori dal partito, venne inesorabilmente travolto.

Nei limiti della sua durata, la N.E.P. ebbe fertili riflessi anche in [...]

[...]elte economiche, fu decisa quest’ultima strada. Le resistenze furono stroncate senza guardare ai mezzi: si ricorse alla violenza armata e alla deportazione in massa dei kulak per introdurre la collettivizzazione delle aziende agricole per ottenere una rapida industrializzazione del paese. Questa fu la via propugnata da Stalin e chi non l’accettò, sia dentro che fuori dal partito, venne inesorabilmente travolto.

Nei limiti della sua durata, la N.E.P. ebbe fertili riflessi anche in campo culturale. Le arti visive, il cinema,

il teatro, la poesia e la letteratura conobbero in quegli anni una interessante fioritura. Bruscamente interrotta la linea della N.E.P., ne derivarono conseguenze negative nel complesso della vita sociale. Se è vero che la N.E.P., sorta in condizioni economiche eccezionali, non poteva pretendere a un carattere immutabile, è fuor di dubbio che il mutamento seguitone ha comportato costi estremamente pesanti, in vite umane e in sacrifici, per l’intero popolo sovietico.

Bibliografia: oltre a tutte le opere scritte sul primo periodo della storia della rivoluzione russa, si vedano il libro di Roy Medvediev: « La rivoluzione d'ottobre era ineluttabile? » Editori Riuniti Roma, 1977 e C. Bettelheim, Le lotte di classe in URSS 19231930, Etas Libri, Milano, 1978.

Nepal

Regno dell’Asia centromeridionale, confinante con l[...]

[...]ile, è fuor di dubbio che il mutamento seguitone ha comportato costi estremamente pesanti, in vite umane e in sacrifici, per l’intero popolo sovietico.

Bibliografia: oltre a tutte le opere scritte sul primo periodo della storia della rivoluzione russa, si vedano il libro di Roy Medvediev: « La rivoluzione d'ottobre era ineluttabile? » Editori Riuniti Roma, 1977 e C. Bettelheim, Le lotte di classe in URSS 19231930, Etas Libri, Milano, 1978.

Nepal

Regno dell’Asia centromeridionale, confinante con la Cina (Tibet), con l'Unione Indiana e con il Sikkim. Esteso per 140.797 kmq e prevalentemente montuoso, comprende la parte più elevata del sistema himalaiano e, a sud, una stretta fascia pianeggiante (Terai), molto umida e ricca di vegetazione.

Ha un’economia quasi esclusivamente agricola e un processo di industrializzazione agli inizi (rete stradale), sorretto anche per interessi militari da capitale americano, sovietico, cinese, indiano. Ha una popolazione di 11.555.000 abitanti, formata da una componente dominante Gurka e dai Neva[...]

[...]n.

La monarchia « costituzionale » che domina il paese esercita dal 1951 anche il potere esecutivo, con una impalcatura « rappresentativa » costituita da un’Asserrrblea nazionale di 125 membri, in parte eletti a lista unica e in parte di nomina regia.

Il regno gurka

Nella seconda metà del diciottesimo secolo i Gurka, gruppo etnico proveniente dall’india, unificavano il paese imponendo la loro lingua e dando vita alla tradizione militare nepalese. Il regno di Prithwi Narayana trovò espansione al nord per controllare i passi montani con il Tibet, dando luogo al conflitto con la Cina (1791). Al sud lo Stato gurka si scontrava con gli interessi della potente Compagnia delle Indie britannica.

Protettorato britannico

Per porre fine alle scorrerie gurka nei territori da essa controllata, la Compagnia delle indie condusse una campagna militare (181416) che si concluse con la trasformazione del Nepal in protettorato inglese, alla stregua degli altri Stati indiani. Nel 1846 i colonialisti sostennero il colpo di stato militare di Jun[...]

[...]egno di Prithwi Narayana trovò espansione al nord per controllare i passi montani con il Tibet, dando luogo al conflitto con la Cina (1791). Al sud lo Stato gurka si scontrava con gli interessi della potente Compagnia delle Indie britannica.

Protettorato britannico

Per porre fine alle scorrerie gurka nei territori da essa controllata, la Compagnia delle indie condusse una campagna militare (181416) che si concluse con la trasformazione del Nepal in protettorato inglese, alla stregua degli altri Stati indiani. Nel 1846 i colonialisti sostennero il colpo di stato militare di Jung Bahadur Rana, riconoscendogli

il titolo di mahraja e assicurando alla famiglia Rana un potere assoluto di fatto, dietro al paravento monarchico conservato formalmente in vita. Tale dominio sarebbe durato fino al 1951, sempre al servizio del militarismo britannico.

La costituzione di reparti gurka caratterizzò per un secolo la politica inglese: questi reparti vennero utilizzati nel 185758 contro la rivolta dei Cipays in India (v.), poi nella repressione[...]

[...]soluto di fatto, dietro al paravento monarchico conservato formalmente in vita. Tale dominio sarebbe durato fino al 1951, sempre al servizio del militarismo britannico.

La costituzione di reparti gurka caratterizzò per un secolo la politica inglese: questi reparti vennero utilizzati nel 185758 contro la rivolta dei Cipays in India (v.), poi nella repressione interna e nella Prima guerra mondiale. Il loro servizio fu premiato dall’accordo anglonepalese del 1923 che portò all'indipendenza (formale) dello Stato himalaiano dalla Gran Bretagna.

La colonizzazione inglese fece in modo che solo alla metà degli anni Venti venisse formalmente abolita nel Nepal la schiavitù, mentre continuava nelle campagne la permanenza di un sistema schiavisticofeudale.

L’indipendenza

nDopo la Seconda guerra mondiale (nella quale gli inglesi continuarono a usare reparti gurka come truppe d’assalto e nella repressione antipopolare in Grecia), gli sviluppi della situazione indiana influirono nella vita politica nepalese. Nel 1946



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 228

Brano: [...]a formulazione di Lenin sulla funzione dei sindacati definiti come « organizzazione educativa, organizzazione per inserire, per istruire; i sindacati sono scuola di direzione, scuola di conduzione deireconomia, scuola di comuniSmo ». Al di là di questa formulazione, fu codificato il concetto che il sindacato era la « cinghia di trasmissione » del partito, in altre parole il partito doveva dirigere le masse lavoratrici tramite il sindacato.

La N.E.P.

Il X Congresso del partito, svoltosi nel marzo del 1921 mentre era in corso la rivolta di Kronstadt, sancì la fine del “comuniSmo di guerra”, degli ammassi obbligatori (sostituiti con un’imposta in natura) e l’avvio della Nuova politica economica (v. N.E.P.).

Con le nuove leggi, venivano ammesse le imprese di proprietà privata fino a 20 dipendenti, mentre le piccole imprese già nazionalizzate potevano essere affittate dallo Stato ai privati.

Inoltre fu creato l’istituto delle concessioni a favore di imprenditori stranieri, venne ammesso il commercio privato e, alle varie categorie economiche, fu riconosciuto il diritto di commerciare liberamente sotto il controllo dello Stato.

Si trattava di un parziale ritorno a un'economia di mercato capitalistica, il che provocò grosse polemiche nella società sovietica. Molti temevano che ciò avrebbe[...]

[...]le ritorno a un'economia di mercato capitalistica, il che provocò grosse polemiche nella società sovietica. Molti temevano che ciò avrebbe portato alla restaurazione del capitalismo, ma ciò non poteva avvenire finché le principali leve economiche fossero rimaste saldamente nelle mani del potere sovietico. Naturalmente non mancarono fenomeni degenerativi che fecero gridare allo scandalo i custodi dell’ortodossia e tanti scrittori, ma in realtà la N.E.P. favorì l’economia e permise di avviare un

processo di ricostruzione. Intanto, per ciò che riguardava l’“unità del partito”, lo stesso X Congresso proibiva l'affermarsi di frazioni interne, pena l’espulsione dalle fila del partito stesso.

Negli anni della N.E.P. (19211928) convissero nell'Unione Sovietica cinque forme economicosociali: l’economia patriarcale, la piccola produzione mercantile, il settore capitalistico, il capitalismo di stato e il socialismo. Le principali misure realizzate per superare il malcontento e ristabilire il legame fra città e campagna furono: la abolizione delle carte annonarie, la riforma del salario con l’introduzione del cottimo per alzare la produttività, la riforma monetaria, la stabilizzazione del corso del rublo con l’emissione di carta moneta garantita dall’oro e dalle merci e con il ritiro della vecchia moneta sval[...]

[...]ravvento gli “innovatori”, nemici

della istituzione patriarcale. Improvvisamente, lo stesso patriarca riconobbe i propri errori e fu liberato dalle autorità sovietiche. La gerarchia religiosa e la massa dei credenti seguirono il Patriarca, gli “innovatori” rimasero isolati e, col tempo, il loro movimento si estinse.

L'inserimento internazionale

Sul piano internazionale, dopo la sconfitta deH’Armata Rossa sotto Varsavia, la carestia e la N.E.P. furono elementi che contribuirono a sedare i timori delle classi dirigenti in Europa e permisero di raggiungere, di fatto, un equilibrio sia pure instabile fra il paese dei soviet e il mondo capitalistico. Era chiaro che lo Stato sovietico non poteva espandersi oltre e che le potenze capitalistiche non erano più in grado di soffocare la nuova società nata dall’ottobre russo. Cominciò a tradursi in realtà operante il principio leninista della pacifica coesistenza fra Stati a diverso regime sociale.

Ai primi trattati conclusi dalla Russia sovietica nel T9t29 con nazioni prima sottomesse (Lit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 229

Brano: [...]ungo periodo di inazione e nel gennaio 1924, non ancora cinquantaquattrenne, alla morte. Queste circostanze determinarono da un lato una crescente influenza di Stalin e dei suoi più stretti collaboratori, alla sua stessa carica di segretario generale del partito, dall'altro una attivizzazione di Trotzkij e dei suoi sostenitori. D'altra parte i problemi da affrontare erano numerosi e difficilissimi: malgrado i crescenti successi realizzati con la N.E.P., il paese viveva tremende difficoltà. Mentre vi erano circa 1 milione di disoccupati, i capitalisti privati erano ricomparsi in gran numero, tanto da gestire circa 4.000 imprese piccole e medie dell'industria leggera e alimentare, i 3/4 del commercio al dettaglio e circa la metà del commercio all'ingrosso. Con la N.E.P. crebbero di importanza i nepmany (uomini della N.E.P., cioè affaristi) nelle città, e i kulak (contadini ricchi) nelle campagne, e con questi strati sociali rialzarono la testa i socialisti rivoluzionari, i menscevichi, perfino i cadetti. Il processo di ricostruzione economica, anche a causa della scarsa esperienza degli orga

ni sovietici del potere per quanto riguardava la pianificazione, creava tutta una serie di fenomeni negativi e di sproporzione nei vari settori deH'economia, mentre si registravano tempi diversi nella ripresa economica fra l'industria e l'agricoltura, aggravata da una politica dei prezzi poco attenta ai cambiamenti. Si v[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 317

Brano: Leningrado, Assedio di

minare di tesi sui contadini che prendeva il passaggio a una « nuova colitica economica » (N.E.P.). L’introduzione della N.E.P. diede luogo ad aspri contrasti all’interno del partito, per l’opposizione di Trotzkij, Bucharin (v.), Schiiapnikov e altri. Nel corso del dibattito Lenin formulò le sue tesi sulla funzione dei sindacati, scrivendo una serie di articoli {La crisi del partito; Ancora sui sindacati; Sul momento presente e gli errori di Trotzkij e di Bucharin, gennaio 1921).

Al X Congresso del partito (816 marzo 1921), affrontando i problemi dell’unità interna e della deviazione anarcosindacalista, nel rapporto introduttivo Lenin propose lo scioglimento di tutti i gruppi frazionisti e il divieto all’esistenza [...]

[...]i indicò la necessità di sviluppare nella nuova situazione la tattica del « fronte unico » (v.).

Nel dicembre 1921, ammalato, Lenin non potè partecipare all’XI Conferenza del partito. Più tardi egli prese parte al IX Congresso dei Soviet, elaborando le direttive sui problemi del lavorò economico che vennero poi approvate dal Congresso stesso. Il 27.3.1922 tenne il rapporto all’XI Congresso del partito. Facendo il bilancio del primo anno della N.E.P., propose di por fine alla « ritirata economica » e di passare alla preparazione dell’offensiva generale contro gli elementi capitalisti. AH’indomani della chiusura del Congresso partecipò alla sessione plenaria del nuovo Comitato

centrale che elesse Stalin a segretario generale del partito.

La prematura scomparsa

Dopo una ripresa della malattia, che

10 trattenne per alcuni mesi a Niznij Novgorod, il 2.10.1922 Lenin ritornò a Mosca. Qui partecipò alle riunioni del Comitato centrale del partito del 5 e del 31 ottobre e pronunciò un discorso per salutare la vittoria dell’Esercito Ros[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 795

Brano: [...]luzione del Comitato centrale del P.C.U.S. proposta personalmente da Lenin, privò il Proletkul’t della sua autonomia e Io assoggettò al Commissariato del popolo per l’istruzione.

La risoluzione definitiva « teoricamente non esatti e praticamente dannosi tutti i tentativi del Proletkul’t di inventare una cultura particolare o di formare una "sfera autonoma" del Proletkul’t aU’interno delle istituzioni del Narkompros ».

Nei primi tempi della N.E.P. avevano acquistato notorietà giovani scrittori quali A. F. Babel, K.A. Fediti, Vsevolod Ivanov, V. P. K^ataiev,

V. A. Kaverin, N. N. Nikitin, B. A. Pilnjak, V. B. Sklovski, M. M. Zoscensko e tanti altri, di varia estrazione, le cui opere vennero poi tradotte nelle principali lingue straniere.

Trotzkij coniò il termine di « compagni di strada » per indicare gli artisti non comunisti che si erano messi in luce durante la N.E.P.. Per quanto tale definizione non contenesse nulla di sprezzante, essa aveva un senso limitativo, intendendo che con quegli intellettuali i comunisti potevano compiere un tratto di cammino insieme, ma che poi ognuno avrebbe seguito la propria strada. La implicita riserva non sfuggì agli interessati.

Nel 1923 lo scrittore Boris Pilnjak scriveva nel suo diario: « Non sono comunista e perciò non riconosco che dovrei esserlo e che come tale dovrei scrivere. Riconosco che il potere comunista in Russia è determinato non dalla volontà dei comunisti, ma dai destini storici della Russia; e fino a qu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 794

Brano: [...]dove, non è un'invenzione di coloro che se ne dicono specialisti. La cultura proletaria deve consistere nello sviluppo sistematico di tutto il sapere che l’umanità ha elaborato sotto il giogo della società capitalistica, della società burocratica. Tutte queste strade e tutti questi sentieri conducevano, conducono e continueranno a condurre alla cultura proletaria ». (Cfr. Lenin, Opere, voi. 31, pag. 273. Editori Riuniti}.

Le conseguenze della N.E.P.

La conclusione vittoriosa della guerra civile e l’introduzione della N.E.P. (v.) portarono a un indebolimento del Proletkul’t.

Per controllare il movimento, che stava sfuggendo di mano, una ri

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 232

Brano: [...]la Rivoluzione di ottobre, amareggiò profondamente i bolscevichi, che tuttavia ne trassero un utile insegnamento. Per Lenin « fu questo il lampo che illuminò la realtà meglio di qualsiasi altra cosa ».

Che il governo sovietico giudicasse l’insurrezione dei marinai come

il sintomo preoccupante di un malessere più generale, sarà dimostrato dal fatto che da quella dolorosa esperienza partirà la svolta detta della « nuova politica economica » (N.E.P.), proposta da Lenin: rompendo le maglie soffocanti del comuniSmo di guerra, concedendo un certo spazio all’iniziativa individuale, soprattutto nell’agricoltura, ma anche negli altri settori, la N.E.P. costituirà una fase di transizione nel consolidamento del potere sovietico.

Lenin trasse da Kronstadt la seguente conclusione: « Ci eravamo spinti troppo in avanti, ma non ci eravamo assicurati una base sufficiente [...] le masse avevano intuito ciò che noi stessi non riuscivamo a esprimere in forma cosciente e concreta [...], cioè che il passaggio diretto a forme puramente socialiste, alla distribuzione puramente socialista, era un compito superiore alle nostre forze e che un disastro ci avrebbe minacciato se non ci fossimo dimostrati capaci di ritirarci e di limitarci a compiti più facil[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 666

Brano: Stalinismo, Interpretazioni dello

ritenuto Krusciov un « grande innovatore », l'uomo che espresse una spinta evolutiva tale da condurre a sbocchi imprevedibili, altri (come Cohen) hanno guardato alla storia dell’U.R.S.S. dopo Stalin come segnata dal conflitto fra un polo rappresentato dallo stalinismo e uno dal riformismo sovietico, riformismo che affonda le sue origini nella N.E.P., ma che si collega anche all’opera di Krusciov. Il periodo brezneviano viene così generalmente interpretato come « reazione conservatrice » alle innovazioni di Krusciov, anche se (per Nove) sia Breznev sia Krusciov andrebbero considerati come « necessari prodotti » della loro epoca.

Opinioni del tutto differenti provengono invece dagli studiosi più strettamente legati a una visione “continuista” della storia: né Brzezinski né Conquest riscontrano profondi cambiamenti nell’U.R.S.S. del dopoStalin, mentre l’australiano T.H. Rigby ritiene che la « società monorganizzata »> sovietica si sia ma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 664

Brano: [...]ica di tipo giacobino. Su tale model

lo, a giudizio di Procacci, si erano successivamente sovrapposte componenti autoritarie, con l'accentuarsi degli aspetti militari, il consolidarsi della burocrazia, della « tecnocrazia » e del ruolo dell'ideologia come elemento anche pedagogico.

La posizione di Trotzkij

D’altra parte è noto come già a partire dal 1921, ovvero dal momento in cui si avviava il passaggio dal « comuniSmo di guerra » alla N.E.P. (v.), si infittirono le accuse rivolte in generale alla Direzione del partito (perciò anche a Lenin e a Trotzkij) di aprire la strada a una « degenerazione termidoriana » del regime. Il richiamo all’antigiacobinismo e le accuse che si levarono da più parti in tal senso si fecero ancora più accesi nel biennio 192627, nel momento di più aspro scontro tra Stalin da una parte, Trotzkij e Zinovjev dall’altra. Trotzkij arrivò allora al punto di denunciare l'esistenza di « tendenze termidoriane » e di spinte « bonapartistiche » all'interno del partito, di fatto ribaltando queste accuse su Stalin. Su[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine N.E.P., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---socialismo <---U.R.S.S. <---comunista <---Storia <---comunisti <---Partito comunista <---socialista <---Comitato centrale <---capitalismo <---zarista <---Bibliografia <---capitalisti <---fascismo <---Editori Riuniti <---marxismo <---nazionalismo <---staliniana <---stalinismo <---Fisica <---La N <---N.K.V.D. <---P.C.U.S. <---Repubbliche Socialiste Sovietiche <---Storiografia <---marxista <---settarismo <---socialiste <---staliniano <---Alee Nove <---Diritto <---Economia politica <---Edward H <---La N E <---La N E P <---La guerra <---Opere complete <---Pratica <---R.S.S. <---Robert V <---Robert V Daniels <---V.A.P.P. <---anticomunista <---autoritarismo <---burocratismo <---capitalista <---classista <---collaborazionismo <---dell'Opposizione <---dispotismo <---ideologia <---ideologica <---imperialista <---leninismo <---leninista <---lista <---nazista <---riformismo <---sindacalista <---sindacalisti <---socialisti <---staliniani <---totalitarismo <---zarismo <---A.A. <---Adam B <---Adam B Ulam <---Agraria <---Airvill Conferenza <---Al II <---Al III <---Al X <---Alexander Sol <---Alfred G <---Alfred G Meyer <---Armata di Padova <---Assotziatzia Proletarskich Pisateliei <---Bfrrmrrech Lunnofiopf <---Boffa-Gilles <---C.C. <---C.G.I.L. <---Cari Joachim Friedrich <---Carlo I <---Carlo I Stuart <---Change in Russian <---Ciceri Bruno <---Cipays in India <---Comandante Bruno Foà <---Comandante Comolli Luciano <---Comandante Corsini Sileno <---Comandante Curti Aldo <---Comandante Dal Molin <---Comandante Dolcetta Carlo <---Comandante Macchi Giuseppe <---Comandante Noè Federico <---Comandante Siniscalchi Roberto <---Comando Zona di Varese <---Comando di Armata di Padova <---Commissario Millefanti Angelo <---Commissione di Controllo <---Communist Opposition in Soviet Russia <---Communist Stu <---Comune di Parigi <---Conferenza di Genova <---Critica Marxista <---Della N <---Della N E <---Della N E P <---Demjan Bjedni <---Dichiarazione dei Ventidue <---Diplomatica <---Disfunctional Total <---Dogmatica <---Ecrits de Stalin <---Editori Riuniti Roma <---Edward H Cari <---Edward H Carr <---Ernest J <---Ernest J Simmons <---Essays in Historical <---Esteri G <---Esteri G V <---Etas Libri <---Evgenij Samoilovic <---F.S.I. <---Federazione del Giura <---Formazioni S <---Formazioni S A P <---Frederic Fleron <---Frederic J <---Frederic J Fleron <---G.P.U. <---G.V. <---Geografia <---Gianni Sofri <---Giuseppe Di Vittorio <---Giuseppe Maras <---Glavnoje Upravlenie Go <---Guerra Civile in Francia <---Henri Le <---I.S.R. <---Il X <---Il XII <---Il XIII <---Il modo di produzione asiatico <---Il ritorno <---In Svizzera <---Induno Olona <---Ingegneria <---Italia Libera <---Jaca Book <---Jung Bahadur Rana <---K.A. <---K.A.P.D. <---K.P.D. <---Karl A Wittfogel <---La Comune <---La N K <---La N K V <---La Russia <---La cultura <---La lettera <---La lotta <---La rivolta <---La rivoluzione russa <---Le rivoluzioni <---Lenin a Stalin <---Lenin a Trotzkij <---Leone Trotzkij <---Lo stato <---Luino a Laveno <---Léonard Shapiro <---Maggiore da Luino a Laveno <---Marie Oulianova <---Marx a Kugelmann <---Matematica <---Merle Fainsod <---Methodological Problems in Communist <---Milovan Djilas <---Mosca I <---Moshe Lewin <---N.K. <---N.S. <---Nicola Berdjaev <---Nord di Varese Battaglione <---Novaia Ekonomiceskaia Politika <---Nuova Società <---Nuovi Argomenti <---O.G.P.U. <---Operai sulla Guerra Civile <---Operaia in Russia <---Opposition in Soviet <---Ordine Nuovo <---P.C. <---P.C.R. <---P.N. <---P.S.I. <---Patto di Monaco <---Pedrag Vranicki <---Pietro II <---Piotr Alexeievic <---Post-Stalin <---Predrag Vranicki <---Presidium del Soviet Supremo <---Problems in Communist Stu <---Questioni del leninismo <---Reggimento Proletario del Corpo <---Repubblica Federativa Russa <---Robert C <---Robert C Tucker <---Roma-Bari <---Roy A Medvedev <---Roy Medvediev <---Rudolf Bahro <---Russia Sovietica <---Russia in Europa <---Russian Society <---S.A. <---S.A.P. 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<---dottrinarismo <---draconiana <---economista <---economisti <---estremismo <---fascista <---fascisti <---filofascista <---formalismo <---frazionismo <---frazionista <---frazionisti <---ideologico <---iiano <---imperialiste <---indiana <---indiani <---indiano <---induista <---internazionalista <---italiana <---italiani <---kolcosiani <---kruscioviana <---laburista <---laiano <---leniniana <---leniniane <---leniniano <---marxiana <---militarismo <---monolitismo <---nazionalista <---nazionalsocialismo <---nazismo <---naziste <---nazisti <---nell'Unione <---neviano <---opportunismo <---opportunista <---ottimista <---patriottismo <---personalismi <---populista <---populisti <---progressista <---prussiani <---psicologico <---razzista <---revanscista <---revisionismo <---riformista <---riformiste <---siano <---siberiani <---spengleriane <---stalinista <---statalista <---stataliste <---termidoriana <---termidoriane <---tradeunionista <---trotskismo <---trotzkista <---tubista <---tunismo <---tzarista <---zerbajgiana



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