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Il segmento testuale Mort è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Recensione di Alfonso Paolella su Roland Barthes, La chambre claire. Note sur la photographie, Cahiers du Cinéma, Paris, Gallimard-Seuil, 1980, pp.193 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: RECENSIONI
ROLAND BARTHES, La chambre claire. Note sur la photographie, Cahiers du Cinéma, Paris, GallimardSeuil, 1980, pp. 193.
Non è possibile eseguire la lettura di questo ultimo volume di Barthes senza pensare continuamente alla morte dell'autore investito da una di quelle auto che egli considerava uno dei « miti d'oggi ». Questo libro infatti sembra esprimere un po' il presentimento di una morte imminente e, in un certo senso, aspettata e accettata. Dopo la morte della madre che egli aveva amorosamente assistito negli ultimi tempi e della quale si era sentito anche un po' padre « moi qui n'avais pas procréé, j'avais, dans sa maladie même, engendré ma mère » (p. 113), non aspettava altro che la sua morte: « je ne pouvais plus qu'attendre ma morte totale, indialectique » (p. 113). Tutto il libro è quindi pervaso da questo tema centrale: la morte; tuttavia il testo non è triste né funereo.
Questo volume, d'altra parte, non si propone di essere un trattato o uno studio semiotico della fotografia. L'autore ha altre preoccupazioni. Il punto di vista è quello dello « spectator », del destinatario: la fotografia interessa in quanto fonte di emozioni. Essa, come oggetto concreto, può essere analizzata nella dimensione dello « studium ». La fotografia è cioè un oggetto osservabile con distacco, oggetto freddo, anatomicamente sezionabile con la precisione del laser, che presuppone la presenza di un « operator » fotografico, di uno « spectru[...]

[...]glio quasi mai coincide con il soggetto intenzionale o « spectrum » della foto, quasi sempre è qualcosa di involontario, qualcosa che sta 11 per caso. Sarà il fondo stradale, una cintura, una collana, una mano appoggiata distrattamente su una gamba, uno stalliere che tiene fermo il cavallo su cui siede la regina Vittoria, un cappello, un lenzuolo, dei denti ecc.
Ma la foto è anche appiattimento, anzi « avec la Photographie, nous entrons dans la Mort plate » (corsivo dell'autore, p. 145) e i fotografi inconsapevolmente non sono altro che « des agents de la Mort » (p. 144). Sarebbe interessante leggere tutto il
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volume secondo il bipolarismo dei campi semantici opposizionali Vita/Morte. Si noterà immediatamente che il campo semantico del secondo termine è piú esteso e quantitativamente prevalente (la foto è inanimata, cadavere vivente, anestesia, non dialettica, immobile, malinconica, impietosa, il « ça a été » ecc.).
La seconda parte del libro è dominata dall'immagine della madre, di questo amore filiale, ma fortemente edipico che si innesca e si manifesta, quasi un'idolopea ossessiva, attraverso l'osservazione delle antiche foto della madre in un tumultuoso affollamento di fantasie e di ricordi: madrebambina, madreragazza, madremadre.
L'autore attraverso questo compiac[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Mort, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Ajgi <---Aleksej <---Aljagrov <---Aseev <---Barthes <---Benedikt Livgic <---Boris Ender <---Caucaso <---Chlebnikov <---Cinéma <---Courtenay <---Dialettica <---Francia <---Gallimard-Seuil <---Gnedov <---Goncarova <---Jan Baudouin de Courtenay <---Kornej Cukovskij <---La Ziegler <---Larionov <---Lef <---Leningrado <---Linguistica <---Lisickij <---Lotov <---Luna-Park <---Majakovskij <---Malevic <---Maleviè Pobeda <---Matju <---Matjus <---Matjusin <---Michail Matju <---Nikolaj <---Nikolaj Chardziev <---Nikolaj N <---Photographie <---Rjurik <---Rosemarie Ziegler <---Rozanova <---Rozzo <---Russian Futurism <---Serena Vitale <---Slavistisches Jahrrbuch <---Sprachkritiker <---Terent <---Tret <---Tufanov <---Unione Sovietica <---Vladimir Markov <---Wiener Slavistisches <---Zdaneviè <---bipolarismo <---dadaisti <---futurismo <---futurista <---futuriste <---futuristi <---lefista <---musicista <---socialista <---tivista



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