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Il segmento testuale Montecatini è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Luciano Bianciardi e Carlo Cassola, I minatori maremmani (con tre documenti) [documenti: Lettera del Sindacato Minatori aderente alla CGIL, al Distretto Minerario di Grosseto del 7-8-1953 in cui si prospettano i pericoli derivanti dai metodi di conduzione della miniera, e in particolare dal cosiddetto metodo dei franamenti del tetto, firmata in calce «per la segreteria» Betti Duilio; Lettera di risposta del Distretto Minerario di Grosseto del 29 Ottobre 1953 firma in calce «L'ingegnere capo» Tullio Segu... in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...] é improbabile che tutto il massiccio delle Metallifere nasconda un immenso giacimento di pirite, sfruttato sino ad oggi solo in minima parte. Le miniere attualmente, in funzione hanno comunque assicurata l'attività per parecchi decenni.
Fatta eccezione per le miniere di Ravi, Ritorto e Monte Argentario, che appartengono rispettivamente alla Marchi, alla STIMA, ed alla FERROMIN, le altre miniere, ivi incluse le tre principali, appartengono alla Montecatini. La Montecatini controlla quindi tutta la pirite italiana, sia in fase estrattiva, che nelle successive trasformazioni. Questa società infatti estrae il 75 per cento della pirite italiana, produce l'86 per cento dei fertilizzanti azotati, il 75 per cento dei fosfatici, ed il 75 per cento degli anticrittogamici. Si tratta insomma di un monopolio verticale, capace di profitti difficilmente calcolabili, dato che si realizzano alla fine del ciclo di lavorazione, ma che non dovrebbero essere inferiori, per il 1953, e per il solo bacino piritifero maremmano, ai 2 miliardi di lire (1).
La più antica fra le miniere[...]

[...]i a 235 metri, e le esplorazioni sono giunte fino a 200 metri sotto il livello del mare). Lo sfruttamento viene oggi realizzato per mezzo di due grandi pozzi, il « Roma » e l'« Impero » (i nomi indicano l'epoca in cui la miniera fu potenziata, durante la guerra d'Africa). Dai due pozzi principali si distaccano le gallerie, e da queste i cunicoli di avanzamento ed i fornelli di estrazione. Fra sorveglianti, impiegati ed operai, i dipendenti della Montecatini a Gavorrano sono 1700, in buona parte abitanti a Gavorrano, un paesino di origine feudale che sorge su di un cocuzzolo selvoso, e nelle due più recenti frazioni di Filare e di Bagno. Circa 400 minatori vengono poi dai paesi vicini, Scarlino, Ravi e Caldana : il trasporto é oggi effettuato a mezzo di autobus della Società. I dirigenti sindacali ci hanno fatto osservare la sospetta puntualità con cui gli autobus arrivano e ripartono : allo scopo, si dice, di impedire i contatti tra i minatori di Gavorrano e quelli degli altri paesi. Ma di queste « astuzie » avremo modo di parlare in seguito. Un[...]

[...]ntrasto fra le strutture industriali ed il paesaggio assolutamente primitivo, ' com'è
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sempre quello delle miniere di pirite e di carbone. Certamente, se i pozzi e le laverie sorgessero nel bel mezzo di terre coltivate, di oliveti o di vigneti, l'effetto potrebbe anche essere deturpante. E c'è poi, il sottile fascino, delle installazioni di tipo ferroviario, che non mancano mai nelle miniere (décauville, teleferiche).
La Montecatini é proprietaria anche di una piccola miniera alla isola del Giglio, in località Il Faro. Qui i lavori furono cominciati in modo serio solo nel 1938, a cura della Società Mineraria Tirrena. La concorrenza della Montecatini ha avuto ragione di questa società. Oggi la Montecatini é proprietaria della miniera; la pirite estratta viene lavorata nei suoi stabilimenti di Orbetello.
La concorrenza della Montecatini minaccia anche di far chiudere la piccola miniera di Ritorto, vicino a Niccioleta, di proprietà della STIMA, che occupa un centinaio di operai. Anche la Marchi, proprietaria della miniera di Ravi, lavora in certo qual modo sotto il controllo della maggiore consorella; quanto alla Ferromin, pro prietaria del giacimento dell'Argentario (20 milioni di tonnellate di pirite già localizzate) ha sospeso di recente i lavori di allestimento, sempre a causa della concorrenza della Montecatini. Lo stesso prezzo commerciale della pirite, fissato a 7 mila lire la tonnellata, pub sembrar basso, se si consi[...]

[...]dere la piccola miniera di Ritorto, vicino a Niccioleta, di proprietà della STIMA, che occupa un centinaio di operai. Anche la Marchi, proprietaria della miniera di Ravi, lavora in certo qual modo sotto il controllo della maggiore consorella; quanto alla Ferromin, pro prietaria del giacimento dell'Argentario (20 milioni di tonnellate di pirite già localizzate) ha sospeso di recente i lavori di allestimento, sempre a causa della concorrenza della Montecatini. Lo stesso prezzo commerciale della pirite, fissato a 7 mila lire la tonnellata, pub sembrar basso, se si considera che la Montecatini lavora praticamente in situazione di monopolio; ma si ha ragione di credere che il prezzo sia tenuto basso appositamente, per soffocare le piccole società concorrenti, oltre che per far apparire i profitti assai minori di quanto in realtà non siano. I profitti veri si realizzano grazie al monopolio degli stabilimenti di trasformazione, detenuto dalla Montecatini.
La produzione della pirite non si trova oggi in Italia di fronte a crisi di mercato. L'acido solforico, e di conseguenza i concimi chimici, non sono prodotti affatto in misura sufficiente alle richieste dell'agricoltura. Di fronte ai 16 milioni di quintali annui consumati in Italia stanno infatti i 50 milioni della media europea. La limitata produzione è una conseguenza della situazione di monopolio, come dimostrano gli altissimi profitti realizzati dalla Montecatini nel campo delle piriti: quálcosa come 2 miliardi annui, pari a 25 mila

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Può sembr[...]

[...]one della pirite non si trova oggi in Italia di fronte a crisi di mercato. L'acido solforico, e di conseguenza i concimi chimici, non sono prodotti affatto in misura sufficiente alle richieste dell'agricoltura. Di fronte ai 16 milioni di quintali annui consumati in Italia stanno infatti i 50 milioni della media europea. La limitata produzione è una conseguenza della situazione di monopolio, come dimostrano gli altissimi profitti realizzati dalla Montecatini nel campo delle piriti: quálcosa come 2 miliardi annui, pari a 25 mila

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Può sembrare strano, ma in Maremma non esiste il termine « minatore » : i lavoratori delle miniere si chiamano « operai ». Minatore ha un significato tecnico ben preciso, ed indica quegli operai che sono direttamente impegnati nell'estrazione del minerale (una esigua minoranza, perciò). La distinzione fondamentale degli operai é quella fra « interni », addetti al lavoro di sottosuolo, ed « esterni ». Numerose le sottodistinzioni : elettricisti, che sono addetti all'illuminazione[...]

[...]pagnie.
L'apparato propriamente direttivo della miniera è costituito da un ufficio tecnico, dal quale dipendono cinque o sei capiservizio, tutti ingegneri o periti minerari, con a capo il vicedirettore; e da un ufficio amministrativo, diretto da un capoufficio. Il capoufficio ed il vicedirettore sono subordinati alla maggiore autorità della miniera, il direttore, il quale soprintende sia al lavoro tecnico che all'amministrazione.
Di recente la Montecatini ha istituito al disopra dei direttori
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di miniera un Gruppo Miniere Maremma, con un segretario, i cui compiti, definiti « assistenziali », sono in realtà politici. Ma di questo ultimo organismo parleremo dopo.
Ogni miniera ha anche un certo numero di guardie giurate (in media da dieci a venti) reclutate prevalentemente fra gli excarabinieri : queste guardie vestono una divisa nera, con il distintivo della società, piccozza e alambicco, ed hanno il compito della sorveglianza all'interno ed all'esterno della miniera.
Le paghe degli operai sono quelle indicate nella tab[...]

[...]ente un accordo la fissava in 850 lire). Così, se la norma di produzione ad economia è di 3 vagoncini a minatore per turno lavorativo, un vagoncino in più sarà compensato con una somma pari ad un terzo delle 850 lire. Accade in definitiva che un vagoncino prodotto in economia vien pagato 400 lire, mentre prodotto a cottimo non raggiunge le 200. Non solo, ma gli oneri sociali vengono computati solo sul lavoro ad economia, per cui i profitti della Montecatini si realizzano maggiormente proprio sul lavoro a cottimo. E si evade in questo modo la norma generale secondo la quale il lavoro straordinario deve essere retribuito meglio di quello ordinario Tutto questo, dai sindacalisti, vien definito « supersfruttamento ».
Ma il « supersfruttamento » assume anche altri aspetti, ed im
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piega altri ingegnosi espedienti : innanzi tutto vi è la tendenza ad elevare il limite del lavoro ad economia, proprio considerando i maggiori sforzi del cottimista come segno di normale capacità lavorativa. In secondo luogo, poiché la produzione[...]

[...]rsfruttamento ».
Ma il « supersfruttamento » assume anche altri aspetti, ed im
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piega altri ingegnosi espedienti : innanzi tutto vi è la tendenza ad elevare il limite del lavoro ad economia, proprio considerando i maggiori sforzi del cottimista come segno di normale capacità lavorativa. In secondo luogo, poiché la produzione delle compagnie si computa, per ragioni pratiche, a vagoncini, anziché a peso od a volume, la Montecatini ha introdotto vagoncini più capaci (a Gavorrano da 340 a 402 litri), lasciando inalterata la retribuzione. Anche l'introduzione di nuove macchine (pale meccaniche, traballatori, tavole a scossa ecc.) non dà alcun vantaggio agli operai, perché contemporaneamente si son rialzati i limiti di produzione ad economia.
In queste condizioni é facile capire per che cosa si stiano battendo gli operai e le loro organizzazioni sindacali : in primo luogo per il cottimo collettivo, che permetterebbe anche ai non minatori la partecipazione comune agli utili realizzati sopra l'economia; in secondo luogo per[...]

[...] più giovani infatti abbandonano questo costume, ed insieme la mentalità tipica del contadino toscano, e diventano operai moderni, forse fra i più consapevoli e combattivi. In una recente « Storia del PCI », quella di Bellini e Galli, i minatori maremmani sono indicati, accanto agli operai di Sesto San Giovanni, fra le più combattive avanguardie del Partito Comunista Italiano.
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Una prima agitazione contro la Montecatini risale agli anni precedenti la guerra d'Africa, ed oggi se ne parla con tono di leg genda, mentre mancano del tutto documenti precisi accessibili. Ad ogni modo le cose andarono così : alla fine del '31 la Montecatini intese introdurre il sistema Bedaux, che è una specie di metodo Taylor applicato al lavoro di miniera. Ogni operazione lavorativa veniva analizzata e cronometrata : si stabiliva in questo modo un minutissimo sistema di punteggio corrispondente ad una giornata lavorativa media. Fissato un minimo di punti, le differenze in più o in meno si traducevano in multe od in premi.
Questa storia non piacque alle maestranze sin dall'inizio: le operazioni di rilevazione dei tempi vennero eseguite senza avvertire prima gli operai del motivo per cui si facevano : la presenza in galleria di due ingegneri sc[...]

[...]sciste erano assai diffuse, parteciparono attivamente alla lotta partigiana. Quando i tedeschi iniziarono la ritirata, per impedire azioni di sabotaggio nella miniera di Niccioleta furono disarmati i repubblichini e venne costituito un servizio di vigilanza sulle installazioni della miniera. La rappresaglia fascista fu sproporzionata e feroce : un reparto italotedesco di S.S. massacrò 83 minatori (1314 giugno 1944).
Nel dopoguerra pareva che la Montecatini si fosse fatta più aperta e comprensiva : rivalutati i salari, vennero riconosciuti i di' ritti delle commissioni interne a partecipare alla vita produttiva della miniera. Le prime avvisaglie di restrizioni sono posteriori al 18 Aprile 1948, ma diventarono più pressanti durante e dopo quella che si è chiamata la « lotta dei cinque mesi ».
Dal febbraio ai maggio 1951 tutte le organizzazioni sindacali si impegnarono in un'azione concorde per ottenere il cottimo collettivo. Era una grossa pasta, forse sproporzionata alle possibilità generali di lotta in un clima come quello dell'Italia di allor[...]

[...]i è chiamata la « lotta dei cinque mesi ».
Dal febbraio ai maggio 1951 tutte le organizzazioni sindacali si impegnarono in un'azione concorde per ottenere il cottimo collettivo. Era una grossa pasta, forse sproporzionata alle possibilità generali di lotta in un clima come quello dell'Italia di allora. Il fallimento dell'obbiettivo fondamentale (anche se si ottennero non trascurabili risultati marginali) segnò l'inizio della controffensiva della Montecatini. I diritti delle commissioni interne vennero lentamente ristretti. Soprattutto si provvide ad isolarle, confinando il segretario in un ufficio sorvegliato costantemente dalle guardie giurate e quindi sempre meno in grado di svolgere la sua funzione. Oggi l'operaio che vuol conferire con il segretario della C. I. deve prima ottenere l'autorizzazione del direttore. Ma soprattutto con un'azione discriminatoria nelle assunzioni, nella concessione di premi, licenze, permessi, si é mirato a stroncare la forza organizzata delle maestranze. Gli attivisti politici e sindacali sono perseguiti in vari m[...]

[...]otivazioni sono esplicite : « Perché si presume abbia fatto delle scritte in miniera », « per aver aderito ad uno sciopero », « per aver tenuto un'assemblea durante uno sciopero », « per essere intervenuto durante una riunione della Commissione Interna », « per aver reclamato contro un rapporto del capoguardia ».
I casi più recenti sono ancora più gravi. Otello Tacconi, operaio di Ribolla, é stato licenziato in questi mesi per aver criticato la Montecatini in un articolo di giornale. « Grave insubordinazione » afferma la società, ed aggiunge, per bocca dei suoi dirigenti, che « non è lecito sputare sul piatto nel quale si mangia ». Per lo stesso reato sono stati licenziati gli operai Arnaldo Senesi e Luigi Mezza, di Gavorrano il primo e di Monte Argentario il secondo.
La più forte repressione si realizza a Ribolla, dove ai motivi generali di malcontento si aggiunge, come abbiamo victo, la continua minaccia di smobilitazione. Un ultimo licenziamento, di 45 operai, provocó, nell'aprile del 1953, una vasta agitazione. Un gruppo di operai si cal?)[...]

[...]nnis, perché questo é lo sport che piace all'ingegnere, il quale ama canzonarli per la loro inabilità, quando si cimentano con la racchetta in mano. Sul lavoro poi è mordace : « All'Ente Maremma vi manderei, quello è il posto adatto per voi ». L'Ente Maremma, infatti, nel ceto medio locale, passa per una greppia che accoglie ogni sorta di inetti e di spostati.
È il clima della paura, insomma : si temono le spie, ufficiali e non ufficiali, della Montecatini. Le guardie giurate hanno anche questa funzione : un comizio, una riunione politica, anche una semplice cerimonia civile, è controllata attivamente.
Del resto la Montecatini esercita il suo controllo anche per mezzo delle forze dell'ordine pubblico : abbiamo già visto il caso di un'operazione di polizia diretta da un funzionario della Montecatini, proprio quel Riccardi che di recente ha assunto la mansione di segretario del Gruppo Miniere Maremma, con incarico « assistenziale ».
Riccardi é la personificazione degli attuali metodi direttivi. Si tratta di un ex comunista, membro della federazione del PCI di
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Teramo, e per tre anni segretario della Camera del Lavoro in quella città. Non è il solo caso, in seno alla Montecatini : uno degli attuali direttori generali, lo Sferza, ebbe un'importante carica sindacale nella CGIL, e fu in contatto con il Riccardi. È stato lo Sferza a mettere il Riccardi al Gruppo Maremma, con l'incarico che abbiamo detto. E Riccardi lo adempie scrupolosamente.
A Massa Marittima, che è il capoluogo della Maremma mineraria, Riccardi ha messo su una sorta di circolo culturale, aperto esclusivamente a tecnici, impiegati e ceto medio cittadino. All'attività culturale si affianca quella ricreativa, che è poi la ragione del successo del circolo fra la borghesia locale, rimasta sprovvista di un [...]

[...]mancanza di altro, finivano col gravitare intorno al locale Circolo Minatori, fondato nel 1949, che gestisce il maggior cinema cittadino, ed organizza conferenze culturali, concerti, rappresentazioni in anteprima, sostiene un circolo del cinema, aderente alla FICC, ed ha fondato una attiva biblioteca moderna. Un complesso di attività culturale che lega ai minatori i gruppi intellettuali più provveduti e più impegnati di tutta la provincia : e la Montecatini. sa bene che questa alleanza non è senza pericolo per il suo monopolio e per i suoi metodi.
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POSTILLAI
Stavamo correggendo le bozze di questo articolo, quando si é verificata la sciagura di Ribolla. Alle 8,17 del 4 rnaggio una tremenda esplosione di grisou ha provocato una serie di frane nei cantieri del pozzo « Camorra ». Sono morti 42 minatori.
Le inchieste giudiziaria e tecnica, volte ad accertare le cause del disastro e le eventuali responsabilità, prahaibilmente impiegheranno parecchio tempo prima di giungere a conclusioni def[...]

[...] tono complessivamente tranquillante, del Distretto Minerario di Grosseto;
3) una seconda lettera del Sindacato Minatori, ohe si dichiara insoddisfatto dei chiarimenti forniti e ribadisce il proprio punto di vista sullo stato di pericolo esistente nella miniera di Ribolla.
RIBOLLA Ribalta, 781953
All'Ispettorato del Lavoro Roma Al Distretto Minerario Grosseto Al Signor Prefetto Grosseto All'Ufficio del Lavoro . Grosseto Alla Direzione Soc. Montecatini Alla Camera del Lavoro Grosseto Alla C. I. S. L. Grosseto
Alla U. I. L. Grosseto
Questo Sindacato, nell'informare le Autorità competenti, gli Enti, le Organizzazioni in indirizzo, sulla situazione esistente nella Miniera dei cantieri e graduale smobilitazione da parte della Soc. Montecatini della miniera stessa, nonché sulla trasgressione della legge di polizia mineraria, ed il continuo pericolo che minaccia la vita dei minatori.
SINDACATO MINATORI COMUNALE
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È bene toner conto innanzi tutto, che nella piena efficienza della miniera (febbraio 1948) erano impiegati 3.643 unità; con mezzi coercitivi e illegali adottati dalla Montecatini, si iniziò la smobilitazione ed arrivati nel mese di dicembre 1951, le maestranze erano ridotte ad un numero di 2.020 unità. Durante gli anni 1952, applicando un nuovo metodo di coltivazione non adeguato alla caratteristica tecnica della miniera, si venne ad eliminare i seguenti cantieri, con lo sperpero di un'enorme quantità di materiale e attrezzi di lavoro, e l'imprigionamento di migliaia di tonnellate di carbone.
Al divelló 125, pozzo Costantino, la compagnia n. 8 stata chiusa con un tappo, imprigionando diverse tonnellate di carbone e tutto l'armamento in ferro.,
Compagnia 74, chiusa c[...]

[...] le compagnie 20 e 70 ed anche queste sono in piena coltivazione.
Si sa inoltre che mentre si sano chiusi tutti i succitati cantieri di lavoro, nessun provvedimento viene preso dalla Società per la preparazione di nuovi
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cantieri onde assicurare la continuità del lavoro defile maestranze attuallnente occupate.
Di fronte a questa realtà di fatto, i (lavoratori si domandano se questa è un piano prestabilito dalla Soc. Montecatini con l'incondizionato appoggio di chi dovrebbe impedirlo; é esclusivamente arbitrio della Montecatini, oppure incapacità tecnica della Direzione della Miniera?
In quest'ultimo caso perché non si applica da parte degli Uffici competenti l'art. 16 della legge„ di polizia mineraria?
È indubbio che questa politica di smobilitazione graduale e di male conduzione tecnica della miniera, si ripercuote nel campo infortunistico che in questi ultimi anni, in special modo negli uiltihn tmesi, gli infortuni sano saliti a una percentuale paurosa fino a diventare un problema scottante e permanente che ogni giorno minaccia la vita del minatore.
Basta riportarsi agli infortuni verificatisi nel 1952, che[...]

[...]il numera degli infortuni 'gravi è notevolmente aumentato, proprio in virtù del conpleto disinteressamento da parte della Direzione locale, nell'incolumità del personale, infrangendo nella sua totalità la legge di polizia mineraria.
infatti la dimostrazione più esatta si pub avere riferendosi al mese di luglio u. s. nel quale sono accaduti un numero rilevanti di infortuni, e fra questi alcuni gravissimi con piena responsabilità della Direzione Montecatini, ed ecco i :dati :il giorno 5 luglio l'operaio Nelli Guido venne colto da sfiati di ossido carbonico, mentre era intento ad impedire il divamparsi di un fuoco perché sprovvisto o non sufficientelmente fornito di mezzi di protezione, come dall'art. 38 della legge di polizia mineraria; é finito al manicomio. Il giorno 15 dello stesso mese gli operai Pallini Giovanni e Bianciardi Aroldo, rimanevano infortunati gravi, specie questo ultimo per lo scoppio di griso:u per negligenza tecnica, essendo adibiti in un 'lavoro a sfondo cieco con scarsissima ventilazione artificiale in contrasto con l'art. [...]

[...]lla sutmmenzionata 'legge che asserisce che tutti 'i lavoratori sotterranei devono essere convenientemente ventilati.
Il 29 luglio l'operaio Corbelli Gennaro, lavorante nella compagnia 58, veniva colto da sfiato di ossido di carbonio, e mentre era intento a scendere le scale del fornello perdeva le proprie forze e precipitava nel vuoto. Questo lavoro era stato 10 giorni prima denunciato pericoloso dalla commissione interna alla direzione della Montecatini e dalle Organizzazioni Sindacali della C. G. I. L. e U.I. L. al Distretto Minerario, in quanto si trattava di un fornello di circa 30 metri senza alcun palchetto di protezione, contra stante con l'art. 10 della suddetta legge.
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Questo é quanto é accaduto nell'ultimo mese, con gravi responsabilità della Direzione della Montecatini e che deve ,preoccupare gli Enti interessati per un immediato intervento, onde eliminare queste infrazioni della legge e garantire l'incolumità del personale mediante una migliore conduzione tecnica della miniera, nuovo metodo di coltivazione ed abolizione dei franamenti, l'abolizione dei cantieri di produzione a sfondo cieco, con scarsa e addirittura insufficiente ventilazione artificiale contrastante con l'art. 27 della flagge, tanto più perché valila totalità di questi cantieri si riscontra la presenza di gas esplodente, l'applicazione d&Wart. 28 per rendere indipendente la ventilazione di[...]

[...]ste sono costretti a passare carponi.
L'applicazione dell'art. 10 parte la che ammette i pozzi, le gallerie e gli scavi in genere, debbono essere solidamente armati o rivestiti quanto la natura della roccia 110 richieda.
Il rispetto dell'art. 35 dove ammette che nella miniera o cave sotterranee nessun lavoro di scavo, armature, riernipíhnenti ecc. potrà mai essere affidato ad un solo operaio, ma ce ne vorranno sempre due almeno, mentre la Soc. Montecatini di questo non ne tiene conto ed in molti casi agli operai viene imposto di lavorare isolati.
Ed in più l'applicazione ddlll'art. 41 che asserisce che tutte le disposizioni preventive degli infortuni contenuti nelle leggi e nei regolamenti generali e speciali, dovrà essere approvato e controfirmato da` ff Ingegnere delle miniere del Distretto Minerario, e rimane quindi affisso nei locali frequentasi dagli operai.
Questa é la situazione della Miniera di Ribolla, resa precaria dal metodo di coltivazione, per insufficienza di capacità tecnica da parte della Direzione, queste sono le disagiate c[...]

[...]o le disagiate condizioni in oui gili operai sono costretti a lavorare sotto 40 gradi di calore, e minacciati ad ogni istante dal pericolo dell'infortunio e della morte che in agguato li attende nei cantieri malsani della miniera.
Di fronte a questa situazione ed alle aperte violazioni della Legge, richiamiamo l'attenzione delle Autorità, iddllVIspettorato del lavoro e 'in special modo del Distretto Minerario perché si interponga presso la Soc. Montecatini affinché siano rispettate le Leggi vigenti di polizia mineraria, e si garantisca la continuità della miniera, con nuovi criteri tecnici, produttivi, salvaguardando l'incolumità del personale ed incrementando 1'occupazione di mano d'opera per il bene dell'economia provinciale e nazionale a beneficio della nazione e di tutto il popolo.
p/la Segreteria: BEM DUILIO
I MINATORI MAREMMANI 23
CORPO DELLE MINIERE
DISTRETTO DI GROSSETO
Prot. n. 3999 Grosseto, 29 Ottobre 1953
Oggetto: La situazione della miniera
di Ribolla e la sicurezza nelle miniere.
A S, E. Il Prefetto della provincia di Gros[...]

[...] francesi si ha un rendimento inferiore ai 1000 Kg./uomo/giorno per arrivare sino alla gigantesca cifra di oltre 7000 Kg./uomo/ giorno nelle miniere di lignite U.S.A.
Di fronte a questa situazione, al principio del 1952 la produzione di Ribolla era di circa 300 Kg./uomo/giorno, vale a dire che su una tonnellata gravava l'Importo di 3,3 giornate di manodopera, ossia una sornima già da sola superiore ad prezzo idi vendita della (lignite.
La Soc. Montecatini prospettò allo scrivente all'inizio del 1952 la situazione e chiese di essere autorizzata ad esperimentare un nuovo metodo di coltivazione che avrebbe dovuto permettere di aumentare i'l rendimento e di diminuire le spese in modo di raggiungere per lo meno l'obbiettivo di una minore perdita dell'esercizio. Si trattava di un metodo per cantieri a fondo cieco e franamento del tetto, già sanzionato da una gigantesca applicazione in Francia nella miniera di Montrambert con lavori profondi m. 700 e stranamente analoga a quella di Ribolla, quanto alla irregolarità del giacimento, a grandezza delle s[...]

[...]o dato reperibile nelle statistiche). Dinanzi a questa cifra e pur considerando che una parte di detto tonnellaggio sarà probabilmente stata recuperata in seguito si riduce alle sue reali modeste proporzioni ill tonnellaggio perduto a Ribolla, quantitativo che corrisponde alla produzione di due soli giorni delllla miniera.
Smobilitazione delle miniere. — Alla fine dell'ultima guerra mondiale la miniera di Ribolla era rimasta l'unica dell gruppo MontecatiniMaremma in piena attività perché i suoi impianti erano usciti quasi indenni all passaggio del fronte. Fu allora che per non disperdere mano d'opera specializzata e per lenire la disoccupazione, la Soc. Montecatini fece affluire operai a Ri bolla dalle altre miniere del gruppo ed anche dalla miniera di Grottaôalda (Sicili a) della stessa Società. Per questo le maestranze di Ribolla hanno raggiunto i1 massimo di circa 3500 unità nel 1947. Già nel '48 pero comincio la flessione del personale sia per il ritorno di molte unità alide miniere di provenienza sia per necessario adeguamento alle minori possibilità di vendita della lignite, entrata in crisi nel 1948, sempre meno richiesta per la concorrenza del carbone estero e per la trasformazione a nafta di molti impianti che usavano lignite.
La sicurezza nel[...]

[...]inora particolarmente sfavorevole, per i molti infortuni che si sono dovuti registrare, ma è da sperare che si tratti di un anno eccezionale, analogamente a quanto si é avuto nel 1950 e nel 1947.
Con questo si ritiene di poter affermare che si é fatto il possibile da parte delle direzionidelle miniere e di questo ufficio per contenere il fenomeno infortunistico, e si è lieti di comunicare che, nel piano di lotta contrc gli infortuni, la società Montecatini ha istituito un ufficio sicurezza di gruppo, diretto da un ingegnere coadiuvato da periti minerari dislocati in ogni miniera. È lecito sperare risultati brillanti, che peró potranno essere sensibili solo a scadenza di almeno run armo o due.
A proposito della sicurezza del metodo di coltivazione di Ribolla, malgrado le maestranze non fossero (meno poche unità) abituate con metodi a franamento del tetto e malgrado altre innovazioni siano state introdotte in miniera fra cui quella molto importante dille armature metalliche, in due amni non si é dovuto registrare nessun infortunio mortale e solo[...]

[...]o dei menomati fisici; ma basta riportarsi semplicemente al dicembre 1952, quando vi erano nella miniera 1.700 dipendenti.
Da allora attraverso le pressioni, le intimidazioni, il passaggio di 32 operai alla ditta Magrini, i licenziamenti in tronco per rappresaglia, siamo arrivati alla data odierna con solamente 1.400 unità lavorative nella miniera. l'1 fatto più grave e la dimostrazione più esatta della volontà di smobilitazione, da parte della Montecatini, sono Ile decine di operai Glie ogni giorno vengono chiamati dalla Segretaeria della Direzione per costringerli ad accettare :il licenziamento con il premio consensuale, minacciandoli altrimenti di licenziatnento in tronco e con la perdita di ogni indennità, mostrando ad ogni singolo la propria cartella personale discriminatoria ove é segnalata l'attività politica o sindacale che questi svolge come libero cittadino fuori dell'orario di lavoro e gli scioperi che questi ha effettuato.
La smobilitazione, la Montecatini e codesto Distretto Minerario, attraverso il documento, la giustificano con [...]

[...]dalla Segretaeria della Direzione per costringerli ad accettare :il licenziamento con il premio consensuale, minacciandoli altrimenti di licenziatnento in tronco e con la perdita di ogni indennità, mostrando ad ogni singolo la propria cartella personale discriminatoria ove é segnalata l'attività politica o sindacale che questi svolge come libero cittadino fuori dell'orario di lavoro e gli scioperi che questi ha effettuato.
La smobilitazione, la Montecatini e codesto Distretto Minerario, attraverso il documento, la giustificano con la minore possibilità di vendita della lignite, mentre in questi giorni, degli autotreni sono costretti a tornare via a vuoto da Ribolla per la mancanza di lignite a disposizione nei piazzali.
Sicurezza nella miniera. — Non si comprende veramente perché, da parte di un organo governativo preposto al controllo e all'applicazione delle norme di prevenzione e di sicurezza nelle aniniere, si possa ritenere ineluttabile, l'infortunio in miniera, tentando di sostenere questa strana tesi con i dati sugli infortuni nelle min[...]



da Massimo Mila, L'antico e il progresso nel carteggio tra Verdi e Boito in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...], fino al fatidico « È finito! » della Lettera 86, 1° novembre 1886. Le lettere ne accompagnano il progresso, con le lacune, ovviamente, delle visite di Boito, da Nervi a Genova nella stagione invernale, e da Milano a Sant’Agata nel resto dell’anno. Qualche volta accadeva pure che Verdi dovesse recarsi a Milano, ed allora s’intratteneva col suo eccezionale librettista.

Comincia con la Lettera 118 la storia del Falstaff. Una lettera scritta da Montecatini il 16 luglio 1889, che presuppone anch’essa, come già era avvenuto per YOtello, qualche antefatto. Boito doveva aver mandato al maestro uno schizzo dell’opera, quello che ai tempi del Piave Verdi chiamava la « selva », e questo schizzo si è perduto. A Sant’Agata non c’è. Il primo proposito era recentissimo, perché Verdi chiude questa lettera dicendo: « Questo Falstaff o Comari che era due giorni fà nel mondo dei sogni, ora va prendendo corpo, e può diventare una realtà? Quando? Come?... Chi sa! » (Lettera 118). Secondo un articolo di Giulio Ricordi nella « Gazzetta Musicale di Milano » del 30[...]

[...]). Temo anche che l’ultimo Atto, malgrado quel po’ di fantastico, riesca piccolo con tutti quei piccoli pezzi Canzoni Ariette et. et. » (Lettera 118). E così è rimasto, malgrado l’ingegnosa giustificazione di Boito che invocava il diverso regime teatrale di comico e tragico (« Nella commedia quando il nodo sta per sciogliersi l’interesse diminuisce sempre perché il fine è lieto», Lettera 119, scritta a Milano il giorno dopo di quella di Verdi da Montecatini!), e malgrado gli sforzi spesi dai due artisti per rimediare al difetto. L’occhio di lince di quell’infallibile uomo di teatro ch’era il vecchio Verdi aveva visto giusto.

Ma è vero che nel Falstaff sono meno frequenti i suoi interventi per chiedere correzioni e ritocchi. Genova, 17 marzo 1890: « Il primo Atto è finito senza nissun cambiamento nella poesia; tale e quale me l’avete dato Voi. Credo che lo stesso avverrà del second’Atto, a meno di qualche taglioL’ANTICO E IL PROGRESSO NEL CARTEGGIO TRA VERDI E BOITO

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nel concertato come Voi stesso diceste. Non parliamo ora del Terzo [...]



da Paolo Alatri, La goccia di Sakharov in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]rificano e possono svilupparsi i rapporti economici e commerciali, come raccolta di dati statistici e scientifici; ma non oltre. È alquanto pretestuoso sostenere che una presa di posizione dell'Associazione ItaliauRss sul « caso Sahkarov » e sul modo in cui sono trattati gli intellettuali sovietici minaccerebbe i rapporti economici e commerciali tra l'Italia e l'Unione Sovietica! Lasciamo che ognuno faccia il suo mestiere: i governi, la Fiat, la Montecatini si occupino di affari, l'Associazione ItaliauRs s si occupi della cultura e degli intellettuali.
Ma ho un'altra osservazione da fare alla dichiarazione di Bufalini. Ed è che una presa di posizione dell'Associazione ItaliauRss, in quanto tale, su ciò che concerne direttamente il suo campo di attività, che è quello della cultura, non potrebbe che giovare alla chiarezza, alla sincerità e alla lealtà di tali rapporti: i quali, al di fuori della chiarezza, della sincerità e della lealtà, non hanno, in definitiva, molta ragione di essere coltivati. Come può un organismo quale l'ItaliaURS S restare[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Montecatini, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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