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Il segmento testuale Mirò è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (Mito e civiltà moderna) Annabella Rossi, Appunti su arte contemporana e arte preistorica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]o di esposizione delle singole opere degli artisti contemporanei in un primo momento mi era sembrato più opportuno adottare quello cronologico. Però, dato che questo criterio non è servito a rivelare nei vari artisti periodi nei quali si riscontrano numerose influenze preistoriche, ma solo contatti occasionali, dovuti alla pubblicazione di un libro o alla visita di una grotta preistorica, ho preferito esporre le pitture e le sculture di Picasso, Mirò, Brancusi, ecc. sotto le seguenti voci: immagine, tecnica e suggestione.
Il primo degli artisti contemporanei nel quale si trovano numerosi elementi del mondo preistorico è Pablo Picasso. Il suo preistoricismo appartiene quasi esclusivamente al mondo del paleolitico superiore, popolato prevalentemente di grossi animali raffigurati in maniera estremamente realistica; solo sporadicamente si trova qualche affinità con l'arte neolitica e con quella mesolitica, che si orientano verso un sempre maggiore schematismo e stilizzazione. Picasso é un realista; il suo interesse in ogni fase della sua att[...]

[...]'avoir fait de lui un disciple passif de cet art, lui a parmis d'y puiser ce qui convenait á sa conception artistique et á son tour d'esprit. Ce qui il avait senti á certains moments de sa vie il l'a reconnu sous forme d'oeuvres qui semblaient prendre les inflexions mêmes des frémissements de ses propres sensations et reproduire les pointes les plus vives de ses pressentiments, peutêtre même ses visions les plus difficiles á exprimer ».
3. JOAN MIRÒ
Joan Mirò, nato nel 1893 nei pressi di Barcellona, ha trascorso la sua vita tra la città natale e Parigi. A Parigi, come si è detto a proposito dell'analisi di opere di Picasso, si avevano importanti collezioni preistoriche esposte in. Musei organizzatissimi e inoltre pubblicazioni scientifiche e divulgative sull'argomento circolavano ampiamente nell'ambiente artistico.
Il preistoricismo di Joan Mirò è profondamente e tipicamente spagnolo, traendo ispirazione dall'arte neolitica della penisola iberica; molti dei suoi simboli sono quelli che i contadini e i pastori spagnoli conoscono da sempre dipinti sulle rocce delle loro montagne.
Prima però che venisse pubblicata la grande opera di H. Breuil Les peintures rupestres schématiques de la peninsula Ibérique, negli anni 193335, il preistoricismo di Mirò si limitava alla rappresentazione dei motivi più decorativi dell'arte paleolitica che era già stata abbondantemente pubblicata (Cartailhac, Breuil, La caverne d'Altamira; E. Piette, L'art pendant l'ange du renne, Paris 1907; S. Reinach, Répertoire de l'art quaternaire, Paris 1913, ecc.). È solo dopo tale pubblicazione
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che la pittura dell'artista spagnolo si arricchisce del simbolismo e dello schematismo neolitici.
Herbert Read ha notato il rapporto tra Mirò e l'arte levantina spagnola (intanto, solo per mettere un po' d'ordine e chiarire l'uso dei termini, penso che anz[...]

[...]one dei motivi più decorativi dell'arte paleolitica che era già stata abbondantemente pubblicata (Cartailhac, Breuil, La caverne d'Altamira; E. Piette, L'art pendant l'ange du renne, Paris 1907; S. Reinach, Répertoire de l'art quaternaire, Paris 1913, ecc.). È solo dopo tale pubblicazione
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che la pittura dell'artista spagnolo si arricchisce del simbolismo e dello schematismo neolitici.
Herbert Read ha notato il rapporto tra Mirò e l'arte levantina spagnola (intanto, solo per mettere un po' d'ordine e chiarire l'uso dei termini, penso che anziché di arte del Levante spagnolo si debba parlare di arte schematica neolitica; in Miró infatti i simboli neolitici, come vedremo dall'analisi delle singole opere, ricorrono di continuo, mentre di immagini provenienti dal mondo del levante spagnolo, ancora attaccato alla tradizione figurativa, non ne compare neanche una); il rilievo é indicativo e precisa quando dice che il pittore « fu attratto dalla vitalitá dell'arte preistorica, dalla calligrafia nervosa, dal significato simbolico ». Sebbene il discorso del critico inglese appaia privo di sicurezza critica proprio nella conclusione, quando si afferma che « Miró potrebbe anche non avere mai visto alcun esempio di arte preisto[...]

[...]rrono di continuo, mentre di immagini provenienti dal mondo del levante spagnolo, ancora attaccato alla tradizione figurativa, non ne compare neanche una); il rilievo é indicativo e precisa quando dice che il pittore « fu attratto dalla vitalitá dell'arte preistorica, dalla calligrafia nervosa, dal significato simbolico ». Sebbene il discorso del critico inglese appaia privo di sicurezza critica proprio nella conclusione, quando si afferma che « Miró potrebbe anche non avere mai visto alcun esempio di arte preistorica », il confronto fatto da Read mantiene intatto il suo valore indicativo specialmente se paragonato a supposizioni come quelle di Cirici Pellicer, Mirò y la immaginacion, Barcelona 1949, che denuncia un possibile influsso di una mostra tenuta a Monaco nel 1903 o l'influenza del Museo di arte della Catalogna. Oppure di J. E. Cirlot, Mira, Barcelona 1949: « Mire, puede asimismo ser relacionado con el abstractismo astronomico de Caldér; en el existe siempre una tension astral cuya vacacion errante ama los signos que consultaban los caldeos ». Oppure infine di A. Verdet, Mira, Nice 1957: « Les dessins rupestres étaient un moyen de communications sociologiques. Ils étaient les précurseurs de l'écriture. Concordance et rupture: Miró lui, fait rent[...]

[...]eo di arte della Catalogna. Oppure di J. E. Cirlot, Mira, Barcelona 1949: « Mire, puede asimismo ser relacionado con el abstractismo astronomico de Caldér; en el existe siempre una tension astral cuya vacacion errante ama los signos que consultaban los caldeos ». Oppure infine di A. Verdet, Mira, Nice 1957: « Les dessins rupestres étaient un moyen de communications sociologiques. Ils étaient les précurseurs de l'écriture. Concordance et rupture: Miró lui, fait rentrer l'écriture dans l'image ».
Nel caso di Mirò si hanno le prove della reticenza che dimostrano la maggiore parte degli artisti contemporanei nel parlare delle fonti dalle quali traggono la loro iconografia e talvolta l'intera loro pittura. Un anno fa circa a Roma, alla Galleria di Arte Moderna, é stato presentato un documentario di Bouchard, Around and about Mirò. Il documentarista che durante alcuni mesi aveva seguito la vita dell'artista per la preparazione e la realizzazione del documentario parla delle fonti che hanno ispirato Miró: disegni di bambini sul marciapiede della strada, uccelli che volano, fuochi d'artificio, corde di pescatori appoggiate sulla spiaggia, il museo di arte della Catalogna (che contiene opere d'arte romanica e gotica che non hanno nulla in comune con la pittura di Mir)); ma delle rocce spagnole coperte di simboli uguali (questi si!) a quelli che si affollano sulle sapienti e scaltre tele di Mirò, neanche una parola, neanche un cenno.
APPUNTI SU ARTE CONTEMPORANEA E ARTE PREISTORICA 143
La stessa reticenza compare in un articolo di H. Weiss, Mire) magic with rocks, apparso in Art news nell'estate del 1956, che tratta delle ceramiche fatte da Mirò in collaborazione con il ceramista Artigas. I blocchi di ceramica decorati sono identici alle rocce dipinte dai popoli agricoltori e pastori della società neolitica, ma di esse l'artista intervistato non fa nessun cenno.
Nel caso della produzione artistica di Joan Mire), non si pub applicare la divisione (immagine, tecnica e suggestione) adoperata nell'analisi delle opere di Picasso. Infatti, tranne pochissimi casi, il rapporto tra il pittore di Barcellona e gli artisti neolitici si riferisce esclusivamente all'immagine.
Il guanto bianco (1925) — La composizione presenta tra gli altri eleme[...]

[...]e schematica della penisola iberica; per la prima volta sono riunite in un'opera completa e ricca di illustrazioni anche a colori le pitture spagnole neolitiche. Prima di tale data le scoperte che si incominciarono a fare a partire dal 1909 erano state regolarmente pubblicate sulla rivista l'Anthropologie che era poi riservata a un pubblico essenzialmente accademico e di specialisti. Da questo momento, come si è già accennato, la pittura di Joan Mirò si arricchisce dei simboli e degli schemi neolitici.
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Composizione (1933) — In questo quadro appare per la prima volta lo schema maschile, frequentissimo nell'arte schematica preistorica.
Forme su fondo scuro (1935) — I simboli che predominano in questa composizione sono rettangolari e contenenti croci e puntini; li troviamo anche sulle rocce spagnole di Penon Grande (Harnachas) e di Cimbarra. Breuil li interpreta come idoli.
Personaggi, uccelli (1942) — Non si trovano nell'arte neolitica schematizzazioni identiche, ma la disposizione delle figure, il ritmo, la stesu[...]

[...]1946), Donne che ascoltano la musica (1945), Tenerezza (1954), Pietra dipinta (s.d.), Gioco (s.d.).
Tra i pochi esempi di tecnica di derivazione preistorica gli esempi più indicativi sono i seguenti: Donna al sole (1944) dove è usata la tecnica dell'incisione; Olio su pietra (1948), per l'uso della pietra; Pietra dipinta (s.d.) sempre per l'uso del ciottolo.
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4. GLI SCULTORI
In Picasso e in Mirò l'elemento preistorico, sia pure in modo diversissimo e con valori diversi, è costante nelle loro produzioni artistiche: in Picasso diviene forza, solennità, realtà, vera preistoria contemporanea; in Mire, un gioco allegro e spensierato, ma un fatto intellettualmente attento. Anche in altri pittori e scultori contemporanei si riscontrano naturalmente elementi simili che per lo piú, tranne i casi Braque e Klee, derivano da Picasso e da Mirti più che direttamente dal mondo preistorico.
Tralasciando tali pittori, si farà ora un breve accenno al preistoricismo degli scultori contemporanei, segna[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Mirò, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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