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Il segmento testuale Mi pare è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 522Analitici , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Recensione di Remo Ceserani su Francesco Orlando, freudiano del «misanthrope» e due scritti teorici, Torino, Einaudi, 1979, pp. 248 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]co, The Unconscious as Infinite Sets. An Essay in BiLogic, London, Duckworth, 1975).
Quello che fa, secondo me, di Orlando una guida sicura e preziosa nella difficile
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esplorazione del terreno comune fra psicanalisi e letteratura è non solo la qualità, sempre molto alta, dei suoi esperimenti pratici di lettura, ma anche la convergenza
e spesso l'omogeneità fra le proposte teoriche che egli avanza e altre proposte teoriche a cui mi pare che siano giunti altri studiosi, muovendo lungo altre strade e su altri terreni di specializzazione (come la sociologia marxista, l'antropologia culturale, la linguistica e l'ermeneutica).
Per quanto riguarda le analisi dei testi, mi pare che quella qui condotta del Misanthrope sia brillante e convincente. Il Modello interpretativo, ricavato dal libro di Freud sui Motti di spirito e applicato in precedenza alla tragedia, viene ora applicato a una commedia, e questo dovrebbe, essendo il modello nato in rapporto con una teoria del comico, facilitare le cose. La coppia contrappositiva repressione/represso diviene cosí, coerentemente, la coppia comicità/witz. A complicare, ma anche a chiarire le cose sta il fatto che la commedia in esame è una « commedia » molto speciale
e Orlando, al quale per la verità non interessano molto i d[...]

[...] Marx per definire « il narcisismo come psicologia dell'alienazione » o per spiegare « la nascita dell'umorismo » e poi applica tali concetti ai piú vari testi, dal Don Chisciotte all'Adone al Don Giovanni a varie opere di pittori manieristi. Si avranno di fronte due modelli di metodo: da una parte l'analisi testuale e storica, dall'altra la libera e inverificata utilizzazione di categorie sociologiche.
Per quanto riguarda le proposte teoriche, mi pare che quella piú interessante, anche perché riformula in termini psicanalitici e linguistici un concetto che comincia a circolare anche fra i meno storicisti e idealisti dei sociologhi marxisti e fra i meno
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metafisici dei semiotici strutturalisti, è quella della natura contraddittoria e compromissoria di ogni testo letterario, sempre costituito, e anzi tanto piú costituito quanto piú si tratta di un testo di grande valore, da elementi di tensione, mai rappacificati. Mi pare anzi che nell'analisi della Phèdre persistesse in qualche punto — forse per influsso dell'immagine spitze[...]

[...]erché riformula in termini psicanalitici e linguistici un concetto che comincia a circolare anche fra i meno storicisti e idealisti dei sociologhi marxisti e fra i meno
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metafisici dei semiotici strutturalisti, è quella della natura contraddittoria e compromissoria di ogni testo letterario, sempre costituito, e anzi tanto piú costituito quanto piú si tratta di un testo di grande valore, da elementi di tensione, mai rappacificati. Mi pare anzi che nell'analisi della Phèdre persistesse in qualche punto — forse per influsso dell'immagine spitzeriana della klassische Dämpfung, proprio da questo autore suggerita, o comunque per influsso della poetica classicistica di Racine — l'idea che la forma letteraria, ubbidendo al principio strutturalistico della coerenza, è sempre equilibrante e rappacificante delle proprie interne e profonde tensioni; mentre qui mi pare che l'interpretazione tutta della « formazione di compromesso » vada nella direzione della messa in rilievo di contraddizioni e tensioni anche formali.
La proposta teorica di Orlando, verificata per ora su un certo numero di testi appartenenti a un arco abbastanza ampio della storia letteraria francese (dal Grand siècle a Baudelaire, Mallarmé e Proust) forse non ha ancora ricevuto l'attenzione che merita. I francesi, come è noto, si accorgono molto tardi dei contributi che critici di altri paesi recano allo studio della loro stessa letteratura (è accaduto con Benjamin, Auerbach, Spitzer, Luk[...]

[...]umero di testi appartenenti a un arco abbastanza ampio della storia letteraria francese (dal Grand siècle a Baudelaire, Mallarmé e Proust) forse non ha ancora ricevuto l'attenzione che merita. I francesi, come è noto, si accorgono molto tardi dei contributi che critici di altri paesi recano allo studio della loro stessa letteratura (è accaduto con Benjamin, Auerbach, Spitzer, Lukács e molti altri). Da noi l'interesse, nella discussione critica,
mi pare che sia stato notevole, ma le applicazioni e le verifiche concrete non sono state per ora numerose. (Orlando ricorda, nell'Introduzione, pp. 389, quelle di Siti, Paduano, Zatti e Fiorentino.)
Per questo mi pare opportuno offrire qui un nuovo esempio di applicazione, che non può essere naturalmente la lettura freudiana di un testo — non ci sarebbe spazio per essa in una recensione — ma un'ipotesi di lettura, che potrebbe diventare freudiana: dell'Aminta di Tasso. Indico schematicamente alcuni punti da cui potrebbe partire e svilupparsi l'analisi.
1. I testi teatrali presentano un problema filologico particolare: ogni loro messa in scena è in realtà un'edizione e rappresenta un incontro tra la volontà dell'autore, le esigenze pratiche della compagnia, l'occasione particolare in cui viene allestito lo[...]

[...]riformistica e le esigenze della corte impongono un finale diverso: nell'atto quinto « l'azione riparte da zero: su una scena che era divenuta funerea » si svolge un artificioso balletto di equivoci che si conclude con le nozze di Silvia e Aminta.
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Le brevi, dense pagine di De Angelis (che si leggono sotto forma di Postilla del traduttore in appendice alla Teoria estetica di Th. W. Adorno, Torino, Einaudi, 1975, pp. 5404
e 5914) mi pare che contengano alcune brillanti intuizioni e che indichino la direzione giusta per l'interpretazione del testo. E tuttavia il discorso di De Angelis, inevitabilmente sommario e volutamente polemico, soffre di alcune manchevolezze:
a) non si misura con la lettura piú fine, esperta e circostanziata prodotta da un critico che pur si allinea all'interpretazione tradizionale, quella di Mario Fubini (« Aminta » intermezzo alla tragedia della «Liberata*, pubblicata come introduzione all'edizione dell'Aminta, Stamperia Tallone 1967 e anche come saggio a sé sul « Giornale storico della letteratura it[...]

[...]e », come è stato ben messo in rilievo da alcuni studiosi (dei quali, per brevità, ricordo solo Leo Marx, The Machine in the Garden. Technology and the pastoral Ideal in America, New York, Oxford University Press, 1974);
c) nei suoi rinvii a precise caratteristiche della storicità del testo, e allo spessore culturale e sociale in cui esso si inserisce, usa formule storiografiche troppo generiche, come « clima della Controriforma » e simili. Non mi pare opportuno, per esempio, parlare della ideologia controriformistica dell'« amore mistico », dimenticando quanta potente sensualità, fortemente corporea, ispirasse gli scrittori manieristici e quale complicato rapporto, fra realtà corporea e slancio spirituale ed estatico, ci fosse nei mistici e in molti poeti del tempo.
3. Il coro dell'Aminta, costituito da pastori, non ha solo la funzione di rappresentare simbolicamente sulla scena il pubblico che sta in platea, di seguire e commentare lo svolgimento della vicenda, di farsi raccontare dai personaggi gli avvenimenti che si sono svolti fuori s[...]

[...]silvestre e nemica della civiltà, che pure dimostra di essere sin troppo esperto di quella civiltà (« il secol d'oro è questo,/ poiché sol vince l'oro e regna l'oro » — e parla dell'oro come denaro e non di quello metaforico), aveva indicato come suo principale nemico proprio colui che aveva insegnato « primo a vender l'amore » (v. 783); ma il satiro appunto, creatura ambigua anche lui, è destinato nel dramma a fare una ben magra figura.
4. Non mi pare che si possa dire, con De Angelis, che c'è un movimento iniziale della vicenda verso la tragedia che a un tratto si ribalta e conclude in favola pastorale; non c'è,
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per dirla schematicamente, un prima e un poi (da mettere in rilievo con un improvviso salto nella recitazione o nell'uso delle luci e di altri espedienti); ma si può dire, usando un modello analogo a quello di Orlando, che in tutto il testo, e nella sua interna contradditorietà, ci sono un sopra e un sotto, il numeratore e il denominatore di una frazione. Al numeratore si devono riportare molte delle posizioni esp[...]



da Paolo Alatri, La goccia di Sakharov in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...] loro opinioni; un gesto di protesta contro il modo in cui le autorità sovietiche considerano di dovere e potere « gestire » paternalisticamente il mondo della cultura, gli intellettuali, tenendoli sotto tutela.
Non voglio neppure nascondere che nel dimettermi dal Comitato Direttivo dell'Italiauxss, e nel rendere pubbliche le mie dimissioni, mi sono anche pro
posto di gettare un sasso nello stagno: in quello stagno dell'indifferenza nel quale
mi pare che l'Associazione stesse navigando di fronte a fatti che non dovrebbero lasciare indifferenti. Non sono un uomo politico, non ho ambizioni politiche, e
ritengo che per un libero intellettuale (l'essere iscritto al Pci non mi fa sentire minimamente diminuita la mia libertà) l'appello della coscienza debba passare, al di là di un certo limite, avanti ad ogni considerazione di opportunità politica. Tuttavia credo di non essere tanto privo di senso politico da non comprendere che l'essere membro del Comitato Direttivo dell'Associazione Italiauxss, lungi da suggerirmi il silenzio, m'imponeva di [...]

[...]e ». Non so dar torto, in ciò, a Bufalini. Ma proprio perché uno storico non può non sentirsi portatore, al tempo stesso, di una coscienza politica, provvedimenti di repressione politica per « reati » di opinione da parte di intellettuali sovietici non possono lasciarlo indifferente. E come ho già detto, le ragioni dell'opportunità politica, se spinte oltre una certa misura, confinano e si confondono con l'opportunismo.
Non vorrei illudermi; ma mi pare significativo che, mentre « l'Unità » ha pubblicato con rilievo la notizia delle mie dimissioni dal Direttivo dell'ItaliauRs s citando anche alcune frasi della mia lettera all'on. Gorghi, non abbia invece riprodotto la dichiarazione che Bufalini, sollecitato da Lucio Caracciolo, ha creduto di dover rilasciare a « La Repubblica » (mentre invece ha pubblicato sia il documento di protesta per il relegamento al confino di Sakharov e l'appello in suo favore indirizzato al governo sovietico dal Comitato nazionale per le scienze fisiche del CNR, sia l'analogo documento firmato da oltre 50 docenti de[...]

[...]ca » (mentre invece ha pubblicato sia il documento di protesta per il relegamento al confino di Sakharov e l'appello in suo favore indirizzato al governo sovietico dal Comitato nazionale per le scienze fisiche del CNR, sia l'analogo documento firmato da oltre 50 docenti dell'Università di Roma, in massima parte comunisti). Non credo infatti che il mio gesto sia giudicato unanimamente, in seno al Pci, nello stesso modo in cui lo giudica Bufalini. Mi pare anzi evidente il contrario.
Non posso non dichiarare, in proposito, che nei nove anni in cui sono stato Segretario Generale dell'Associazione, ho sempre avuto l'appoggio del mio partito nel braccio di ferro che sempre si è esercitato tra italiani e sovietici nel concepire la natura e le funzioni delle due Associazioni consorelle, l'ItaliauRss, e l'uRssItalia. Il braccio di ferro consisteva nel contrasto tra la tendenza sovietica a concepire le Associazioni come casse di risonanza propagandistiche e la tendenza italiana a designarle invece come luoghi deputati per un franco confronto di posiz[...]



da (9 Domande sul romanzo) Sergio Solmi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]are sotto entrambi gli aspetti enunciati nella domanda. Dopo la guerra, non sono sorti che tre o quattro scrittori particolarmente
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notevoli, in aggiunta ai pochi che già si erano rivelati nel periodo precedente come romanzieri compiuti e significativi. Questo potrebbe anche voler dire che il « neorealismo » non ha mantenute tutte le sue promesse. Effettivamente, come opinavo, rispondendo una diecina di anni fa ad una inchiesta, mi pare della R.A.I., il « neorealismo », sorto dal bagno di esperienze aperte e drammatiche degli anni della guerra, dell'occupazione tedesca, della Resistenza, appariva troppo legato alla contingenza per avere radici profonde, e andare, pur negli esempi positivi, molto al di là di quegli elementi di schiettezza immediata, di freschezza descrittiva, di ingenua emotività che il pungolo dell'ora storica eccezionale aveva ridestato su di un piano abbastanza diffuso. Sicché, al pari della contemporanea esperienza cinematografica di quel nome, anche quella fioritura narrativa — spesso rappresentata da di[...]

[...]estione dall'apparente oggettività di un contesto dialogato ecc. A parte le differenze che presentano tra loro i vari scrittori censés di appar
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tenere a detta scuola, e che rendono assai difficile escogitare per essi un reale denominatore comune (quale vero rapporto c'è fra Beckett, Butor, la Sarraute, RobbeGrillet?), a parte le parziali somiglianze con modi del romanzo poliziesco (in ispecie nel caso di RobbeGrillet), mi pare che quanto può vagamente apparentare quegli scrittori, e far pensare ad un atteggiamento, quanto meno' in una zona assai rarefatta, in certo grado comune, consiste nello sviluppo, in forme narrative, di intenzioni e modi già noti alla lirica francese degli ultimi decenni, diretti ad accentuare l'emozione, per così dire, obliterandola, e in realtà isolandola con reagenti negativi (vuoi d'indifferenza, vuoi di distrazione laterale, vuoi vagamente nostalgici, o scopertamente ironici), in maniera da presentare, per così dire, lo scavo in rilievo, o viceversa.
Roland Barthes, a proposito di Robbe[...]

[...]reparata sorpresa di veder sfociare, alla, fine, la vicenda
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SERGIO SOLMI
interiore del protagonista in un mito culturale, proiezione sognata di un mito interno.
A mio modo di vedere, il « nuovo realismo » ha comunque il merito di sperimentare energicamente prospettive inedite, sonde ancora impreviste nel Russo dell'esistenza: il che, in un'epoca di incertezza e di cambiamento, mi sembra essere inerente al compito stesso del romanzo.
4) Mi pare che neppure l'« io » del romanzo classico equivalesse in tutto e per tutto a una « terza persona », bensì venisse a costituire, per il narratore, un più sicuro aggancio al punto di vista prospettico. Dello stesso ordine sono gli espedienti usati dalla narrativa classica (e anche in epoche più recenti, fino al Conrad), di interporre, ad esempio, fra l'autore e la vicenda narrata la figura di un terzo, di un testimone ex visis o ex auditis, da cui si finge proveniente la narrazione. Espedienti elementari, diretti a garantire l'autenticità del tono narrativo ricollegandolo alle sue presunte font[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Palmiro Togliatti in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]Come si vede, io escludo la spiegazione della impossibilità di un cambiamento causata solo dalla presenza di un apparato militare, poliziesco, terroristico che controllasse la situazione con i suoi mezzi. Questo stesso apparato era composto e diretto da uomini, che in un momento grave come quello dell'attacco di Hitler, per esempio, sarebbero stati dominati anch'essi da reazioni elementari, se si fosse aperta una crisi profonda. Molto più giusto mi pare riconoscere che, non ostante gli errori che commetteva, Stalin aveva il consenso di una grandissima parte del paese e prima di tutto dei suoi quadri dirigenti e anche delle masse. Era questa la conseguenza del fatto che Stalin non commise solo degli errori, ma fece anche molte cose buone, «fece moltissimo per PU. S. », «era il più convinto dei marxisti e saldo nella sua fiducia nel popolo » ? Ha riconosciuto questo lo stesso compagno Khrustciòv, nelle dichiarazioni riferite sopra, correggendo così lo strano ma comprensibile sbaglio che venne fatto, secondo me, al XX Congresso, di tacere quest[...]

[...]uoi organi dirigenti, tale nuova funzione degli apparati diretti dall'alto, per cui o non poterono più opporsi quando incominciarono a venire alla luce le cose cattive, oppure non compresero nemmeno bene, all'inizio, che si trattasse di cose cattive. Forse non si sbaglia affermando che è dal partito che ebbero inizio le dannose limitazioni del regime democratico e il sopravvento graduale di forme di organizzazione burocratica.
Ma più importante mi pare debba essere l'esame attento di ciò che avvenne in seguito, quando fu realizzato il primo piano quinquennale e fu attuata la collettivizzazione della agricoltura. Qui si toccano infatti vere questioni di principio. I successi otte, nuti furono qualcosa di molto grande, di grandioso, anzi. Fu creata una grande industria socialista, e fu creata senza aiuti o' crediti dall'estero, attraverso un impegno e uno sviluppo delle forze interne della nuova società. Fu trasformata, anche se in modo meno sicuro, attraverso notevoli difficoltà, fretta eccessiva ed errori; la struttura sociale delle campagn[...]

[...]ito di alcune centinaia di migliaia di donne e di uomini, attraverso di essi tutto il partito e attraverso il partito tutto uno sterminato paese, dove le condizioni della vita civile sono ancora molto diverse da regione a regione, è compito di enorme peso, che non si assolve né con tre anni di lavoro né con un congresso. Credo sia persino esagerato dire che sia tutto soltanto questione di tempo, di elaborare un nuovo indirizzo e realizzarlo. Non mi pare si possa escludere che si inseriscano in questo nuovo cor
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so della vita sovietica dibattiti importanti e nuovi, che ben precisino la portata degli errori compiuti e delle indispensabili correzioni, che conducano a una esatta valutazione di principio, politica e pratica, sia degli uni che delle altre. Mi pare, insomma, che gli errori di Stalin debbano essere corretti, attraverso questo ampio sviluppo, con un metodo profondamente diverso da quello che Stalin stesso segui in quel periodo della sua vita in cui aveva abbandonato le rette norme di funzionamento del partito e dello Stato. Quanto più avverrà così, tanto più grande sarà il profitto. Ciò che noi auguriamo è che le correzioni vengano fatte, senza esitazioni, con coraggio, e che da esse esca, come deve uscire, un nuovo slancio in avanti della società socialista in tutte le direzioni, sopra una base democratica ampia, sana, piena di nuove e r[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Arturo Carlo Jemolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]eppure essere anonima e neutralizzata perché oppressa. E che per il socialismo unicamente un suo svolgersi in una « storia critica » é la sostanziale garanzia di una sua autentica e risolutiva « critica della storia ».
ROBERTO GUIDUCCI
ARTURO CARLO JEMOLO
Cari amici,
non sono in grado di rispondere a molte delle vostre do
mande perché non ho conoscenza adeguata dell'argomento.
Mi limiterei a queste osservazioni.
1. Ciò che segue in Russia mi pare confermi una osservazione che già parecchi di noi formulavano molti anni or sono: non potersi parlare genericamente di tutti i totalitarismi, ma doversi distinguere quelli di vera origine rivoluzionaria (nel significato che il termine ha in Europa da quasi due secoli), da altri di origine, magari popolare, ma di diverso colore (controrivoluzionario: la storia francese spagnola italiana conosce numerosi moti popolari controrivoluzionari). Nel bolscevismo vedevamo un moto suscettibile di evolvere, così come aveva avuto evoluzioni molteplici, con azioni e reazioni, ondeggiamenti, sacrifici di ca[...]

[...]i chiamassero Guizot o Thiers, d'Azeglio o Cavour o Giolitti. Quando la presenza di un uomo in un teatro comincia a suscitare frenesia di applausi, e le mamme sollevano i bambini per fare ammirare loro «il personaggio », c'é già un pericolo per il liberalismo, che è tutto equilibrio, moderazione, rispetto delle idee altrui. Il fascino che emana dalla persona di Crispi intorno al 1890 segna la prima incrinatura nella coscienza liberale italiana.
Mi pare si debba appunto osservare che la crisi del liberalismo ai nostri giorni é contrassegnata in gran parte d'Europa da questo culto delle personalità. Luigi Salvatorelli ha indicato come una delle caratteristiche della vita della Chiesa negli ultimi cento anni l'introdursi del culto per la persona del Pontefice regnante, che per l'innanzi era ignorato.
Direi che occorra rilevare tutto questo prima di affermare che la dittatura personale di Stalin s'inserisca nella tradizione russa, pensando ad una continuazione della figura degli zar.
5. Dubito che i comunisti di tutto il mondo (od almeno gli [...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Giuseppe Chiarante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]i ultimi suoi scritti (ad es. Sulla Cooperazione) rappresentano forse assai più la risposta alle incertezze immediate della politica sovietica che l'inizio di una seria revisione o tanto meno la già avvenuta elaborazione di una nuova posizione di principio.
***
Rispetto a tutfe queste posizioni profonda appare invece l'innovazione staliniana: così sul piano politico come su quello teorico e metodologico.
Stalin fondò infatti la sua politica — mi pare sia legittimo affermarlo — su di un giudizio del tutto nuovo e arrovesciato rispetto alla situazione dei sistemi sociali dell'occidente capitalistico. In quei paesi — egli sostenne — non era dato ancora ravvisare (allora e probabilmente per lungo tempo) le condizioni necessarie ad una rivoluzione socialista. In tal modo l'URSS non era più semplicemente il punto di avvio di un processo che subito avrebbe trovato al di fuori delle sue frontiere il proprio principale sostegno, ma rappresentava un'esperienza rivoluzionaria autonoma, il naturale punto di applicazione delle forze proletarie al live[...]

[...]minata l'opposizione interna ?
Troppi. dimenticano — a me pare — che senza il realismo e il coraggio con cui Stalin seppe affrontare scelte tanto drammatiche
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e dolorose (scelte, anzi, contro le quali un primo moto d'orrore è quasi istintivo), con ogni probabilità i liberali e i socialdemocratici non avrebbero oggi che da rimpiangere il loro « stato di diritto » in una Europa fascista.
IT
Il secondo problema che mi pare vada esaminato, per giungere ad un compiuto giudizio sull'opera di Stalin, si collega in linea immediata a una obiezione che potrebbe venire avanzata contro il ragionamento sin qui svolto e che in effetti nell'ultimo ventennio è stata a più riprese formulata da diverse correnti politiche e culturali,
e in particolare dalla socialdemocrazia di sinistra. Si può infatti obiettare: ammettiamo pure che l'opera di Stalin rappresenti la necessaria linea di sviluppo, nelle concrete condizioni in cui si trovava l'Unione Sovietica, della rivoluzione leninista del 1917. Ciò non toglie che essa rapprese[...]

[...]ca interna possono essere vantaggiosamente utilizzate da parte di altri paesi; rimane però immutato il giudizio di fondo, e quindi l'affermazione della decisa inferiorità, dovuta all'estrema arretratezza delle condizioni di partenza del processo rivoluzionario, dello Stato stalinista rispetto all'assetto statuale proposto dalla socialdemocrazia più avanzata.
A dimostrare l'estrema debolezza di questa obiezione potrebbe anche esser sufficiente — mi pare — il richiamo a quanta si é detto in precedenza riguardo al problema dell'edificazione del socialismo in un solo Stato. Si é visto infatti come tale dottrina rappresenti non già il frutto.di una scelta empirica, per ciò stesso teoricamente non più valida di altre possibili scelte, ma sia il logico punto d'arrivo della costruzione di una teoria politica scientificamente determinata (e quindi non più genericamente ideologica) sulla rivoluzione socialista e sulle sue condizioni obiettive in una particolare fase storica. E si è pure visto come, fra le concrete condizioni che hanno portato in URSS[...]

[...]ico di dittatura del proletariato che può chiudersi, valutati gli elementi positivi e negativi presenti nell'uno e nell'altro assetto, tutt'al più in pareggio.
Dare una compiuta risposta a questa posizione richiederebbe evidentemente un discorso molto ampio: è chiaro infatti che per
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qúesta via rientra in gioco anche tutta la polemica leninista con la Seconda Internazionale sulla dottrina della dittatura del proletariato. Mi pare tuttavia, pur senza alcuna pretesa di dar fondo in poche righe al problema, che anche in questa sede sia possibile portare su tale argomento alcune non inutili precisazioni: o meglio ancora suggerire alcuni temi, il cui approfondimento — almeno così io penso — può condurre a vedere come lo Stato socialista forgiato da Stalin, nonostante le profonde insufficienze che in esso certamente esistevano ed esistono, rappresenti comunque un decisivo passo avanti rispetto a qualsivoglia assetto, sia pure il più evoluto, di tipo democraticoborghese.
Credo che proprio il problema della libertà possa cos[...]

[...]o nel senso di voler vedere nella rivoluzione proletaria, secondo gli schemi ormai troppo abusati di `un generico e superficiale storicismo, solo un momento del grande processo di liberazione che si vien svolgendo attraverso la storia, e con ciò giustificare tutti gli eventuali elementi di negatività che tale rivoluzione comporta: sarebbe questa infatti, indubbiamente, una soluzione troppo sbrigativa e al fondo insufficiente.
Si tratta invece — mi pare — di cercar di chiarire, muovendo non da generiche considerazioni di filosofia della storia ma da un'analisi di scienza politica il più possibilmente rigorosa, attraverso quale processo é possibile passare dal livello di libertà garantito dall'assetto borghese a un livello più ampio e comprensivo.
Sotto il profilo della libertà il grande merito storico dello Stato liberalborghese é, come é noto, essenzialmente quello di aver realizzato la « scoperta » scientifica di alcuni fondamentali istituti, destinati a costituire altrettante garanzie di libertà per i cittadini. Nello Stato borghese, per[...]

[...]pur con i suoi evidenti limiti di sapore anarchicheggiante, come la meta cui necessariamente tende quel processo rivoluzionario che ha la dittatura del proletario come suo momento, sia proprio la crescita della libertà ?
D'altra parte, il decisivo significato che ha avuto, anche sul piano mondiale (nel senso di render possibile l'uscita dall'assetto borghese), la rottura rivoluzionaria operatasi in URSS attraverso la dittatura del proletariato, mi pare sia pure dimostrata, in linea indiretta ma non confutabile, dall'inevitabile fallimento della via socialdemocratica. Non va infatti c:. nenticato che il tentativo socialdemocratico di portare al massimo la pressione politica e sociale del proletariato, senza la capacità e la possibilità di operare quella radicale rottura compiutasi in Russia nel '17, ha portato nel primo dopoguerra, in quei paesi in cui piú vigorosi erano i partiti socialisti e cioè in Italia e in Germania, alla tragedia fascista; mentre ha
(9) Lenin, Opere, vol. XXXII pag. 358.
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condotto in Francia ad[...]

[...]uardo utili precisazioni potranno venire da una ricerca storica condotta in modo analitico). Ma ciò che credo non vada dimenticato è che finché la lotta di classe non sarà superata con l'instaurazione di una società aclassista, la lotta politica assume inevitabilmente una
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veste drammatica che comporta in taluni momenti scene molto dolorose ma forse inevitabili.
Un ultimo punto, sempre riguardo a questo secondo problema, mi pare importante mettere in luce: ed é che, nonostante le contrarie apparenze, proprio Stalin ha posto con la sua politica alcune importanti basi teoriche per uno sviluppo in senso sempre più liberale del concetto di dittatura del proletariato. Tale è infatti il significato obiettivo della lotta contro Trotzki per la difesa dell'alleanza operaicontadini, come formula di base della dittatura.
Che cosa comporta, in effetti, la formula staliniana ? Essa sta a indicare due cose:
a) che la dittatura del proletariato non può essere concepita come l'oppressione di una minoranza sul resto della popolazio[...]

[...], ma é essenzialmente una formula di alleanza, in cui il proletariato é egemone, tra forze distinte (forze che possono essere semplicemente classi sociali diverse, come é stato il caso della Russia, ma che possono essere anche, in una situazione più evoluta quale quella occidentale, forze politiche che si differenziano per tradizioni, cultura e patrimonio ideale, e tuttavia convergono in una comune lotta per l'uscita dall'assetto borghese).
Non mi pare sia necessario sottolineare l'importanza di entrambi questi motivi ai fini di uno sviluppo non più rigorosamente dialettico, ma sempre più ampio e comprensivo della rivoluzione proletaria.
III
Mi rendo conto che quanto ho scritto sinora può suonare, sostanzialmente, come un panegirico quasi incondizionato dell'opera politica staliniana: e in effetti io sono convinto che l'analisi storica, una volta acquetato il tumulto delle passioni, non potrà non rico
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noscere il contributo decisivo, portato alla soluzione di tanti fondamentali problemi politici del nostro t[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Carlo Cassola in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]fatto seguito la nascita della democrazia.
Almeno sul piano psicologico, un ritorno allo stalinismo è impossibile. Certo, strutture e metodi sono rimasti in gran parte quelli di prima. Rimarranno probabilmente a lungo quelli di prima. Ma nell'Urss e in tutto il mondo comunista si è iniziato un processo di democratizzazione che porterà alla fine tutti i suoi frutti (checché ne pensino gli avversari del socialismo).
Risposta alla Terza domanda — Mi pare che gli avvenimenti sovietici confermino in modo luminoso che la democrazia é legata alla pluralità delle formazioni politiche e alla pluralità delle liste elettorali. In teoria si potrà anche sostenere che la democrazia possa esprimersi in forme diverse; ma queste forme nuove per il momento non sono state trovate.
Risposta alla Settima domanda — Distinguo tra intellettuali comunisti e base operaia.
Gl'intellettuali comunisti hanno creduto alla versione ufficiale staliniana sui processi e le cospirazioni a causa della loro forma mentis storicistica, cioè totalitaria (quanto meno è totalitar[...]


precedenti
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Mi pare, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---siano <---socialista <---italiano <---Ciò <---capitalismo <---comunisti <---italiana <---marxismo <---Così <---Stato <---socialismo <---Filosofia <---Lenin <---Pratica <---comunista <---leninismo <---marxista <---Basta <---Del resto <---Dialettica <---Gramsci <---Russia <---Storiografia <---abbiano <---ideologia <---leninista <---materialismo <---Diritto <---Francia <---Marx <---Mosca <--- <---Perché <---ideologica <---ideologico <---marxisti <---Come <---Dico <---Ecco <---Non voglio <---Partito <---Viene <---fascismo <---fascista <---gramsciana <---gramsciano <---imperialismo <---italiane <---italiani <---socialisti <---storicismo <---Andiamo <---Antonio Gramsci <---Beria <---Cosa <---Dei <---Dio <---Già <---Ilici <---PCUS <---Più <---Psicologia <---Quale <---Scienza politica <---Stalin <---Sulla <---Trotzki <---URSS <---Vado <---capitalisti <---d'Europa <---dell'Unione <---ideologici <---ideologie <---psicologia <---psicologica <---riformisti <---staliniana <---staliniano <---stalinismo <---stalinista <---zarista <---Agraria <---Andate <---Antonio Labriola <---Artiglieria <---Bevan <---Bitti <---Carlo Marx <---Costituzione <---Crispi <---Davanti <---Dogmatica <---Fundales <---Il Capitale <---Il XX <---Jugoslavia <---Kamenev <---La Rivoluzione <---La sera <---Labriola <---Logica <---Ma mi <---Macché <---Mamoiada <---Niente <---Noi <---Oliena <---Ordine Nuovo <---Orgosolo <---Osporrai <---Paese <---Però <---Presto <---Principi del leninismo <---Pure <---Rajk <---Salvemini <---Santissimo Padre <---Sardegna <---Sarà <---Sei <---Siniscola <---Sopramonte <---Spagna <---Stato guida <---Storia contemporanea <---Supramonte <---Topografia <---Torino <---Torno <---Trovo <---Unione Sovietica <---Va bene <---Voglio <---anticomunismo <---antifascista <---bolscevismo <---centesimi <---comunismo <---dell'Occidente <---dell'Ordine <---determinismo <---diano <---fanatismo <---filologico <---formalismo <---giacobinismo <---illuminismo <---leninisti <---liberalismo <---lista <---marxiana <---massimalisti <---metodologia <---metodologico <---nell'Unione <---pessimismo <---psicologico <---realismo <---riformismo <---socialiste <---sociologiche <---staliniani <---storicisti <---terrorismo <---trotskisti <---A San Silvestro <---Abbkmo <---Accendi <---Accettò <---Accontentiamoli <---Aderire <---Afgha <---Afghanistan <---Agli <---Agustinu <---Ahi <---Ahé <---Alatri <---Alfarache <---Alfredo Oriani <---Alleati <---Allineàti <---Allò <---Almeno <---Amerigo Terenzi <---Ammannati <---Amore mio <---An Essay <---Analizziamole <---Andò <---Anime <---Antonio Banfi <---Antonio D'Andrea <---Antonio Maria <---Antonio Marrosu <---Apologetica <---Appendice <---Appunti <---Appòggiati <---Army Ration <---Army Ration C <---Arnold Hauser <---Arnpos <---Arrivò <---Arzana <---Aspettiamo <---Aspetto <---Associazioni <---Assurde <---Astronomia <---Aucun <---Avete <---Babbu <---Bachtin <---Badate <---Balzac <---Bande Nere <---Baronia <---Battista Dejana <---Battonia <---Batté <---Bellosguardo <---Beloff <---Belva <---Benedette <---Benedetto Croce <---Benetutti <---Ber Gramsci <---Berlino <---Bernstein <---Bernstein in Germania <---Bertozzi <---Bestemmiò <---Bi-Logic <---Biasini <---Bibliografia <---Bigazzi <---Bigiaretti <---Bocada <---Bolli <---Bologna <---Borino <---Bortolo Tommaso <---Brest-Litowsk <---Bronstein <---Bronzino <---Bucalossi <---Bufalini <---Buffalo Bill <---Bukarin <---Bukharin <---Bulganin <---Buondelmonte <---Buzzati <---C.E. <---CNR <---Caffè Notturno <---Cagliari <---Cambio <---Camillo Montanari <---Camillo Prampolini <---Campidano <---Capitale <---Capitale di Carlo Marx <---Capo <---Caprera <---Cara Adriana <---Carissima Tania <---Caro Corghi <---Carogne <---Carrìa <---Casa Penale <---Casa del Popolo <---Cascine <---Case del Popolo <---Caso <---Cattaneo <---Cecoslovacchia <---Cedric Whitman <---Cerano <---Cercherò <---Certe <---Certissimamente <---Certo <---Cesare Spellanzon <---Che Gramsci <---Chiamò <---Chiesa 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<---Legnaja <---Lei <---Lenin Gramsci <---Leo Marx <---Leopoldo Francherai <---Leopoldo Franchetti <---Leopoldo di Lorena <---Liberatosi <---Librioggi <---Libro del Comando <---Linguistica <---Locoe <---Lollove <---Lollové <---Lombardia <---Longhi <---Luci ed ombre del Congresso di Mosca <---Lucio Caracciolo <---Luigi Salvatorelli <---Lukács <---Lukács de La <---Lula <---Luppu Raimondo <---Ma a Krusciov <---Ma in Orgosolo <---Macomer <---Malune <---Mamoj <---Mamojada <---Mao <---Marghine <---Maria Ruju <---Maria Santissima <---Mario Fubini <---Marrosu Giuseppa <---Marte <---Marx-Engels <---Masaryk <---Masi <---Mattiu <---Mattoni <---Meccanica <---Mediana <---Medicina <---Meglio <---Mese <---Metafisica <---Mi pare che ci deve stare qualcheduno <---Michel Butor <---Michele Lando <---Miele <---Mignottona <---Misanthrope <---Misericordia <---Mistrá <---Moby Dick <---Modda <---Modification di Michel Butor <---Montecatini <---Montreal <---Morale marxista <---Motti <---Motto <---Mufias 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Mondolfo <---Roland Barthes <---Rubaconte da Mandell <---Rundinina <---Safety Matches <---Sahkarov <---Sakharov <---Salvestro dei Medici <---San Fredia <---San Frediano <---San Gallicano <---San Niccolò <---San Pancrazio <---Sandmann di Hoffmann <---Sanguinetti <---Sanguinetti Giovanni Battista <---Santa Trinita <---Saragat <---Sarraute <---Sarvenas <---Savoja <---Scaldò <---Schmidt <---Scienza della politica <---Scienze <---Scott a Dumas Padre <---Se Mussolini <---Se Stalin <---Seguitò <---Semiotica <---Senti <---Sepolturas <---Serafino Manca <---Sindia <---Sistematica <---Sistemò <---Sociologia <---Soldi <---Sono S <---Spartaco Gavagnini <---Spediscile <---Staline <---Stamperia Tallone <---Stato a Stato <---Stato dei Consigli <---Stato dei Soviet <---Stato nei Soviet <---Statuto <---Stilistica <---Stochino <---Storia mondiale <---Storiografia italiana <---Stravinskij <---Stàto <---Sud America <---Sull'Arno <---Sverdlov <---T.V. <---Taddeo Gaddi <---Tanno <---Tarbé <---Tasso <---Tenuto <---Teologia <---Teoretica <---Thanno <---Thatcher <---The Machine <---The Unconscious <---Tiraci <---Tirami <---Tiranni <---Toccumannu <---Togliatti <---Toglietevi di mezzo <---Tommaso Sozzi <---Tornano <---Tornerò <---Tornò <---Tortoli <---Tosau <---Tre Pater <---Tre Tre <---Trespiano <---Trotskij <---Trotzkj <---Tu sei sempre acuto <---Turiello <---USA <---Uhà <---Umberto Cerroni <---Uno di noi <---Urzulei <---Vado in America <---Valuzza Giovanni <---Vedilo <---Venuti <---Villanova <---Vincenzo Corghi <---Volto <---Voltò <---Walter Scott <---Weltliteratur <---Yalta <---Yearbook <---Zangheri <---Zatti <---Zdanov <---Zessù <---Zimmerwald <---Zinoviev <---Ziu Battista Gre <---Zizzedda <---aclassista <---adorniani <---antagonismo <---antagonista <---antagonisti <---antropologia <---antropologica <---anziane <---arrivisti <---artigiani <---astrattismo <---autobiografismo <---aventiniana <---barista <---bergsoniano <---biologica <---burocraticismo <---cacciano <---capitalista 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<---nell'Urss <---neoilluminismo <---neorealismo <---neorealista <---niarxismo <---occidentalista <---opportunismo <---opportunisti <---ostracismo <---ottimismo <---parlamentarismo <---particolarismi <---patriottismo <---pigliano <---positivisti <---proselitismo <---provincialismo <---psicanalista <---psicanalisti <---psicologici <---radicalismo <---razionalismo <---relativismo <---revisionismo <---revisionista <---riana <---riformista <---rilasciano <---riniani <---robespierrismo <---romanticismo <---roussoiana <---ruffiani <---ruffiano <---salazarismo <---salveminiana <---sanfedismo <---sanfedista <---sbagliano <---sbucciano <---scagliano <---scetticismo <---simbologia <---sindacaliste <---sindacalisti <---siste <---sociologia <---spcialista <---spitzeriana <---spontaneista <---stakanovismo <---staliniane <---staliniste <---strutturalisti <---sull'Arno <---taneiano <---teologia <---teologico <---termidoriani <---tomismo <---totalitarismi <---totalitarismo <---trasformismo 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