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Il segmento testuale Mezzogiorno è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 81Analitici , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Zangheri, La mancata rivoluzione agraria nel Risorgimento e i problemi economici dell'unità in Studi gramsciani

Brano: [...]più ampiamente operanti nelle campagne, si sarebbero astenute dal sottoporre la nuova proprietà contadina al normale processo capitalistico di differenziazione e di « selezione ».

Certo, fra i molti casi possibili, il più improbabile è quello immaginato dal Romeo, che la trasformazione del rapporto mezzadrile avrebbe arrestato lo sviluppo delle zone capitalisticamente evolute. Lo stesso può dirsi per una soluzione del problema della terra nel Mezzogiorno. Ma in proposito bisogna aggiungere che la difficoltà, prospettata dal Romeo, e secondo cui una piccola proprietà coltivatrice non avrebbe trovato nel Mezzogiorno i mezzi finanziari per sopravvivere, nasce da un evidente difetto di ragionamento. Il Romeo ricorda il cattivo esito delle censuazioni del secolo scorso; ma le censuazioni furono un surrogato mediocre della riforma agraria. Per essere coerente, avrebbe dovuto far l’ipotesi di una riforma vittoriosa; di condizioni, quindi, particolarmente favorevoli, interne e internazionali; di un potere statale sorretto non dai proprietari fondiari, ma da un movimento rivoluzionario dei contadini; di una politica creditizia e fiscale, di una politica della spesa pubblica, di una

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I documenti del[...]

[...]. Queste condizioni mancarono, e si capisce l’esito delle censuazioni, come è comprensibile il monito di Cattaneo che la distribuzione delle terre, senza la necessaria provvista di capitali, era inutile e nociva. Sebbene debba dirsi, contro recenti e,, a mio debole avviso, eccessive valutazioni del realismo cattaneano, che l'economista lombardo era incapace di concepire concretamente le condizioni, politiche e sociali, del progresso agricolo nel Mezzogiorno, profondamente diverse da quelle su cui si erano modellate le sue vedute economiche \ L’agricoltura inglese, cui il Cattaneo teneva l’occhio, e quella stessa della cascina lombarda, seppure in grado diverso, non era libera dal peso della rendita, ma si era resa indipendente da molti e gravi vincoli e impacci ordinariamente imposti dalla proprietà allo sviluppo delle forze produttive agricole. Ivi le condizioni storiche deH’agricoltura eranodeterminate, ormai da secoli, dal capitale. Nel Mezzogiorno, invece, i residui feudali nel regime della proprietà terriera influenzavano in modo decisivo l[...]

[...] erano modellate le sue vedute economiche \ L’agricoltura inglese, cui il Cattaneo teneva l’occhio, e quella stessa della cascina lombarda, seppure in grado diverso, non era libera dal peso della rendita, ma si era resa indipendente da molti e gravi vincoli e impacci ordinariamente imposti dalla proprietà allo sviluppo delle forze produttive agricole. Ivi le condizioni storiche deH’agricoltura eranodeterminate, ormai da secoli, dal capitale. Nel Mezzogiorno, invece, i residui feudali nel regime della proprietà terriera influenzavano in modo decisivo la produzione agricola e il sistema agronomico, e la conservazione di questi residui, che improntavano di sé l’intera vita del sud, come causò le maggiori difficoltà nella formazione dei capitali e nelle « occasioni » di investimento, cosi costituì, come Gramsci ha indicato, la base principale della nascita e del progressivo aggravamento, nell’Italia unita, di una questione meridionale.

Ma per tornare alle fonti dell’accumulazione, non vi è dubbio che la « molla principale di tutto il processo » è[...]

[...]ezza dell’Italia, TorinoRoma, 1905, p. 152.

2 G. LUZZATTO, Storia economica dell’età moderna e contemporanea, IL L’età contemporanea, Padova, 1955, p. 379.

3 G. LUZZATTO, « L’economia italiana nel primo decennio dell’Unità », c., p. 272.

4 S. GOLZIO, Sulla misura delle variazioni del reddito Torino, 1951, p. 58.

s NITTI, Il capitale finanziario in Italia, Bari, 1915, p. 17.

6 Romeo, l. c., p. 24.378

I documenti del convegno

Mezzogiorno, grande o meno che ne sia il volume, stenti a trasformarsi in capitale produttivo. È da tener presente, naturalmente, il rastrellamento operato dallo Stato dei capitali monetari formatisi nel Mezzogiorno. Si deve tuttavia considerare, in proposito, che la rendita pubblica posseduta nell'Italia meridionale e insulare non tocca alia fine deH’800 il 18 % del totale, mentre la proporzione del risparmio appena raggiunge il 15 % nei primi anni del ’900 \ E quanto ad « irrorare » l’economia urbana, un esperto osservatore nota che il Banco di Napoli, il massimo istituto di credito meridionale, « non giunge... ad impiegare neanche le forze naturali delle quali dispone » : esso « lascia inerte » il denaro depositato2. Quel che manca è la fiducia, lamentano i contemporanei. Mancano, in realtà, le condiz[...]

[...]sservatore nota che il Banco di Napoli, il massimo istituto di credito meridionale, « non giunge... ad impiegare neanche le forze naturali delle quali dispone » : esso « lascia inerte » il denaro depositato2. Quel che manca è la fiducia, lamentano i contemporanei. Mancano, in realtà, le condizioni specifiche, strutturali, deiraccumulazione, o sono presenti in misura limitata. Fondamentalmente, per il particolare carattere dei residui feudali nel Mezzogiorno, è insufficiente e ristretto il mercato interno per la grande industria3.

Il Romeo non nega che il prezzo del « potenziamento forzato dell’economia capitalistica cittadina del nord » fu assai caro : « tutto il processo — scrive — si svolge a lungo su una base di compromesso con gli elementi semifeudali del vecchio mondo agrario, specie meridionale », condannando il Mezzogiorno ad una netta inferiorità economica, la quale tuttavia si presentò « per un certo periodo, e sotto certi aspetti si presenta tuttora, come una condizione storica dello sviluppo industriale del nord ». Il che è esatto, salva l’avvertenza che si tratta non dello sviluppo industriale del nord in generale, ma di quel tipo di sviluppo, circoscritto ad un particolare mercato, basato su un determinato metodo di accumulazione, vincolato cioè a premesse ed a condizioni in seno alle quali erano annidate forze limitatrici e ritardatrici.

Un esame delle particolarità del trend industriale italiano potr[...]

[...]. Un accordo che può anche apparire, sulla scorta di un astratto schema di sviluppo, « incongruo » alle esigenze dell’industrializzazione, ma che fu in effetti la forma imposta a quel tipo di industrializzazione, stentato e distorto come esso riuscì. E del resto, il prezzo dell’espansione industriale, di cui sarebbe assurdo negare la portata positiva nella storia d’Italia, fu non soltanto l’inferiorità economica, e si deve aggiungere civile, del Mezzogiorno, ma ancora l’emigrazione di massa, la disoccupazione cronica, ecc. Un bilancio del capitalismo italiano non può prescindere correttamente da queste voci e voglio dire anche un bilancio strettamente economico.

Per contro, il Romeo non ritiene che la Francia abbia tratto alcun vantaggio da una diversa, democratica soluzione della questione agraria al tempo della rivoluzione borghese, e giunge anzi a credere che a quella soluzione debbano ricondursi le più tarde difficoltà dell’agricoltura francese. La scelta dell’esempio francese deriva, come si comprende, dalla logica della posizione del Ro[...]

[...]ccupazione, La disoccupazione in Italia, Studi speciali, voi. IV, t. 2, Roma, 1953, p. 38 sgg.

3 Parenti Bloch, l. c., pp. 261288.

4 E. Sereni, Vecchio e nuovo nelle campagne italiane, Roma, 1956, pp. 24950; Atti del Convegno nazionale sulla meccanizzazione dell’agricoltura nelreconomia italiana (Cremona, 20 settembre 1953), Bologna s. d., p. 172.Renato Zangheri

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Quanto poi alla credenza del Romeo che l’inferiorità economica del Mezzogiorno sia stata una condizione « temporanea » dello sviluppo industriale del nord, « destinata ad essere rovesciata dallo stesso sviluppo interno dell’industrialismo settentrionale», si deve dire che ciò è vero solo nel senso che l’inferiorità meridionale nasce nel corso dello sviluppo della società capitalistica, che è una formazione storica, instabile, non permanente, e nel proprio seno alleva le forze non — come sembra credere il Romeo — della sua indefinita perfettibilità, ma del suo antagonistico superamento. In realtà, la lunga disamina che il Romeo ha fatto delle idee gramsciane sul Risorgim[...]



da Guido Dorso (lettera di) e redazione (risposta di), Per il risanamento politico del Mezzogiorno in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: Per il risanamento politico
del Mezzogiorno
Il direttore della nostra rivista ha ricevuto da Guido Dorso la lettera seguente :
Avellino, 20 maggio 1944
Le sono assai grato per avermi offerto l'occasione di entrare in corrispondenza con Lei, e spero di poter riuscire a condensare in una lettera il mio punto di vista sull' attuale situazione politics del Mezzogiorno, per quanto essa sia tanto fluida e complessa da ribellarsi ad ogni tentativo di schematizzazione.
Debbo necessariamente prescindere dal ripetere l' analisi storica del problema ed ammettere che anche Lei sia d' accordo nel ritenere che la questione meridionale abbia carattere istituzionale e costituisca un peculiare aspetto della questione istituzionale generale.
Debbo anche ammettere che Ella sia d'accordo con me sulla dottrina storica della scopertura del regime anche nel Mezzogiorno in conseguenza dell'azione fascista, scopertura che non si sustanzia in una definitiva srnnfitta del tras[...]

[...]a e complessa da ribellarsi ad ogni tentativo di schematizzazione.
Debbo necessariamente prescindere dal ripetere l' analisi storica del problema ed ammettere che anche Lei sia d' accordo nel ritenere che la questione meridionale abbia carattere istituzionale e costituisca un peculiare aspetto della questione istituzionale generale.
Debbo anche ammettere che Ella sia d'accordo con me sulla dottrina storica della scopertura del regime anche nel Mezzogiorno in conseguenza dell'azione fascista, scopertura che non si sustanzia in una definitiva srnnfitta del trasformiamo, ma in una serie di fenomeni meccanici che hanno reso stentato, se non impossibile, il suo funzionamento.
Certamente oggi il personalismo meridionale non è vera mente morto e non si scorge ancora quell'ondata di eversione capace di alimentare le fiamme di un incendio ideale.
Tute altro I Il trasformismo cova sotto le ceneri e le deficienze ataviche sono in agguato per riattizzarlo. Ma il meccanismo è notevolmente arrugginito e non funziona più come
prima: soprattutto i fattori [...]

[...]non avrebbe dovuto sfuggire ai partiti componenti il Ministero Nazionale, proprio nella foro qualità di futuri eredi del patrimonio dei seguaci del vecchio trasformismo.
Infatti basterebbe tener lontani dal 'potere ancora per qualche anno le vecchie carcasse politiche meridionali, per costringere le nostre masse ad inquodiarsi nei partiti a base nazionale. e determinare le condizioni prime per lo sviluppo della lotta' politica moderna anche nel Mezzogiorno.
Disgraziatamente, però, molti dei partiti, che ora sono al governo, sono già intinti di personalismo, e, pur di aumentare il loro seguito, tendono ad abbandonarsi alla vecchia prassi trasformistica. Occorre, quindi, vigilare, e, con perfetta conoscenza di causa, opporsi alla rimozione degli ostacoli meccanici che impediscono la ripresa del processo...
Se questi concetti fossero stati presenti... non ci troveremmo ora al terribile bivio di dover studiare i mezzi per impedire la resurrezione dei vecchi deputati meridionali attraverso liste tuto della Consulta... Scarfoglio — che non ha la te[...]

[...]nte alla reeltà.
Qui, però, ricominciano le dolenti note, poichè anche i Comitati sono inquinati di trasformismo e pieni di cavalli di Troia.
Prima di approvare la legge, bisognerebbe ricostruire la Giunta Esecutiva (perche è stata sciolta ?) e darle il potere di rivedere tutte le situazioni locali. Sciogliere senza pietà tutte le sezioni aderenti inquinate e ricostituirle su basi più sicure.
Avellino, per esempio, costituisce lo scandalo del Mezzogiorno, perche i due vecchi deputati trasformisti sono riusciti ad inquinare perfino il partito socialista, ed hanno avuto la baldanza di far procedere alla costituzione di un secondo Comitato del Fronte, attraverso il quale muovono la più aspra guerra al partito comunista ed al partito d'azione, che sono gli unici immuni dalla lue.
Memorandum, appelli alle Direzioni de. partiti interessati ed alla Giunta Esecutiva sono rimasti senza esito ed inoltre le autorità alleate, ignare del pericolo e raggirate dagli interpreti locali e dal prefetto, aumentano la confusione,
Naturalmente i due deputati loc[...]

[...] cavallo di Troia della vecchia corruzione e decomposizione politica. Come reagire e come uscire vittoriosi da una battaglia di risanamento politico che è vitale per 1' avvenire d' Italia? Noi vediamo, in 'sostanza, una soluzione sola, che consiste bell'accoppiare all'intervento dall'alto per dare scacco alla rinascita delle vecchie cricche reazionarie, l'azione indefessa dal basso per dare uno sviluppo nuovo, travolgente, grandioso, in tutto il Mezzogiorno, ai grandi partiti nazionali antifascisti di massa. Come in tutta l'Italia, così nel Mezzogiorno, anzi, nel Mezzogiorno forse più che in tutto il resto d'Italia, oggi le masse popolari attendono e cercano, con una fiducia che ha del messianico, la guida di nuovi partiti e di uomini nuovi. Incominciamo dunque coll'organizzare solidamente queste masse, tanto in formazioni politiche quanto in formazioni economiche più larghe (sindacati, leghe di contadini, ecc.), e appoggiandoci su questa forza, diamo battaglia per la rinascita politica dell'Italia meridionale, attraverso la distruzione immediata — per incominciare, — di ogni residuo di fascismo più o meno mascherato. Il risultato non potrà mancare, soprattutto s[...]



da Giovanni Battista Bronzini, Varietà e documenti. Togliatti e i canti popolari [scritto del 1953, per metà inedito [quadre nel testo]] [e trascrizione documento di Rocco Scotellaro [quadre di catalogo]] in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]cognome, anzi che porli, mentre vivono, nel registro degli ignoti solo perché può essere un comodo intellettuale di chi si occupa identificare nella singola persona l'anima collettiva.
Inoltre, proprio negli scritti del De Martino, si rileva una certa disattenzione per l'elemento già colto, per l'intellettuale, il piccolo borghese pervenuti all'adesione o all'aperta amicizia per i contadini e gli operai. Il lavoro progres
4 Vedi Togliatti e il Mezzogiorno dell'Istituto Gramsci, Sezione pugliese, 2 voll., « Atti del convegno tenuto a Bari il 234 novembre 1975 », a cura di Franco De Felice, Roma, Editori RiunitiIstituto Gramsci, 1977; in particolare G. DE GIOVANNI, Togliatti e la cultura meridionale, I, pp. 249308: 284285.
446 VARIETÀ E DOCUMENTI
sivo, di cui quegli elementi sono capaci, risulta come fatto accertato che occorre, pertanto, mettere in tutta evidenza.
Personalmente ho avuto tutta un'esperienza di chi ha « studiato » in molte di queste manifestazioni, generalmente definite popolari. E, volte a volte, mi sono trovato a essere sia [...]

[...] pronunziabile, i contadini riescono facilmente ad associare a Togliatti i nomi familiari alla lotta politica prima del fascismo: Nitti, Giolitti, a cui furono lungamente abituati.
De Gasperi si chiama in mille modi: Casciparro, per esempio, che è il nomignolo di una famiglia; o Gasparri in ricordo del cardinale famoso; o Caspro, De Caspro, Degà. (In Piemonte, a Dronero, qualcuno lo pronunzia: De Gaspèri.)
Il favore incontrato da Togliatti nel Mezzogiorno, oltre che a tutte le ovvie ragioni politiche, si deve in gran parte alla persona fisica e morale dell'uomo: i contadini trovano in Togliatti la persona dimessa e intelligente, consapevole
e ferma.
I primi segni di affetto e di stima, i piú commoventi, si notano nell'ambito
della vita familiare: vi si colgono i tratti di un'amicizia piú sentita e profonda
e vicina di quanto non sia la diversa partecipazione delle folle ai comizi.
Trammone Michele, un bracciante di 35 anni, con tre figli, al piú piccolo, che porta in braccio, presenta i suoi amici o semplici conoscenti in una maniera inco[...]



da Recensione di Franco Martina a Daniela Coli, Croce, Laterza e la cultura europea in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...] suoi confronti), nel momento in cui in alcune pagine della Storia d’Italia, scritte alla Zerstorung der Vernunft, attaccava, mettendoli insieme, intuizionismo e misticismo, pragmatismo e teosofismo, magismo e futurismo.

Ma occorre dire che la questione del « provincialismo » ne comporta un’altra: quella della « sprovincializzazione », del suo momento d’avvio, dei suoi caratteri. Identificato il primo con Croce, con la Laterza e quindi con il Mezzogiorno, la rinascita europea non poteva venire che dal Nord. Si delineò cosi, ha scritto qualche anno fa Sergio Bertelli, una contrapposizione « tra l’Einuadi e la casa editrice barese dei Laterza: due poli distinti della cultura antifascista, ma portatori anche di due culture, le culture delle due Italie, in cui ancora la Penisola è divisa » {Il gruppo, Milano, Rizzoli, 1980, p. 305). Certo quella divisione c’era e il non averla opportunamente valutata ha prodotto non pochi guasti. Tuttavia, la linea di demarcazione non è cosi lineare. L’idea che ci fosse Croce, il liberalismo, l’idealismo da una p[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Mezzogiorno, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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