Brano: [...]
derivazione olimpica, collegato al nome del mitico macedone Piero 8, L'innovazione non era puramente numerica e nomenclatoria: fra le tre Muse autoctone e le nove pierie c'è differenza di capacità tecniche. Mentre le prime esprimevano
i tre momenti essenziali della poesia monodica di tipo esclusivamente epico (Esercizio, Memoria, Canto), le seconde, piú evolute, implicavano accanto al virtuosismo solistico, l'impegno collettivo ed orchestico (Melpomene, Terpsicore). Riflettevano dunque anche specializzazioni liricocorali: al canto soltanto individuale si affiancava cosi la possibilità del canto nel gruppo e del gruppo dinamico 9.
Come si sia fatta strada questa innovazione non è possibile accertarlo. È però lecito supporre che un veicolo privilegiato ne sia stata proprio la poesia innodica. Ché Piero era ritenuto dal peripatetico Eraclide Pontico un compositore di opere sulle Muse: e tali opere, come chiarisce il contesto, erano degli inni 10. È dunque in base a questa tradizione che Esiodo desunse la possibilità di identificare Muse indig[...]
[...]fermazione dei versi 945 (= Inno omerico xxv 23) è controversa:
x riQ tot Movoéwv xaì Êziij óXov 'AtóXXwvoç
ivBQEç t8o1 iaYty gal xíaóva xai xt&apLOEta(.
Ma se si intende in senso stretto: « dalle Muse e dal lungisaettante Apollo disc e n d o n o aedi e citaristi » 17, il riferimento non può che essere a poeti quali: Orfeo, preteso figlio di Calliope o Clio; Lino, figlio di Urania o Terpsicore o di Apollo e Calliope; Tamiri, figlio di Erato o Melpomene; lo stesso Piero, figlio di Apollo in alcune versioni 18. Il riferimento — una lusinghiera citazione dei maestri! — è dunque a poeti di ambiente pierio, accomunati oltre che dai divini natali anche da inspiegabili, fatali rivalità con le stesse Muse: per i quali dunque occorrerà sospettare almeno due fasi storiche distinte, una di ostilità, l'altra di compromesso con la cultura musaica di Beozia.
ONOFRIO VOX
NOTA BIBLIOGRAFICA. — THOMAS W. ALLEN, Homer. The Origins and the Transmission, Oxford 1924; B. A. VAN GRONINGEN, Les trois Muses de l'Hélicon, «L'Antiquité Classique » 17, 1948, pp. 28[...]