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Il segmento testuale Mein Kampf è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 27Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 279

Brano: [...]oto spontaneo e fatale del l’Italia del XX secolo ».

L’assiomatica prosa mussoliniana, pur nella sua sostanziale ingenuità, potrebbe far pen

sare all’esistenza di un certo retroterra nella mente del suo autore (idee che sembrano mutuate dall’» attualismo » gentiliano, da una diffusa pubblicistica posthegeliana, da Alfredo Oriani o da un mal digerito Nietzsche). Ma basta un rapido raffronto tra

il testo di Mussolini e alcuni capitoli del Mein Kampf (v.) di Hitler per dimostrare come il primo avesse semplicemente e sbrigativamente attinto le sue « idee fondamentali » dal libro del secondo.

Nel 1932 non era stata ancora pubblicata una edizione italiana del « Mein Kampf », uscito in Germania tra il 1924 e

il 1926 e già ampiamente diffuso (la prima versione italiana è del 1934), ma è logico pensare che Mussolini avesse letto il libro, in italiano o in tedesco. Solo ciò può spiegare la visibilissima coincidenza di temi e motivazioni ed espressioni tra i due testi. Che non fosse Hitler il plagiario è dimostrato dal fatto che 8 anni erano trascorsi dalla stesura dèi «Mein Kampf»; e Mussolini ammette di non aver avuto, fino a quell’epoca, alcun « piano dottrinale ». Le « idee fondamentali » che Mussolini andò esponendo sulla Treccani sono esattamente le stesse che si incontrano (per la verità, in mezzo a molta altra zavorra) nel libro scritto da Hitler: l’esaltazione dello stato autoritàrio e totalitario e il confuso concetto di nazione « creata dallo stato » (Hitler lo chiama Voiksstaat); il principio delI’« Uno », geniale interprete della coscienza e della volontà di tutti (che Hitler chiama Fuhrerprinzip: « Ogni uomo ha al suo fianco dei consiglieri, ma la decisio[...]

[...]e divenne poi la Bibbia del nazismo, la ripresa fattane da Mussolini nel 1932 è una patetica conferma della persistente mancanza di qualsivoglia autonomia « dottrinale » nella mente del « duce ».

Nel testo mussoliniano mancano la parte storica e quella di politica estera che occupano molto spazio nel libro di Hitler. E soprattutto viene trascurata tutta la teoria razziale. Mussolini non poteva certo entrare in questione dato che, secondo il « Mein Kampf », l’unica razza ariana « pura » era la tedesca, mentre i popoli mediterranei erano da considerarsi « inferiori ». Il razzismo germanico, al quale i fascisti italiani finiranno per accodarsi, e non molto convinti, solo nel 1938, resterà sempre un argomento un po’ imbarazzante tra i due partiti.

E.Ni.

Cronologìa del Fascismo

Nella presente cronologia vengono ricordati i momenti salienti della storia politica e militare del fascismo e alcuni aspetti più caratteristici del suo costume.

La cronologia si conclude con lo scioglimento del Partito nazionale fascista decretato dal governo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 93

Brano: [...]Hitler parlano Goebbels e Robert Ley.

Del compito di riportare il fascismo hitleriano all’attenzione del pubblico si è fatto carico anche il fiorente commercio di simboli e generi di antiquariato di provenienza nazista. Secondo un’inchiesta del set

timanale federale tedesco « Die Zeit v apparsa il 2.9.1977, la patente d’auto di Hitler, messa all'asta, avrebbe fruttato 4.100 marchi; il suo berretto con visiera, 6.500 marchi; una copia del « Mein Kampf » con firma autografa di Hitler, sarebbe stata venduta a

2.200 marchi.

L’Agenzia di stampa Progress (P.P.A.) riferiva nel novembre 1976 su un’asta svoltasi a Monaco, nella quale erano stati venduti all’incanto 380 articoli di provenienza nazista, tra cui: il bastone di maresciallo del generale Hans Model, per 50.000 marchi; un pugnale tipo « Fuehrer », per 1.100 marchi; un’acquarello di Hitler, per 6.000 marchi; posate d’argento de! maresciallo dell’impero Hermann Goering, per 5.500 marchi; una collezione di autografi dei 16 più « famosi » criminali di guerra, dell’epoca in cui essi si [...]

[...]nnello Rudel nonché l’ammiraglio Doenitz, successore di Hitler. Come « grandi operazioni » vengono spacciate l’aggressione all’U.R.S.S., sotto i titoli: « Battaglia d’accerchiamento di Kiev »; « Conquista della Crimea » e « Stalingrado ».

La rivista « Fernsehwoche » della casa editrice Bauer offre, al prezzo di 58 marchi cadauna, monete commemorative « Adolf Hitler ». Nella R.F.T. circolano del resto vari cataloghi che offrono in vendita il « Mein Kampf » di Hitler, « al miglior offerente » una edizione completa dello Stuermer, il giornale antisemita di Julius Streicher (che è finito impiccato), nonché «distintivi del raduno annuo del Partito N.S.D.A.P. » a vari prezzi, fibbie auree di cinturoni da « funzionario nazionalsocialista », onorificenze delle S.S. olandesi con fermaglio. Questa intensa e svariata propaganda neonazista lascia il suo segno sul modo di pensare di molti cittadini tedeschi federali. Un’inchiesta demoscopica, pubblicata nell’aprile 1981, rivela che il 13 per cento dei cittadini dell'R.F.T. ha una concezione del mondo di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 16

Brano: [...]importanza per il giovane Hitler e non tanto, come inclina a ritenere qualche scrittore di biografie in chiave esclusivamente psicologica e psicanalitica, per il senso di frustrazione e per i complessi di inferiorità che si sarebbero impadroniti di Hitler, dell’artista fallito, dinanzi all’esito negativo del tentativo di affermarsi nel campo artistico; ma principalmente perché — come del resto egli stesso avrebbe largamente messo in evidenza nel Mein Kampf — a Vienna Hitler pose le basi della sua incerta e approssimativa cultura con disorganiche e caotiche letture, e qui soprattutto assorbì per la prima volta gli elementi di una esperienza politica, per quanto indiretta.

La Vienna del soggiorno giovanile di Hitler era infatti il teatro del movimento antisemita capeggiato dal borgomastro cattolico della città Karl Lueger, che non a caso Hitler ricorderà nel « Mein Kampf » come « geniale borgomastro », l’uomo che trasformò l'antisemitismo da fenomeno culturale e sentimentale in vero_e proprio movimento politico di massa, in conseguente politica discriminatrice; ed era anche la Vienna dei conflitti nazionali e sociali provocati, da una parte, dalHnasprimento dello scontro delle nazionalità nell’impero asburgico, e dall’altra dall’ascesa del movimento operaio e del socialismo che si accompagnava alla crescente industrializzazione. Dall'incapacità dell'impero asburgico di imporre una salda dominazione dell’elemento tedesco, Hitler trasse la convinzione della nec[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 42

Brano: [...]o: a Cuba, Amedeo Pacifico; in Colombia, il prof. Stefano Vescovi; in Bolivia, la prof. Giorgina Arian Levi; in Uruguay, Abelardo Castiglioni; a St. Louis (U.S.A.), Sam Biondolillo; nel Canada, Ennio Gnudi e Giovanni Frattini; a Sydney (Australia), il prof. Massimo Montagnana.

G.A.L.

Alleanza italotedesca

Nonostante l’ammirazione per il fascismo italiano, e in particolare per Mussolini, assai presto concepita da Hitler, come attesta già Mein Kampf (192527), l’alleanza tra l'Italia fascista e la Germania nazista fu realizzata in epoca relativamente tarda. Le occasioni immediate per l’avvicinamento tra i due paesi furono costituite dall’impresa italiana

Due cartoline di propaganda fascista sul tema dell'alleanza italotedesca



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 532

Brano: [...]se le divisioni 4a e 128a con i Comandi al completo in testa. Chiang Kaishek insiste, e in luglio scatena una nuova offensiva contro l'8a Armata, ma il rovesciamento delle sorti della guerra in Europa e nel mondo Io inducono a fermarsi e a riavvicinarsi agli alleati occidentali.

È del 1943 il suo libro Le sorti della Cina (lodato dalla critica giapponese perché risponde allo « spirito del nuovo ordine» in Oriente), che è stato paragonato al « Mein Kampf » di Hitler. Lo scritto è tutto diretto contro il movimento comunista, nulla contro il Giappone; promette di risolvere in due anni i problemi interni sulla base di impostazioni di tipo fascista. Nel novembre 1943 Chiang Kaishek si reca al Cairo (v.) con la moglie e uno stuolo di generali per incontrarsi con Churchill e Roosevelt.

Il capo di stato maggiore britannico Alanbrook, che l’ha conosciuto in quell’occasione, scrive di lui: « Il generalissimo assomiglia a un incrocio tra una martora e un

furetto; il suo viso ha un’astuta espressione di volpe. È chiaro che non comprende il vero ob[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 712

Brano: [...] della esistenza del regime nazista (e in particolare dopo l’inizio della seconda guerra mondiale), trovavano già le loro premesse e giustificazioni nei principi stessi che costituivano i fondamenti dell’ideologia nazionalsocialista.

Fondamenti ideologici del nazismo

Primo e fondamentale principio della Weltanschauung nazionalista, presente già nel programma del Partito nazionalsocialista del 1920 e poi precisato e divulgato da Hitler (nel Mein Kampf, 192527) e dagli altri teorici del nazionalsocialismo (in particolare Rosenberg e Darré), è il principio razzista. Questo si sostanzia nell’affermazione, priva di qualsiasi fondamento storico e scientifico, della superiorità razziale del popolo tedesco, dalla quale discenderebbe l’esistenza di un suo diritto a far valere questa superiorità, eliminando dal corpo della nazione tedesca gli elementi razzialmente estranei e appartenenti a razze inferiori, a cominciare dagli ebrei, considerati i parassiti del popolo tedesco.

Ma il razzismo nazista non si esaurisce neH’antisemitismo: esso postula[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 161

Brano: [...] Duhring e Paul de Lagarde, nutrendosi inoltre di elementi della filosofia di Nietzsche e del neopaganesimo di Richard Wagner e altri (il «teorico» H.S. Chamberlain era un fervente ammiratore del musicista, di cui sposò la figlia Èva). Le basi antropologiche vennero sviluppate soprattutto da H. F. K. von Gunther nella sua Scienza razziale del popolo tedesco (1922), mentre gli aspetti politici e culturali trovarono la loro massima espressione nel Mein Kampf di Adolf Hitler (1925) e nel Mito del ventesimo secolo di Alfred Rosenberg (1930). Una violenta propaganda antiebraica di contenuto pornografico venne invece svolta da Julius Streicher nel suo settimanale Der Sturmer, fondato nel 1922.

Secondo la teoria nazista, la funzione principale dello Stato era di salvaguardare l’integrità degli « ariani », unica razza creativa della storia, e della quale il popolo germanico costituiva la stirpe più pura (a sottolineare l’assurdità delle pretese scientifiche dei nazisti, va ri

levato che in realtà non esiste e non è mai esistita una « razza » aria[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 8

Brano: [...]
N. ad Alessandria d’Egitto il 26.6. 1894; capo nazista. Figlio di mercanti stabilitisi in Egitto, studiò economia a Monaco nel primo dopoguerra e nel 1920 aderì al partito nazista. Divenne acceso seguace di Hitler (v.) e suo aiutante personale.

Arrestato dopo il putsch nazista di Monaco del 1923, fu condannato in

sieme a Hitler a 1 anno e 6 mesi di reclusione che trascorse in parte nella fortezza di Landsberg, trascrivendo i capitoli del Mein Kampf che Hitler gli dettava.

Uomo di limitata intelligenza e di temperamento fanatico, dopo esserne stato per vari anni zelante segretario, l’1.12.1933 fu nominato (insieme a Roehm) « sostituto del Fùhrer ». Fu tra i più fedeli esecutori della politica hitleriana. Si distinse particolarmente nell’esecuzione delle sanguinose « purghe » contro i nemici del regime e i nazisti dissidenti. Firmò, con Hitler, la cosiddetta « Legge dell’Anschluss » (marzo 1938) che annetteva l’Austria al Terzo Reich.

L’1.9.1939, al momento dell'invasione della Polonia, Hitler lo nominò — dopo Hermann Goering — suo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 17

Brano: [...]arese che represse rapidamente la sedizione.

L’avvento al potere

Imputato di alto tradimento, nel marzo 1924 Hitler entrò nella fortezza di Landesberg per scontare

5 anni di reclusione; ma già il 20 dicembre dello stesso anno il capo della N.S.D.A.P. era nuovamente libero e poteva tornare a dedicarsi alla riorganizzazione del partito temporaneamente sciolto. Per giunta, in prigione Hitler aveva potuto dettare a Hess la prima parte del « Mein Kampf », l’opera autobiograficoprogrammatica del movimento nazionalsocialista che sarebbe uscita tra il 1925 e il 1927, recando la sistematizzazione della dottrina nazista e, in particolare, del razzismo antisemita. Ormai la biografia di Hitler si fondeva e si confondeva con la crescita stessa della N.S.D.A.P. come movimento politico d’importanza nazionale. Se già prima del putsch di Monaco si erano orientati verso la N.S.D.A.P. alcuni potenti gruppi della grande industria (in particolare Fritz Thyssen, il magnate tedesco dell’acciaio), superati gli anni di semiillegalità sino al 1926, Hitler, sepa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 23

Brano: [...]ca campagna per la realizzazione del Fronte Popolare (v.) « Per il pane, per la libertà e per la pace »; contribuì al successo elettorale del Fronte nel maggio 1936 e sostenne i possenti scioperi che scossero in quei mesi la Francia.

Allorché i fascisti italiani si scagliarono contro l’Etiopia denunciò la guerra di aggressione, così come aveva condotto un’intensa campagna contro Hitler e gli obiettivi da questi chiaramente enunciati nel libro Mein Kampf, e accusò le « 200 famiglie » del capitale finanziario francese di essere, con la loro provocatoria parola d’ordine « Piuttosto Hitler che il Fronte Popolare », la quinta colonna del fascismo hitleriano. Nel luglio 1936, quando il generale Franco insorse contro la

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Mein Kampf, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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