Brano: [...]alla lingua, scriveva, attenta in realtà agli assetti sociali, che sulla comunicazione linguistica si fondano. E concludeva: « Krucënych è un nemico della patria. Non mi meraviglierei affatto se si scoprisse che è anche un socialista! ». Rozzo, ma efficace.
Krucënych fu stimato da Majakovskij (che lo chiamava « gesuita della parola »). Aseev, Chlebnikov, Pasternak, ma soprattutto da Matju"sin, Malevic, Lisickij, Terent'ev, Tret'jakov. Malevic e Matjus"in lo ritennero piú intéressante di Majakovskij stesso. Kornej Cukovskij, brillante giornalista e protostorico del futurismo russo, scrisse che l'intera età prerivoluzionaria delle lettere russe si sarebbe potuta definire « età di Krucënych ». Ma ebbe anche violenti detrattori, capintesta dei quali fu il colto ed elegante poeta Benedikt Livgic, futurista per poco e per caso.
L'oblio, dunque, venne dopo, negli anni Trenta. Fu Vladimir Markov, poeta émigré e studioso eminente del Novecento russo, a togliere Krucënych dall'ingiusta dimenticanza, facendone anzi l'eroe del suo Russian Futurism: A[...]
[...]e del 1913, al teatro LunaPark di Pietroburgo, il pittore e musicista Michail Matju"sin assumeva i due testi come esemplari di due diverse tendenze del futurismo, l'una astratta e alogica, mentre l'altra, che Matju"sin riteneva assai meno interessante, puntava piuttosto a una revisione dei contenuti, salvando le forme della comunicazione artistica tradizionale.
Ora, questa linea alogica, astratta e asociale, della quale l'operetta di Kruèënych, Matjusin e Maleviè Pobeda nad solncem è il testo piú rappresentativo, si coagulò soprattutto, attorno a Kruèënych, negli anni che precedettero la rivoluzione. Questi cercò invano di darle un assetto stabile e autonomo, prima con Kul'bin, poi con Larionov e la Goncarova, poi con Matjusin e Maleviè, poi con la Rozanova e Aljagrov (Jakobson), poi, nel Caucaso, con Zdaneviè e Terent'ev, e infine al suo ritorno a Mosca, con la scuola degli zaumniki. Ma anche negli altri raggruppamenti futuristi tale tendenza era largamente rappresentata, da Bol'"sakov, Gnedov, Ignat'ev, Rjurik, dal fantomatico Lotov.
Dopo la rivoluzione la linea alogica e asociale rivisse soprattutto nei niëevoki, il fugace manipolo di dadaisti russi, e negli oberiuty, coi quali nulla ebbe a che fare Kruèënych, ma per i quali i suoi testi avevano avuto certamente una rilevante importanza. Gli oberiuty, un grup[...]
[...]"sin, a Terent'ev, l'estroso teorico del « 41° ». Terent'ev si rivela una figura chiave di questa linea. Egli infatti, a differenza di Kruèënych, preferí mantenere una certa distanza dal « Lef », per cui emigrò a Leningrado, divenendo un singolare regista teatrale.
In questo ultimo decennio sono apparsi molti testi inediti degli oberiuty, sono state pubblicate le memorie e i lavori teorici di Matju"sin, i diari della Guro, lettere di Kruèënych, Matjusin, Maleviè, raccolte di Kruèënych (ma rimangono ancora inedite le sue memorie sul futurismo), gli scritti teorici di Maleviè, e svariati articoli, saggi, volumi, specie su Maleviè, che oggi conosce una grande fortuna. Cosicché l'avanguardia russa comincia ad apparire in una diversa luce.
Serena Vitale cerca di dare una sistemazione, se pur provvisoria ed ipotetica, a questo materiale, con la sua antologia dedicata all'avanguardia russa, dove sono riportati i testi degli autori che ho sin qui menzionato, di Kruèënych in particolare, che nel volume fa un po' la parte del leone. L'antologia è p[...]