Brano: [...]. II, pag. 345). E ne deduce la necessità del perdurare, anche oltre vent'anni dalla rivoluzione, dell'identico apparato d'emergenza che ne aveva caratterizzato la prima fase.
Ben diversamente è oggi concepita « chez les chinois » la dittatura del proletariato. La «borghesia nazionale » è ammessa, provvisoriamente legittimata, e così pure la figura del kulak ». I capitalisti e i piccoli proprietari sfilano regolarmente e ufficialmente davanti a Mao, rappresentante della classe operaia, con le loro brave bandiere, poi passano dietro il palco e ritornano fuori (cambiatisi tranquillamente i costumi) come elementi « integrati ». (La nazionalizzazione totale dell'industria e la cooperativizzazione e la statalizzazione dell'agricoltura sono in atto e saranno interamente completate anche prima del previsto 1960).
Dunque, niente affatto accentuarsi della resistenza delle antiche classi, niente ultimi, e perché ultimi, disperati e pericolosissimi guizzi della borghesia per tornare nellle vecchie acque privilegiate, ma estinzione graduale, persu[...]
[...]iato, liberando se stesso, libera l'intero genere umano dalla macchina capitalistica che lo ha dimidiato e irrazionalmente assillato.
46 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
La dittatura del proletariato in Cina porta al limite minimo la sua contraddizione interna, è già per la massima parte anticipazione, durante il processo, del risultato; propone, mentre si afferma, la democraticità del fine; tende alla corrispondenza di « mezzo » a « risultato ». In Mao la dialettica è addolcita (ne fa testo la sua teorica della contraddizione), è uno strumento di graduale evoluzione progressiva. In Stalin la dialettica degli opposti fu considerata l'essenza della storia: le cose si fanno contro gli avversari, costruire è combattere, non si danno passi avanti se non demolendo una resistenza nemica.
E qui forse la radice più sottile dello stalinismo, che si manifesta nella sua deformazione estrema: se gli avversari non ci sono più, si inventano. Per Stalin la verità si afferma sul suo « contrario ». La dialettica non può essere mai pacifica risoluzione di un[...]
[...]ica, come copertura di una realtà tattica, mobile, eterodossa che non le corrisponde, ma dall'altro rischia il ripiegamento empiristico, minuto, contingentistico, ancora tanto poco libero da aver bisogno di altri, anche se diversi, e più ampi, aiuti classici. Così di volta in volta ci si copre ancora con una figura: Marx giovane, Marx vecchio, Lenin di u un passo avanti », Lenin di « due passi indietro ».
zione (come, forte dell'insegnamento di Mao, il P. C. Cinese ha soavemente ricordato ai sovietici). Ma é un fallimento 'in avanti'; e come agli errori della democrazia — diceva Masaryk — si rimedia solo con un di più di democrazia, così agli errori della obiettività e razionalità (o scientificità) dello sviluppo socialumano si rimedia solo con un di più di obiettività e razionalità. Nella sua lotta per l'attuazione di una totalità umana (e quindi 'tendenziale unanimità' o unità del genere umano) il marxismo può scambiare la parte per il tutto, e quindi errare; ma questo non accadrà, mai alla concezione liberale, per la quale la parte h[...]