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Il segmento testuale M.E.C. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 13Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 669

Brano: [...]942 fu condannato dal Tribunale speciale a 18 anni di reclusione dopo un processo che lo vide imputato, con altri 26 compagni fiorentini, di organizzazione antifascista clandestina (alcuni degli imputati si erano anche iscritti al Fascio per ordine del P.C.I.).

Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, comandante di un distaccamento della Brigata Garibaldi « Sinigaglia ».

Mercato comune europeo

M.E.C. (dalle iniziali francesi) ; Comunità economica europea o C.E.E.. Entità economica europea creata nel 1957 con il Trattato di Roma (v. Federalismo europeo). Raggruppava inizialmente la Francia, l'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, la Germania Federale e l’Italia. A partire dal 1973, a questi Stati si sono ag

giunte la Gran Bretagna, la Danimarca e l’Irlanda.

La creazione del M.E.C. rappresenta il tentativo di creare in Europa un mercato e uno spazio economico che, per ampiezza, siano paragonabili ai mercati interni di vasti paesi quali gli Stati Uniti, l’U.R.S.S. e la Cina. Puntando sulla divisione e sulla specializzazione del lavoro all’interno del M.E.C., ai paesi dell’Europa occidentale dovrebbe essere consentito di raggiungere un livello tecnico e un potenziale economico paragonabile a quello del capitalismo più avanzato, ossia degli Stati Uniti. Con la creazione del M.E.C. si persegue dunque in campo economico l’obiettivo di frenare il processo di decadenza relativa dell’Europa occidentale nei confronti degli Stati Uniti (e in parte anche del Giappone). In campo politico si mira invece a formare un nucleo compatto di Stati europei in grado di intervenire sull’arena mondiale con sufficiente autorità, sia di fronte agli U.S.A. che all’U.R.S.S., alla Cina e ai paesi del Terzo Mondo.

Principali tappe previste per l’attuazione del M.E.C. sono, nell’area da esso coperta, le graduali liberalizzazioni dei movimenti di merci, di forza lavoro e di capitali. Finora è s[...]

[...]que in campo economico l’obiettivo di frenare il processo di decadenza relativa dell’Europa occidentale nei confronti degli Stati Uniti (e in parte anche del Giappone). In campo politico si mira invece a formare un nucleo compatto di Stati europei in grado di intervenire sull’arena mondiale con sufficiente autorità, sia di fronte agli U.S.A. che all’U.R.S.S., alla Cina e ai paesi del Terzo Mondo.

Principali tappe previste per l’attuazione del M.E.C. sono, nell’area da esso coperta, le graduali liberalizzazioni dei movimenti di merci, di forza lavoro e di capitali. Finora è stato però raggiunto (attraverso la eliminazione dei dazi doganali tra i paesi membri e la creazione di una tariffa doganale esterna comune) soltanto il primo di questi obiettivi, mentre il raggiungimento della seconda e della terza tappa è tutt’altro che scontato.

Gli ostacoli al M.E.C.

Una effettiva liberalizzazione della circolazione di mano d’opera tra i paesi che fanno parte del M.E.C. presuppone infatti una coordinazione delle politiche sociali dei vari paesi, ossia l’avvicinamento dei livelli salariali, l’unificazione dei sistemi di tassazione, di assistenza sanitaria, previdenziale e di pensionamento, con libero trasferimento di contributi e prestazioni sociali da un paese all’altro, ecc.. Si dovrebbero inoltre avere l'eliminazione dei permessi di soggiorno o di lavoro e la revisione delle diverse legislazioni nazionali a tutela di numerose professioni (come medici, avvocati, insegnanti e così via). Ancora più difficile risulta il problema di assicurare realmente una lib[...]

[...]opeo di fronte al quale l’esecutivo sia responsabile. In altri termini, il voler proseguire nel processo di integrazione dell’economia dei paesi dell’Europa occidentale presuppone che, a un certo momento, questi siano disposti ad affrontare anche i ben più complessi problemi della loro reciproca integrazione politica. Cosa che appare per ora molto lontana.

In realtà, nella attuale fase, la liberalizzazione dei movimenti di merci nell’area del M.E.C. si presenta come il risultato dell’iniziativa dei grandi monopoli dell’Europa occidentale, in gran parte collegati all’imperialismo americano. L’operazione funziona quindi secondo la logica del più aggressivo capitale monopolistico, a spese delle economie meno forti (come quella italiana) e delle categorie sociali più indifese, come la popolazione contadina. Da qui l’aggravarsi della crisi economica che attanaglia da molti anni l’Italia e che ha costretto, tra l’altro, milioni di contadini delle regioni meridionali a emigrare per lavorare, in condizioni spesso disumane, nelle zone industriali[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 717

Brano: [...]ati nel censimento del 1950 ma attivi in aziende agricole “bianche”, in “locations” e “homelands”.

Gli europei, che costituiscono il 15% della popolazione, si appropriano del 75% del reddito nazionale; ai non europei (85% della popolazione), resta il 25%. Ciò significa che il rapporto del reddito prò capite tra europei e non europei è mediamente di 16 a 1. Il reddito medio degli europei del Sudafrica corrisponde al reddito medio dei paesi del M.E.C..

Nelle miniere, nelle ferrovie, nei porti (soprattutto a Città del Capo, Durban, Port Elisabeth, East London, Saldanha e Walvis Bay, in Namibia), nelle aziende agricole dei coloni, alle poste e telegrafi, neM’amministrazione locale e nell’industria, nelle costruzioni, nel commercio e nei servizi domestici, gli africani, i coloureds e gli asiatici prendono salari uguali, mentre nel settore dell'educazione, in alcuni comparti delle industrie tessile, edilizia, tipografica^ meccanica, i salari degli africani sono i 2/3 di quelli dei coloureds e degli asiatici.

Poiché esiste una piccola ma [...]

[...]ovie, nei porti (soprattutto a Città del Capo, Durban, Port Elisabeth, East London, Saldanha e Walvis Bay, in Namibia), nelle aziende agricole dei coloni, alle poste e telegrafi, neM’amministrazione locale e nell’industria, nelle costruzioni, nel commercio e nei servizi domestici, gli africani, i coloureds e gli asiatici prendono salari uguali, mentre nel settore dell'educazione, in alcuni comparti delle industrie tessile, edilizia, tipografica^ meccanica, i salari degli africani sono i 2/3 di quelli dei coloureds e degli asiatici.

Poiché esiste una piccola ma agiata categoria di commercianti indiani (quantunque essa pure oppressa, economicamente marginale e segregata), il gruppo della popolazione “asiatica” ha un reddito medio superiore rispetto agli altri due gruppi non europei. Il gruppo dei coloureds, che ha fra i propri antenati schiavi giavanesi, africani, khoikhoin, bantù e anche alcuni europei, guadagna mediamente un po' più degli africani ed è anche meno oppresso di loro, grazie alla vecchia politica britannica del “divide et[...]

[...]con il governo di Pretoria relazioni diplomatiche complete. Ciò conferma l’indiscutibile natura imperialistica del Sudafrica “bianco” come parte integrante deH’Occidente contro il “Sud” e l’“Est” nel quadro del sistema mondiale. Questo fondamentale aspetto si esprime anche nelle statistiche del commercio estero: due terzi delle esportazioni in valuta sono costituiti dall’oro (48%) e da altri prodotti minerari; clienti principali sono i paesi del M.E.C. (56%), gli Stati Uniti (20%) e il Giappone (15%); principali fornitori del Sudafrìca sono i paesi del M.E.C. (60%), gli Stati Uniti (15%) e il Giappone (12%).

Una commissione parlamentare del Congresso degli Stati Uniti, presieduta dal deputato Santini, nel luglio 1980 riferì che il Sudafrica aveva fornito agli U.S.A. il 67% delle importazioni d’oro, il 48% del cromo, il 75% del vanadio, I’82% del platino e l’87% del manganese (tutti metalli strategici).

Il Sudafrica produce il 73% dell’oro “occidentale”, il 25% dei diamanti, il 13% dell’uranio, I’87% del platino, il 51% della cromite, il 53% del vanadio, il 37% del manganese, il 30% della vermiculite, il 12% del ferrocromo; è inoltre il sesto[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 716

Brano: [...]canadesi (solo per citare le principali); è da segnalare anche un crescente numero di transnazionali giapponesi (ragione per cui il governo classifica i giapponesi come “bianchi”, mentre i cinesi restano “non bianchi”).

Parte del capitale industriale è investito in produzione di armi. Stati Uniti, Francia e Germania hanno costruito un’industria per l’arricchimento dell’uranio, la quale ha contatti semiufficiali per forniture e ricerche con il M.E.C. a Bruxelles, con l’Euratom di Ispra (Italia) e anche con la N.A.T.O., di cui il Sudafrica è membro segreto. Nonostante il divieto formalmente stabilito dalle Nazioni Unite, mezzi di comunicazione militari, nonché armi terrestri, marine e aeree sono fabbricati in Sudafrica da ditte svizzere, italiane, tedesche, inglesi, statunitensi, francesi, belghe e olandesi, sia direttamente che attraverso imprese locali consociate, che ne utilizzano i rispettivi brevetti e tecnici.

Secondo il S.l.P.R.I. (Istituto internazionale di ricerca per la pace) di Stoccolma, il Sudafrica « è stato il primo impor[...]

[...] 7 imprese italiane.

Lo Stato tedesco e ditte come Varian, Steag, A.E.G., Siemens, Krupp, Kioekner e altre hanno fornito carri armati, cannoni, corvette navali, elicotteri e, dal 1972, hanno costruito e gestito a Palindaba la prima fabbrica tedesca di bombe atomiche.

Il Sudafrica, che si è sempre rifiutato di sottoscrivere il Trattato di non proliferazione nucleare, possiede il 20% dell’uranio mondiale e vende uranio integrato ai paesi del M.E.C.. Nel 1975 il governo tedesco capeggiato da Schmidt ha ammesso di avere consegnato al Sudafrica centrali nucleari in cambio di uranio.

Nell agosto 1977 l’Unione Sovietica ha protestato contro « un’esplosione atomica » avvenuta nel deserto di .Kalahari, vicino a Palindaba. Nel settembre 1979 il presidente americano Carter, da parte sua, affermava che il satellite statunitense Vela TRW647 aveva registrato una esplosione atomica avvenuta nell'Atlantico meridionale.

Lo Stato di Israele condivide l'uso potenziale delle bombe tedesche fabbricate in Sudafrica. La base aerea denominata “Drumpel”[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 714

Brano: [...]to superiore alla produzione media 'nazionale prò capite, ne deriva che questo stesso lavoratore, considerato politicamente “necessario” dal capitale, invece di produrre plusvalore, consuma una parte di quello prodotto dai non europei, ciò è reso possibile dal fatto che il tasso medio di plusvalore (rapporto tra profitti e salari) prodotto dai lavoratori sudafricani non europei è di 3 a 1, vale a dire l’inverso di quello registrato nei paesi del M.E.C., negli U.S.A. e in Giappone. D’altra parte, un confronto fra i salari dei lavoratori di origine europea in Sudafrica e quelli del l’Europa stessa dà generalmente come risultato un uguale potere d’acquisto.

Grazie al superiore grado di industrializzazione del Sudafrica, alla sua lunga storia di lotte industriali e politiche costate ai lavora

714



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 200

Brano: [...]estale, concessa ai contadini con pagamenti ripartiti in un trentennio. La « legge stralcio » di riforma fondiaria comporterà inoltre la creazione di enti di riforma (quale, ad esempio, YEnte Sila in Calabria), con compiti di assistenza tecnica e finanziaria ai contadini. Il carattere strumentale di tali misure, la loro impalcatura clientelare, la dilagante corruzione e, infine, l’aggiogamento della agricoltura italiana alla politica agraria del M.E.C. che privilegia anche su questo piano gli stati dell’Europa centrosettentrionale, hanno tuttavia lasciato irrisolti i problemi dei contadini meridionali, imponendo loro, quale estrema forma di sopravvivenza, l’emigrazione in massa all’estero e nelle metropoli del Nord.

Bibliografia: Nicola Gali erano, La disgregazione delie basi di massa del fascismo nel Mezzogiorno e il ruolo delle masse contadine, in « Operai e contadini nella crisi italiana del 194344 », Milano, Feltrinelli, 1974; Paolo Pezzi no, Riforma agraria e lotte contadine nel periodo delia ricostruzione, in « Italia contemporanea[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 459

Brano: [...]Edilizia nel governo conservatore del

1951. Ebbe successivamente gli incarichi di ministro della Difesa (19541955), degli Esteri (apriledicembre 1955) e di cancelliere dello Scacchiere (19551957). Appoggiò Eden (v.) nell’avventura di Suez. Quando, nel gennaio 1957, Eden fu

costretto a dimettersi, MacMillan diventò leader del partito conservatore e primo ministro.

Fautore deH’europeismo, nel 1961 tentò di far entrare la Gran Bretagna nel M.E.C. e si dedicò intensamente alla politica estera, sforzandosi di mantenere stretti rapporti con gli Stati Uniti. Mantenne l’incarico fino all’ottobre 1963, quando gli successe DouglasHome. M.Ku.

MackoljeMackovlje (Caresana)

Villaggio del comune sloveno di Dolina (San Dorligo della Valle), già in provincia di Trieste, durante la Guerra di liberazione fu un importante centro della Resistenza istriana.

Già alla fine del secolo scorso ebbe un movimento ricco di iniziative culturali e cooperative. Vi si costituì la società di lettura e canto « Primorska »; nel 1906 la « Società di economia »[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 46

Brano: [...] nascosto di voler sganciare il franco dal dollaro e di voler abolire la finzione della parità aurea di questa moneta, non corrispondente alla realtà e imposta solo per avvantaggiare il dollaro rispetto a tutte le altre. Si è decisamente opposto alla integrazione dei paesi aderenti al Mercato comune europeo in una specie di superStato. contrapponendo a tale sistema un'associazione delle « patrie indipendenti »; quindi ha respinto ogni misura del M.E.C. che potesse in qualche modo ledere gli interessi economici francesi, opponendosi tra l’altro all’ingresso della Gran Bretagna. Ha realizzato una sua politica nei confronti dei paesi sottosviluppati dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia; ha aperto verso est, stabilendo rapporti diplomatici con la Cina e sviluppando gli scambi commerciali e le relazioni culturali con tutti gli altri paesi socialisti. Sotto la guida di De Gaulle, la Francia ha dimostrato di essere il solo paese dell'Europa occidentale capace di opporsi agli Stati Uniti.

C.Gh.

Degli Esposti, Gabriella

Medaglia d’o[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 717

Brano: [...]ti di « integrazione economica » i quali, mentre stabiliscono tra il governo dominante e quello succube un rapporto che è rispettivamente di tutore e tutelato, sono diretta espressione delle grandi concentrazioni economiche nazionali e supernazionali, in base ai principi cosmopoliti propri del grande capitale. In questi sistemi: Associazione europea libero scambio (E.F.T.A.), Comunità europea carbone e acciaio [C.E.C.A.), Mercato comune europeo (M.E.C.) e altri ancora, dominano sempre le maggiori potenze (Inghilterra o Germania federale a seconda dei casi), dietro le quali stanno poi gli Stati Uniti d’America. Analogamente, .all’interno dei singoli paesi si acuiscono gli squilibri tra regione e regione, tra agricoltura e industria, tra città e campagna, dando luogo al sorgere di nuove contraddizioni.

La rinascita del nazismo e del militarismo nella Germania federale, i colpi di stato militari e fascisti in vari paesi europei ed extraeuropei, le guerre di aggressione che si susseguono nei diversi continenti, quel processo sempre più evide[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine M.E.C., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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