Brano: [...]ati nel censimento del 1950 ma attivi in aziende agricole “bianche”, in “locations” e “homelands”.
Gli europei, che costituiscono il 15% della popolazione, si appropriano del 75% del reddito nazionale; ai non europei (85% della popolazione), resta il 25%. Ciò significa che il rapporto del reddito prò capite tra europei e non europei è mediamente di 16 a 1. Il reddito medio degli europei del Sudafrica corrisponde al reddito medio dei paesi del M.E.C..
Nelle miniere, nelle ferrovie, nei porti (soprattutto a Città del Capo, Durban, Port Elisabeth, East London, Saldanha e Walvis Bay, in Namibia), nelle aziende agricole dei coloni, alle poste e telegrafi, neM’amministrazione locale e nell’industria, nelle costruzioni, nel commercio e nei servizi domestici, gli africani, i coloureds e gli asiatici prendono salari uguali, mentre nel settore dell'educazione, in alcuni comparti delle industrie tessile, edilizia, tipografica^ meccanica, i salari degli africani sono i 2/3 di quelli dei coloureds e degli asiatici.
Poiché esiste una piccola ma [...]
[...]ovie, nei porti (soprattutto a Città del Capo, Durban, Port Elisabeth, East London, Saldanha e Walvis Bay, in Namibia), nelle aziende agricole dei coloni, alle poste e telegrafi, neM’amministrazione locale e nell’industria, nelle costruzioni, nel commercio e nei servizi domestici, gli africani, i coloureds e gli asiatici prendono salari uguali, mentre nel settore dell'educazione, in alcuni comparti delle industrie tessile, edilizia, tipografica^ meccanica, i salari degli africani sono i 2/3 di quelli dei coloureds e degli asiatici.
Poiché esiste una piccola ma agiata categoria di commercianti indiani (quantunque essa pure oppressa, economicamente marginale e segregata), il gruppo della popolazione “asiatica” ha un reddito medio superiore rispetto agli altri due gruppi non europei. Il gruppo dei coloureds, che ha fra i propri antenati schiavi giavanesi, africani, khoikhoin, bantù e anche alcuni europei, guadagna mediamente un po' più degli africani ed è anche meno oppresso di loro, grazie alla vecchia politica britannica del “divide et[...]
[...]con il governo di Pretoria relazioni diplomatiche complete. Ciò conferma l’indiscutibile natura imperialistica del Sudafrica “bianco” come parte integrante deH’Occidente contro il “Sud” e l’“Est” nel quadro del sistema mondiale. Questo fondamentale aspetto si esprime anche nelle statistiche del commercio estero: due terzi delle esportazioni in valuta sono costituiti dall’oro (48%) e da altri prodotti minerari; clienti principali sono i paesi del M.E.C. (56%), gli Stati Uniti (20%) e il Giappone (15%); principali fornitori del Sudafrìca sono i paesi del M.E.C. (60%), gli Stati Uniti (15%) e il Giappone (12%).
Una commissione parlamentare del Congresso degli Stati Uniti, presieduta dal deputato Santini, nel luglio 1980 riferì che il Sudafrica aveva fornito agli U.S.A. il 67% delle importazioni d’oro, il 48% del cromo, il 75% del vanadio, I’82% del platino e l’87% del manganese (tutti metalli strategici).
Il Sudafrica produce il 73% dell’oro “occidentale”, il 25% dei diamanti, il 13% dell’uranio, I’87% del platino, il 51% della cromite, il 53% del vanadio, il 37% del manganese, il 30% della vermiculite, il 12% del ferrocromo; è inoltre il sesto[...]