Brano: [...]utto deteriore, cioè nel senso che è progressiva e quindi da lodare e seguire qualunque attività, anche solo apparentemente scientifica, pur che parta formalmente da presupposti teoretici definibili progressivi in sede ideologica e politica ». Ma guarda. Così è accaduto, prosegue l'Aloisi, che si siano applaudite le pseudo scoperte del microbiologo sovietico Bastian : « cos?, per quanto riguarda la questione della genetica e degli esperimenti di Lysenko e della Lepescinskaja, coloro che accettano in modo puerile e dete riore il concetto di partiticità della scienza... hanno subito dichiarato la loro persuasione senza soffermarsi né sull'esame teorico della questione, né sulla natura e qualità degli esperimenti relativi, laddove è necessario discutere tutte queste cose con cognizioni di fatti e teorie, cos? come appunto avviene in Unione Sovietica. (È da notare a questo proposito che la nostra stampa ha inconsciamente favorito questo disguido poiché, affidata spesso la scelta delle traduzioni degli articoli scientifici a redattori incompetent[...]
[...] teorie, cos? come appunto avviene in Unione Sovietica. (È da notare a questo proposito che la nostra stampa ha inconsciamente favorito questo disguido poiché, affidata spesso la scelta delle traduzioni degli articoli scientifici a redattori incompetenti in materia, questi hanno scelto proprio quelli piú sensazionali, ma meno documentati) ».
Molière non avrebbe detto meglio. «Ah!! pour être dévot, je n'en suis pas moins homme... ». Le teorie di Lysenko paiono essere, oggi, assai criticate, in URSS; la sua posizione personale pare abbastanza scossa, se, sulla Pravda, uno studioso può accusarlo da far valere la propria autorità a sostegno di suoi protetti, indegni, sembra, per poca serietà scientifica, di tale protezione. Ebbene, quando, sul finire dal 1948, vi furono le famose deliberazioni sovietiche sulla genetica, che tanto scalpore suscitarono fra gli scienziati, si ebbero, in Francia e da noi, numerosi scritti sugli organi della stampa e della pubblicistica di sinistra che, se talvolta riflettevano qualche dubbio (cfr. Arnaudi, in «Terz[...]
[...]948, vi furono le famose deliberazioni sovietiche sulla genetica, che tanto scalpore suscitarono fra gli scienziati, si ebbero, in Francia e da noi, numerosi scritti sugli organi della stampa e della pubblicistica di sinistra che, se talvolta riflettevano qualche dubbio (cfr. Arnaudi, in «Terzo Stato»), nondimeno esaltavano generalmente come una sconfitta della pseudo scienza borghese e come un trionfo di quella sovietica il trionfo personale di Lysenko e la sconfitta dei suoi avversari. Nel 1949, l'editore Macchia pubblicava «Nuove vie della biologia » di Lysenko, e «Miciurin, Lysenko, Burbank trasformatori della natura», Rinascita vi impegnava un articolo, la Rassegna della Stampa Sovietica traduceva larghi estratti della discussione, Europe vi dedicava il fascicolo dell'ottobre 1948; per tacere dei quotidiani comunisti e socialisti e dei settimanali. In Società (1949, anno 5°, n. 1) Franco Graziosi così conclu
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deva un lungò saggio sulla questione: «Nei suoi motivi più profondi, come è accaduto in URSS, questo dibattito vede contrapposte e in lotta due concezioni della scienza, due impostazioni dei suoi problemi di metodo e di ricerca, dell[...]
[...]ipo; mentre l'altra è conseguentemente e consapevolmente legata alla coscienza sociale, agli interessi e alle aspirazioni progressive di milioni...» e cosi giustificava í «radicali provvedimenti organizzativi» presi dalle autorità politiche dell'Unione Sovietica.
Non faccia fatica a supporre e a credere che, fra gli studiosi comunisti italiani e francesi, ve ne fossero di poco persuasi della validità metodologica e dei resultati scientifici del Lysenko; che, fra costoro, nel corso di questi anni, la discussione sia proseguita; che taluni fra costoro abbiano, parlando in persona propria, pubblicato testi scientifici ispirati piuttosto ai principi opposti. L'unità ideologica del partito comunista è assai minore della sua unità politica e, probabilmente, nessuna delle pubblicazioni ufficiose del comunismo italiano può arrogarsi il diritto di rappresentare l'opinione ufficiale del partito in materia di cultura e di scienza. Tuttavia non mi risulta (fatte le debite riserve sulla mia documentazione) che sulle pubblicazioni considerate di tendenza[...]
[...]ella sua unità politica e, probabilmente, nessuna delle pubblicazioni ufficiose del comunismo italiano può arrogarsi il diritto di rappresentare l'opinione ufficiale del partito in materia di cultura e di scienza. Tuttavia non mi risulta (fatte le debite riserve sulla mia documentazione) che sulle pubblicazioni considerate di tendenza comunista sia comparso, allora o in prosieguo di tempo, un solo scritto che criticasse i metodi ed i principi di Lysenko. Sarà stato un caso; ma lo stesso Aloisi, o gli altri cultori di discipline scientifiche, trovandosi di fronte a questo deplorevole disguido, (come oggi, con affascinante eufemismo, lo chiamano) non hanno voluto esprimere, o non hanno potuto, il proprio dissenso o almeno i propri dubbi. Sì che è davvero sgradevole che lo Aloisi, oggi, accusi i suoi colleghi e compagni (e se stesso) di scarsa oculatezza e i «redattori incompetenti» di non aver fornito testi sufficientemente attendibili.
È veramente un curioso disguido. Chi, come scrive, non ha competenza specifica in materia di genetica può r[...]
[...]no) non hanno voluto esprimere, o non hanno potuto, il proprio dissenso o almeno i propri dubbi. Sì che è davvero sgradevole che lo Aloisi, oggi, accusi i suoi colleghi e compagni (e se stesso) di scarsa oculatezza e i «redattori incompetenti» di non aver fornito testi sufficientemente attendibili.
È veramente un curioso disguido. Chi, come scrive, non ha competenza specifica in materia di genetica può relativamente disinteressarsi di sapere se Lysenko avesse torto o ragione, e sa bene che non per la prima volta supposte scoperte scientifiche si trovano ad essere smentite qualche anno più tardi, salvo esser poi riconosciute nuovamente vere. «Ma — si chiederà quel colui — non fu davvero improvvido chi, sulla scorta di documenti incompleti, lasciò che si scatenasse tanto putiferio negli ambienti della scienza? E che dire di coloro i quali gli articoli di incondizionata
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esaltazione scrissero e pubblicarono, che le riserve ignorarono o tacquero? Non hanno costoro qualche responsabilità nel ridicolo che gli Moisi fanno oggi[...]
[...]ò fu appena un disguido; che, non essendoci da noi una opinione ufficiale del partito comunista, del disguido furon semmai responsabili i singoli. «I disguidi del possibile », come dice un nostro poeta, sono però innumerevoli. Quid juris, se domani si dovesse sapere che fu disguido la guerra batteriologica? E il proletariato italiano, che non aveva proprio bisogno di avere a propri difensori i padri della Compagnia di Gesù (i quali alla faccenda Lysenko dedicarono, adora, due dotti studi), portò le conseguenze di quel disguido, a causa del discredito che certi metodi fecero cadere su taluni degli intellettuali che erano, o si credevano, sue guide.
Per dieci anni, disguidi di questo genere, oltre al resto, ci hanno avvelenato il sangue; e abbiamo consunto (io, dico, e non pochi amici miei) un tempo, che poteva meglio esser speso, a trovar l'umiltà di non fare il giuoco degli avversari. Oggi, dopo averci fatto gravare la boriosa insipienza dei loro giornalisti, non vogliano, gli studiosi comunisti, caricarci anche del peso della loro generosi[...]