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Il segmento testuale Luporini è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Franco Fortini, Che cosa è stato il Politecnico in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]epliche si ha, come spesso avviene in questi casi, l'impressione che la parte più importante della discussione non si sia svolta per iscritto, ma nelle conversazioni e nei rapporti personali. Il linguaggio della polemica è in genere, molto cortese, con qualche occasionale e intenzionale durezza. Ma, ripeto, si ha l'impressione che, almeno in principio, non si vogliano scrivere i termini autentici della questione. Infatti, quali sono le critiche? Luporini considera (cito dalla replica di Ferrata nel n. 30, II della rivista, che è del giugno 1946) la « nuova cultura » pretesa dal Politecnico «una velleitá romantica, un'illusione moralistica, e un abbraccio di generosi malintesi » 3; Alicata e per
3 Quasi con le medesime parole, anni più tardi, G. Pampaloni, giudicherà il Politecnico (in Belfagor) «una generosa illusione n. Con la differenza che, per Luporini, l'illusione moralistica è nell'intento predicatoria, parenetico, del foglio; per Pampaloni è illusorio, probabilmente, nel senso che « Cristo » non è cultura, ad ogni tentativo di sto
192 FRANCO FORTINS
lui Togliatti, che su «Rinascita» (ottobre 1946) dichiara esplicitamente di averne ispirata la nota, rimproverano una « ricerca astratta del nuovo, del diverso, del sorprendente ». Ora é , davvero sorprendente che queste critiche paiono riferirsi al settimanale, ai più scoperti difetti del settimanale, fingendo di ignorare le ragioni del passaggio a rivista e l'autocritica compiuta. Vittori[...]

[...]ottobre 1946) dichiara esplicitamente di averne ispirata la nota, rimproverano una « ricerca astratta del nuovo, del diverso, del sorprendente ». Ora é , davvero sorprendente che queste critiche paiono riferirsi al settimanale, ai più scoperti difetti del settimanale, fingendo di ignorare le ragioni del passaggio a rivista e l'autocritica compiuta. Vittorini lo farà ben notare in una prima nota alla lettera di Togliatti (n. 3334). Gli scritti di Luporini, Alicata, Togliatti, hanno insomma un falso scopo — la critica al confusionarismo del Politecnico settimanale — ed uno scopo reale: mettere in guardia i lettori comunisti contro i pericoli deviazionistici dell'« approfondimento » nella rivista mensile; e, al tempo stesso, provocare una decisiva autocritica del direttore della rivista. Il risultato sarà, naturalmente, che le critiche alla rivista come tale passeranno in second'ordine e il centro della discussione diventerà quello dei rapporti fra attività (o autorità) culturale e attività (o autorità) politica.
Non c'è dubbio che, da un punto[...]

[...]sile; e, al tempo stesso, provocare una decisiva autocritica del direttore della rivista. Il risultato sarà, naturalmente, che le critiche alla rivista come tale passeranno in second'ordine e il centro della discussione diventerà quello dei rapporti fra attività (o autorità) culturale e attività (o autorità) politica.
Non c'è dubbio che, da un punto di vista tanto politico quanto filosofico, le repliche di Ferrata e di Vittorini agli scritti di Luporini, Alicata e Togliatti sono evasive e manifestamente insufficienti. Finché si tratta di pubblicare Hemingway o Sartre o Reed, di mostrare simpatie per la narrativa sovietica, di difendere Gide`contro i «codini» o di parlar di «psicanalisi progressiva », tutto questo, almeno nel 1946, e in Italia, non sarebbe sufficiente a mettere in difficoltà disciplinari Vittorini e la sua rivista. Piuttosto, dietro gli scritti di Cantoni su Burnham, di Preti su Dewey e sull'Antiduering, di Leontiev sul pensiero economico sovietico; dietro le citazioni di Gramsci (che appunto in quei mesi cominciava ad esser [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] F. Papi, LA concezione della storicità nel pensiero di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: Fulvio Papi
LA CONCEZIONE DELLA STORICITÀ
NEL PENSIERO DI GRAMSCI
1. Quando si deve indicare la dimensione propriamente filosofica dell'opera di Antonio Gramsci è necessario tenere presenti due direzioni egualmente importanti e tra loro naturalmente connesse: per un verso,. come è detto nel riassunto della relazione di Luporini, il <divello in cui le diverse questioni s'incontrano e tendono ad articolarsi », per altro verso, la ripresa radicale del tema dell'autonomia filosofica deL marxismo come generale concezione del mondo, la quale, nell'opera gramsciana, si ritrova sia nella vigorosa messa a fuoco della trama teoretica che sorregge e giustifica questa affermazione, sia nella valorizzazione concreta dell'universalità critica che il marxismo cosí concepito garantisce nei confronti dei problemi della storia e della cultura. Lo studio del primo punto riconduce a quell'importante dialogo che Gramsci stabili con la c[...]

[...]dico della scienza con i suoi problemi interni, le sue tecniche, quale Gramsci stesso aveva chiaramente individuato 1.
3. Ora che ho cercato di delineare la portata della concezione della storicità nel pensiero di Gramsci seguendone l'interno sviluppo, mi pare giusto tentare di precisarne ulteriormente l'individualizzazione pro cedendo a descriverne il carattere dal punto di vista « al di fuori » della stretta prospettiva gramsciana.
Sempre da Luporini viene osservato giustamente che lo storicismo di Gramsci appare improntato ad un prevalente carattere antropocentrico e che la componente naturalistica, fondamentale in una prospettiva marxista, appare in secondo piano anche se, come abbiamo veduto, non è affatto ignorata. Di questa consapevolezza se ne ha la riprova, ad esempio, quando Gramsci afferma che la scienza nasce da una struttura di bisogni obiettivi. In particolare egli scrive: «Tutta la scienza è legata ai bisogni, alla vita, all'attività dell'uomo. Senza l'attività dell'uomo, creatrice di tutti i valori, anche scientifici, cosa s[...]

[...]giunto
1 ANTONIO BANFI, L'Uomo copernicano, Milano, 1949, pp. 234242 e passim.
220 I documenti del convegno
dal pensare, l'uomo dalla natura, l'attività dalla materia, il soggetto dall'oggetto; se si fa questo distacco si cade in una delle tante forme di religione o nell'astrazione senza senso » 1. Dopo aver riassunto ancora una volta alcuni elementi fondamentali del pensiero gramsciano ci pare a maggior ragione che l'osservazione avanzata da Luporini sia giustificata. Nello storicismo gramsciano manca, a mio avviso, l'approfondimento di quelle ineliminabili strutture naturalistiche che in ogni momento della storicità si presentano come condizioni, ineliminabili e irriducibili, della storicità stessa 2. Si ha insomma l'impressione che la storicità sia rilevata con eccessiva prevalenza nella sua dimensione umanisticoideale e ciò mi pare si verifichi soprattutto per tre motivi: 1) la mancanza di un ulteriore approfondimento del concetto di struttura che viene concepito sempre nella sua accezione tradizionale come insieme dei rapporti economi[...]



da Giovanni Lombardi, i 90 anni della Sansoni in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1963 - - aprile - 2

Brano: [...]olière, Tolstoi, De Musset. Flaubert, Stendbal. De Foe, Neruda. Nell'immediato dopoguerra gli interessi della Sansoni investono campi fino allora inesplorati: escono testi scientifici di fisica e di matematica, nasce una vera editoria scientifica, mentre ci si impegna negli studi di preistoria. di protostoria e di archeologia, ha vita nel 1949 la biblioteca storica del Rinascimento diretta da Garin (che ha gid pubblicato vo , lumi di Corsano, di Luporini e di Kristeller), nel 1951, infine, ha inizio la collana di scrittori italiani moderni e la biblioteca di Paragone diretta da Roberto Longhi.
Le tappe di questa lunga vira sono state recentemente raccolte con gusto e semplicità nelle teche del Gabinetto Vieusseux. La mostra — che si è chiusa il 25 marzo — si è giovata del contributo di conferenze tenute da Gianfranco Contini, da Giacomo Devcto. da Carlo Pellegrini e da Giansiro Ferrata.
sea
Della attività della Sansoni, di oggi e degli anni futuri, abbiamo avu±o modo di parlare nel corso di una cordiale conversa zarne con alcuni dirigenti.[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] L. Geymonat, Per un intervento al convegno di studi gramsciani in Studi gramsciani

Brano: [...]a vita italiana dell'epoca.
Tutto ciò premesso, mi sembra chiaro che — prima di sostenere la piena e completa « fecondità e attualità » del pensiero filosofico di Gramsci — dovremmo decidere in modo inequivocabile, se ancora oggi Croce possa venire considerato la « voce piú importante e piú pericolosa » della cultura italiana e ancora oggi i suoi temi possano venire ritenuti quelli piú attuali della nostra cultura.
Senza dubbio la relazione di Luporini ha il merito di sottolineare molti aspetti estremamente vivi del pensiero di Gramsci (che sono poi, come il relatore stesso osserva, le costanti piú strettamente connesse ad alcuni
148 i documenti del convegno
punti essenziali del pensiero di Marx e di Lenin). Ma ciò non può farci dimenticare il fatto, che i temi caratteristici di Gramsci — quelli specifici della sua elaborazione filosofica — sono, come ha detto Garin, i temi ritenuti piú attuali dal crocianesimo.
Proprio qui vanno ricercate le radici ultime della perplessità di alcuni studiosi italiani, legati alla odierna rinascita illum[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Luporini, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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