Brano: [...]mali.
La proposta teorica di Orlando, verificata per ora su un certo numero di testi appartenenti a un arco abbastanza ampio della storia letteraria francese (dal Grand siècle a Baudelaire, Mallarmé e Proust) forse non ha ancora ricevuto l'attenzione che merita. I francesi, come è noto, si accorgono molto tardi dei contributi che critici di altri paesi recano allo studio della loro stessa letteratura (è accaduto con Benjamin, Auerbach, Spitzer, Lukács e molti altri). Da noi l'interesse, nella discussione critica,
mi pare che sia stato notevole, ma le applicazioni e le verifiche concrete non sono state per ora numerose. (Orlando ricorda, nell'Introduzione, pp. 389, quelle di Siti, Paduano, Zatti e Fiorentino.)
Per questo mi pare opportuno offrire qui un nuovo esempio di applicazione, che non può essere naturalmente la lettura freudiana di un testo — non ci sarebbe spazio per essa in una recensione — ma un'ipotesi di lettura, che potrebbe diventare freudiana: dell'Aminta di Tasso. Indico schematicamente alcuni punti da cui potrebbe partire[...]
[...]ilosofica italiana ed europea, una generale tendenza ad una riconsiderazione critica della figura e dell'opera di Friedrich Nietzsche. Un rinnovato interesse ha investito un pensatore che, principalmente in campo marxista, ha conosciuto il peso della svalutazione e dell'anatema. Come è stato anche altrove ripetutamente affermato, la responsabilità maggiore dell'operazione ideologica di « neutralizzazione » del filosofo tedesco è da attribuire al Lukács de La distruzione della ragione che, confinando Nietzsche sul versante estremo dell'« irrazionalismo » vitalistico, gli ha affidato la mera funzione di espressione teoricofilosofica delle istanze di aggressiva espansione dell'imperialismo germanico. Su questa linea interpretativa Nietzsche è stato letto come momento di una piú generale rivolta contro la « ragione » che informerebbe la totalità dello sviluppo storico dell'Occidente.
Cosi la storia è diventata campo di una lotta — di sapore gnosticomanicheo — tra un originario telos storico in via di realizzazione in virtú di una interna neces[...]
[...]one » che informerebbe la totalità dello sviluppo storico dell'Occidente.
Cosi la storia è diventata campo di una lotta — di sapore gnosticomanicheo — tra un originario telos storico in via di realizzazione in virtú di una interna necessità (appunto la Ragione come scansione di momenti in sé logicamente « positivi »), ed una confusa e torbida rivendicazione del « vitale » sull'intelletto e la ragione dialogica che raffigurerebbe, sempre secondo Lukács, la manifestazione specifica della stagnante e parassitaria (« negativa ») opposizione reazionaria allo stesso sviluppo capitalistico ed alla conseguente formazione di quel proletariato moderno che è chiamato ad ereditare le « inadempienze » storiche della borghesia. Per Lukács, insomma, Nietzsche è la punta di diamante di questo movimento generalmente ed intrinsecamente regressivo che punta ad una fuoriuscita dalla razionalità storica o, quanto meno, a comprometterne lo svolgimento.
Non si può tacere il fatto che questa riduttiva assunzione della filosofia nietzscheana ha contribuito non poco a lasciare Nietzsche completamente nelle mani della pubblicistica di destra, sempre vigile ed ansiosa di gettarsi su anche grossolane ed improvvisate legittimazioni « culturali », ed in questo modo il filosofo ha finito per rappresentare, agli occhi del grande pubblico, il « [...]