Brano: [...]1922, 23 die., pp. 18291830.
2 1922, die., pp. 239354.
3 1923, febbr., pp. 1867.
,346
I documenti dei convegno
il prestigio del « più brillante » teorico russo (come allora si diceva di Bukharin)1, la scarsa informazione del marxismo, l’opportunità di non mettere in mostra in certe sedi gli eventuali contrasti del fronte ideologico.
Non a caso, a fronteggiare apertamente Bukharin, sono due intellettuali di mestiere, Fogarasi e Lukàcs. Fogarasi aveva collaborato, come Lukàcs, nel ’20’21, al Kommunismus di Vienna, la rivista che fu per un certo tempo « rivista deirinternazionale comunista per i paesi dell’Europa sudorientale ». Nel ’24, nella polemica su Geschichte und Klassenbewusstsein, sarà attaccato da Deborin e Thalheimer2 quale discepolo di Lukàcs. Lukàcs, Korsch e in secondo piano Fogarasi, Revay e alcuni altri furono allora il gruppo che pensò, filosoficamente, con maggiore originalità (abbiano valore transitorio o permanente le loro conclusioni) il marxismo, l’esperienza sovietica, le esperienze comuniste europee.
Fogarasi ammette3 che il Manuale di Bukharin ha colmato una lacuna della letteratura marxista. I lavori di Plekhanov e Gorter sono invecchiati e quello recente di Cunow è riformista. La prima questione che egli pone è di natura politica: «ci si chiede se e in quale senso {il libro di Bukharin} soddisfa alle esigenze a cui deve [...]
[...]oni, le relazioni, non le cose in sé. È poi positivo che Bukharin prenda in considerazione i risultati della odierna scienza borghese, gli studi di Max e Adolph Weber, di Simmel. « Buon marxista è colui che non ignora e non respinge acriticamente i risultati utili della scienza borghese, ma li inserisce nell’edificio della dottrina marxista ».
Ancora più complessa, anche se forse ancora più limitata agli aspetti scientifici, è la posizione di Lukàcs. Nella recensione che fa a Bukharin nel Grunbergs Arcbiv 1 sottolinea fortemente che si tratta di un manuale, di un tentativo di popolarizzazione e di sistemazione e, dentro questi limiti, fa alcune considerazioni positive. Ma il resto è prevalentemente critico. Anche proprio in quanto popolarizzazione il Manuale rompe la tradizione di Plekhanov e Mehring che avevano mostrato come si può unire popolarizzazione e scientificità. La posizione filosofica di Bukharin è il materialismo volgare, intuitivo. Questo materialismo è una comprensibile reazione all’idealismo dei socialdemocratici da Bernst[...]
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1 Archiv f. Geschkhte des Sozialismus u. der Arbeiterbewegung, XI, 1923, pp. 216224.348
I documenti del convegno
la struttura economica della società, cioè i rapporti sociali degli uomini fra loro nel processo produttivo, l’elemento ultimo e decisivo delle trasformazioni tecniche, e solo secondariamente queste influiscono sulla struttura. L’argomentazione si vale del noto capitolo sul feticismo della merce, un testo essenziale allora per Lukàcs (e non solo per lui), e che egli interpreta come negazione delloggettività storica, apparente, del tipo della merce, e delloggettività più generale propria del materialismo filosofico. Altro motivo centrale della posizione di Lukàcs (come di quella di Gramsci) è la critica della dottrina della previsione. Afferma, fondandosi su alcuni testi di Lenin, che esiste una impossibilità metodologica di prevedere un fatto con assoluta certezza: la struttura della realtà non è l’esattezza, la matematica, ma la tendenza, la possibilità, il movimento. Le leggi del marxismo sono tendenziali, non statiche.
Bukharin si è posto fuori della grande tradizione del marxismo (Marx, Engels, Mehring, Plekhanov, la Luxemburg): invece di criticare le scienze della natura col metodo del materialismo dialettico, applica il metodo di quelle scie[...]
[...] ha il marxismo (insistenza sul relativismo, sulla correlazione dei fenomeni, sulla « totalità », non sul condizionamento dell’economia), il legame con la grande cultura. Ma ci sono anche altri punti importanti: la struttura di possibilità della realtà e tutto ciò che essa comporta, la dialettica, l’attività umana, la posizione verso le scienze della natura, l’accento umanistico.
Questi motivi teorici e quei rilievi critici verso Bukharin, in Lukàcs, si inquadrano ormai in una elaborazione sistematica, in una ideologia articolata. Anche di Korsch si può forse dire che motivi analoghi mettano capo a un organismo intellettuale analogo. Non si tratta insomma di qualcosa di fuso in un’atmosfera, ma di processi culturali che hanno una direzione determinata e dimensioni notevoli.
È da dire però che nel farsi complesse, nel maturare di queste unità ideologiche, è mancato un serio, violento, determinante contatto con la realtà politica. Non che non ci si riferisca a certi testi di Lenin eAldo Zancvrdo
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della .Luxemburg, ma se ne ved[...]
[...]determinante contatto con la realtà politica. Non che non ci si riferisca a certi testi di Lenin eAldo Zancvrdo
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della .Luxemburg, ma se ne vedono soltanto i problemi generalissimi. Si tratta di elaborazioni intellettuali, astratte. Cosi risulta anche dal fatto che queste due recensioni considerano essenzialmente il solo aspetto scientifico, dal fatto che manca l’idea di cosa sia realmente un manuale di divulgazione. Le cose scritte da Lukàcs (la cui biografia intellettuale è più documentata) fin verso il ’20 non sono che la rappresentazione del modo in cui un intellettuale ripensa in base alle premesse della sua formazione culturale le nozioni generalissime di classe, di proletariato, di coscienza di classe, di libertà, cioè i concetti elementari del Manifesto.
Siamo dunque di fronte a un processo di transizione, al distacco, determinato dalla situazione rivoluzionaria e dall’esperienza leninista, di alcuni intellettuali dalla cultura filosofica e umanistica tedesca, alla loro prospettiva di diventare intellettuali della class[...]
[...]iversale.
Ma la loro saldatura con il movimento operaio non si ha ancora. Teoricamente, questo limite intellettualistico, questo non ancora raggiunto contatto con la classe operaia si esprime nel risalto isolato che ricevono la trattazione scientifica e l’attivismo rivoluzionario, soggettivistico. In Lenin l’attività è attività rivoluzionaria di una certa classe che occupa una certa posizione nella storia e nelle strutture economiche. Osserva Lukàcs, in una specie di intervista del ’33 \ che uno dei motivi dei suoi lavori del 19091911 era la separazione, fatta dietro suggestione di Simmel, della sociologia dai fondamenti economici concepiti ancora molto astrattamente. Ma questa separazione si trova anche dopo, ed è in sostanza essa la premessa teorica del soggettivismo, cioè la mancanza del senso delle radici essenziali che ha la classe operaia nel mondo economico, nella realtà in generale. Si rimane cosi come bloccati nell’opposizione astratta alla Seconda Internazionale (di cui è caratteristica appunto quest’ultima tesi), nell’incapaci[...]
[...]el soggettivismo, cioè la mancanza del senso delle radici essenziali che ha la classe operaia nel mondo economico, nella realtà in generale. Si rimane cosi come bloccati nell’opposizione astratta alla Seconda Internazionale (di cui è caratteristica appunto quest’ultima tesi), nell’incapacità di assimilarne i movimenti positivi.
1 Internationale Literatur, 1933, n. 2, pp. 1857. È stata ripubblicata recentemente col titolo « Mein Weg zu Marx » (Lukàcs zum siebzigsten Geburtstag, Berlin, 1955).350
I documenti del convegno
Che esistesse la possibilità di uscire sia pure lentamente da questo intellettualismo è dimostrato dall’attività di Lukàcs degli anni '2224. Nei suoi articoli fin verso il ’20, sia in quelli inclusi in Geschichte und Klassenbewusstsein sia in quelli che ritenne opportuno escludere (usciti in Kommunismus e in altri periodici) sono visibilissimi il semplicismo, l’hegelismo, il settarismo. Meccanicisticamente sono svolti per esempio i rapporti fra materialismo delle scienze della natura e capitalismo, fra materialismo storico e proletariato. Si confronti l’astrattezza deU’articolo « Klassenbewusstsein » 1 dove tenta di stabilire i rapporti fra classi e concezioni ideali, con la sensibilità storica con cui Gramsci an[...]
[...] a proposito dell’opuscolo della Luxemburg sulla Rivoluzione russa. Si veda soprattutto il lavoro su Lenin del ’24 3 : è qui, nel dibattito sulla natura del leninismo, nella distinzione fra marxismo e leninismo, fra weltgeschichtliche Perspektive e Tagesfrage che esce fuori chiaramente il rapporto dialettico fra essenza e fenomeno, è qui che si forma l’ossatura categoriale relativamente ricca che sostiene, fino a oggi, il lavoro intellettuale di Lukàcs.
Ma questo sviluppo fu bloccato. Fu una delle tante conseguenze della mancanza di una rivoluzione proletaria tedesca. Questi intellettuali, nati per essere gli ideologi della rivoluzione tedesca ed europea, si trovarono a disagio in seno alla Terza Internazionale, e finirono nelle Università americane o a Londra o a Mosca ad occuparsi di problemi letterari nella Internationale Literatur. Il processo di cristallizzazione che iniziò verso il ’31, non solo prese le mosse da una situazione ideologica in cui in genere non influiscono più intellettuali di questo tipo, ma iniziò proprio con una r[...]
[...]lo che era stato, da un certo punto di vista, l’inizio ancora manchevole e incerto di un tentativo in questo senso, parve essenzialmente una deviazione di sinistra a cui l’idealismo aveva fornito gli strumenti ideologici.
Ili
La critica di Gramsci a Bukharin si muove in ultima analisi nello stesso solco delle critiche di questi comunisti tedeschi. Certo le pagine su «La rivoluzione contro il Capitale» del 1918 hanno, con le posizioni di un Lukàcs, aspetti di affinità molto più appariscenti che non le pagine sul Manuale. Anche queste però restano nella stessa direzione di movimento intesa con molto ampiezza e in una fase molto avanzata, ma nella, stessa: la sintesi di due componenti, la cultura storicistica e umanistica europea e il* movimento operaio. Ma in Gramsci, contrariamente a quanto è avvenuto nei tedeschi, il processo di confluenza fra l’intellettuale e l’uomo politico, fra cultura e movimento operaio, sia pure in condi
1 Vedi per la Germania ancora Kurt SAUERLAND, Der dialektische Materialismus, Berlin, 1932. Sembra essere l[...]
[...]e, creata essenzialmente dalla potenza rivoluzionaria, del partito, dell’azione politica; si tratta della capacità di creare una nuova società in tutti i suoi livelli. Questa pare essere la via, che è anche la via di Lenin, del superamento mediatore della Seconda Internazionale. Bukharin, se per certi aspetti è fuori della socialdemocrazia, finisce con il rimanervi dentro per la sua concezione positivistica e in sostanza subalterna del marxismo. Lukàcs, come si è visto, finiva, in. quegli anni, col rimanervi fuori astrattamente.
Il grosso della critica filosofica di Gramsci si intreccia intorno ai problemi della sociologia e del materialismo filosofico con tutte le loro implicazioni (previsione, regolarità degli accadimenti, determinismo, scienze naturali...) e intorno al problema della collocazione storica del materialismo di Bukharin.
Il Manuale parte dalla distinzione rigida fra generale e particolare, fra teoria e storiografia, e vuol essere un’indagine di ciò che è generale prima nella realtà naturale e umana, poi nella vita dell[...]
[...]azionale, se non in Lenin, sia possibile trovare una critica altrettanto radicale della sociologia, del positivismo, dello scientismo, e, di conseguenza, uno sforzo cosi notevole di mediazione fra idee e cose. Non pare che il marxismo russo o tedesco o francese abbiano vissuto un’esperienza storicistica cosi intensa.. È noto che nell’Unione Sovietica il termine sociologia non ha in genere l’accezione negativa che può avere in italiano5. Certo in Lukàcs si
1 M. S., p. 126.
2 M. S., pp. 6162.
3 M. S., p. 127.
4 M. S., p. 100.
5 Sulla singolarissima storia della sociologia in Russia vedi l’articolo « Die russische Soziologie im zwanzigsten Jahrhundert » di P. SOROKIN in Jahrbuch fùr Soziologie, 1926, p. 462 sgg. Racconta fra l’altro: « Fino al 1909 nelle Università e nei colleges russi la sociologia non era ancora insegnata come una disciplina358
I documenti del convegno
trovano gli stessi motivi antiscientistici e umanistici di Gramsci, ma lo svolgimento sembra diverso. Si pensi al percorso intellettuale della maturità d[...]
[...]’articolo « Die russische Soziologie im zwanzigsten Jahrhundert » di P. SOROKIN in Jahrbuch fùr Soziologie, 1926, p. 462 sgg. Racconta fra l’altro: « Fino al 1909 nelle Università e nei colleges russi la sociologia non era ancora insegnata come una disciplina358
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trovano gli stessi motivi antiscientistici e umanistici di Gramsci, ma lo svolgimento sembra diverso. Si pensi al percorso intellettuale della maturità di Lukàcs: ha respinto la sociologia di Bukharin e di Kautsky ed ha assimilato quella di Lenin. Lukàcs lavora sulle generalizzazioni delle esperienze di Lenin. Non è passato, come è passato Gramsci, attraverso la percezione diretta della vita delle masse, della vita della realtà; la sua strada è stata più facile, ma accanto al vantaggio di essere rimasto a contatto col filone centrale, classico, della teoria del movimento operaio, va indicato lo svantaggio che spesso le categorie con cui lavora hanno il sapore dell’applicazione rigida, dell’estrinseco. In Gramsci il contatto col filone classico del marxismo teorico, forse anche col leninismo formale, è meno visibile. Le cose che scrive sulla s[...]
[...]anamente oggettivo ”, ciò che può corrispondere esattamente a “ storicamente soggettivo ”, cioè oggettivo significherebbe “ universale soggettivo ” » 7. « Senza l’attività dell’uomo, creatrice di tutti i valori anche scientifici, cosa sarebbe l’oggettività? » 8. Gramsci esclude che si possa chiedere alla scienza « la certezza deH’esistenza obiettiva della cosiddetta realtà esterna » 9.
Motivi analoghi a questi abbiamo già visto a proposito di Lukàcs e di Fogarasi, il relativismo, lo storicismo, l’eliminazione della cosa in sé, la natura specifica del mondo umano, i nessi dialettici che stringono tutti i
1 M. S., pp. 556.
2 M. S., p. 54.
3 M. S., pp. 1412.
4 M. S., p. 138.
5 M. S., p. 23.
6 M. S., p. 143.
7 M. S., p. 142.
8 M. S., p. 55.
9 M. Sp. 54.Aldo Zanardo
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termini della totalità. È indubbio che queste posizioni di Gramsci si collocano nel solco della tradizione antipositivistica, umanistica, storicistica. Ma se è chiaro l’ambiente intellettuale in cui ci si muove, e sono chiare le implicazioni e[...]