Brano: RITRATTI CRITICI DI CONTEMPORANEI
LOUIS ALTHUSSER
1. Per comprendere il significato ed i risultati della ricerca marxista che Louis Althusser porta avanti da venti anni tra polemiche e discussioni che sono andate ben oltre gli ambienti culturali francesi (interessando anche aree regionali in cui il marxismo ed il movimento operaio sono tradizionalmente assai deboli), occorre partire, come del resto il filosofo francese ha piú volte ripetuto, dal momento storico in cui tale ricerca si è svolta'. D'altra parte l'opera di Althusser si colloca consapevolmente in questo momento: essa infatti prevede una serie di riflessioni sulla « congiuntura politica » in cui il movimento comunista si è trovato in questi anni, e rappresenta la scelta [...]
[...]rx » negli ultimi anni si è di molto affievolita, della prima fase di essa. Ebbene, la posizione di Althusser in questa fase, e piú in generale nella congiuntura, può essere compresa proprio a partire dal tipo di connessione che egli stabilisce tra il xx Congresso e lo sviluppo dell'interesse attorno agli scritti giovanili di Marx. La connessione è la seguente: la critica del « culto della personalità » e delle « violazioni della legalità socia
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lista » da un lato, e, dall'altro, le varie interpretazioni umanistiche del pensiero di Marx elaborate a partire dai suoi scritti giovanili, sono espressione di una medesima ideologia. Dell'« ideologia giuridica e filosofia borghese », la cui struttura è caratterizzata dall'« opposizione della Persona (Libertà = Volontà = Diritto) e della Cosa » (EA, p. 16). Il xx Congresso, in altre parole, avrebbe favorito, con le proprie « pseudospiegazioni » interamente sovrastrutturali della deviazione staliniana, la diffusione nel movimento operaio delle interpretazioni ideologiche e filosofiche um[...]
[...]e. In altre parole che si hanno due interpretazioni della storia di Marx e della « rottura epistemologica », le quali contribuiscono, a loro volta ed in modo profondo, a caratterizzare i due periodi principali in cui è divisa dall'« autocritica » la ricerca althusseriana: all'inizio di ognuno di questi due periodi si trovano infatti due interpretazioni diverse della storia di Marx (e di Engels). La seconda per segnalare che la definizione della
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deviazione staliniana come economicismo coperto dall'umanismo è conquistata da Althusser solamente nel secondo periodo della propria ricerca, precisamente nel 1972 (Réponse à J. Lewis). Mi soffermerò soltanto sulla prima questione. Althusser mantiene ferme nei due periodi della propria ricerca, sia la periodizzazione dell'itinerario politico teorico del giovane Marx (momento liberale e razionalistico hegeliano fino al 1842; momento umanistico comunitario di stampo feuerbachiano fino al 1845; passaggio al comunismo ed al materialismo rivoluzionario a partire dal 1845). Sia il concetto di
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[...]n le note ed inevitabili conseguenze di dogmatismo e di concezione non partecipata della direzione politica di stato e di partito. È chiaro che in Althusser scompaiono tutti gli elementi ontologici, non però la sostanza degli obiettivi metodologici. Althusser non concepisce la « Teoria » del « `divenire' delle cose in generale » né come riflesso di un divenire oggettivo (suo antistoricismo), né come il risultato di una astrazione da un divenire
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fattuale (suo antiempirismo). Egli cerca piuttosto di fondare questa Teoria su di uno schema della pratica in generale che altro non è se non la generalizzazione dello schema marxiano del processo lavorativo contenuto nel cap. v del i Libro del Capitale. « Per pratica intenderemo generalmente ogni processo di trasformazione di una determinata materia prima data in un determinato prodotto, trasformazione effettuata da un determinato lavoro umano facendo uso di determinati mezzi (di `produzione') » (PM, p. 145).
Permane tuttavia in Althusser l'idea enorme che una pratica teorica e politic[...]
[...]ema del rapporto tra Marx ed Hegel, è trattata in particolare nei saggi Contraddizione e surdeterminazione (1962) e Sulla dialettica materialistica (1963), entrambi compresi nel Per Marx, oltreché nella seconda parte del saggio L'oggetto del « Capitale » (1965), compreso in Leggere « Il Capitale ».
Il ragionamento di Althusser, in Per Marx, inizia con la constatazione dell'« equivocità » della « formula del `rovesciamento' » contenuta nel Po
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scritto alla seconda edizione del primo libro del Capitale (« La dialettica, in Hegel, è capovolta. Bisogna rovesciarla per scoprire il nocciolo razionale dentro il guscio mistico »): questa formula ad Althusser appare solo « indicativa, anzi metaforica » e tale da porre « piú problemi di quanti ne risolva ». E con la costatazione che in Marx la concezione dei « rapporti specifici tra struttura e sovrastruttura meritino ancora di essere teoricamente elaborati e indagati ». L'obiettivo è duplice: dimostrare la totale diversità e specificità della dialettica marxista rispetto a quella[...]
[...]e determinante e carattere motore della contraddizione, alla difficoltà (o impossibilità: non è forse non casualmente assente in Marx una teoria dello Stato?) in Marx di passare alla politica attraverso l'economia. È la consapevolezza di questa difficoltà ad essere presente ed operante dietro la distinzione antieconomicista che Althusser introduce, permettendo in questo modo di pensare, e non è poco, questa difficoltà (o impossibilità) di Marx.
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In Leggere « Il Capitale » Althusser riprende il tema della determinazione in ultima istanza rilevando l'assenza in Marx di un concetto preciso che permetta di pensare in maniera rigorosa la « causalità strutturale », cioè la determinazione da parte di una struttura dominante (il modo di produzione dominante in una data epoca) delle strutture subalterne (gli altri modi di produzione presenti nella formazione sociale) e degli elementi determinati (la sovrastruttura). Causalità di cui pure Marx tiene conto e calcola gli effetti. Tuttavia Althusser definisce questa « causalità strutturale »[...]
[...]he, dove la scienza, i concetti scientifici esistono nella forma del visibile dell'esperienza come altrettante verità a ciel sereno » (Lc, p. 132).
Il Capitale, insomma, come una « deduzione logicostorica ». Lo storicismo è definito da Althusser una forma di empirismo in quanto individua nelle categorie delle qualità reali in qualche modo in esse « riflesse ». Lo storicismo marxista si ispira ad alcuni passi di Marx, e ad altri di Engels,
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soprattutto dove questi interpreta il significato dell'opera scientifica di Marx (L'oggetto del « Capitale », y e vi). La presenza in Marx di elementi empiristi è spiegata da Althusser mediante l'inadeguatezza filosofica di Marx che ricorre in alcuni casi al teorico esistente (Hegel) per pensare i problemi che le sue scoperte scientifiche ponevano in sede filosofica.
A sua volta, per l'interpretazione antistoricista (e antiumanista) del marxismo Althusser si avvale soprattutto dell'Introduzione del '57, in base alla quale avanza due tesi, quella della « conoscenza come produzione » e q[...]
[...]o in posizione assai importante, una serie di concetti e metafore tratti dalla psicoanalisi: surdeterminazione, lettura sintomale, causalità metonimica, condensazione, spostamento, immaginario. Ma non si tratta soltanto
o semplicemente di un debito teorico. $ presente in Althusser il preciso intento di stabilire un rapporto positivo tra marxismo e psicoanalisi (la
« psicoanalisi, tra i comunisti, non era `in odore di santità' nel 1964, quando
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pubblicai Freud e Lacan »), sulla base del convincimento che « nel campo delle `scienze umane', due scoperte imprevedibili e sconcertanti hanno sconvolto l'universo dei valori dominanti: le opere di Marx e di Freud » (MF, p. 129).
Alla scoperta dell'inconscio e piú in generale al pensiero di Freud, Althusser dedica due scritti specifici, Freud e Lacan (1964) e Marx e Freud (1976). Ma frequenti riferimenti all'opera di Freud sono rintracciabili anche in altri scritti. Nel saggio del '64 Althusser si sofferma soprattutto ad illustrare il significato dell'opera di Lacan, ma già sottolinea [...]
[...]». È nella costituzione dell'attività degli uomini, nella rappresentazione delle motivazioni della volontà, che l'ideologia deforma immaginandolo il rapporto reale degli uomini con le loro condizioni di esistenza. Il rapporto immaginario /reale non è piú tra un interno ed un esterno (da conquistare mediante un « cambiamento di terreno »), ma è una contraddizione intrinseca all'ideologia stessa che si risolve mediante la subordinazione del reale
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all'immaginario, il quale esprime il senso della volontà e dell'attività dell'uomo. « Nell'ideologia il rapporto reale è inevitabilmente investito nel rapporto immaginario: rapporto che esprime piú una volontà (conservatrice, conformista, riformista e rivoluzionaria), e persino una speranza o una nostalgia di quanto non descriva una realtà » (PM, p. 209).
Da dove provenga questa volontà (i suoi meccanismi di formazione) che deve riempirsi, trasformandoli, di contenuti reali per 'esprimersi, non è detto da Althusser, il quale risolve il problema del rapporto tra ideologia e società media[...]
[...]os de l'article de M. Verret sur « Mai etudiant », in cui Althusser definisce il movimento degli studenti una « rivolta ideologica » di segno complessivamente progressivo che fa parte della lotta di classe internazionale contro l'imperialismo. Non è difficile, mi sembra, mettere in relazione questi giudizi politici con quelli contenuti in IAIE circa la « crisi » del principale apparato ideologico di stato della società contemporanea, la scuola:
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nella « rivolta ideologica » degli studenti si manifesta la crisi dei meccanismi di riproduzione dei soggetti nella scuola e, piú in generale, la crisi dell'ideologia della classe dominante nell'intera società. Non si può infine non ricordare che in un recente scritto, Quel che deve cambiare nel partito comunista (1978), Althusser affronta il problema del funzionamento ideologico di un altro apparato ideologico di stato, il partito comunista, il quale costituisce i suoi iscritti in soggetti, i « militanti », sulla base di una ideologia che ne
garantisce l'omogeneità e l'unità. GIOVANNI [...]
[...]classe dominante nell'intera società. Non si può infine non ricordare che in un recente scritto, Quel che deve cambiare nel partito comunista (1978), Althusser affronta il problema del funzionamento ideologico di un altro apparato ideologico di stato, il partito comunista, il quale costituisce i suoi iscritti in soggetti, i « militanti », sulla base di una ideologia che ne
garantisce l'omogeneità e l'unità. GIOVANNI MARI
NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
Louis Althusser è nato il 16 ottobre 1918 a Birmandreïs, vicino ad Algeri. Compie gli studi elementari in questa città e quelli secondari (193036) a Marsiglia. Nel 1937, sempre a Marsiglia, fonda la sezione della Jeunesse Etudiante Chrétienne du Lycée du Parc. Due anni piú tardi è promosso al concorso dell'Ecole Normale Supérieure, Lettere. Nel 1940 è fatto prigioniero a Vannes in Bretagna; tradotto in Germania vi rimane prigioniero fino al maggio 1945. Durante gli anni 194548 è allievo all'E.N.s., rue d'Ulm a Parigi. Si diploma, sotto la direzione di Gaston Bachelard, con un lavoro sulla Notion de contenu d[...]
[...]it., pp. 7
185. Il volume comprende anche scritti di E. Balibar e R. Establet (tr. it. cit. dei soli
scritti di Althusser e Balibar). 25. Théorie, pratique théorique et formation
théorique. Idéologie et lutte idéologique, ciclostilato, Aprile (tr. spag. in « Casa de las
Americas », Habana, 1966, n. 34, pp. 531). 26. Matérialisme historique et Maté
rialisme dialectique, « Cahiers MarxistesLéninistes », 1966, n. 11, pp. 88122.
27. Réponse de Louis Althusser ad André Daspre, in Deux lettres sur la con
naissance de l'art, « La Nouvelle Critique », 1966, n. 175, pp. 141146. 28. Sur
te Contrat social », «Cahiers pour l'Analyse », 1966, n. 8, pp. 542. 29. Crémo
nini, peintre de l'abstraction, « Démocratie Nouvelle », 1966, n. 8, pp. 105120 (tr. it. di F. Madonia, in L. CREMONINI, Mostra antologica, 19531969, Bologna, Alfa,
1969). 30. Sur le travail théorique. Difficultés et ressources, «La Pensée »,
1967, n. 132, pp. 322. 31. Prefazione alla 2' ediz. di L.A., La revolucion teo
rica de Marx, Mexico, Siglo xxi, 1968. 32. An die deutschen Leser (1[...]
[...] L'Humanité »,
21 marzo 1969 (tr. it. in n. 66). 39. Avertissement aux lectures du Livre I du
«Capital », in K. Max,A Le Capital. Livre I, Paris, GarnierFlammarion, 1969, pp.
513 (tr. it. di M. Ciampa e E. Donda, L.A., Introduzione al I libro del Capitale, Parma, Pratiche Editrice, 1977, con una prefazione di M. Ciampa ed in appendice un
saggio di P. Raymond). 40. Lettere a Maria Luisa Maciocchi, in M.L.M., Lettere
dall'interno del P.C.I. a Louis Althusser, Milano, Feltrinelli, 1969, pp. 36, 2326,
5365, 126127, 331361. 41. A propos de l'article de Michel Verret sur « Mai
Etudiant », « La Pensée », 1969, n. 145, pp. 314 (affronta gli stessi temi della lettera
del 15 marzo 1969, in n. 40, pp. 338361).. 42. Idéologie et appareils idéologi
ques d'Etat (Notes pour une recherche), « La Pensée », 1970, n. 151, pp. 338 (tr. it., « Critica Marxista », vin, n. 5, 1970; « Il piccolo Hans », n. 67, 1975; Sull'ideologia,
Bari, Dedalo, 1976). 43. Sur le rapport de Marx à Hegel (1968), in JACQUES
D'HONDT (a cura di), Hegel et la pensée moderne, Paris, n[...]
[...]iccolo Hans », n. 67, 1975; Sull'ideologia,
Bari, Dedalo, 1976). 43. Sur le rapport de Marx à Hegel (1968), in JACQUES
D'HONDT (a cura di), Hegel et la pensée moderne, Paris, n.u.F., 1970, pp. 85111 (tr.
it. in n. 49). 44. Lenin devant Hegel (1969), in W. R. BEYER (a cura di), Hegel
Jahrbuch 19681969, Meisenheim a. Glan, 1970, pp. 4558 (tr. it. in n. 49). 45.
Lettera al traduttore del 19. Gennaio 1970, in L. A./E. BALIBAR, Reading Capital,
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London, New Left Book, 1970, pp. 323324. 46. Foreword (1970), in L.A.,
Lenin and Philosophy and other Essays, London, New Left Book, 1971, pp. 79 (tr. it.
in S. Karsz, op. cit., pp. 344347). 47. Lettera al traduttore (di Freud et Lacan)
del 21 febbraio 1969, in n. 46, pp. 177178. 48. Presentación (1971) alla nuova
edizione di MARTA HARNECKER, Los conceptos elementales del materialismo histórico,
Mexico, Siglo xxl, 19794°, pp. xixvi (tr. it. in S. Karsz, pp. 348354). 49. Lénine
et la philosophie suivi de Marx et Lénine devant Hegel, Paris, Maspero, 1972, 91 pp. Raccoglie i nn. 36, 4[...]