Brano: [...]nceva tanti uomini d'affari e garanti d'aver a che fare con uno studioso con la testa sulle spalle.
«Tipicamente femminile, il prendere in considerazione soltanto l'eredità! E piacevole, s'intende, e sarà un valido aiuto nel loro
nuovo ambiente ». C'era un'ombra d'amarezza in queste parole, perché la fortuna di sua moglie, considerevole agli inizi della car
riera, era sfumata a furia di investimenti disgraziati. « Ma la cat
tedra di Capper a Londra, questa è la cosa importante! Una cattedra nuova, per di più, alla Facoltà di Storia della Tecnica e del
l'Arte. Qui, naturalmente, noi siamo arrivati ad ammettere tante delle idee di Capper tra i nostri concetti abituali, in conseguenza del suo immenso potere di persuasione e... del suo fervido entu
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siasmo» fece una pausa, l'occhio fisso di sotto le folte sopracciglia bianche, lo sguardo d'aquila dello studioso che conosce gli
uomini cc tanto che ci siamo scordati quanto rivoluzionarie sieri alcune di esse D. Per la verità, la sua nozione di ciò che pensavano i suoi subo[...]
[...]ri giovani: «Dovete esser proprio felice! » le disse Jessi Colquhoun, la poetessa dei laghi. « Non potrò essere completamente felice» le rispose Isabel «fino a che non avremo passato il confine ». Alla moglie del Preside disse: ((Naturalmente, perderemo ogni contatto, ma non ne son così felice come lei pensa ». Infatti, pensava, se l'eccentricità di quella vecchia non fosse stata provinciale e scorbutica a quel punto, si poteva anche invitarla a Londra. Gli strali più velenosi, li serbò proprio per il Preside; mentre egli intonava: « Ci mancherà terribilmente, signora Capper! e il nostro Capper, l'uomo più capace della Facoltà! ». cc Mi piacerebbe tanto sapere che cosa dirà al Consiglio quando si renderanno conto della perdita che hanno fatto, il che avverrà inevitabilmente ». Rispose Isabella «Ci vorranno un mucchio di spiegazioni ».
Eppure, aveva proprio ragione la moglie del Preside, era appena appena in tempo per tutti e due. Negli ultimi anni, Brian aveva cominciato a fare regressi impressionanti: il sorriso, dal qua le dipendeva tutt[...]
[...]pelli grigi scarmigliati, o il marinaio spregiudicato che aveva tagliato le dita ossute dello zio Giuseppe dal bordo d'una scialuppa di salvataggio sovraccarica. Ora era ricca, tanto ricca da realizzare le sue ambizioni più smodate; accanto a questo, la cattedra di Brian pareva non avesse importanza. Però, man mano che i piani di Isabella prendevano consistenza, vi trovava posto anche la cattedra, perché essa era decisa di partire all'attacco di Londra, ed aveva abbastanza criteria da capire che mai avrebbe conquistato quella cittadella soltanto con la forza del denaro; meglio assai penetrare dalla porta accademica che conosceva tanto bene.
A gennaio, sei mesi di fitte nebbie bianche e di piogge torrenziali aveva completamente cancellato sin le tracce più lievi delle
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elemosine del luglio, e con esse tutto l'interesse nelle fortune dei Capper. La moglie del Preside, trascinata dai suoi due bulldogs francesi, avanzava a fatica sotto Aidan arch, contro una raffica di grandine, quando poco mancò che si scontrasse con miss Thurk[...]
[...]n arch, contro una raffica di grandine, quando poco mancò che si scontrasse con miss Thurkill che tornava dall'aver fatto colazione al British Restaurant. Sarebbe passata oltre con un cenno della testa, ma il naso rosso da fox terrier di miss Thurkill era tutto fremente di novità.
«Pare che la fortuna dei Capper sia stata una grossa delusione » gridò.. « Dovranno abitare quella immensa casa, dello zio ».
«Per quel che ne so delle condizioni di Londra, al giorno d'oggi, abitare Pentonville Prison sarebbe una fortuna» urlò la moglie del Preside.
« Ma non è tutto! » sogghignò miss Thurkill. « È un vero orrore! Gli toccherà tenersi i cadaveri in casa vita natural durante! Fa parte delle clausole del testamento » .
La noia aveva data alla moglie del Preside la convinzione di possedere poteri divinatori oltre che psicologici, e subito si rese conto che qualche male era nell'aria.
«Ho avuto torto quando dissi che quella scioccherella s'era salvata appena a tempo. Povera creatura patetica, con le sue meschine ambizioni ed i suoi abiti da cerim[...]
[...]o Giuseppe e di zia Gladys erano irrevocabilmente trasformate in coralli dell'Atlantico, o sulla via di diventarlo. Ma nel testamento c'era effettivamente una clausola abbastanza fastidiosa da fornire ampio motivo di ansietà ad Isabella nel bel mero della sua trionfante campagna per il potere. Era bastato pochissimo tempo per dimostrare che i Capper erano avviati ad un brillante successo. Todhurst era stato falso profeta: nel mondo accademico di Londra, Brian era stato accolto con tutti gli onori, non solo in seno all'Università, ma anche nella società elegante dei Musei e delle Gallerie d'arte, e nelle case dei ricchi collezionisti, commercianti d'arte, sociologi alla moda, archeologi chic, che gravitano attorno ad essa. Bisogna tener presente che parecchi di quelli dotati di quel particolare carrierismo giovanile di Brian ormai stavano diventando un pi stanchi e sorpassati, mentre la generazione del dopoguerra era in un certo senso troppo assoluta nelle sue prospettive, troppo sicura delle sue opinioni per riuscire in quella duttilità che[...]
[...]tarla mediante tutte le leccornie che il mercato nero poteva procurarle.
Assicuratisi cosí gusto e dottrina, Isabella cominciò a cercar di scovare un appoggio all'infuor del mondo accademico alla moda, un palo profondamente conficcato nella società. Le spine che circondavano l'eredità cominciavano a pungere. Si rifiutava ancora di credere che quella clausola grottesca e perversa potesse davvero esser valida, ed aveva messo tutti gli avvocati di Londra a confutarla. Ma, anche così, gli inciampi non mancavano. Bisognava, ad esempio, che lasciassero il vasto appartamento mobiliato che avevano preso in Cadogan Street ed occupassero la stravagante dimora dello zio Giuseppe in Portman Square, ingombra della più varia paccottiglia piccolo borghese messa insieme sin dal 1890; il testamento su questo era perfettamente esplicito. Il quartiere, ella pensava, poteva andare. Ma davanti alla prospettiva di riempire quella casa, e riempirla come si deve, di mobilio, di persone di servizio, e, sopra tutto, di ospiti, esitava. Fu in quel momento che
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[...]ora dello zio Giuseppe in Portman Square, ingombra della più varia paccottiglia piccolo borghese messa insieme sin dal 1890; il testamento su questo era perfettamente esplicito. Il quartiere, ella pensava, poteva andare. Ma davanti alla prospettiva di riempire quella casa, e riempirla come si deve, di mobilio, di persone di servizio, e, sopra tutto, di ospiti, esitava. Fu in quel momento che
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conobbe Guy Rice. Sin dal suo arrivo a Londra, aveva visto tanti bei giovani invertiti, tutti con le stesse identiche voci, cravatte, pettinature complicate e frasario, che ormai era incline ad ignorarli. Non dubitava che alcuni di essi fossero importanti, ma era ben difficile distinguere in mezzo a tale uniformità e desiderava non commettere errori. Guy Rice, però, stabili di conoscere lei; intuì subito quanto fosse malcerta, dura e decisa. Era proprio il ricco chiodo che gli serviva per appenderci il suo formidabile fiuto per i «pastiches », che, se ne accorgeva allarmato, minacciavano di diventare fondi di magazzino. Derubarsi a vicen[...]
[...]. I giornali misera la cosa a tacere, ed un giornale domenicale, in un articolo intitolato « La Scienza ha diritto? » non fece che confondere le cose designandolo professore di anatomia e alludendo oscuramente a Burke
e Hare.
Così crollarono le speranze di Isabella. In verità, le restava ancora la signora Mule a fare il vampiro, ma senza gli altri non serviva a niente. Anzi, la posizione di Isabella era peggiore di quando era appena arrivata a Londra, giacché ce ne sarebbe voluto del tempo perché si dimenticasse la sua intimità con il Professore
e con Guy. Brian sulle prime rimase un po' imbarazzato, ma c'era tanto da fare all'università, che gli restava ben poco tempo per pensare a quel che avrebbe potuto accadere. Ora, egli formava il centro di una cerchia di studenti e conferenzieri che gli pendevano dalle labbra. Man mano che i piani mondani di Isabella sfumavano, cominciò a riempir la casa dei suoi amici, e, a volte, lo trovava dritto in piedi di faccia al quadro di Zurbaran intento a indicare con la pipa ad un gruppo di giovani fer[...]
[...]professorale sull'esile persona, mentre usciva dalla sala di conferenze, e si affrettò verso il Caffè Erica. Voltando l'angolo, presso la libreria Strachan, scorse la moglie del Preside che avanzava verso di lei. Malgrado la temperatura gelida, la vecchia signora si moveva lentamente, perché l'amara messe invernale di influenza e bronchite le aveva indebolito il cuore; ora, pareva grassa e vacillante come i suoi bulldogs.
« Ha avuto la nomina a Londra ? » gridò — domanda crudele, perché conosceva benissimo ld. risposta negativa. —. « Tornata nella tomba, eh? » prosegui « Bé, almeno qui sappiamo d'esser morti ».
Miss Thurkill sogghignò nervosamente: «Non si direbbe che a Londra siano molto più vivi » disse. (( Sono andata a trovare i Capper, ma non sono riuscita a farmi aprire la porta: si sarebbe detto che la casa fosse disabitata ».
cc Si . saranno presi la peste, immagino» disse la moglie del Preside « se la saranno portata via di qui ». E rise tra sé, allontanandosi bassa e tozza che pareva un rospo.
«Isabella certo non ha avuto il successo che pensava» sibilò Miss Thurkill, contorcendosi tutta come un serpente maligno. « Bé, finirò morta assiderata se rimango qui! » aggiunse, e si allontanò in fretta.
Nel vento che soffiava vecchia signora: «Nessuno dicesse.[...]