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Il segmento testuale Logica formale è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 126Analitici , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [Le relazioni] R. Cessi, Lo storicismo e i problemi della storia d'Italia nell'opera di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]ro concetto di vita.

È legittimo il timore che lo" schematismo teorico deU’analisi dei concetti nella presunzione di attingere a rapporti concreti si traduca poi in una riduzione dei rapporti stessi, nei quali si presume che il dato storico trovi la sua estrinseca manifestazione, in una interpretazione disforme del suo contenuto sostanziale.

Tali obiezioni sono doverose per prevenire facili deviazioni, proprio per eliminare l’errore di una logica formale, sostanzialmente identico al presunto errore, che si presume rilevare nella storia, che altro non è che errore di postuma interpretazione.

Nella storia non esistono errori, ma atti suscettibili di diversa interpretazione e valutazione, ih paragone di determinati, opposti e contrari interessi, siano essi materiali, contemporanei all’azione, od intellettuali di successivo apprezzamento.474

Le relazioni

Storia e storiografia

Ma qui conviene distinguere fra accertamento degli elementi componenti ed applicazione comparativa, la quale può essere soggetta all’errore di interpretazione. [...]

[...] da arbitrio.

Latto di volontà umana non è arbitrio, ma risultato di un processo sociale, di cui ignoriamo o non riusciamo a scoprire gli elementi componenti — aspetto statico —, e le funzionalità — aspetto dinamico —, ma non per questo è abbandonato al caso, all’accidente, al contingente, senza norma e regola; non è quello rispondente alla interpretazione empirica del senso comune, che è fattore secondario, o quello pseudo scientifico di una logica formale. Anche essa, forma secondaria, è derivata dal processo storico.

Anche il principio di causalità mantiene il proprio valore, anche se è difetto di conoscenza. Ecco dove riposa e dove mi si presenta il dubbio, che io avevo sollevato all’inizio, sopra il carattere subiettivo, che il Gramsci attribuiva alla conoscenza. Questo carattere subiettivo, che è determinato non dall’assenza assoluta di qualche elemento esterno, ma dal fatto che la conoscenza stessa è limitata per effetto della limitazione individuale e subiettiva, non consente la ricerca e la sicura individuazione di tutti i rapporti e[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] N. Vaccaro, La dialettica quantità-qualità in Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]eiridealismo e del materialismo tradizionale, espressioni, come Gramsci stesso dice, delle vecchie società. Ci troviamo cosi di fronte ad un punto che solo può farci intendere quanto intima ed inscindibile sia la connessione fra il momento della concezione ed il momento metodico, presenti in ogni categoria della dialettica. Infatti Gramsci in più luoghi si esprime in maniera esplicita e decisa contro la riduzione della dialettica a sezione della logica formale, in altri termini contro la riduzione della dialettica a logica del movimento in confronto ailla logica della stasi, rappresentata dalla logica formale. Egli avverte cioè che se la dialettica marxista deve essere concepita in tutta la sua novità, le sue categorie da un lato devono essere viste depurate da ogni contenuto speculativo (l’« autoconcetto » ) dall’altro devono essere liberate da ogni valore puramente strumentale, a cui in fondo si riducono la logica e la metodologia formali. Questo non significa negare o sminuire i problemi puramente logici, significa invece collocarli nella loro giusta luce e sulla base del rapporto al contenuto, cioè del valore gnoseologico della categoria.

Per comprendere in tutto il loro valore le indicazio[...]

[...]lore le indicazioni che Gramsci ci dà a tale proposito richiamiamoci alle riflessioni contenute nella nota intitolata « La tecnica del pensare » \ In tali pagine la considerazione principale è l’affermazione che la dialettica « è un nuovo modo di pensare, una nuova filosofia, ma è anche perciò una nuova tecnica ».

Da questa prospettiva vanno considerati il valore metodico dell’affermazione di Engels che della vecchia filosofia rimane anche la logica formale dopo le innovazioni portate dalla filosofia marxista, ed insieme l’altro problema del rapporto fra « tecnica s> e « pensiero in atto ».

Ogni nuova concezione, proprio perché tale, implica l'assimilazione di un nuovo procedere logico; cioè il fatto tecnico non può essere separato dal fatto filosofico. Ma se qui ci richiamiamo alla concezione di Gramsci del materialismo storico come filosofia di massa ed al contempo come teoria della conoscenza, due prospettive a mio parere qui si aprono, entrambe a valore storico. Infatti la tecnica che è incor
1 M. S., pp. 5961.Nicola Vaccaro

325

p[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] S. G. Graziano, Alcune considerazioni intorno all'umanesimo di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]rà una quercia » 3. Dall'altra, la filosofia propriamente detta che poi sarebbe il materialismo filosofico o metafisico o meccanico. Scissione, questa, tra dottrina storicopolitica e filosofia, che permane ingiustificata anche quando come filosofia venga dichiarato il materialismo dialettico. In questo caso
¡ 1 M. S., p. 157.
2 M. S., p. 151.
3 M. S., p. 126.
11.
152 I documenti del convegno
la dialettica, « degradata ad una sottospecie di logica formale », non ritrova la sua vera funzione e il suo fondamentale significato che solo si affermano nella « filosofia della prassi ... concepita come filosofia integrale e originale che inizia una nuova fase nella storia e nello sviluppo mondiale del pensiero in quanto supera (e superando ne include in sé gli elementi vitali) sia l'idealismo che il materialismo tradizionali delle vecchie società. Se la filosofia della prassi non è pensata che subordinatamente a un'altra filosofia, non si può concepire la nuova dialettica, nella quale appunto quel superamento si effettua e si esprime » 1. La radice di[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] L. Geymonat, Per un intervento al convegno di studi gramsciani in Studi gramsciani

Brano: [...]imo.
Proprio qui vanno ricercate le radici ultime della perplessità di alcuni studiosi italiani, legati alla odierna rinascita illuministica, nel giudicare l'attualità « piena e completa » dell'opera di Gramsci. Il neoilluminismo ha costituito un rivolgimento profondo della filosofia, e ha fatto affiorare temi nuovi, assolatamente ignoti alla problematica crociana (basti ricordare quelli connessi alla metodologia scientifica, alla tecnica, alla logica formale, ecc.) e presenti invece in altri filoni della cultura italiana (Cattaneo, Peano, Vailati, Enriques) trascurati dal crocianesimo.
Oggi il marxismo ha dimostrato di saper formulare, proprio su questi ultimi temi, una parola molto seria e piú profonda certo di quella dei neopositivisti tedeschi e americani. Meno chiaro, invece, è se abbia potuto dire su di essi una parola altrettanto fondamentale chi si muoveva — sia pure con la massima serietà e perspicacia — in una problematica sostanzialmente condizionata da quella crociana.
Su questo punto desidererei un preciso chiarimento da parte dei d[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] N. Bobbio, Nota sulla dialettica in Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]a diventa uno degli argomenti principali, come vedremo meglio in seguito, contro Bukharin, il quale, nella sua presentazione del
1 M. S., p. 61. Il corsivo è mio.
2 M. S., p. 132. Il corsivo è mio.
Norberto Bobbio 75
materialismo storico, distinguendo la filosofia, come scienza della dialettica, dalla dottrina della storia e della politica, avrebbe, secondo Gramsci, sottovalutato l'importanza della dialettica, facendone una sottospecie della logica formale, mentre essa è una nuova logica, anzi una nuova teoria della conoscenza: « Posta cosí la quistione [come la pone Bukharin), non si capisce piú l'importanza e il significato della dialettica che, da dottrina della conoscenza e sostanza midollare della storiografia e della scienza della politica, viene degradata a una sottospecie di logica formale, a una scolastica elementare » 1. 'Il concetto di Gramsci mi par questo: che la separazione del capitolo sulla dialettica dalla trattazione dei problemi storici ed economici impedisce al metodo dialettico di mostrare tutta la sua potenza inventiva e costruttiva. Altrove, infatti, precisa che nella scienza della dialettica o gnoseologia, come lui la intende, « i concetti generali di storia, di politica, di economia si annodano in unità organica » 2; e quindi essa non può essere separata, come teoria del metodo, dall'applicazione del metodo ai problemi dell'interpretazione storica, economica e [...]

[...]lto che verso il '48 aveva raggiunto la scienza delle nazioni piú progredite d'Europa: la filosofia classica tedesca, l'economia classica inglese e l'attività e scienza politica francese » 3. Con queste parole Gramsci condanna la disintegrazione dell'unità del materialismo storico; unità che egli ritiene fondata esclusivamente sull'uso del metodo dialettico.
Si osservi che questa insofferenza per la separazione della dialettica « come specie di logica formale », dal corpo delle dottrine marxistiche, è ribadita anche a proposito della Storia del materialismo del Lange. Gramsci ritiene che quest'opera sia stata la causa di alcune grossolane interpretazioni materialistiche del marxismo, le quali hanno fatto del marxismo una dottrina materialistica corretta dalla dialettica, ma, ciò
M. S., p. 132.
2 M. S., p. 129.
3 M. S., pp. 128129.
76 I documenti del convegno
facendo, — qui ritorna il suo concetto principale — si è assunta la dialettica come « un capitolo della logica formale e non come essa stessa una logica, cioè una teoria della conoscenza [...]

[...]ito della Storia del materialismo del Lange. Gramsci ritiene che quest'opera sia stata la causa di alcune grossolane interpretazioni materialistiche del marxismo, le quali hanno fatto del marxismo una dottrina materialistica corretta dalla dialettica, ma, ciò
M. S., p. 132.
2 M. S., p. 129.
3 M. S., pp. 128129.
76 I documenti del convegno
facendo, — qui ritorna il suo concetto principale — si è assunta la dialettica come « un capitolo della logica formale e non come essa stessa una logica, cioè una teoria della conoscenza » 1.
Proprio perché la dialettica è un nuovo modo di pensare, una nuova filosofia, è un modo di pensare difficile, non da tutti: essa va contro il senso comune, che è dogmatico e si fonda sulla logica formale, mentre essa è critica, è la critica per eccellenza e invece di essere un capitolo della logica formale, ne è l'antitesi. Vi sono due passi su questo punto: « Si sente che la dialettica è cosa molto ardua e difficile, in quanto il pensare dialetticamente va contro il volgare senso comune che è dogmatico, avido di certezze perentorie ed ha la logica formale come espressione » 2. Parlando del dilettantismo filosofico parla « della mancanza di senso storico nel cogliere i diversi momenti di un processo di sviluppo culturale, cioè di una concezione antidialettica, dogmatica, prigioniera degli schemi astratti della logica formale » 3.
L'interesse che Gramsci aveva per il problema della dialettica può anche essere testimoniato dal progetto che egli andava accarezzando di approfondirne lo studio: in un passo bibliografico sono citate, come opere da cercare, la Dialettica dei Padri Liberatori e Corsi, e i due volumi Dialettica di Baldassarre Labanca, oltre al capitolo « Dialettica e logica » nei Problemi fondamentali del marxismo di Plekhanov 4.
3. Quanto all'uso del termine « dialettica » (e derivati), si trovano nella pagine di Gramsci i diversi significati che il termine ha assunto nel linguaggio marxistico. Si poss[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Cessi, Problemi della storia d'Italia nell'opera di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]ana, si distacchi dallo storicismo idealista e da quello positivista, o dal vecchio materialismo empirico.
Né lo storicismo gramsciano si riduce a un economismo puro e grossolanamente materialista. La storia, nel pensiero del Gramsci, si identifica in concomitanza con la politica e la filosofia, nella vita stessa, sia che si consideri come accadimento del passato, ovvero attuazione del presente, o previsione del futuro, e non si dissolve in una logica formale, propria dell'idealismo, o in un « fatalismo » naturalistico, che considera l'uomo come agente biologico o un astratto « homo oeconomicus »; ma si realizza in una serie di rapporti, che in vario grado di sviluppo e di intreccio costituiscono il tessuto della vita, sul quale operano gli aggruppamenti umani, nelle loro perenni alternative ed evoluzioni.
Storia non è storiografia: questa non è che interpretazione di quella, e, come tale, è soggetta ai difetti di conoscenza e, coerentemente, di rappresentazione unilaterale, di illusioni, o di presunzioni.
Assai facile, per esempio, nella presun[...]



da Giuseppe di Vittorio, Premesse della unità del movimento sindacale in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 3 - agosto

Brano: [...]pi della famosa enciclica Rerum Novarum. Basandosi sulla logica cristiana, intesa in un senso angusto e formale, secondo la quale anche padroni ed operai sono fratelli (e quindi debbono collaborare e non lottare tra di loro) l'accennato congresso stabilì di contrapporre ai Sindacati di classe dei Sindaeati cattolici misti, nei quali avrebbero dovuto organzzarsi assieme padroni e lavoratori. Ma la realtà dei fatti non tardò ad aver ragione della logica formale. Infatti, un successivo congresso cristianosociale, che si tenne a Bologna nel 1903, dovette costatare il fallimento del tentativo di formare dei Sindacati misti di padroni e lavoratori, e decidere la costituzione di Sindacati di tipo classista, composti, cioè, esclusivamente di lavoratori (1). E' da quell'anno che data la ,ereazione dei primi Sindaeati operai cattolici.
Questo movimento, per quanto sostenuto attivamente dai parroei, si sviluppò assai stentatamente, nonostante che nel campo puramente religioso la Chiesa cattolica non avesse nessun rivale in Italia. Infatti, solamente nel 191[...]



da Franco Fortini, Cronache della vita breve in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]valore della sua nota è proprio nel richiamare il passato e nel prospettare il futuro, al di là delle attuali «difese dalla costituzione ». Cosi come il valore di quella di Bobbio consisteva, mi pare, nel richiedere al pensiero comunista, che
154 FRANCO FORTINI
cosa, delle « forane » create dal liberalismo, sopravvivesse alla classe che le ha generate. Di queste bandiere della borghesia se ne stanno impugnando parecchie: dalla linguistica alla logica formale, dal rispetto dei documenti a quello degli esperimenti scientifici. Tanta fretta é preoccupante. Che i rivoluzionari siano migliori difensori della tradizione, lo si sapeva benissisno e fin dai tempi di Tocqueville. Ma l'eccesso di zelo é sospetto. E dunque Galvano Della Volpe, pur senza toglier la parola ad altri, bene ha fatto a ricordarci che la democrazia comunista é un'altra cosa.
s
Una storia di gatti. — In te!Irpi remoti, alla chiesa di San Liberato era annesso un convento. M tompo dei francesi, i frati furono espulsi, il convento divenne caserma. In anni più vicini ai nostri, abitaz[...]



da [Gli interventi] Gilbert Moget in Studi gramsciani

Brano: [...]erti nessi fondamentali, e render conto insieme di tutti gli aspetti della realtà e dell’unità di essa, per comprendere il reale e esser capaci di modificarlo. Per chi vuol studiare l’importante contributo di Gramsci al concetto stesso di cultura, è necessario capire il valore gnoseologico della dialettica, la quale non può essere dialettica pura di concetti come nell’idealismo d’ispirazione hegeliana, ma non deve neppure diventare « capitolo di logica formale » aggiunto a un materialismo tradizionale. La critica fatta al Saggio di Bukharin, acuta e spietata, talvolta severa e appassionata, testimonia della necessità urgente per Gramsci che la filosofia della prassi superi il materialismo tradizionale (volgare), sia pur questo rinnovato da una dialettica formale./Cosi, la cultura non si potrà definire se non attraverso rapporti dialettici, fra i quali il rapporto fondamentale è quello496

Gli interventi

di teoriapratica, che può assumere forme diverse: filosofiapolitica, intellettualimassa, dirigentidiretti ecc...

In questa concezione dell[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Logica formale, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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