Brano: [...]unque

Il Battaglione « Lupo », composto in gran parte da giovanissimi repubblichini in Lunigiana (1944)

Ma per l'ala moderata del neofascismo si trattava di trovare gli strumenti più efficaci per l’organizzazione de! consenso intorno al nuovo regime, rifiutando « il partito dei pochi ma buoni » che, nella sua logica settaria, restringeva i momenti di contatto tra gerarchie e opinione pubblica. Soltanto nella primavera

Mussolini parla al Lirico di Milano. Sono con lui (a sinistra) Francesco Barracu e il segretario del P.F.R. Alessandro Pavolini (16.12.1944)

un’altra notevole differenziazione tra il P.F.R. e il P.N.F.. Se nel ventennio, a partire dal 19251927, le istanze squadristiche nell’ambito del partito erano state assorbite e smorzate con la fondazione della Milizia (v.) (che aveva segnato il prevalere dell’ala perbenista e « legalitaria » del fascismo delle origini), nella Repubblica sociale lo squadrismo potè prendersi la rivincita, costringendo il partito ad adeguarsi alla sua efficienza militare. Nell’estate del 1944 a Pavolini no[...]

Brano: [...]vorare con noi, fuori

o dentro le nostre file, tesserati o non tesserati. Più in là non si può andare ». Era una chiusura netta che consigliò a Parini una serie di precisazioni, per chiarire che i partiti a cui faceva riferimento non dovevano essere « una copia padana » di quelli operanti nell’Italia meridionale.

La fiducia nel partito unico, anche se con maggior ambiguità, fu confermata nel noto discorso pronunciato da Mussolini al Teatro Lirico di Milano il 16.12.1944, in un ultimo sussulto propagandistico del fascismo repubblicano. Il Duce ribadì la tesi della « continuità » cara a Farinacci, sottolineando l’inattualità di « ogni discussione sul problema della pluralità dei partiti » dopo l’abolizione della tessera come requisito essenziale per accedere ai pubblici impieghi.

Comunque il dibattito sullaltemativa partito unico o pluralismo non ebbe mai una conclusione esplicita e forse faceva bene Mussolini a definire « bizantina » l’intera questione. In realtà, il P.F.R. si dimostrò incapace di funzionare sìa come « partito unico » che com[...]

Brano: [...] 4.6.1944, iniziò un rapido processo di disgregazione del partito e dell’autorità fascista nell’Italia centromeridionale. Nelle regioni settentrionali, all’estate partigiana seguirono i rastrellamenti dell’autunno (Carnia, Ossola, Langhe), ma già in ottobre c’era aria di smobilitazione e i gerarchi di Salò decisero di trasferire i loro famigliari in Svizzera. Mussolini ebbe un ultimo sussulto di vitalità politica con il discorso tenuto al Teatro Lirico di Milano (v.)

il 16.12.1944 e che rappresentò una sorta di testamento politico, del fascismo morente.

Dopo aver ripreso il tema del “tradimento”. Mussolini esortò i camerati al sacrificio supremo: « Noi vogliamo difendere con le unghie e coi denti la valle del Po; noi vogliamo che la valle del Po resti repubblicana in attesa che tutta l’Italia sia repubblicana ».

Ma ben pochi in realtà dimostrarono di essere disposti a sacrificarsi: i tedeschi trattarono con gli Alleati (Wolff, per mostrare la sua buona volontà, fece liberare Ferruccio Parri); trattarono i gerarchi, nel tentativo di acquisirs[...]