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Il segmento testuale Liberazione è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 189Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Giovanni Pirelli e Piero Malvezzi (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza europea in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: NUOVI ARGOMENTI
N. 3 LuglioAgosto 1953
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE
DELLA RESISTENZA EUROPEA
Nei primi due o tre anni dopo la Liberazione vi è stata in Italia una grande fioritura di scritti sulla Resistenza. Salvo poche eccezioni si trattava, come logico, di memorie e di opuscoli celebrativi, scarsamente efficaci come ,contributi alla storia della Resistenza, preziosi tuttavia, nel loro insieme, per ché offrono un mosaico di testimonianze particolari ed un quadro del clima in cui si svolsero gli avvenimenti di quegli anni. Pochi di quei, testi, anche fra i buoni e gli ottimi, ebbero larga diffusione. Per quanto sappiamo, negli altri Paesi dell'Europa Occidentale (ad eccezione della Francia dove si é dato grande rilievo alla ri[...]

[...] L'Agnese va a morire di R. Viganò), saggio, o articolo della stampa di sinistra. È mancata da parte governativa ogni iniziativa (fa eccezione il breve periodo in cui funzionò l'Ufficio Storico della Presidenza del Consiglio) tendente a promuovere la sistematica raccolta ed elaborazione di documenti, la diffusione dei libri sulla Resistenza nelle pubbliche biblioteche, l'educazione degli scolari e studenti ai valori che animarono il Movimento di Liberazione in Italia e negli altri Paesi e, in genere, la conoscenza di quel momento della nostra vita nazionale che fu l'atto di nascita della Repubblica Italiana. È mancata da parte degli studiosi ed artisti una elaboiazione dei fatti e dei temi di quei tempi, ostando, fra molte cause spcci
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
fiche e generiche, lo scoraggiamento degli editori, anche fra i più democratici, di fronte al disinteresse del mercato librario per i testi sulla Resistenza. Il solo Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia ha rappresentato, pur nella est[...]

[...]onale che fu l'atto di nascita della Repubblica Italiana. È mancata da parte degli studiosi ed artisti una elaboiazione dei fatti e dei temi di quei tempi, ostando, fra molte cause spcci
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
fiche e generiche, lo scoraggiamento degli editori, anche fra i più democratici, di fronte al disinteresse del mercato librario per i testi sulla Resistenza. Il solo Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia ha rappresentato, pur nella estrema limitatezza dei mezzi finanziari a disposizione, una certa continuità negli studi e nella raccolta di documenti. E ciò proprio nel periodo in cui avveniva la fioritura delle memorie degli exgerarchi fascisti e repubblichini. Analoga vicenda sembra aver subito la pubblicistica degli altri Paesi dell'Europa Occidentale e una parallela fioritura di memorie di nazisti (ultime della serie quelle di Kesserling) si è verificata nella Germania di Bonn.
Recentemente, invece, vi è stata da noi una ripresa delle iniziative legate ai temi e valori della Resi[...]

[...]te dell'opinione pubblica italiana. Studiosi e critici, anche esponenti di ideologie o correnti politiche ormai lontane dalla Resistenza, o ad essa ostili o nemiche, si sono trovati impegnati ad un riesame dei valori espressi in quegli anni di lotta. Le reazioni furono, come logico, varie, riflettendo l'evoluzione, dopo circa un decennio, delle correnti che della Resistenza erano state protagoniste e dei partiti che avevano formato i Comitati di Liberazione Nazionale; ma furono nel loro insieme, (ignorandosi qui volutamente gli insulti di una parte della stampa neofascista) serie e impegnate. Perciò ci parve di essere su di una buona strada e di dover fare, su di essa, un passo avanti.
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 3
Dapprima pensammo ad una seconda raccolta di lettere di partigiani, non più limitata al tema dei condannati a morte. Ne facciamo qui cenno perché è una ricerca che qualcuno dovrà compiere (e subita, prima che altro materiale vada disperso!) rifacendosi al lavoro che l'Omodeo compi sulle lettere dei combatt[...]

[...]nterviene il caso che ci fa scoprire un titolo o un nominativo grazie al quale il problema di un intero settore giunge rapidamente ad una felice conclusione. Possiamo dire di essere attualmente, dopo un anno circa dall'inizio, a tre quarti del nostro lavoro. Restano da superare, tuttavia, i problemi più difficili.
1 documenti che presentiamo sono una scelta di quelli finora raccolti e tradotti. Solo una parte dei Paesi in cui vi fu Movimento di Liberazione vi sono rappresentati. Da altri attendiamo il materiale che si sta raccogliendo e per altri ancora, come per l'Olanda, "la Rumenia, la Bulgaria, non abbiamo ancora trovato il giusto canale. Un caso a sé è quello della Polonia dove i patrioti (i polacchi in genere) furono vittime di eccidi di massa, senza tri, bunali e senza preavvisi, ed intere famiglie, anzi, intere comunità, furono sterminate; malgrado le ricerche compiute dallo Zwiazek Bojownikow di Varsavia, la sola Lettera finora reperita (che qui presentiamo, di ignota presumibilmente polacca, ci proviene da un archivio berlinese). Pres[...]

[...]elle tue care mani. Quando li avrai, se ciò avverrà mai, tutto sarà già comunque chiarito. Vari prigionieri condannati a pene minori, che sopravviveranno a me, ti racconteranno più estesamente di me e delle mie cose, del mio destino e del mio con tegno. La morte non é in definitiva così orribile come generalmente la si pensa. Una volta che ci si è rassegnati al proprio destino e se si tiene conto dello stato in cui qui vegetiamo, essa é una vera liberazione. Ognuno si augura che venga subito, eppure tutti temono le ore estreme, l'angoscia della morte prende ogni uomo ed ogni nervo si ribella contro la morte violenta. Con tutta
24 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
la rassegnazione esteriore e nonostante una continua preparazione spirituale, è sempre una terribile prova per i nervi quando, dalla propria cella o da quella vicina, dei prigionieri vengono prelevati per essere giustiziati. In ogni giorno in cui le esecuzioni hanno luogo, in gènere il mercoledì, giovedì e venerdì, già si è presi dallo spavento quando si sente l'a[...]



da Orazio Barbieri, La leggendaria liberazione di Firenze ad opera del popolo fiorentino in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1954 - numero 7 - luglio

Brano: RINASCITA 457
Nel decimo anniversario della Resistenza
La leggendaria liberazione di Firenze
ad opera del popolo fiorentino
Invano i fiorentini che l'11 agosto celebreranno il decimo anniversario della liberazione della loro città, cercheranno sul calendario un segno che sottolinei quella data, e inutilmente i giovanissimi, che dai padri e dai fratelli maggiori hanno sentito narrare gli episodi di quell'evento, cercheranno a scuola nei libri di storia o di lettura un commento o un racconto sulla leggendaria liberazione di Firenze. Eppure quella fu e resta una bella pagina della nostra storia nazionale e della Resistenza europea; fu certamente uno dei più belli episodi vittoriosi di lotta armata popolare contro i tedeschi ed una delle più importanti esperienze politiche e militari di guerra partigiana.
Anche a Firenze dopo l'8 settembre si lavorava per mobilitare tutto il popolo nella lotta armata, secondo le direttive del P.C.I. Ma in quel tempo i dirigenti politici preparati erano pochi e la Federazione comunista fiorentina non aveva che scarsi e deboli legami con nuclei cittadini e delle campagne. Diffici[...]

[...]ido e taciturno, penetrava con lo sguardo intelligente gli uomini e con pronto intuito le situazioni. Egli seppe orientare noi comunisti, seppe, nel C.T.L.N., comprendere gli alleati politici, seppe proporre e fare accettare la linea politica giusta per lo sviluppo della lotta in Toscana nei momenti più difficili e decisivi, conquistando la stima dei vari Zoli, Piccioni, Ragghianti, Agnoletti, Dall'Oppio e Lombardi che componevano il Comitato di Liberazione. (Anche i compagni Renato Bitossi e Vittorio Bardini furono per un breve periodo a Firenze fra settembre e ottobre, ma poi dalla Direzione del P.C.I. ebbero serii incarichi in altre province).
Quando anche a Firenze fu lanciata la parola d'ordine della lotta armata, gli eserciti alleati non avevano ancora messo piede in Europa e l'eroico Esercito rosso, pur avendo iniziata la controffensiva, non era ancora giunto alle frontiere della Polonia.
Iniziare la lotta armata contro i tedeschi voleva dunque dire affrontare la lotta in pieno, sostenuti dalla crescente forza delle armate delle Nazioni U[...]

[...]u lanciata la parola d'ordine della lotta armata, gli eserciti alleati non avevano ancora messo piede in Europa e l'eroico Esercito rosso, pur avendo iniziata la controffensiva, non era ancora giunto alle frontiere della Polonia.
Iniziare la lotta armata contro i tedeschi voleva dunque dire affrontare la lotta in pieno, sostenuti dalla crescente forza delle armate delle Nazioni Unite e dei popoli in rivolta, ma senza la prospettiva di una rapida liberazione per mezzo delle armate alleate. I fiorentini ne erano coscienti, volevano combattere e contribuire alla propria liberazione. E quando il Partito comunista italiano lanciò l'appello, in occasione della dichiarazione di guerra da parte del nuovo governo Badoglio alla Germania, i comunisti fiorentini gettarono tutte le loro forze nella lotta armata. «L'Italia ha dichiarato guerra alla Germania.» — diceva l'appello — «Mai guerra fu più sacrosanta, più giusta e necessaria. Negandoci il diritto alla pace e alla libertà, il nazismo ha preteso imporci la guerra al suo servizio e per i suoi interessi» — e l'appello così proseguiva: — « :.. Dinanzi a noi non c'è che una sola via: impugnare le armi e batterci contro i nuovi [...]

[...]poli; da cui erano usciti i più coraggiosi combattenti antifascisti. E l'eco delle prime fucilate sui monti Morello, di Greve e di Secchieta risuonò per le campagne toscane, scosse e mosse alla collaborazione coi partigiani e alla lotta contro i tedeschi i mezzadri toscani e le donne della nostra campagna.
Ma quella larga mobilitazione di popolo e la costituzione delle gloriose brigate «Lanciotto», «Caiani», «Sinigaglia», che resero possibile la liberazione di Firenze ad opera dei fiorentini stessi, non fu facile. La via della vittoria passò attraverso dolorose e sanguinose esperienze. Il primo importante colpo dei G.A.P. fiorentini fu quello che portò all'uccisione del capitano Gobbi, comandante del Distretto militare di Firenze, che aveva messo in atto minacce e rappresaglie contro i giovani renitenti alla leva, dicembre del 1943, i G.A.P. fiorentini lo freddarono, grazie ad un piano magistralmente attuato. A questo giusto castigo, Manganiello e Carità risposero con il massacro di cinque antifascisti giä detenuti al carcere delle Murate. Secon[...]

[...]azione e alla direzione della insurrezione parteciparono a Firenze anche i compagni Francesco Leone e Antonio Roasio (Silvati) (che con il compagno Giuseppe Rossi costituivano il triumvirato insurrezionale), insieme ai compagni fiorentini Mario Fabiani, Guido Mazzoni, Giulio Montelatici, Dino Saccenti e tanti altri.
Ora, pure alla distanza di dieci anni, il ricordo mi riporta agli ultimi giorni turbinosi dell'occupazione nazista e a quelli della liberazione della città. Nomi cari di compagni e di amici caduti, volti equivoci di fascisti rimasti in città per l'ultima bisogna, figure oscure di guastatori tedeschi, vie, piazze, giorni indimenticabili in ognuno dei quali c'è stato un dramma, un episodio di eroismo, un gesto di solidarietà, un atto di tradimento, si rianimano come cose presenti.
Il rombo dei cannoni degli alleati si udiva già in città. Le brigate partigiane che operavano sui monti circostanti erano scese nei dintorni più prossimi di Firenze con una rapida marcia di avvicinamento: la «Lanciotto» e la «Sinigaglia» dal Pratomagno e dal [...]

[...]unque distruzione e morte. Anche nella nostra città se ne scorgono i tristi annunci: pacifici cittadini presi in ostaggio per essere fucilati, fabbriche spogliate e devastate, negozi, magazzini e case saccheggiate, razzie di uomini in tutti i quartieri».
Nello stesso giorno il C.T.L.N. dopo una vivace discussione dovuta alla resistenza dei democristiani, lancia alla popolazione un manifesto nel quale fra l'altro è detto:
« Il Comitato toscano di Liberazione nazionale avverte la cittadinanza che un gruppo di individui fascisti e collaboratori tedeschi, tra i quali si notano il questore di P.S. Manna, il generale Somma, già comandante la divisione di camicie nere " 23 marzo ", e gli ufficiali dei carabinieri generale Carlino, generale De Leonardis e ten, col. Acconciagioco, falsamente dichiaratisi autorizzati dal C.T.L.N., hanno impartito istruzioni e preso disposizioni per la costituzione di una cosiddetta Guardia civica, alla quale vengono invitati a partecipare anche privati cittadini. Il Comitato toscano di Liberazione nazionale diffida gli ag[...]

[...]tano il questore di P.S. Manna, il generale Somma, già comandante la divisione di camicie nere " 23 marzo ", e gli ufficiali dei carabinieri generale Carlino, generale De Leonardis e ten, col. Acconciagioco, falsamente dichiaratisi autorizzati dal C.T.L.N., hanno impartito istruzioni e preso disposizioni per la costituzione di una cosiddetta Guardia civica, alla quale vengono invitati a partecipare anche privati cittadini. Il Comitato toscano di Liberazione nazionale diffida gli agenti di pubblica sicurezza, i metropolitani e i carabinieri, nonché tutti i cittadini di Firenze ad ubbidire agli ordini di così indegni ufficiali e a corrispondere comunque ad una iniziativa che ha l'unico scopo di tentare il salvataggio all'ultima ora di fascisti repubblicani e di collaboratori del nemico. Avverte che chiunque si metterà al servizio di tali mestatori, sarà considerato un traditore e verrà, come tale, passato per le armi».
E' in questo clima di incubo e di terrore che il comando tedesco, con il consenso dei fascisti, emise il 29 luglio l'ordinanza che[...]

[...]leato li costrinse al disarmo.
Sono queste le gesta dei partigiani di Firenze che suscitarono l'ammirazione di tutta l'Italia e il riconoscimento dei ministro della Guerra Alessandro Casati il quale, in un suo messaggio ai partigiani fiorentini, dichiarava fra l'altro: «Oggi mentre già risplende nei cieli d'Italia la luce della vittoria, i fratelli dell'esercito sono vicini a voi, uniti nella lotta risoluta, implacabile, che si concluderà con la liberazione. della Patria».
Sono queste le gesta che hanno dato a Firenze la medaglia d'oro, e sono stati questi stessi avvenimenti e la saggezza politica dei dirigenti del C.T.L.N. che hanno destato le preoccupazioni dei governatori americani e inglesi che non volevano Gaetano Pieraccini primo sindaco di Firenze libera.
Consapevoli della necessità di continuare la lotta i partigiani ed altri giovani si arruolarono nell'armata di Liberazione nelle cui file sulla linea gotica caddero ancora a centinaia.
Firenze celebra l'11 agosto il decimo anniversario della sua liberazione con questi ricordi ed il sesto anniversario della morte di Giuseppe Rossi con la maturità che viene da una grande esperienza sofferta, con la coscienza dei nuovi pericoli che minacciano l'indipendenza nazionale e la pace a causa del tradimento di alcuni degli alleati di allora, e col fermo proposito di difendere sempre quei beni supremi.
ORAZIO BARBIERI



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Caracciolo, A proposito di Gramsci, la Russia e il movimento bolscevico in Studi gramsciani

Brano: [...]a un grande paese rivoluzionario, e quanto vi sia di acquisito ex post. Nel nostro caso naturalmente ben diversa è la forza dell'elemento originario italiano, per la personalità di Gramsci e per la maturità stessa del movimento socialista: ma l'ordine di problemi appare non privo di analogie.
La ricerca che ci interessa è complicata dal significato vivamente « attuale » di ogni suo risultato. Di fronte alla facilità con la quale Gramsci dopo la Liberazione è diventato oggetto di commemorazione « ufficiale », di oleografia, di forzato inserimento in schemi politicodottrinari in atto, o per converso è stato preso a campione di tutti i « ritorni alle origini », una valutazione storica piú consapevole abbisogna di cautele, riflessioni, apporti critici molteplici. Non avendo dietro di noi un lavoro abbastanza completo, ci limiteremo dunque ad esporre nella presente comunicazione alcune avvertenze metodologiche o tecniche, e a suggerire una prima posizione di problemi, rimandando ad altra occasione un'analisi piú diffusa. E limiteremo il discorso str[...]

[...]el convegno
2. La ricerca è resa difficile anzitutto da alcune circostanze che valgono per ogni studio gramsciano, ma che pensiamo doveroso segnalare nuovamente in questa sede. In primo luogo sta quella di possedere ancora una edizione assai parziale degli scritti anteriori al carcere. Gli scritti del 191718, ripubblicati su Rinascita quest'anno, lasciano ancora desiderare altri articoli dello stesso periodo che solo adesso, a dodici anni dalla Liberazione, sono in corso di ristampa. Quelli dell'Ordine Nuovo, benché raccolti in volume, contengono omissioni che ognuno di noi ha potuto rilevare. Un vuoto completo vi è poi per la parte che inizia col 1921, benché naturalmente sia sempre possibile supplirvi con una minuta ricerca sui giornali del tempo. Tutte deficienze, queste, che ci inducono ad unirci alla diffusa richiesta di una edizione completa e criticamente valida dell'opera gramsciana, e a sollecitare anzi la facoltà ai singoli studiosi di accedere alla consultazione dei « quaderni » manoscritti che l'Istituto Gramsci ha in consegna e che[...]



da Rassegna della stampa in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...] amplificazione oratoria; essa non è dell'eloquenza banale e declamatoria da comizi agricoli; essa è una consegna formale e precisa. E questa consegna, portata sull' ala del genio, ha volato attraverso il paese intiero, è stata dovunque intesa e ricevuta. La c Marsigliese s del 1792 ha fatto levare tanti battaglioni quanto gli ordini dell'assemblea. La c Marsigliese s del 1944 pub far levare anch'essa tutti quei battaglioni che l' esercito della liberazione ha bisogno di trovare fin dai suoi primi passi sul suolo nazionale s.
I GENERALI SOVIETICI. In un lungo e documentato articolo su e I generali del giovane esercito rosso s, (Soviet Russia Today, aprile 1944), Bruno Frei ci dà alcune interessanti notizie sui più popolari capi militari sovietici. c Questi vittoriosi generali sono giovani. Golikov ha 45 anni, Giukov 47, Vassilievsky 46, Rokossovsky e Vatutin 42, Malinovsky 44, Rodimtsev 36. Ma questi uomini non sono giovani solo in un senso biologico ma anche in un senso sociale. Essi sono anche i figli di una società giovane. Essi diventarono [...]

[...]tare nuovi bronconi, ai pescatori norvegesi di gettare le loro reti, ai muratori europei di ricostruire le città, agli scienziati di trasmettere alle nuove generazioni la fiaccola semispenta delle conoscenze umane. Triste sarebbe la vittoria se non restassero all'Europa ne medici, nè vignaiuóli, nè artisti, nè operai !
PER IL RICONOSCIMENTO DEL GOVERNO NAZIONALE IUGOSLAVO. Illustrando l'importanza delle decisioni dell'Assemblea. Antifascista di Liberazione Nazionale Iugoslava nello sviluppo ulteriore della lotta per la liberazione e per la formazione di uno stato federativo, il maresciallo Tito denunzia con forza l'attività del governo iugoslavo e chiede il riconoscime'ilo del Comitato Nazionale. (Nuova Iugoslavia, marzo 1944i. c La necessità che si abbia subito de jure il riconoscimento del C. N. quale unico governo legal della Iugoslavia diventa ogni giorno più manifesta. Ciò e richiesto imperiosamente dall'interesse dei nostri popoli clic sono stati già così danneggiati dall'attività traditrice del governo iugoslavo fuoruscito. Il denaro del nostro popolo, che è stato depositato prima della guerra e durante la guerr[...]

[...]se. Si arriva qui all'assurdo di un governo traditore irresponsabile che sfrutta i precedenti trattati e le obbligazioni internazionali per poter sperperare e rovinare la ricchezza nazionale per fini che non hanno nulla a che fare con gli interessi del paese e del popolo. Questi signori compiono così il più chiaro degli atti criminali verso i popoli della Iugoslavia, ai quali proprio oggi è necessario questo danaro per condurre la dura guerra di liberazione e ancor più lo sarà domani quando, terminata la lotta, occorrerà rinnovare la nostra terra devastata. Il governo fuoruscito, che è assetato di odio contro i popoli della Iugoslavia, i quali hanno cominciato senza e contro la sua volontà questa guerra contro il nemico, cerca di collocare i suoi uomini in diversi comitati internazionali dove, verosimilmente, essi non guarderanno affatto agli interessi del nostro paese. D, fronte ad un tale intollerabile scandalo i popoli della Iugoslavia, i quali sopportano tanti sacrifici nella lotta comune, hanno il diritto di aspettarsi che i paesi Alleati r[...]

[...]gli interessi del nostro paese. D, fronte ad un tale intollerabile scandalo i popoli della Iugoslavia, i quali sopportano tanti sacrifici nella lotta comune, hanno il diritto di aspettarsi che i paesi Alleati rompano quanto prima le relazioni col governo traditere e rendano possibile la restituzione delle ricchezze nazionali ai nostri popoli. Essi hanno il diritto di chiedere che gli Alleati entrino in relazioni normali col Comitato Nazionale di Liberazione Jugoslavo s.
DANTE E TASSO NELL'UNIONE SOVIETICA. La vita Culturale dell'Unione Sovietica ha raggiunto uno sviluppo mai conosciuto dai popoli degli altri paesi. La scienza, la letteratura, le arti, la ,musica ed il teatro hanno nell'Unione Sovietica una profonda eco nelle grandi masse popolari e queste vi attingono largamente. I popoli dell'Unione Sovietica si interessano non solo della propria culture nazionale ma, nella loro sete inestinguibile di sapere, cercano di conoscere quanto di prezioso ha la culture degli altri popoli al di là delle frontiere sovietiche.
Particolarmente vivo è l'[...]



da Vezio Crisafulli, Un problema di diritto costituzionale in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio

Brano: [...]votato a maggioranza un ordine del giorno contrario all'indirizzo politico del capo del governo in carica. Subito dopo, il capo dello Stato aveva dichiarato di accettare le dimissioni di quest' ultimo, nominando in sua vece un nuovo capo del governo, già previamente scelto nella persona del maresciallo Badoglio al di fuori di ogni designazione dello stesso Gran Consiglio o di qualsiasi altro organo dello Stato. Poco tempo dopo, dietro semplice deliberazione del consiglio dei ministri e con decreto reale veniva sciolto il Gran Consiglio, in conseguenza dell'abrogazione, simultaneamente decisa, della legge del 1928 che lo aveva istituito, la quale, — si noti, — era, una legge forma/mente costituzionale e come tale non avrebbe potuto essere abrogata, a rigor di principi, che con l'intervento... suicida del Gran Consiglio stesso.
Su quale norma di diritto si fondava l'atto posto in essere dal re il 25 luglio ? E da quale fonte traeva dunque la propria legittimità il governo Badoglio ? Le soluzioni che ai due quesiti devono esser date dal punto di v[...]

[...]te il fascismo e di fatto vigente in Italia fin dall'entrata in vigore dello Statuto, ma ad una specie di governo costituzionale puro e non rappresentativo, nel quale i ministri sono liberamente scelti e nominati dal re all'infuori di ogni designazione parlamentare.
Ma è interessante rilevare come, già a poco tempo di distanza, nella formazione del nuovo governo Badoglio con il concorso dei sei partiti antifascisti rappresentati nei comitati di liberazione e nel congresso di Bari, abbiano trovato una qualche applicazione analogica i principi del sistema parlamentare, per quanto era possibile allo stato delle cose e cioè nella, mancanza di un Parlamento. La Giunta esecutiva nominata dal congresso di Bari,—istituzione puramente di fatto, priva di ogni rico noscimento giuridico, ma espressione di forze realmente esistenti e operanti nel paese, — ha funzionato un po' da Camera rappresentativa e la scelta dei ministri politici si èsvolta in maniera so.stan' zialmente non dissimile da quella generalmente seguita, nei regimi di tipo parlamentare, per [...]

[...]Camera rappresentativa e la scelta dei ministri politici si èsvolta in maniera so.stan' zialmente non dissimile da quella generalmente seguita, nei regimi di tipo parlamentare, per la formazione dei cosidetti gabinetti di concentrazione nazionale v. E l'analogia si è ancor più accentuata nel passaggio dal governo Badoglio all'attuale governo Bonomi, in occasione del quale la funzione del Parlamento è stata invece assunta dal Comitato centrale di Liberazione nazionale, con il git11e si sono svolte le consultazioni e le trattative che
hanno condotto alla rinuncia di Badoglio, dapprima, e poi alla formazione del nuovo governo democratico.
Allo stato attuale delle cose, puö dirsi, in conclusione, che se naturalmente perdura la frattura operata nell'ordinamento costituzionale con il colpo di Stato del 25 luglio (ed essa non potra compiutamente e definitivamente saldarsi che attraverso l'opera della Costituente), d' altra parte un primo processo di legalizzazione si è ormai verificato, ferma restando la continuità dello Stato italiano espressa dal p[...]



da Ercoli [Palmiro Togliatti], Classe operaia e partecipazione al governo in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno

Brano: [...]a stessa del popolo intuisce, anche se non sarebbe capace di esprimerla chiaramente, la profonda differenza che passa tra la situazione odierna del nostro paese e quella del primo periodo di sviluppo e affermazione del movimento socialista, quando la partecipazione al potere fu considerata inammissibile da tutta la parte sana e vitale di questo movimento.
La situazione del nostro paese è determinata oggi da due elementi. Il primo è la guerra di liberazione nazionale contro i tedeschi; l'altro è la necessità di far seguire al crollo del regime fascista, che si produsse in quel modo che tutti sanno, la distruzione effettiva e completa di tutti i residui di questo regime.
La classe operaia, — è bene ripeterlo, quantunque mi sembri che nessuno lo metta in dubbio, oggi, tra di noi, — non è contro tutte le guerre. Essa lotta risolutamente contro le guerre ingiuste, s il cui scopo è di assoggettare altri paesi, altri popoli »; ma sostiene le guerre giuste, le guerre di liberazione, il cui scopo è a la difesa del popolo contro le aggressioni esterne e[...]

[...]al crollo del regime fascista, che si produsse in quel modo che tutti sanno, la distruzione effettiva e completa di tutti i residui di questo regime.
La classe operaia, — è bene ripeterlo, quantunque mi sembri che nessuno lo metta in dubbio, oggi, tra di noi, — non è contro tutte le guerre. Essa lotta risolutamente contro le guerre ingiuste, s il cui scopo è di assoggettare altri paesi, altri popoli »; ma sostiene le guerre giuste, le guerre di liberazione, il cui scopo è a la difesa del popolo contro le aggressioni esterne e i tentativi di assoggettarlo ,. La guerra del popolo italiano contro gli invasori hitleriani e contro i traditori fascisti è, fra tutte, la più giusta. Essa è tale perchè 1' Italia fu presa alla gola e aggredita a tradimento quando, spossata da otto anni di brigantaggio internazionale fascista, aveva chiaramente espresso la sua volontà di cercare nella uscita dalla guerra un inizio di rinnovamento. Essa è tale perchè l' invasione h;tleriana, oltre ad avere offeso i sentimenti più elementari della giustizia e della dignità [...]

[...]erse, nel rimaner fuori del potere, non soltanto la distruzione vera del fascismo non sarebbe stata nè iniziata nè condotta a termine, ma il fascismo stesso avrebbe a poco a poco rialzato la testa e ripreso terreno.
Il governo nel quale sono oggi entrati i rappresentanti dei partiti operai, mentre da un lato è un primo passo verso la creazione di un vero governo italiano di guerra fondato sulla unità di tutte le forze disposte alla lotta per la liberazione dall'invasione tedesca, dall' altro lato è un tentativo per affidare la direzione del paese a una formazione politica antifascista, cioè a un blocco di partiti i quali tendono tutti a eliminare e distruggere per sempre il fascismo e, quindi, a creare le condizioni per la rinascita e la ricostruzione del paese in un regime di libertà, di civiltà e di progresso. Teoricamente, ciò che noi abbiamo fatto entrando nel governo corrisponde in parte, nella particolare situazione in cui ci troviamo noi oggi, a ciò che Lenin proponeva di fare nel 1905, quando sosteneva la necessità della partecipazióne [...]

[...]arme stessa della partecipazione non solo per soddisfare le giuste rivendicazioni dei lavoratori ma per assicurare che il loro movimento democratico e progressivo non debba mai più essere stroncato da una ondata di reazione e di barbarie. Noi assicuriamo al popolo la libertà di esprimere liberamente domani, in un'Assemblea costituente, la sua volontà sovrana su tutte le questioni della ricostruzione del paese, di cui avviciniamo il momento della liberazione definitiva.
La nostra azione governativa si svolge sotto gli occhi della classe operaia e del popolo, a; quale. abbiamo detto apertamente gli scopi per i quali continuiamo la nostra lotta implacabile, in tutti i campi della vita nazionale, alla testa di un movimento di masse proletario, popolare e antifascista che si sta rafforzando ed estendendo di giorno in giorno, che ha nei Comitati di Liberazione una forma di organizzazione ormai riconosciuta da tutto il paese, e che procederà sicuro, spezzando tutti gli ostacoli, verso la realizzazione di tutto il suo programma.
ERCOLI


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Liberazione, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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