Brano: Comunista italiano, Partito
90 per cento dei carcerati politici e dei confinati, furono rilasciati soltanto dopo la minaccia di G. Roveda di dimettersi da Commissario (v.) alle organizzazioni sindacali: Longo, Scoccimarro, Secchia, Li Causi, Di Vittorio e Terracini poterono giungere a Roma solo la notte del 20 agosto.
Contro il governo Badoglio
Longo, Secchia e Scoccimarro, che costituivano il direttivo comunista del confino, in parte assolvente anche alla funzione di. centro interno essendo collegato con numerose organizzazioni comuniste, specie dell'Italia centromeridionale e delle Isole, prima di lasciare Ventotene avevano provveduto a predisporre collegamenti sicuri con tutti i comunisti che, da quell’isola, stavano per raggiungere le rispettive località di origine.
Il 29 e il 30 agosto ebbe luogo a Roma una riunion[...]
[...]on tutti i comunisti che, da quell’isola, stavano per raggiungere le rispettive località di origine.
Il 29 e il 30 agosto ebbe luogo a Roma una riunione alla quale parteciparono Longo, Scoccimarro, Secchia e i componenti della direzione operante sino a quel momento nel paese (Amendola, Massola, Negarville, Novella, Roveda, Roasio).
I convenuti decisero di formare una direzione provvisoria del partito, chiamando a farne parte anche Girolamo Li Causi. In quel periodo i collegamenti con Togliatti, che risiedeva nell’Unione Sovietica, erano incerti, casuali e infrequenti, ma per tutti egli rimaneva il capo indiscusso del partito. La nuova direzione decise di intensificare la mobilitazione popolare contro il governo Badoglio, per una pace immediata e una totale libertà nel paese, promuovendo in tutti i luoghi di lavoro Comitati di fronte nazionale.
Visto l’aggravarsi delle cose, il 30 agosto la direzione del partito preparò (tracciato da Longo) un « Promemoria sulla necessità urgente di organizzare la difesa nazionale contro l’occupazione[...]