Brano: [...]ignificativo è il ciuvascio Gennadij Ajgi, poeta fra i maggiori di questi due ultimi decenni, ingiustamente ignorato da noi, in Italia (mentre, invece, in Francia sono apparse già due sue raccolte). Ajgi e gli altri allargarono presto il loro interesse a Malevic, agli oberiuty, in una parola a tutta l'avanguardia sommersa degli anni Dieci e Venti, all'avanguardia dileggiata e dimenticata, in evidente contrapposizione all'altra avanguardia quella lefista e costruttivista, che conosceva anch'essa una rinnovata fortuna, in quegli anni.
Che l'avanguardia russa fosse tagliata orizzontalmente, cosicché i vari gruppi in cui si organizzò sono sovente combinazioni superficiali ed effimere, ne erano consapevoli anche i protagonisti. Recensendo gli spettacoli di Kruèënych e Majakovskij, che erano andati in scena ai primi di dicembre del 1913, al teatro LunaPark di Pietroburgo, il pittore e musicista Michail Matju"sin assumeva i due testi come esemplari di due diverse tendenze del futurismo, l'una astratta e alogica, mentre l'altra, che Matju"sin r[...]
[...]ortanza. Gli oberiuty, un gruppo di prosatori e poeti che si costituí a Leningrado nella seconda metà degli anni Venti, erano legati a Malevic, a Tufanov, autore di un trattatello sulla zaum' e inventore assieme al pittore Boris Ender di una pasigrafia, a Matju"sin, a Terent'ev, l'estroso teorico del « 41° ». Terent'ev si rivela una figura chiave di questa linea. Egli infatti, a differenza di Kruèënych, preferí mantenere una certa distanza dal « Lef », per cui emigrò a Leningrado, divenendo un singolare regista teatrale.
In questo ultimo decennio sono apparsi molti testi inediti degli oberiuty, sono state pubblicate le memorie e i lavori teorici di Matju"sin, i diari della Guro, lettere di Kruèënych, Matjusin, Maleviè, raccolte di Kruèënych (ma rimangono ancora inedite le sue memorie sul futurismo), gli scritti teorici di Maleviè, e svariati articoli, saggi, volumi, specie su Maleviè, che oggi conosce una grande fortuna. Cosicché l'avanguardia russa comincia ad apparire in una diversa luce.
Serena Vitale cerca di dare una sistemazione,[...]
[...]p. xii). Queste forze, « teoricamente incompatibili con l'avvento di una nuova realtà politicosociale », emergono nei territori non ancora sovietici, il « 41° », oppure negli anni della Nep, gli « immaginisti », o quando il progetto di ricomposizione di avanguardie politica e artistica fallisce, gli « oberiuty ».
Da un lato, dunque, avremmo « l'arte della rivoluzione » o « arte rivoluzionaria », come la Vitale preferisce designare le esperienze lefiste, costruttiviste, etc., intimamente legata all'evento sociale che l'ha generata, e disgiunta quindi dalle vicende delle avanguardie europee; dall'altro, invece, il « 41° », gli « immaginisti » e gli « oberiuty » estranei alla nuova realtà sovietica, e nei quali si manifesta invece « una singolare coincidenza con le esperienze dell'avanguardia storica europea ». Della « persistenza, o rinascita » di tali relitti l'autrice non dà alcuna spiegazione, limitandosi a considerare « non casuale » che essi si svolgano ai margini della realtà sovietica. t un modello assai debole, che poco ci aiuta a[...]