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Il segmento testuale La formazione è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 313

Brano: [...] « Garibaldi

Friuli », anche se difficile, non mancò e portò alle intese essenziali, salvo quando si intromisero violenza o sangue. Ma queste furono eccezioni in una lunga lotta di ritrovata unità nella pluralità.

A.Mo.

Bibliografia: G. Fogar, Sotto l'occupazione nazista nelle provincie orientali, Udine 1961, ed. 2a riveduta e corretta 1968; G.A. Colonnello, Guerra di Liberazione Friuli Venezia Giulia, Udine 1965; A. Moretti G. Nazzi, La formazione partigiana Osoppo Friuli, « La Panarie » 1968 n. 3, 5057; 1969 n. 4, 3039; n. 5, 5464; n. 6, 3241; n. 7, 6372; G. Nazzi, Osoppo Friuli Movimenti ideali della Flesisterna, Udine 1969; G. Fogar, Le Brigate OsoppoFriuli, sta in FascismoGuerraResistenza, Trieste 1969; A. Moretti, Le formazioni Osoppo, « Rassegna di Storia contemporanea, Il movimento di liberazione in Friuli », Udine 1972 pp. 22440; Idem, Le Missioni alleate e italiane nel periodo della Resistenza in Friuli, « Storia contemporanea in Friuli », n. 4 (1973) 83118; AA.W, (Sulla Garibaldi e la Osoppo nel Friuli NordOrientale), ivi n.[...]

[...]e 1969; G. Fogar, Le Brigate OsoppoFriuli, sta in FascismoGuerraResistenza, Trieste 1969; A. Moretti, Le formazioni Osoppo, « Rassegna di Storia contemporanea, Il movimento di liberazione in Friuli », Udine 1972 pp. 22440; Idem, Le Missioni alleate e italiane nel periodo della Resistenza in Friuli, « Storia contemporanea in Friuli », n. 4 (1973) 83118; AA.W, (Sulla Garibaldi e la Osoppo nel Friuli NordOrientale), ivi n. 4 (1974) 13166; G. Nazzi, La formazione partigiana Giustizia e Libertà, « La Panarie ». 1974, n. 25, 3540; A. Moretti, La politica estera della Resistenza alla frontiera orientale ed i rapporti fra le forze italiane di liberazione e quelle slovene, sta in « Lezioni di storia contemporanea ». Atti 2° Corso di aggiornamento 312 aprile 1975. Consiglio Regionale Lombardia; A.P.O., La Resistenza osovana nell’Arzino e nella Val Tramontina, Udine 1975; A. Moretti, La Slavia friulana fra Italia e Jugoslavia 194345, « Storia contemporanea in Friuli » n. 8 (1977) 1375; G.P. Gallo, La crisi di Pielungo, ivi 76125; T. Sguazzerò, Il contributo [...]

[...]zifascista. In tutti questi luoghi, pubblici o privati, operavano a centinaia medici, studenti in medicina, infermieri, infermiere e personale ausiliario. Un capitolo a parte meriterebbe il personale ecclesiastico in servizio negli ospedali, in particolare le suore, fra le quali si ebbero casi di coraggio e dedizione pagati anche duramente.

La larga e ininterrotta partecipazione dei medici e di tutte le categorie paramediche contribuì anche alla formazione di reparti sanitari al servizio esclusivo dei partigiani, sia fissi che mobili, sotto forma di ospedaletti da campo arrangiati in tende, case, baite abbandonate ecc, dove si prestavano le cure più urgenti seguendo gli spostamenti delle formazioni partìgiane. In certi casi i feriti, nasco

Partigiani del Battaglione « Coliio » della 7» Brigata « Osoppo » nei giorni della smobilitazione

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 587

Brano: [...] dell'iniziativa, la quale pertanto sarebbe stata condizionata secondo le sue vedute. I giellisti deliberarono così di muoversi da soli: Rosselli si recò in Spagna e, con l’aiuto dei compagni parigini, riuscì a costituire una Colonna G.L di 130 uomini, ma nella quale però gli effettivi aderenti al movimento erano un’esigua minoranza, trattandosi per lo più di militanti anarchici. Dopo lunghe e faticose trattative fu ottenuto il riconoscimento della formazione: essa venne incorporata nella Colonna Ascaso (v.) degli anarcosindacalisti catalani ed ebbe come comandante l’avvocato repubblicano Mario Angeloni, affiancato da Rosselli in qualità di commissario politico.

La formazione si batté valorosamente sul fronte di Huesca, ricevendo il battesimo del fuoco il 28.8.1936, in una località chiamata dai volontari Monte Pelato, dove perse un decimo dei suoi componenti, fra i quali il comandante Angeloni.

Il successivo intervento di socialisti e comunisti italiani miranti a

Carlo Rosselli sul Monte Pelato, in Spagna (agosto 1936)

organizzare proprie formazioni, il rifiuto dei rappresentanti giellisti in Francia di collaborare alla formazione di un comando unico dei volontari se non fosse stata riconosciuta la priorità della colonna di Rosselli nei settori aragonese [...]

[...]valorosamente sul fronte di Huesca, ricevendo il battesimo del fuoco il 28.8.1936, in una località chiamata dai volontari Monte Pelato, dove perse un decimo dei suoi componenti, fra i quali il comandante Angeloni.

Il successivo intervento di socialisti e comunisti italiani miranti a

Carlo Rosselli sul Monte Pelato, in Spagna (agosto 1936)

organizzare proprie formazioni, il rifiuto dei rappresentanti giellisti in Francia di collaborare alla formazione di un comando unico dei volontari se non fosse stata riconosciuta la priorità della colonna di Rosselli nei settori aragonese e catalano, crearono all’unità giellista serie difficoltà. Mentre comunisti, socialisti e repubblicani si accordarono per organizzare una formazione unitaria e autonoma sotto il comando del repubblicano Randolfo Picciardi (il Battaglione « Garibaldi » che venne poi inquadrato nelle Brigate Internazionali), i giellisti cominciarono ad avere contrasti con gli anarcosindacalisti catalani e la colonna Rosselli si trovò a fronteggiare opposizioni e rivalità che ne minarono [...]

[...] e repubblicani si accordarono per organizzare una formazione unitaria e autonoma sotto il comando del repubblicano Randolfo Picciardi (il Battaglione « Garibaldi » che venne poi inquadrato nelle Brigate Internazionali), i giellisti cominciarono ad avere contrasti con gli anarcosindacalisti catalani e la colonna Rosselli si trovò a fronteggiare opposizioni e rivalità che ne minarono la compattezza interna. Rosselli progettò allora di trasformare la formazione in un’unità « motorizzata rivoluzionaria » da impegnarsi esclusivamente contro i reparti fascisti italiani e quindi da mantenere disponibile per il futuro impiego in Italia.

Alla situazione italiana, infatti, era sempre rivolto il pensiero di Rosselli: « Oggi in Spagna, domani in Italia », fu lo slogan da lui lanciato dai microfoni di Radio Barcellona e che reiterava negli appelli, negli scritti sul ruolo dell’antifascismo in terra iberica.

Il suo progetto non ottenne però in Francia gli appoggi necessari e quando Rosselli rientrò presso la formazione, essa era già scossa dai contrasti [...]

[...]aliani e quindi da mantenere disponibile per il futuro impiego in Italia.

Alla situazione italiana, infatti, era sempre rivolto il pensiero di Rosselli: « Oggi in Spagna, domani in Italia », fu lo slogan da lui lanciato dai microfoni di Radio Barcellona e che reiterava negli appelli, negli scritti sul ruolo dell’antifascismo in terra iberica.

Il suo progetto non ottenne però in Francia gli appoggi necessari e quando Rosselli rientrò presso la formazione, essa era già scossa dai contrasti intestini. Nel dicembre, dopo due giornate di scontri ad Almudévar, conclusisi con esito negativo, il leader giellista abbandonò il comando che aveva assunto dopo la scomparsa di Angeloni; affetto da una dolorosa forma di flebite, raggiunse Parigi per curarsi, mentre i suoi amici Libero Battistelli, Alberto Cianca e Garosci, nel tentativo di salvare l’integrità e l’unità della formazione, consigliavano ai volontari di affiancarsi al Battaglione « Garibaldi ». Il 10.4. 1937, nella battaglia di Carascal (Aragona), la colonna si sfasciò.

La morte di Rosselli

Il leader giellista aveva ben compreso che l’azione del movimento non avrebbe avuto prospettive se non ricercando un inserimento nella vasta alleanza delle sinistre promossa dal Fronte popolare. Inoltre, l’esperienza spagnola lo induceva a meditare sulla funzione dei comunisti e sul valore di un fronte compatto delle forze più avanzate che avesse, pur nella sua articolazione,

le proprie radici entro lo spazio copert[...]

[...]i che i dissensi interni sollevavano di continuo fra i massimi esponenti del gruppo.

La direzione Lussu

Emilio Lussu (ritornato all’attività militante dopo un lungo periodo di malattia) divenne il nuovo capo del movimento e gli impresse una forte coloritura socialista, assorbendo un certo numero di trotzkisti e il gruppo detto di Azione repubblicana e socialista, composto da repubblicani dissidenti capeggiati da Ferdinando Schiavetti (v.). La formazione aggiunse a! proprio nome la dizione « Movimento di unificazione socialista », introdusse nel programma il riconoscimento della necessità di socializzare l'industria pesante e si collocò come fattore di

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 383

Brano: [...]zo 1944), già neN'ottobre 1943. Dopo una laboriosa fase organizzativa, dedicata alla raccolta di armi e alla scelta delle basi, la prima formazione partigiana si insediò, nel dicembre 1943, in località Trambacco sopra Caprigliola. Ne facevano parte, tra gli altri, Paolino Ranieri, Flavio Bertone, R. Schiasselloni,

G. Luciani, A. Sabbatini, P. Madrigani. Si trattava di una trentina di elementi male armati ed equipaggiati alla bell’e meglio.

La formazione del Trambacco si disperse quasi subito per la difficoltà di sopravvivenza in zona, per i contrasti interni e per l’incalzare dei rastrellamenti nemici. Nel gennaio

1944 alcuni partigiani sarzanesi (G. Podestà, P. Ranieri, M. Vesco, D. Montarese, G. Luciani e altri) si spostarono nell’alta Val di Vara, verso le Cento Croci e Borgotaro. Un altro gruppo, comandato da Battistini e Albertini, si portò alle Prade Bianche (fra Tresana e Calice al Cornovlglio), dove il movimento partigiano sarzanese subì il suo primo grave colpo: in gennaio, a seguito di una spiata, l’intero gruppo fu catturato da[...]

[...]li alpini della “Monterosa” nel rastrellamento del 25 agosto ad Adelano, la “Muccini” si riorganizzò a partire dal 19 settembre.

La nuova “Muccini”, che arriverà a 960 effettivi, era quasi totalmente composta da sarzanesi. Aveva come comandante l’indipendente Piero Galantini, vicecomandante Flavio Bertone e commissario politico Dario Montarese. Ne faceva parte, con il nome di battaglia di Casimiro, anche il futuro attore Gabriele Ferzetti.

La formazione fu protagonista di azioni di grande respiro, fra cui, nel settembre 1944, l’occupazione militare di Sarzana, condotta con centinaia di uomini, per scongiurare h fucilazione di ostaggi detenuti alla Cittadella. Nel novembre, nel corso di un’azione, cadde l’ufficiale tedesco Rudolf Jacobs (v.), passato da poco alle file della Resistenza. Nello stesso periodo 30 partigiani occuparono per alcune ore la Stazione ferroviaria di Sarzana che, 20 anni prima, era stata teatro degli scontri fra fascisti, carabinieri e Arditi del popolo. Il 26 novembre un reparto della “Muccini” partecipò all’attacco con[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 123

Brano: [...]ero e Resistenza).

A Riva del Garda (v.) e nel Basso Sarca già nell’autunno del 1943 cominciarono a muoversi due organizzazioni: quella comunista che faceva capo a Dante Dassatti e che comprendeva, tra gli altri, i fratelli Venturini e i fratelli Giovanni ed Emilio Parolari, tutti reduci dalle galere e dal confino fascisti; e quella del* le “Fiamme Verdi” che faceva capo a Gastone Franchetti, ufficiale reduce dalla guerra di Jugoslavia. Ma nella formazione si infiltrò Fiore Lutterotti, nativo di Perine, che rimpatriato da un lager tedesco si era arruolato con le SS e probabilmente aveva agito anche nel rastrellamento di vai Cadino. Attraverso questa spia entrata nelle “Fiamme Verdi” i tedeschi vennero a conoscenza di buona parte dell'organizzazione della Resistenza di Trento, Rovereto e del Basso Sarca che faceva capo a Giannantonio Manci esponente di “Giustizia e Libertà”. Quando i tedeschi ebbero il quadro completo della situazione, fecero scattare un gigantesco rastrellamento: il 28.6.1944, comandate dal maggiore Tyrolf, le SS arrivarono dal[...]

[...]me dei compagni di lotta si uccise gettandosi dalla finestra del Comando della Gestapo. Giuseppe Porpora venne fucilato a Fonzaso il

17 agosto; Gastone Franchetti venne fucilato a Bolzano il 29 dello stesso mese.

L'eccidio del 28 giugno e le successive esecuzioni infersero alla Resistenza trentina un colpo durissimo; fu allora (agosto 1944) che un gruppo di partigiani veneti si mosse dalle vette feltrine per continuare qui la lotta armata. La formazione si stabilì nel Tesino, altopiano sulla sinistra della Valsugana, nei pressi del lago di Costabrunella. La formazione prese il nome di Compagnia “Gherlenda”, dal nome di un caduto. Comandante ne era Isidoro Giacomin [Fumo), ex sottotenente degli alpini, un veneto ventitreenne, di Fonzaso. Vicecomandante fu nominato Gastone Velo [Nazzari), uno studente universitario ventenne di Feltre. Era stato un giovane di Castel Tesino, Celestino Marighetto [Renata) a prendere contatto con i partigiani veneti, organizzandone il trasferimento. Nella formazione entrarono anche due ragazze: Ancilla Marighetto [Ora) sorella di Celestino e Clorinda Menguzzato [Veglia) sorella di Rodolfo Menguzzato che aveva assunto come nome di battaglia “Menefrego”. Ancilla aveva diciassette anni e Clorinda (che si legherà sentimentalmente al vicecomandante “Nazzari”) ne aveva diciotto.

Il mese di settembre 1944 fu dedicato dai partigiani a operazioni di attacco a caserme e a pattuglie nemiche, per procurarsi armi. Tre tedeschi furono catturati in uno scontro a fuoco e fucilati. Ma l’a

zione più importante fu l’attacco alla caserma del C.S.T. di Castel Tesino: 5[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 366

Brano: [...]u il gruppo costituito verso la fine del 1943 in località Belliardi, baite a monte di Dronero (Cuneo) sulla sinistra orografica della vai Maira, per iniziativa di: Stefano Revelli [Steve], sergente di complemento degli alpini, esercente; Bruno Scaglione, meccanico; Mario Blengino, macellaio; Nicola Fabrone, allievo ufficiale della marina mercantile; Antonio Acchiardi, studente universitario; Carlo Perino, tornitore; Renato Faraudo, esercente.

La formazione subì il battesimo del fuoco il 2.1.1944 allorché, in seguito alla uccisione di un noto fascista di Dronero, i tedeschi compirono una puntata contro le posizioni degli uomini guidati da Revelli, I partigiani si ripresero però rapidamente dalle conseguenze dell’attacco nemico e ai primi di febbraio, dopo un incontro avvenuto con Ermes Bazzanini, commissario politico delle formazioni garibaldine della vai Varaita, passarono nelle Brigate Garibaldi: Revelli venne confermato comandante militare e al suo fianco, in qualità di commissario politico, fu nominato Walter Mandelli, un vecchio militante c[...]

[...]nini, commissario politico delle formazioni garibaldine della vai Varaita, passarono nelle Brigate Garibaldi: Revelli venne confermato comandante militare e al suo fianco, in qualità di commissario politico, fu nominato Walter Mandelli, un vecchio militante comunista.

Il 2526 marzo il distaccamento garibaldino superò brillantemente un attacco in forze da parte dei tedeschi. Nel maggio 1944, salito il numero degli effettivi a circa 250 uomini, la formazione assunse la denominazione di battaglione e si collegò organicamente alla XV Brigata « Saluzzo », dislocata in vai Varaita. Nel luglio le forze garibaldine, insieme a quelle gielliste, occuparono la vallata a eccezione del capoluogo Dronero e, il 26 di quel

lo stesso mese, 80 uomini del Battaglione compirono un attacco sulla città di Busca.

Il 30 luglio, un migliaio di nazifascisti appoggiati da artiglieria e mezzi corazzati investirono le posizioni occupate dai partigiani. Dopo aver superato la prima linea di resistenza, reparti di S.S. dettero alle fiamme il centro abitato di Cartignano[...]

[...] caddero durante lo scontro a fuoco che si protrasse per oltre un’ora intorno al paese. An

che le circostanti borgate di Paglieres, Berardi e Lottulo vennero incendiate e per due giorni le fian> me si levarono dai paesi martoriati.

I partigiani, dopo aver respinto gli assalitori alle strette di Lottulo costringendoli alla ritirata, si prodigarono in soccorso della popolazione, gravemente provata dall’incendio di un centinaio di abitazioni. La formazione garibaldina subì una altra dura prova alla fine di agosto, allorché forti contingenti nazifascisti (in concomitanza con lo sbarco alleato in Provenza) attaccarono in forze, per liquidarlo, l’intero fronte partigiano del Piemonte meridionale. Minacciato di accerchiamento, dalla vai Maira il Battaglione riuscì a filtrare attraverso il dispositivo nemico e ad attestarsi su posizioni di alta montagna.

II 5 settembre il Battaglione fu promosso per merito di guerra e assunse la denominazione di 104a Brigata d’assalto Garibaldi « Carlo Fissore », in onore del valoroso medico della formazione, cad[...]

[...]lleato in Provenza) attaccarono in forze, per liquidarlo, l’intero fronte partigiano del Piemonte meridionale. Minacciato di accerchiamento, dalla vai Maira il Battaglione riuscì a filtrare attraverso il dispositivo nemico e ad attestarsi su posizioni di alta montagna.

II 5 settembre il Battaglione fu promosso per merito di guerra e assunse la denominazione di 104a Brigata d’assalto Garibaldi « Carlo Fissore », in onore del valoroso medico della formazione, caduto in combattimento |’11.7.1944.

Ordinata su 3 battaglioni di montagna e 1 battaglione di pianura, la Brigata contava in quel momento circa 700 effettivi tra partigiani combattenti e patrioti. Tale numero diminuì notevolmente durante l’inverno 194445, ma ciononostante la formazione mantenne la propria compattezza, affrontando con successo una serie di rastrellamenti, il più pericoloso dei quali negli ultimi giorni di novembre. In quello stesso periodo il commissario politico Mandelli passò ad altra formazione e venne sostituito dal professore Giuseppe Cavali era [Copeco].

Con il giungere della primavera l’attività della Brigata riprese in pieno, attraverso una serie di colpi che misero in grave imbarazzo il nemico. Il mattino del 25.4.1945 ebbe inizio l’occupazione della valle: caddero uno dopo l’altro i presidi fascisti dell’alta valle e infine quello di Dronero. Me[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 207

Brano: Elezioni prefasciste

1944, all’inizio dell'offensiva per la liberazione di Roma (v.). Ricevuta tale parola d’ordine, le formazioni partigiane dei Castelli Romani e di altre località della provincia attuarono decine di interruzioni stradali, fecero saltare il ponte sul Liri a Ceprano, interruppero le linee telegrafiche e telefoniche, attaccarono con le armi gruppi di tedeschi di retroguardia.

La formazione partigiana di Fonte Sala, comandata dal tenente Gerardo Cascone e dal commissario Aurelio Del Gobbo, disarmò e catturò sulla via Nettunense 35 tedeschi. La formazione partigiana di Marino provocò un grosso ingorgo stradale, dando così alle truppe alleate avanzanti dalla via dei due laghi la possibilità di catturare numerosi soldati tedeschi e ingenti quantità di materiale bellico. A Fiuggi la formazione.comandata daLgenerale di brigata aerea Ezio Padovani, appoggiata da numerosi patrioti, catturò un centinaio di tedeschi.

Nella Capitale l’insurrezione fu impedita dalla presenza sino all 'ultima ora di massicce forze tedesche, ma anche dall’azione frenante esercitata da gruppi monarchici e dal Vaticano in seno al Comitato centrale di liberazione nazionale (v.).

Bibliografia: L. d’Agostini e R. Forti, Il sole è sorto a Roma, Roma, 1965; E. Piscitelli, Storia della Resistenza romana, Bari, 1965.

Elezioni prefasciste

Le elezioni politiche svolte in Italia a partire dalla costituzione[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 731

Brano: [...]sole Hawaii e qui frequentò la scuola di una missione anglicana, apprendendo l’inglese, la dottrina cristiana e i rudimenti delle scienze moderne occidentali.

Formatosi così una cultura alquanto diversa da quella cinese tradizionale, nel 1882 tornò al suo villaggio natale, ma poco più tardi si trasferì a Hong Kong, dove fino al 1892 studiò medicina, frequentando al tempo stesso i gruppi nazionalisti cinesi attivi in quella colonia britannica. La formazione culturale scientifica e gli ideali tipicamente occidentali di rivoluzione nazionale e democratica (che Sun Yatsen dichiarerà di aver mutuato dagli italiani Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi) lo spinsero all’azione politica contro la dinastia Oing, allora regnante in Cina, di origine mancese e considerata con ostilità dai giovani nazionalisti cinesi.

Sun Yatsen

Nascita della Cina moderna

Nel 1894 Sun Yatsen tornò alle Hawaii e, nel novembre di quell’anno, sostenuto dalla comunità cinese immigrata fondò l’associazione Xingzhonghui (Società per il risveglio della Cina), con il progr[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 6

Brano: [...] problema politico:

a) Suffragio universale a scrutinio di Lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.

b) Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni, quello per i Deputati abbassato ai 25 anni.

c) L’abolizione del Senato.

d) La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.

e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.

Per il problema sociale:

NOI VOGLIAMO:

a) La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.

b) I minimi di paga.

c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico delVindustria.

d) L’affidamento alle[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 754

Brano: [...]Zurigo, nel 1906 e 1907). La maggioranza della stampa, ostile agli scioperanti, approfittava di questi fatti per sollevare contro i dimostranti l’opinione pubblica, tanto che nel 1908 diversi cantoni adottarono leggi restrittive antisciopero.

Tutto ciò rese la lotta estremamente difficile: nel 190910 i muratori di Winterthur sostennero vanamente uno sciopero per più di 15 mesi a! fine di ottenere la riduzione della giornata di lavoro a 9 ore. La formazione di forti federazioni sindacali che, percependo dagli iscritti

754



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 72

Brano: [...] io non ho ancora deciso se deciderò di far parte del nuovo organismo dirigente oppure no. Per ora sono più propenso al rifiuto che all'accettazione, anche a costo di incorrere

in una mancanza disciplinare ». E motivò: « Quello che i compagni della minoranza [di destra, cioè Tasca] vogliono liquidare è tutta la tradizione e l’esperienza del movimento politico proletario che ha portato alla creazione del partito comunista » (Paimiro Togliatti, La formazione del gruppo dirigente del partito comunista italiano, Editori Riuniti, Roma, 1962, pag. 92).

Egli manterrà queste posizioni ancora nel gennaio 1924, come risulta da una lettera di Gramsci ad Alfonso Leonetti: * Togliatti non sa decidersi, com’era un po’ sempre nelle sue abitudini; la personalità “vigorosa” di Amadeo [Bordiga] lo ha fortemente colpito e

lo trattiene a mezza via in una indecisione che cerca giustificazioni e cavilli puramente giuridici » [Ivi, pag. 183).

Adeguatosi infine al nuovo corso e tornata la Direzione del partito a Roma, Togliatti si impegnò nella campagna elett[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La formazione, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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