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Il segmento testuale La colonna è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 70Entità Multimediali , di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 154

Brano: [...]re qualsiasi notizia. « Vilmente trucidato sulla sua barella — dice la motivazione della medaglia d’oro — chiudeva da prode la sua giovane vita ».

Ascaso, Colonna

Formazione militare degli anarchici catalani, sorta a Barcellona (v.), nei primi giorni della guerra di Spagna. Fu intitolata al nome di Francisco Ascaso (v.), caduto combattendo alla testa degli operai contro gli ufficiali franchisti ribelli nella capitale della Catalogna.

Della colonna Ascaso fecero parte, tra gli altri, 130 volontari italiani (per la massima parte anarchici e una ventina di aderenti al movimento di « Giustizia e Libertà »), accorsi tra i primi in difesa della repubblica. Alla testa di quel gruppo di combattenti italiani, noto anche come colonna Rosselli (v.), furono Carlo Rosselli, Mario Angeloni e Camillo Berneri.

Il 17.8.1936, tra la sezione italiana della colonna Ascaso e il Comando generale della colonna stessa, facente capo alla Confederazione nazionale del lavoro (anarchica), fu stipulato un patto di intesa (redatto da Rosselli, Angeloni e Berneri), nel quale tra l'altro si diceva: « La colonna italiana, comprendente elementi rivoluzionari di diverse provenienze politiche, si costituisce per battersi a fianco dei compagni spagnoli contro il fascismo. La colonna sarà alle dirette dipendenze del comitato delle milizie antifasciste e dello stato maggiore dell’esercito lealista. Data la sua costituzione e

il suo essenziale obiettivo, che si identifica* con lo schiacciamento della sedizione fascista, la colonna sarà sciolta qualora si presentino conflitti interni di qualunque ordine. Qualora tali conflitti non si presentino, come auguriamo, essa sarà sciolta una volta domata l’insurrezione e conseguiti i successi essenziali, e i suoi membri saranno liberi di ritornare ai loro luoghi o gruppi di origine ».

La colonna Ascaso fu subito impegnata sul fronte di Aragona. Il 28 agosto, sul Monte Pelato, agli italiani spettò il compito di respingere un attacco del nemico. Nel corso del combattimento cadde Mario Angeloni (v.) e rimase lievemente ferito Carlo Rosselli.

Ascaso, Francisco

Dirigente anarchico spagnolo. Insieme al compagno di lotta Buenaventura Durruti, per vendicare il segretario della Confederación Nacional del Trabajo assassinato dai « pistoIeros » del governatore Matines Anido, uccise a Saragozza il cardinale Soldevilla. Rifugiatosi dapprima in Argentina e poi in Francia, tornò in Spagna nel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 647

Brano: Stalin

28 aprile molti dei suoi uomini erano scappati, alle prime ore del 28

10 stesso Thaler lasciò RodengoSaiano con una ventina tra autocarri e automobili. La colonna fu fermata dai partigiani a Paratico, alle soglie di Sarnico e una parte di essa si arrese, ma Thaler e circa

25 dei suoi si rifugiarono in una cascina. Dopo aver resistito per un giorno e mezzo con le armi, incendiata la cascina dai partigiani di Adro il Thaler riuscì ancora a fuggire con alcuni tedeschi; fu arrestato il 1° maggio mentre, da solo, tentava di guadagnare l’alta vai Camonica. Portato a Brescia, quando si seppe dell'ultimo massacro da lui ordinato a RodengoSaiano fu immediatamente processato e condannato a morte da un tribunale di guerra. Tradotto infine sul luogo dove erano [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 594

Brano: [...]asco. In aiuto delle “Fiamme verdi” intervennero anche elementi della Brigata G.L. “Stelvio” e la squadra d’assalto “La tredici”, il cui comandante Guglielmo cadde in combattimento dopo avere fatto saltare automezzi nemici carichi di armi. Durante gli scontri morì anche Emilio Valmadre [Moro), uno dei più coraggiosi partigiani del 3° Battaglione, che era entrato con pochi compagni nella centrale per snidare un gruppo di francesi ivi rifugiatisi. La colonna collaborazionista di Darnand potè entrare in Grosio soltanto di notte, privata della sua capacità offensiva, decimata negli uomini e nei mezzi. Il 23 aprile si ebbe nella zona di Tirano uno scontro fra una pattuglia partigiana e i fascisti che, per vendicare la morte dei loro camerati caduti, incendiarono l’abitato di Sernio.

Fra il 13 e il 20 aprile i fascisti rastrellarono anche Chiavenna per rendere transitabile la via dello Spluga e, contemporaneamente, l’alto Lario nonché le valli laterali. Ma, dopo aver accertato la forte presenza partigiana nel Lecchese e nella Valtellina, essi si r[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 25

Brano: [...]
Presi poi un certo numero di ostaggi, i tedeschi usarono questi come scudo, ponendoli alla testa di una colonna di circa 200 uomini. Due contadini, trovati lungo la strada, furono immediatamente passati per le armi. Prima di lasciare il paese, arrivati al bivio di Moriglione, i tedeschi allinearono dieci ostaggi e li trucidarono (due miracolosamente sopravviveranno alla strage). Finalmente, dopo un'ora e mezza, i tedeschi lasciarono Narzole.

La colonna Brandeburg (che già aveva massacrato la popolazione inerme a Trinità) compirà altre stragi a Genola (!3 vittime), a Vicoforte Mondovì (i quattro componenti la famiglia Prato), a Nichelino (13 vittime) e a Grugliasco (v.) dove uccisero 66 persone.

Le vittime cadute a Narzole furono: Giambattista Contratto, (60 anni), muratore: Domenico Ciravegna (46 anni), agricoltore; Pietro Costamagna (49 anni), commerciante; Giovanni Maria Dellatorre (18 anni), operaio; Bartolomeo Dogliani (78 anni); An



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 628

Brano: [...]ono stati finora accertati i nominativi di 5.092 caduti.

Vita e morte dei « matausini »

I deportati arrivavano generalmente alla stazione di Mauthausen ammassati in vagoni piombati, assetati e sfiniti dopo giorni e notti di un viaggio da incubo.

Ad accoglierli trovavano le S.S. che, urlando ordini incomprensibili, con i mitra spianati e aizzando cani feroci, li inquadravano per cinque e li avviavano a passo svelto su per la montagna.

La colonna attraversava il villaggio, costeggiava il Danubio e poi girava a destra, lungo un sentiero che si inerpicava per la collina. Le

S.S. obbligavano a tenere un passo di corsa. I vecchi e i malati dovevano essere portati a braccia dai compagni più forti per non finire uccisi. Dopo un'ora di marcia, superata una curva si vedeva ancora lontana, in cima alla collina, la fortezza. In alto i camini fumavano. I nuovi arrivati non sapevano ancora che per quei camini stavano « passando » i compagni di deportazione che li avevano preceduti. Poco più tardi, un grande portale sormontato da due torri a fo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 476

Brano: [...]in aprile si ebbe un crescendo degli attacchi che fiaccarono le residue forze fasciste, già demoralizzate dalle notizie dei crolli tedeschi su ogni fronte di guerra. Pochi giorni prima dell’insurrezione il Battaglione « Aosta » della Divisione repubblichina « Monterosa », rinforzato da una batteria da 75/13 del gruppo « Vicenza », lasciò Dronero per avviarsi ai colli Sautron, Cavalla e Maurin onde sostituirvi le vacillanti unità del « Bassano ». La colonna fascista uscì dalla città il 19 aprile ma, subito intercettata dalle squadre della « Fissore » e della « Bianchi di Roascio » appostate sui due lati della valle, venne praticamente bloccata. In quattro giorni i fascisti non riuscirono a procedere oltre San Damiano, vale a dire a una dozzina di chilometri da Dronero, per di più subendo gravi perdite.

La liberazione della valle

L’ordine di insurrezione colse le brigate della Maira all’offensiva. Secondo i dispositivi del Comando militare regionale, primo obiettivo delle formazioni della valle fu la salvaguardia delle centrali elettriche d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 320

Brano: [...]uesti avessero il tempo di intentare una difesa.

Caricati su automezzi, i 28 giovani vennero trasportati a Valenza e rinchiusi nel locale edificio scolastico. L’indomani furono sottoposti a un sommario e brutale interrogatorio; e nel pomeriggio condotti nei pressi del cimitero, vi vennero uccisi uno alla volta con un colpo di pistola alla nuca.

All'unico sopravvissuto, Nicola Marchis, si deve il racconto della morte del comandante Lenti: « La colonna di automezzi era così composta: in testa una macchina tedesca; dietro, la mia; poi un’altra macchina e infine gli autocarri, su uno dei quali avevano preso posto tutti i miei compagni. Appena giunto a Valenza, tenuto presente che la macchina tedesca era di un centinaio di metri avanti a quella da me guidata e che il resto degli automezzi era distaccato

di un altro centinaio di metri, mi balenò immediatamente l’idea di compiere un colpo di mano. Avvertii il mio comandante dicendogli: "Agostino svegliati” e mi diressi poscia verso alcune strade di Valenza cambiando continuamente direzione. A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 429

Brano: [...]di ritirarsi sull'Alpe Sacchi.

Il Comando partigiano della Valsesia, non potendo avviare sufficienti rinforzi al distaccamento di Rastelli (in quanto J'ampiezza e i mezzi della spedizione fascista lasciavano supporre che il nemico mirasse a un obiettivo più importante, cioè all’attacco della base del Coniando di Castagneta), inviò una squadra di 10 uomini al comando del tenente Gianni Daverio, che non potè cambiare il quadro della situazione. La colonna nemica, superata la prima resistenza partigiana, riuscì a penetrare nel villaggio di Camasco apportandovi distruzione e morte, quindi riprese immediatamente la via del ritorno. I partigiani, che si erano tenuti in agguato, al sopraggiungere della colonna la bersagliarono con il fuoco di tutte le loro armi, infliggendole ulteriori perdite. Ma non trovandosi in posizione tale

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 348

Brano: [...] restituire i prigionieri se volete salvare la città ».

Dopo quaranta minuti i due tornano con le S.A. liberate e allora Peiper lascia cadere la maschera; fa salire su una camionetta il parroco e l’industriale, li fa girare per il paese che le S.S. stanno incendiando, li fa assistere al massacro dei civili e poi li fa bruciare vivi, cosparsi di benzina e incendiati. Intanto si procede alla repressione della ribellione, un compito meno facile. La colonna tedesca che sale al Castellar è inchiodata dall’unico colpo di cannone, respinta dal contrattacco di Vian. Si combatte fino a sera. Nella notte, mentre Boves arde, i gruppi ribelli si sciolgono e cercano riparo più in alto. Trecen

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 213

Brano: [...]944, allorché il nemico tentò di riconquistare il paese, anche per riprendere il controllo della strada che, da Taggia, sale verso Montaldo, Molini di Triora e Pieve di Teco. L’attacco venne condotto da una colonna motorizzata, composta di 250 fascisti e 50 tedeschi. Il comandante di divisione Curto diresse personalmente e con abilissima tattica le operazioni, predisponendo le forze disponibili, sia attorno al paese che all’interno dell’abitato. La colonna nemica fu lasciata avvicinare sino alle porte di,Badalucco, quindi venne improvvisamente investita, da ogni lato, con un violento e preciso fuoco di mitragliatrici, bombe a mano e mortai. Per l’intera giornata la battaglia infuriò nei frantoi trasformati in casamatte e fra le case del paese.

Intanto, nel fondovalle, a 7 km da Taggia, un’altra formazione partigiana al comando di Giovanni Alessio (Peletta), bloccava ogni tentativo di rinforzo, attaccando e disperdendo una colonna motorizzata forte di 200 uomini. Solo il sopraggiungere della notte permise ai resti dei reparti nazifascisti di [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La colonna, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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