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Il segmento testuale La caserma è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 12Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 573

Brano: Giovana, Mario

Venezia, Udine, Verona, Pisa, Modena, Parma, Ravenna, Livorno).

Anno giudiziario 1932: 31 processi, riguardanti rispettivamente « l'Avanti! » (Torino), « Battaglie sindacali » (Reggio Emilia, Bologna, Torino), La caserma (Parma, Bologna), Falce e Martello (Napoli), Lazio comunista (Roma), La libertà (Bologna, Torino, Genova), L'operaio bolscevico (Napoli), Scintilla (Napoli), Soccorso rosso (Reggio Emilia, Firenze), «Lo Stato operaio» (Milano, Torino), «l’Unità» (Milano, Torino, Napoli, Venezia, Firenze, Bologna, Modena, Reggio Emilia), Voci d'officina (Torino).

Anno giudiziario 1933: 18 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (Terni, L’Aquila, Teramo, Vercelli), «La caserma» (Roma, Milano, Firenze, Bologna, Pesaro), «Deio» (Gorizia, Pola, Trieste), «La risaia» (Vercelli), «Il risveglio » (Mi[...]

[...]alce e Martello (Napoli), Lazio comunista (Roma), La libertà (Bologna, Torino, Genova), L'operaio bolscevico (Napoli), Scintilla (Napoli), Soccorso rosso (Reggio Emilia, Firenze), «Lo Stato operaio» (Milano, Torino), «l’Unità» (Milano, Torino, Napoli, Venezia, Firenze, Bologna, Modena, Reggio Emilia), Voci d'officina (Torino).

Anno giudiziario 1933: 18 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (Terni, L’Aquila, Teramo, Vercelli), «La caserma» (Roma, Milano, Firenze, Bologna, Pesaro), «Deio» (Gorizia, Pola, Trieste), «La risaia» (Vercelli), «Il risveglio » (Milano), « La scintilla » (Vercelli), «Lo Stato operaio» (Bologna, Forlì, Milano, Venezia), «l’Unità » (Milano, Bologna, Forlì, Firenze, Venezia, Padova, Roma, Reggio Emilia).

Anno giudiziario 1934: 23 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (La Spezia), «Battaglie sindacali » (Bari, Taranto, Genova), « La caserma » (Forlì, Genova), « Deio » (Trieste, Gorizia, Istria), Il giornale degli operai (Torino), La Libertà (Torino), « Il proletario» (La Spezia), «Lo Stato operaio» (Ferrara, Bologna, Genova, Torino, Milano), « l’Unità » (Reggio Emilia, Torino, Ferrara, Bari, Taranto, La Spezia, Forlì, Ancona, Genova, Udine, Milano, Firenze).

Anno giudiziario 1935: 20 processi, riguardanti rispettivamente « Deio » (Trieste), « Lo Stato operaio » (Novara, Savona, Siena), « l’Unità » (Firenze, Savona, Siena, Trieste, Novara) .

Anno giudiziario 1936: 28 processi, riguardanti rispettivamente « Avanguardia » (Mi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 572

Brano: [...](Genova, Messina, Reggio Calabria, Potenza, Matera), Il Galletto rosso (Roma, ^Genova), Il Giornale dei contadini (Milano), Gioventù comunista (Calabria, Basilicata, Sicilia), Il lavoratore italiano (Milano).

Anno giudiziario 1929: 37 processi, riguardanti . rispettivamente « Avanguardia » (Venezia, Trieste, Verona, Parma, Reggio Emilia, Genova, Milano), «Battaglie sindacali» (Bologna, Ferrara, Genova, Milano, Cremona, Savona), Borba (Fiume), La caserma (Parma, Reggio Emilia, Genova), «Compagna» (Savona), «Deio» (Gorizia, Trieste), «La Fiaccola» (Genova, Milano), «Fronte Unico » (Genova, Milano), « Il Galletto rosso » (Genova, Milano, Torino), Klazna Borba (Fiume), Non Mollare, Il nuovo (Venezia, Trieste), «La recluta» (Genova, Milano), La scintilla (Genova, Milano), « Lo Stato operaio » (Torino, Milano, Genova), «l’Unità» (Verona, Venezia, Trieste, Parma, Reggio Emilia, Milano, Torino, Genova, Firenze, Padova, Cremona).

Anno giudiziario 1930: 29 processi, riguardanti rispettivamente Alleanza nazionale (Roma, Verona, Ancona), «Avanguardia[...]

[...]iume), Non Mollare, Il nuovo (Venezia, Trieste), «La recluta» (Genova, Milano), La scintilla (Genova, Milano), « Lo Stato operaio » (Torino, Milano, Genova), «l’Unità» (Verona, Venezia, Trieste, Parma, Reggio Emilia, Milano, Torino, Genova, Firenze, Padova, Cremona).

Anno giudiziario 1930: 29 processi, riguardanti rispettivamente Alleanza nazionale (Roma, Verona, Ancona), «Avanguardia» (Torino, Milano, Roma, Pisa), «Borba» (Trieste, Istria), «La caserma» (Torino, Milano), « Deio* (Istria), Primorski Glas (Trieste, Istria), La risaia (Torino, Vercelli), La riscossa (Milano, Pavia), « Lo Stato operaio » (Firenze, Torino), Svoboda (Trieste, Istria), Il tramviere (Milano), « l'Unità » (Gorizia, Firenze, Torino, Milano, Roma, Udine, Napoli, Rieti, Pisa).

Anno giudiziario 1931: 70 processi, riguardanti rispettivamente «Alleanza nazionale» (Ancona), «Avanguardia » (Trieste, Gorizia, Pisa, Reggio Emilia, Bologna, Varese, Milano), «Il Becco giallo» (Roma, Cagliari,Firenze), Bollettino del Partito comunista d’Italia (Varese, Trieste, Milano), Borsa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 20

Brano: [...] in centro di raccolta e di organizzazione di volontari delle Brigate Internazionali fu presa aH’inizio dell’ottobre 1936 e il 14 ottobre già vi arrivava un primo scaglione di 500 volontari, appartenenti a nazionalità diverse; nel corso del mese, in seguito al continuo afflusso, questi superavano i 4.000. Il massiccio arrivo di uomini di ogni nazionalità, e dai 16 ai 60 anni, pose immediatamente non facili problemi agli organizzatori della base. La caserma nazionale, nella quale venivano sistemati i volontari, era assolutamente inadeguata ad accogliere nel giro di poche settimane un tale numero di uomini, e la diversità delle lingue, unita all'insufficienza dei servizi, rendeva compito arduo stabilire una qualsiasi forma di organizzazione e di disciplina. Innanzitutto si procedette alla divisione dei volontari per nazionalità, dando vita a unità affini per lingua e costumi, aventi ognuna comandanti propri e servizi autonomi. Nel giro di pochi giorni si formarono così sei battaglioni: il tedesco; il francese; il polacco; l’italiano; e due battag[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 599

Brano: [...]più importante del suo pensiero si volge verso la parte dov’è Bordiga e sembra parli solo con lui [...]. Fra gli Italiani c’è un po’ di stizza » (Lettera al fratello Sigfrido, luglio 1924).

Prosciolto dal tribunale di Forlì dall’accusa di omicidio e terminati gli studi al “Tolmacov”, nel luglio 1925 tornò in Italia per ottemperare, dall’agosto, all’obbligo del servizio di leva, durante il quale collaborò ai periodici comunisti “La recluta” e “La caserma”.

Congedato nell’agosto 1926, alla fine del mese entrò a far parte dell’apparato clandestino del Partito comunista, dirigendo insieme a Cesare Ravera l’Ufficio V (militare).

Il lavoro militare

Tra i dirigenti comunisti, Sozzi fu uno dei più consapevoli del ruolo determinante delle forze armate

599



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 871

Brano: [...] gerarchie e le accusava di mollezza. Né d’altra parte poteva reprimere lo squadrismo chi riponeva in esso l’estrema salvaguardia delle proprie sorti. Gli uomini di Colombo poterono quindi operare senza freni di sorta. Un reparto della « Muti » si installò a Milano e un altro fu dislocato in Piemonte per svolgervi attività antipartigiana. Il nucleo milanese si distinse per i suoi eccessi, che andavano dalle ruberie alla tortura e al massacro. Nella Caserma Solinas, sede dell’ufficio politico della « Muti » cui sovrintendeva certo Celestino Carrella (soprannominato Conte di Toledo e individuo degenere),

La caserma della « Muti » occupata dai partigiani nei giorni della liberazione di Milano (28.4.1945)



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 593

Brano: [...]oco a poco si chiarisca e si imposti la più grande battaglia del secolo. Allora il mio posto sarà dalla parte di chi ha più religiosità e spirito di sacrificio ».

Quando l’« Ordine Nuovo » divenne quotidiano (1.1.1921), Gobetti accettò l’offerta di Gramsci di collaboràrvi come critico letterario. Prestò servizio militare a Torino (dove potè continuare lo studio e l’opera sua), rimanendo sfavorevolmente impressionato da quella esperienza:

« La caserma — scriveva il 2.8.1920 ad Ada Prospero (sua futura moglie) — è l'antitesi del pensiero, la meccanicità pervade ogni forma di vita ».

Rivoluzione Liberale

Nel gennaio 1922 progettò la rivista Rivoluzione Liberale (v.), il cui primo numero uscì il 12 febbraio. Attorno alla rivista si raccolsero forze intellettuali di diverso e anche contrapposto orientamento. I collaboratori andavano da Giovanni Amendola a Vilfredo Pareto, da Epicarmo Corbino a Giustino Fortunato, da Luigi Einaudi ad Augusto Monti, da Novello Papafava a Carlo Rosselli, da Ernesto Rossi a Riccardo Bauer, Guido Dorso, Tomma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 495

Brano: Castro, Fidel

oscillante di detto partito C. fu indotto ad allontanarsene.

La caserma Moncada

Ormai C. riteneva che la sola via per abbattere la dittatura, dar vita a un governo onesto e democratico fosse la rivoluzione. A tal fine cominciò a organizzare un gruppo di giovani, in prevalenza studenti, addestrandoli all’uso delle armi, educandoli al coraggio e allo sprezzo della vita, con la coscienza che la sfida alla dittatura sarebbe costata molti sacrifici. Solo nel luglio 1953 il suo «esercito» fu pronto: si trattava di 200 uomini e 2 donne, tra i venti e i venticinque anni. Il 26 luglio l’esercito « ribelle » attaccò la caserma^Moncada alla periferia di Santiago. Il pian[...]

[...]onesto e democratico fosse la rivoluzione. A tal fine cominciò a organizzare un gruppo di giovani, in prevalenza studenti, addestrandoli all’uso delle armi, educandoli al coraggio e allo sprezzo della vita, con la coscienza che la sfida alla dittatura sarebbe costata molti sacrifici. Solo nel luglio 1953 il suo «esercito» fu pronto: si trattava di 200 uomini e 2 donne, tra i venti e i venticinque anni. Il 26 luglio l’esercito « ribelle » attaccò la caserma^Moncada alla periferia di Santiago. Il piano era di impadronirsi delle armi e distribuirle al popolo, occupare le stazioni radio e appellarsi alle masse per rovesciare la dittatura. L’assalto fallì : la maggior parte degli attaccanti vi perse la vita, altri dovettero fuggire mentre, a Santiago, Batista ordinava un bagno di sangue. Arrestato, C. venne processato il 21 settembre.

Il processo, come quello di Dimitrov nel 1933, si trasformò in un violento atto di accusa contro Batista. Rinunciando alla difesa, C. pronunciò un appassionato discorso che lo rese immediatamente famoso a Cuba e all[...]

[...]cessato il 21 settembre.

Il processo, come quello di Dimitrov nel 1933, si trasformò in un violento atto di accusa contro Batista. Rinunciando alla difesa, C. pronunciò un appassionato discorso che lo rese immediatamente famoso a Cuba e all’estero e in cui egli tracciò un programma di azione per il futuro, basato sulla lotta «delle grandi masse non riscattate ». Condannato a 16 anni di prigione, venne deportato con i superstiti dell’assalto alla caserma Moncada, all'isola dei Pini. Qui organizzò un gruppo di studio tra i detenuti (il seminario Abel Santamaria, dal nome di uno dei capi della rivolta, catturato, torturato e ucciso), nel quale gli allievi ebbero un primo contatto con il marxismo. Nel frattempo la situazione del dittatore Batista era notevolmente peggiorata. Il massacro di Santiago e il terrore instaurato non avevano ferma* to le lotte popolari: scioperi, dimostrazioni, manifestazioni erano all’ordine del giorno. Nelle piazze il nome di C. veniva scandito dalla folla in polemica con gli oratori del regime. Venne lanciata una cam[...]

[...]ni erano all’ordine del giorno. Nelle piazze il nome di C. veniva scandito dalla folla in polemica con gli oratori del regime. Venne lanciata una campagna per la scarcerazione dei detenuti politici e la pressione popolare fu così forte che il 15.5.1955 C. e i suoi compagni vennero amnistiati. Il ritorno di C. all’Avana fu un trionfo.

Il Movimento del 26 luglio capeggiato da Castro e così chiamato per ricordare il coraggioso attacco con

tro la caserma Moncada, era già una forza. Sorvegliato dalla polizia, C. tuttavia non potè riprendere alcuna attività politica. Sempre convinto che non vi fosse jaltro mezzo che la lotta armata per rovesciare Batista, nel luglio lasciò Cuba e si recò nel Messico per raccogliere armi e uomini per una invasione dell’isola.

La liberazione di Cuba

Nonostante gli arresti e le condanne subiti per iniziativa del governo messicano, il 15.11.1956 C. annunciò pubblicamente la sua intenzione di sbarcare a Cuba e rovesciare la dittatura. Dieci giorni dopo, il battello Granma prese il mare per Cuba con 82 uomini a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 163

Brano: [...] Puppino Augusto (4 anni), Rigotti Angelo (3 anni), Rosso Lucia (7 anni), Sandri Faustino (30 anni), Saracco Secondo (5 anni), Sguaiser Vittorio (3 anni), Sticca Luigi (3 anni), Torretta Federico (9 anni), Voglino Paolo (4 anni), Vogliolo Giovanni (6 anni).

Bibliografia: Anna Bravo, La repubblica partigiana dell’Alto Monferrato, Torino, 1964.

Asti, Via

Denominazione di una via dell'area collinare di Torino, divenuta tristemente nota per la caserma che vi sorge, al n. 22 e che, nel periodo della repubblica di Salò, fu trasformata dalle milizie fasciste in luogo di detenzione e di tortura dei partigiani e dei sospetti di connivenza con il movimento di liberazione.

La caserma (in origine sede del 4° Reggimento bersaglieri) dopo l’8.9.

1943 venne adibita a quartiere della Guardia nazionale repubblicana e, non appena tali reparti furono costituiti, nel giugno 1944, fu trasformata in sede di nuclei della Brigata nera (v.). Vi si svolgevano normalmente interrogatori condotti da membri di un’apposita squadra, al comando del maresciallo Brancaleone, con uso di strumenti di tortura e particolari forme di sevizie escogitate per indurre le vittime a sve

lare nomi e caratteristiche degli organismi partigiani e clandestini. Assisteva spesso a questi interrogatori il ca[...]

[...]sciallo Brancaleone, con uso di strumenti di tortura e particolari forme di sevizie escogitate per indurre le vittime a sve

lare nomi e caratteristiche degli organismi partigiani e clandestini. Assisteva spesso a questi interrogatori il cappellano delle Brigate nere di Torino, don Edmondo De Amicis, sacerdote fanaticamente fascista e di spietata crudeltà che sarà giustiziato dai partigiani nei giorni dell’insurrezione. II nucleo di polizia della caserma dipendeva direttamente daH’ufficio politico della questura e dalla Federazione del fascio repubblicano di Torino. Durante la battaglia per la liberazione della città, la caserma costituì uno dei focolai di resistenza di sparuti manipoli di repubblichini e fu investita dall'attacco di squadre partigiane della V Divisione Garibaldi e di un distaccamento della Brigata « Matteotti ». Il 28 aprile i volontari ebbero ragione della resistenza fascista. Nel combattimento persero la vita i partigiani Giovanni Berruto, Diego Martinetti, Mario Gibellin, Renato Alciati, Oreste e Domenico Viari sio. I militi della Brigata nera, che avevano rifiutato l’intimazione di resa, cercarono di sottrarsi alla cattura indossando abiti civili e fuggendo attraverso i cunicoli delle fognature,[...]

[...]. Il 28 aprile i volontari ebbero ragione della resistenza fascista. Nel combattimento persero la vita i partigiani Giovanni Berruto, Diego Martinetti, Mario Gibellin, Renato Alciati, Oreste e Domenico Viari sio. I militi della Brigata nera, che avevano rifiutato l’intimazione di resa, cercarono di sottrarsi alla cattura indossando abiti civili e fuggendo attraverso i cunicoli delle fognature, collegati con le sponde del Po. Prima di abbandonare la caserma, essi seviziarono e uccisero il patriota Luigi Greco, che tenevano prigioniero.

L.P.S.

Atlantico, Patto

North Atlantic Treaty. È il trattato di alleanza più importante che sia stato stipulato e sottoscritto dopo la fine della seconda guerra mondiale. Con la sigla N.A.T.O. (North Atlantic Treaty Organization) si indica la complessa organizzazione politicomilitare che si è venuta formando in base al trattato stesso. Il patto fu sottoscritto a Washington il 4.4.1949 dai seguenti stati: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Inghilterra, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Porto[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La caserma, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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