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Il segmento testuale La IV è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 33Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 384

Brano: Brisighella, Battaglia di

il 1° e il 2° plotone della l compagnia avrebbero attaccato a Monte della Siepe; il 3° a Monticino; la II compagnia si sarebbe posta a protezione e avrebbe appoggiato, con le sezioni mitragliatrici e mortai, l’attacco al Belvedere. La IV compagnia avrebbe provveduto al rastrellamento dell’abitato di Brisighella per rendere sicure e transitabili le retrovie. La III compagnia infine, schierandosi a Casa Tombe e al di là di Mezzo, attestandosi saldamente, avrebbe dovuto impedire l’afflusso di rinforzi tedeschi. L’azione ebbe inizio alle 22.30. La

I compagnia, lanciata in avanti, raggiunse Monticino e si attestò a difesa, mentre le artiglierie del 14° Reggimento polacco battevano il Monte della Siepe. Protetti dal fuoco dei polacchi, il 1° e il 2° plotone (comandati rispettivamente dal tenente Gino Tedeschi e dal sottotenente [...]

[...]te apprestate a difesa mentre la I compagnia, attaccando al Belvedere, espugnava le fortificazioni nemiche intorno a Colle Castiglioni e a Casa Ronchi, e rastrellava le case coloniche della zona. Una pattuglia di 7 tedeschi che, guidata da una fascista del posto, era penetrata aH’interno del

lo schieramento partigiano per portarvi Io scompiglio, venne annientata. Le ultime resistenze del nemico a Casa Castiglione furono vinte prima dell’alba. La IV compagnia, com’era stato prestabilito, tentò anch’essa di raggiungere il Belvedere per andare in appoggio alla

II, ma non vi riuscì.

Alle prime ore del mattino del 4, in seguito alla mancata occupazio (

ne del Belvedere, la situazione dei patrioti rimasti sul Monte della Siepe divenne critica ed essi furono costretti ad abbandonare alcune posizioni a ridosso della sommità del monte, la cui conquista era costata non pochi sacrifici.

La II compagnia, cosciente che l’abbandono del Monte della Siepe avrebbe portato al fallimento della intera operazione, con l’appoggio di un gruppo di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 36

Brano: [...]) per continuare a Lugrin (2028 luglio). I negoziati fallirono, a causa della richiesta francese di separare il Sahara dall’Algeria e di ottenere inoltre particolari privilegi economici per la minoranza francese; ma causa del fallimento fu soprattutto

il contemporaneo putsch militare, diretto da Challe in Algeria. La conclusione che ne trassero gli algerini fu che era necessario intensificare ulteriormente la lotta armata e insurrezionale.

La IV sezione del C.N.R.A., tenutasi a Tripoli dal 9 al 28.8.1961, operò un profondo rimaneggiamento nel

G.P.R.A., e ne nominò presidente Ben Khedda. Il 24 ottobre il nuovo presidente ripropose i negoziati ai francesi, forte del nuovo appoggio venuto al governo algerino dalla Conferenza dei neutrali a Belgrado (settembre 1961), e inoltre favorito dagli sviluppi della situazione interna, ossia dalla disfatta politicomilitare dei francesi, ridotti ormai alla sanguinosa, ma impotente azione terroristica dell’O.A.S.. In tale situazione De Gaulle fu costretto ad accettare i nuovi negoziati; questi, d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 292

Brano: [...]principale. L’accerchiamento totale di Berlino si compì dal 19 al 25 aprile. La mattina del 18 le unità del I Fronte ucraino avevano conquistato le posizioni nemiche sulla linea NeisseSprea; il 19, quelle del I Fronte bielorusso avevano scardinato le tre linee difensive dell'Oder ed erano penetrate per 30 chilometri verso il cuore della città. A questi combattimenti parteciparono anche

reparti della I e della il Armata polacca di liberazione. La IV e la IX Armata blindata della Wehrmacht — in tutto 14 divisioni — si ritirarono nella foresta a sudest di Berlino, ma il 24 esse erano completamente accerchiate e tagliate fuori dal combattimento, in capo a un’altra settimana i sovietici le decimarono, catturando i pochi superstiti.

Intanto, a Berlino, la morsa sovietica si andava lentamente ma decisamente chiudendo attorno al centro cittadino, dove sorgeva ii Comando nazista, il « cervello » stesso del Terzo Reich. Alle ore 1 della notte del 26 aprile le prime cannonate russe colpirono la facciata del palazzo della Cancelleria.

I comba[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 232

Brano: [...]giane « Garibaldi » e « Italia » che combatterono in Jugoslavia fino al termine della guerra. Le divisioni « Firenze » e « Modena » si unirono invece ai partigiani albanesi, creando la Divisione « Antonio Gramsci ». A Zara, la maggior parte della Divisione « Bergamo » si unì ai partigiani jugoslavi. A Ragusa, il generale D’Amico, comandante della Divisione « Marche », incitò le truppe a resistere ai tedeschi e per questo venne da essi ucciso.

La IV Armata, che si trovava in

Francia, si sfasciò al momento dell’armistizio. Gli uomini rientrarono disordinatamente in patria, ma molti di loro preferirono rifugiarsi sulle montagne del Piemonte, contribuendo in tal modo alla costituzione delle prime « bande » ribelli in quelle valli.

La ricostituzione dell’Esercito

Subito dopo la conclusione dell 'armistizio, il governo Badoglio avviò trattative con gli Alleati per essere autorizzato a ricostituire una forza armata militare italiana da schierare a fianco degli angloamericani contro i tedeschi.

Le trattative furono laboriose. In rea[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 408

Brano: [...] da ufficiali italiani collaborazionisti, le divisioni si videro affidare il compito di condurre la guerriglia contro le forze partigiane del Piemonte, della Liguria e dell’Emilia.

Partite dalla Germania tra il luglio e l’agosto 1944, accolte ostilmente dalle popolazioni fin dal primo ingresso in Italia e circondate, più che da disprezzo, da vera commiserazioné, le prime due unità giunsero nelle rispettive zone di impiego nell'agosto 1944.

La IV Divisione Alpina « Monte Rosa », comandata dal generale di brigata Mario Cartoni e forte di circa 19.000 uomini con 650 ufficiali, fu schierata in profondità lungo la Riviera di Levante, fino alle alture sovrastanti Piacenza e Parma. La

III Divisione di Fanteria di marina « San Marco », comprendente 14.000 uomini con circa 500 ufficiali al comando del generale di brigata Amilcare Farina (già volontario fascista in Spagna), fu schierata invece lungo là Riviera di Ponente, in profondità fino all'Alessandrino (vi furono aggregati anche i 1.800 « marò » della Decima Mas (v.) capeggiati dal pri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 638

Brano: [...]onda purità razziale organizzata ».

Bibliografia: Gianfranco Bianchi, 25 luglio: crollo di un regime, Milano, 1963; Ruggero Zangrandi, 25 luglio 8 settembre 1943, Milano, 1964; F. W. Deakin, Storia della re pubblica di Salò, Torino, 1963; A. Tasca, Nascita e avvento del fascismo, Firenze 1950.

Grange Sevine, Battaglia delle

All’alba del 26.8.1944 due compagnie di S.S. tedesche partirono da

Susa (Torino) per attaccare le posizioni della IV Divisione G.L. « Stellina » nella media valle di Susa, sulle pendici del Rocciamelone e intorno al Colle della Croce di Ferro. Altre due compagnie di S.S. dovevano completare l’accerchiamento salendo dalla valle di Viù.

La IV Divisione G.L., al comando di Giulio Bolaffi (Aldo Laghi), contava circa 600 uomini, provenienti in gran parte dal III Reggimento Alpini e dal Battaglione « Susa », reduci dalle campagne di Grecia e di Russia, bene addestrati e allenati alla guerra di montagna. Compito della Divisione era di difendere le centrali idroelettriche del Moncenisio, le fabbriche di Susa, e di disturbare le comunicazioni tedesche lungo l’importante arteria stradale e ferroviaria della valle di Susa.

Con un’abile tattica di spostamenti elastici, la IV Divisione G.L. riuscì a portare le due compagnie tedesche in un[...]

[...]ini, provenienti in gran parte dal III Reggimento Alpini e dal Battaglione « Susa », reduci dalle campagne di Grecia e di Russia, bene addestrati e allenati alla guerra di montagna. Compito della Divisione era di difendere le centrali idroelettriche del Moncenisio, le fabbriche di Susa, e di disturbare le comunicazioni tedesche lungo l’importante arteria stradale e ferroviaria della valle di Susa.

Con un’abile tattica di spostamenti elastici, la IV Divisione G.L. riuscì a portare le due compagnie tedesche in una specie di cui di sacco, presso la località denominata Grange Sevine (a quota 1.750), e a circondarle completamente da posizioni sovrastanti. Disorientate dalla nebbia che intanto era scesa sulla zona e convinte di trovarsi di fronte a forze partigiane molto superiori, dopo sette ore di combattimento le due compagnie tedesche si arresero.

Restarono in mano ai partigiani giellisti 166 prigionieri, 150 moschetti, 40 armi automatiche, 2 mitragliatrici e un grosso quantitativo di munizioni. È significativo del cavalleresco comport[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 187

Brano: [...]resa nel sistema difensivo di Korcula, dove subì ingenti perdite.

La II Brigata d’Oltremare, formata nel dicembre 1943, raggiunse subito l’isola di Vis. Dopo la caduta di Korcula si trasferì sulla costa dalmata con i resti della I Brigata. Insieme a questa, nel gennaio 1944 venne incorporata nel I Korpus Proletario a Dvar.

La III Brigata d’Oltremare, costituita nel febbraio 1944, in marzo raggiunse Vis e fu compresa nella 26a Divisione.

La IV Brigata d'OItremare, formata verso la metà dell’aprilp 1944, venne impegnata nel trasporto dei rifornimenti alleati dai porti italiani. Una parte di essa fu trasferita in Jugoslavia verso la fine del 1944.

La V Brigata d’Oltremare, costituita nell’autunno 1944, raggiunse la Jugoslavia verso la fine dello stesso anno e alla metà di aprile del 1945 entrò a far parte del VII Korpus.

Formazioni slave nel Maceratese

Agli internati e ai carcerati jugoslavi che al momento dell’armistizio si trovavano raccolti in Umbria, nelle Marche e nelle regioni finitime non era facile, se rilasciati o i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 822

Brano: Quarta Armata

Rapporti con la popolazione francese

La IV Armata contava su circa

150.000 uomini agli ordini del generale Mario Vercellino, con capo di stato maggiore il generale Alessandro Trabucchi. Un Corpo d’armata stabilì il proprio quartiere generale a Grasse, un altro a Hyères, e una divisione si insediò a Grenoble.

Nei confronti dei militari italiani l’atteggiamento della popolazione era naturalmente ostile, ma in questa zona l’azione del « maquis » fu assai meno cruenta che nella Francia occupata dai nazisti: tutte le fonti e i documenti sottolineano come la presenza delle truppe italiane fosse meno invisa di quella delle truppe tedes[...]

[...]ista di Lavai, marcatamente antisemita, le autorità militari della

IV Armata intervennero in varie occasioni per evitare retate e deportazioni di ebrei. ,

Nonostante le vivaci reazioni del governo di Vichy e il malumore dei tedeschi, che fecero giungere le loro proteste fino a Roma, gli italiani resisterono a ogni tipo di pressione. Si spiega, pertanto, come da tutta la Francia gli ebrei tendessero a rifugiarsi nei territori controllati dalla IV Armata: nell’aprile del 1943 la colonia israelitica di Nizza ascendeva a ben 22.000 persone. (« Le leggi razziali naziste, il genocidio, si arrestano alle porte del territorio occupato dagli italiani »).

Dislocazione dei reparti Al 25.7.1943 il quadro di battaglia dell'Armata era il seguente: « Comando e truppe d’armata: a Mentone;

XV Corpo d'armata:

— sede di comando: Carcare (Savona) e poi Genova;

— settore di responsabilità: da Punta del Mesco a Monaco;

— forze dipendenti: Divisioni "Rovigo”, Alpina "Alpi Graje” e 201a costiera, Comando difesa porto di Genova, I Settore

G[...]

[...]de a Beaulieu (Nizza), dotazione di tre giornate munizioni e viveri ed organi esecutivi sparsi tra Rodano e Scrivia, in Francia ed in Piemonte. Esistevano inoltre: un Comando militare marittimo della Provenza, con sede a Tolone, e dipendenza (tranne che per l'impiego della difesa costiera) da Supermarina; un Comando aeronautico Francia, con sede a Cannes e due gruppi di aerei da ricognizione ».

Lo scioglimento dell’8 settembre

Il 15.8.1943 la IV Armata ricevette l'ordine di rientrare in Italia. Il provvedimento, preso con troppo ritardo, favorì l’accrescersi della crisi fra le forze armate italiane in Francia, crisi che era iniziata con il 25 luglio.

Contemporaneamente, i rapporti tra il Comando italiano e quello tedesco diventarono sempre più difficili e si moltiplicarono le occasioni di attrito. Già ai primi di settembre la Wehrmacht aveva praticamente incapsulato le truppe italiane e completato i piani per procedere al loro disarmo. Di fronte alla fredda determinazione germanica, finalmente

10 Stato Maggiore del regio eserci[...]

[...]ni di attrito. Già ai primi di settembre la Wehrmacht aveva praticamente incapsulato le truppe italiane e completato i piani per procedere al loro disarmo. Di fronte alla fredda determinazione germanica, finalmente

10 Stato Maggiore del regio esercito ritenne di indicare ai Comandi dipendenti una serie di misure da adottare, non nel caso di armistizio, ma nell’eventualità di un attacco tedesco.

La «memoria 44» (v.), per quel che concerneva la IV Armata, stabiliva di « raccogliere la Divisione "Pusteria" e successivamente la Divisione "Taro” nelle valli Roja e Vermenagna, fronte ad ovest, per interrompere le vie di comunicazione della Cornice; di agire, specie sui fianchi, contro truppe germaniche in movimento od in sosta in quelle zone; di impiegare il 20° Raggruppamento sciatori ai colli del Moncenisio e del Monginevro ed a Bardonecchia, per sbarrare i valichi e per interrompere la ferrovia del Fréjus ».

La « memoria 44 » rivelava in modo drammatico come gli Alti Comandi non si rendessero assolutamente conto del reale stato in cu[...]

[...]n sosta in quelle zone; di impiegare il 20° Raggruppamento sciatori ai colli del Moncenisio e del Monginevro ed a Bardonecchia, per sbarrare i valichi e per interrompere la ferrovia del Fréjus ».

La « memoria 44 » rivelava in modo drammatico come gli Alti Comandi non si rendessero assolutamente conto del reale stato in cui si trovavano le nostre truppe, sia dal punto di vista psicologico che da quel

lo operativo. Già sul finire dell’agosto la IV Armata non era più una entità organica e le ultime affannose direttive non erano certo in grado di modificare la situazione. Quando Radio Londra annunciò l’armistizio, la comunicazione venne considerata dal Comando della IV Armata una « provocazione », ma alle 19 e 45 la voce del marescial

lo Badoglio confermò la notizia. I Comandi italiani tentarono allora di accelerare i movimenti di rientro in Italia, tuttavia fra le 22 e le 23 dello stesso 8 settembre i tedeschi avevano ormai il controllo di tutti i Comandi delle grandi unità, di tutte le centrali di collegamento, di tutte le sedi degli autoraggruppamenti.

La mattina del 9 settembre il Comando d’armata si spostò a Caraglio, piccolo centro abitato in prossimità di Cuneo. Ormai la situazione si rivelava in tutta la sua drammaticità e risultava evidente c[...]

[...] di stanza a Torino, dove era stata trasferita sul finire di agosto per esigenze di « ordine pubblico ».

11 tentativo compiuto dal generale Andreoli (comandante la II Divisione Celere) di prendere direttamente contatto con il Comando d’armata ebbe esito negativo e soltanto verso le ore 12 del 10 settembre il comandante della Difesa territoriale (generale Enrico Adami Rossi) comunicò all’Andreoli che la Divisione passava agli ordini diretti della IV Armata e doveva spostarsi nella zona di DroneroCaraglio.


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La IV, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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