Brano: Quarta Armata
Rapporti con la popolazione francese
La IV Armata contava su circa
150.000 uomini agli ordini del generale Mario Vercellino, con capo di stato maggiore il generale Alessandro Trabucchi. Un Corpo d’armata stabilì il proprio quartiere generale a Grasse, un altro a Hyères, e una divisione si insediò a Grenoble.
Nei confronti dei militari italiani l’atteggiamento della popolazione era naturalmente ostile, ma in questa zona l’azione del « maquis » fu assai meno cruenta che nella Francia occupata dai nazisti: tutte le fonti e i documenti sottolineano come la presenza delle truppe italiane fosse meno invisa di quella delle truppe tedes[...]
[...]ista di Lavai, marcatamente antisemita, le autorità militari della
IV Armata intervennero in varie occasioni per evitare retate e deportazioni di ebrei. ,
Nonostante le vivaci reazioni del governo di Vichy e il malumore dei tedeschi, che fecero giungere le loro proteste fino a Roma, gli italiani resisterono a ogni tipo di pressione. Si spiega, pertanto, come da tutta la Francia gli ebrei tendessero a rifugiarsi nei territori controllati dalla IV Armata: nell’aprile del 1943 la colonia israelitica di Nizza ascendeva a ben 22.000 persone. (« Le leggi razziali naziste, il genocidio, si arrestano alle porte del territorio occupato dagli italiani »).
Dislocazione dei reparti Al 25.7.1943 il quadro di battaglia dell'Armata era il seguente: « Comando e truppe d’armata: a Mentone;
XV Corpo d'armata:
— sede di comando: Carcare (Savona) e poi Genova;
— settore di responsabilità: da Punta del Mesco a Monaco;
— forze dipendenti: Divisioni "Rovigo”, Alpina "Alpi Graje” e 201a costiera, Comando difesa porto di Genova, I Settore
G[...]
[...]de a Beaulieu (Nizza), dotazione di tre giornate munizioni e viveri ed organi esecutivi sparsi tra Rodano e Scrivia, in Francia ed in Piemonte. Esistevano inoltre: un Comando militare marittimo della Provenza, con sede a Tolone, e dipendenza (tranne che per l'impiego della difesa costiera) da Supermarina; un Comando aeronautico Francia, con sede a Cannes e due gruppi di aerei da ricognizione ».
Lo scioglimento dell’8 settembre
Il 15.8.1943 la IV Armata ricevette l'ordine di rientrare in Italia. Il provvedimento, preso con troppo ritardo, favorì l’accrescersi della crisi fra le forze armate italiane in Francia, crisi che era iniziata con il 25 luglio.
Contemporaneamente, i rapporti tra il Comando italiano e quello tedesco diventarono sempre più difficili e si moltiplicarono le occasioni di attrito. Già ai primi di settembre la Wehrmacht aveva praticamente incapsulato le truppe italiane e completato i piani per procedere al loro disarmo. Di fronte alla fredda determinazione germanica, finalmente
10 Stato Maggiore del regio eserci[...]
[...]ni di attrito. Già ai primi di settembre la Wehrmacht aveva praticamente incapsulato le truppe italiane e completato i piani per procedere al loro disarmo. Di fronte alla fredda determinazione germanica, finalmente
10 Stato Maggiore del regio esercito ritenne di indicare ai Comandi dipendenti una serie di misure da adottare, non nel caso di armistizio, ma nell’eventualità di un attacco tedesco.
La «memoria 44» (v.), per quel che concerneva la IV Armata, stabiliva di « raccogliere la Divisione "Pusteria" e successivamente la Divisione "Taro” nelle valli Roja e Vermenagna, fronte ad ovest, per interrompere le vie di comunicazione della Cornice; di agire, specie sui fianchi, contro truppe germaniche in movimento od in sosta in quelle zone; di impiegare il 20° Raggruppamento sciatori ai colli del Moncenisio e del Monginevro ed a Bardonecchia, per sbarrare i valichi e per interrompere la ferrovia del Fréjus ».
La « memoria 44 » rivelava in modo drammatico come gli Alti Comandi non si rendessero assolutamente conto del reale stato in cu[...]
[...]n sosta in quelle zone; di impiegare il 20° Raggruppamento sciatori ai colli del Moncenisio e del Monginevro ed a Bardonecchia, per sbarrare i valichi e per interrompere la ferrovia del Fréjus ».
La « memoria 44 » rivelava in modo drammatico come gli Alti Comandi non si rendessero assolutamente conto del reale stato in cui si trovavano le nostre truppe, sia dal punto di vista psicologico che da quel
lo operativo. Già sul finire dell’agosto la IV Armata non era più una entità organica e le ultime affannose direttive non erano certo in grado di modificare la situazione. Quando Radio Londra annunciò l’armistizio, la comunicazione venne considerata dal Comando della IV Armata una « provocazione », ma alle 19 e 45 la voce del marescial
lo Badoglio confermò la notizia. I Comandi italiani tentarono allora di accelerare i movimenti di rientro in Italia, tuttavia fra le 22 e le 23 dello stesso 8 settembre i tedeschi avevano ormai il controllo di tutti i Comandi delle grandi unità, di tutte le centrali di collegamento, di tutte le sedi degli autoraggruppamenti.
La mattina del 9 settembre il Comando d’armata si spostò a Caraglio, piccolo centro abitato in prossimità di Cuneo. Ormai la situazione si rivelava in tutta la sua drammaticità e risultava evidente c[...]
[...] di stanza a Torino, dove era stata trasferita sul finire di agosto per esigenze di « ordine pubblico ».
11 tentativo compiuto dal generale Andreoli (comandante la II Divisione Celere) di prendere direttamente contatto con il Comando d’armata ebbe esito negativo e soltanto verso le ore 12 del 10 settembre il comandante della Difesa territoriale (generale Enrico Adami Rossi) comunicò all’Andreoli che la Divisione passava agli ordini diretti della IV Armata e doveva spostarsi nella zona di DroneroCaraglio.