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Il segmento testuale La Cina è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 135Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Leoncarlo Settimelli, Dai pugni in tasca alla Cina in casa in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1966 - - dicembre - 20

Brano: IN UN FREDDO PALAllO DI IMOLA INCONTRO CON BELLOCCHIO
Dai Pugni in tasca»
alla Cina
in casa
Una storia di provincia ma con pro
blemi e personaggi nazionali
e il film lo potrai capire e giudicare soltanto quando rerrä proiettato a. ci diceva un amico poco prima di arrivare u Palazzo Tozzoni. a Imola, dove Marco Bellocchio sfa tlirando le ultime scene del suo secondo Itingometraggio. Aceramo discusso del titolo. pri ma: La Cina è vicina ti clà l'idea di un film che tocchi un argomento esplosivo e contribuisce a far credere cine Bel loei'hio, dopo aver sparato a zero stilla jantiylia. adesso spari cc zero stiliti sinistra italiana. e Non ti illudere — arera detto l'antico a uno che era attratto eia questa prospettica — sarà tutto fuorchr un filin "cinese"... ». Gli clava ragione il dFpliant preparato dalla casa di produzione: z Una feroce critica di costume coinvolt/erà. attraverso la vicenda dei personaggi principnli, tutta il mondo della provincia italiana: industriali
e proprietari terrieri. operai
e signore bor[...]

[...]ano durare le riprese. oltre settimane sono durale), finalmente a faccia a faccia con questo ragazzo in giacca a rento e dalla barba incolta. l'aria ora eccitato, ora assente, il quale dirige gli attori e risponde alle domande in un dialetto che sembra volutamente macchiettistico.
C'è la televisione, e sarà curioso vedere quanto. di ciò che Bersani ha girato, andrà sul video.
Domande provocatorie, lo arrertiamo. Ecco la prima. c Questo titolo, La Cina è vicina. è un timore o una speranza? a.
Grande risata di Bellocchio. c E' un pretesto, l'occasione per una sequenza sui ribelli di provincia, i quali esprimono la loro rivolta con piccole rivolte separate, una del le quali, molto spesso, è quella di scrivere sul muro La Cina è vicina ... Certo, et più tout speranza che un timore ... t. Spostiamo gli occhi su Bersani. che regge u ti micro1onn. .\'on batte ciglio.
Domanda di un collega :
Che cosa intpedi.sce a molti giurani di arrivare alla regirl?
('i sono le dillicoltà econonticlte e quelle connesse alla diflicoltà. per ognuno, di trorare la propria strada. Ma la ragione prima è connessa ad
►u► sistema produttivo che non lascia spazio alle idee nuove a.
Altra domanda: t Perché le sue famiglie sono sempre tarate e i personaggi p.sicologicamente contorti? s.
« In questo filin non c'è nessun personaggio tarato[...]

[...]aggio obbligato
«Lei — chiede un altro — è in questo momento il più rappresentativo esponente di un cinema di provocazione. Come si inserisce il secondo film in questa corrente? a.
a Questo film. (la un punto di vista di linguaggio. è pizi enn.s►►eto. piit sciatto, meno ili aianguardia. La scelta tipologica è meno antitradizionale che nei Pugni in tasca. Qui i volli sono consueti, anche se con caratteristiche precise ».
I'erchè ha ambientato La Cina è vicina in provincia ? Non restringe, iii questo modo. il campo, la visuale? a.
L'Italia è tutta una provincia. Cerco di dare il polso di questo provincialismo cejcan,:
c~9 '[►Ili alea ostai
ifa tá; pen' e $ i t augurò: étl ropee ».
Una collega jugoslava chiede: e Pensa che questo film farà arrabbiare qualcuno? a.
« Se avessi paura di ciò. smetterei di fare del cinema. Ritengo sia indispensabile prendere posizione. Lo so che cosi facendo si perdono simpatie. alleanze, amicizie. Ma è uno scotto che vale pagare a.
Sul set si spengono le luci. Domattina. all'alba, appuntamento di Belloc[...]

[...]one. Bellocchio si sente corteggiato e preferisce vedere poca gente. pochi publicrelationsmen pochi giornalisti. Ci par di capire che voglio che i suoi filin continuino ad uscire da una fucina artigianale. non da una catena di montaggio. Per sentirsi, forse, come Camillo; per a rimanere giovane a e poter scatenare gatti e cani, almeno sullo schermo,
Leoncarlo Settimelli
Nella foto : Glauco Mauri, Dura De Marchi e Paolo Graziosi in una scena di La Cina è vicina.
Guerra e pace »
di Bondarciuk
a Parigi
PARIGI. 19
11 film sovietico t Guerra e pace a doppiato in francese è stato proiettato in un grande cinema della capitale in prima viione assoluta.
Sono intervenuti alla prorezlone. Sergei Bondarciuk che ha diretto il film e che ha interpretato la figura di Pierre Bezukhov. la attrice Ludmilla Savelieva. l'attore Viacesla' Tikhonov e numerosi rappresentanti del mondo del() spettacolo francese. Il film è stato accolto calorosamente.
BR*CCIO DI FERRO
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da Tibor Mende, L'Asia Sud-Orientale tra due mondi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]arrivo della civiltà tecnica dell'Occidente, passando per le influenze di Budda, di Laotze e di Confucio, per l'insegnamento di Maometto, per le conquiste di Alessandro Magno e l'impero dei Mongoli. Ciascuno di questi avvenimenti ha portato dei mutamenti e lasciato delle tracce più o meno profonde, modellando l'eredità
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intellettuale e morale di tutta questa immensa regione. Le maggiori influenze furono esercitate dall'India e dalla Cina : sono l'ombra monumentale dell'India e la fantastica vitalità della Cina che hanno lasciato le tracce più profonde nell'evoluzione dei popoli del SudEst asiatico.
Fu il Buddismo, più di ogni altra cosa, a ravvicinare l'India
e la Cina. Dal tempo dei missionari di Açoka, gli scambi di pellegrini e di eruditi non hanno più cessato tra i due paesi. Durante il viaggio, questi pellegrini accostavano alle rive d'Indocina, di Sumatra e di Giavà : diffondendo da una parte il Buddismo, la cultura dell'India e la sua potenza; e dall'altra la scienza e il commercio della Cina.
Per secoli l'Asia del SudEst fu zona d'incrocio di idee e di dottrine religiose. Sorsero civiltà miste indocinesi. Nell'interno del continente — come per esempio in Birmania, nel Siam o nel Tonkino — l'influenza predominante fu quella cinese. Lungo le coste
e nelle isole, per contro, la supremazia spetto all'India. Ma le due civiltà impiegarono nella loro lotta amni affatto pacifiche, mettendo in concorrenza i loro sapienti, i loro mercanti, i loro missionari,
e tutta una gamma di " agenti diversi, che servivano a diffondere le loro idee.
Oggi, dopo alcuni secoli di supremazia occidental[...]

[...]mio avviso, in qualunque altro paese economicamente arretrato) che essa sia diretta dall'alto: che l'iniziativa venga dai governi, che l'amministrazione sia assicurata dallo Stato. Occorrerà, insomma, una pianificazione di stato.
La storia offre pochi esempi di paesi che abbiano imitato, in un ambiente sociale differente, l'espansione materiale dell'Occidente. Si pensa irresistibilmente al Giappone, alla Russia, e alla più recente esperienza della Cina. I tre esempi sembrano suffragare la nostra tesi.
Il Giappone, che parti con ritardo rispetto a noi, tentò di riprendere il tempo perduto organizzando dall'alto l'espansione delle sue risorse produttive. Non fu una pianificazione di stato, ma le direttive furono date in nome di una classe autoritaria — dirò anzi feudale — che contava sulle sue prerogative ereditarie per assicurarsi l'obbedienza, e si servì, per stimolare il lavoratore, non di un'esca puramente finanziaria, ma della mistica, già accettata, d'un lealismo religioso e nazionale. Tuttavia, fu certamente la Russia che spinse il pi[...]

[...] della libera iniziativa nel mondo occidentale non esistono. Non è l'iniziativa privata che darà impulso all'espansione dei mezzi di produzione; saranno delle direttive 'concertate venute dal ceto dirigente e rafforzate da una campagna d'educazione ideologica capace di fornire gli incentivi necessari.
Abbiamo visto più sopra che un paio di migliaia d'anni fa l'Asia sudorientale fu il territorio d'incrocio di due scuole rivali, emananti l'una dalla Cina l'altra dall'India; due scuole da cui la zona in questione derivò la sua eredità culturale. Oggi la storia si ripete; India e Cina di nuovo spediscono dottori e missionari a portare le rispettive ideologie nell'insieme del SudEst asiatico. Di nuovo, é l'ombra di questi due paesi a pesare sul pensiero di quei popoli. E che cosa vediamo?
L'India sta realizzando un piano quinquennale sotto la direzione di un governo devoto a un ideale occidentale di libertà politica, malgrado le ineluttabili concessioni implicate da una certa forma di coordinamento. La Cina sta anch'essa realizzando un piano qu[...]

[...]ia si ripete; India e Cina di nuovo spediscono dottori e missionari a portare le rispettive ideologie nell'insieme del SudEst asiatico. Di nuovo, é l'ombra di questi due paesi a pesare sul pensiero di quei popoli. E che cosa vediamo?
L'India sta realizzando un piano quinquennale sotto la direzione di un governo devoto a un ideale occidentale di libertà politica, malgrado le ineluttabili concessioni implicate da una certa forma di coordinamento. La Cina sta anch'essa realizzando un piano quinquennale, ma sotto la direzione di un governo che, a causa del suo desiderio d'espansione rapida, rifiuta le esigenze della libertà politica ed impiega, per suscitare l'entusiasmo e il lealismo della popolazione, metodi assai vicini a quelli sperimentati in Russia.
Il SudEst asiatico vive dunque sotte il segno d'una esperienza storica capitale. Seicento milioni d'uomini ne attendono i risultati. Questi seicento milioni d'uomini vivono tra due mondi : non, come certi credono, tra il comunismo alla russa e il liberalismo all'occidentale, non fra il comuni[...]

[...]icazione indiano e il sistema di pianificazione cinese; fra la pianificazione con la persuasione, e la pianificazione con la forza. Né v'è per essi altra scelta possibile.
Se tra cinque, dieci, quindici anni, i seicento milioni di abitanti del SudEst asiatico si renderanno conto, su prove tangibili, che il sistema cinese ha dato risultati migliori del sistema indiano,
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saranno tentati d'imitare l'esempio della Cina. In questo caso, un altro quarto dell'umanità passerà dal campo occidentale all'altro lato della barricata ideologica, e ciò avverrà, in gran parte, perché l'Occidente non sarà stato capace di rivedere concezioni divenute inapplicabili e di ammettere che liberalismo economico e libera iniziativa, non potevano risolvere i problemi sociali del SudEst asiatico.
Se non vogliamo assistere ad una evoluzione in questo senso, una sola strada ci é aperta : fare tutto il possibile perché l'esperienza indiana riesca meglio della pianificazione forzata dei cinesi, e perché i suoi risultati siano più att[...]

[...] economico. Finché l'americano medio crederà che il liberalismo economico e la libertà d'iniziativa siano all'origine della sua prosperità, difficilmente accetterà che una parte delle imposte che paga serva ad organizzare una struttura economica rigidamente pianificata e regolamentata nell'Asia sudoriéntale. Ma spiacevoli esperienze trasformeranno, forse, la stessa opinione pubblica americana.
In ogni caso, ci si persuada d'una cosa : l'India e la Cina, i due paesi più popolati del mondo, i due paesi che raggiungeranno probabilmente insieme, alla fine di questo secolo, i 1.300 milioni di abitanti, questi due giganti che per centinaia d'anni hanno pacificamente rivaleggiato, cominciano adesso a lottare con mezzi moderni e con tutta l'intensità del XX secolo.
I problemi che questi due paesi debbono risolvere sono sorprendentemente simili. Paragonando i risultati acquisiti, é chiaro che anche il grado di sviluppo da cui sono partiti, é lo stesso. Le loro realizzazioni potranno essere dunque raffrontate punto per punto.
Alla meta del XX secol[...]

[...] punto.
Alla meta del XX secolo questi due paesi, di civiltà venerabile, hanno adottato per sopravvivere un sistema di pianificazione. Il piano indiano insiste sullo sviluppo dell'agricoltura, quello cinese sull'edificazione dell'industria. L'India ha investito in questo esperimento dal 5 al 6% del suo reddito nazionale; i cinesi sono costretti a destinarvi circa il 20% del loro. L'India fa conto sulla
persuasione e sui discorsi incoraggianti; la Cina impiega lo stimolo di una ideologia intransigente, con tutte le conseguenze compor
tate da una rieducazione forzata del pensiero. Un economista eminente dichiarava recentemente che arrecando annualmente al piano
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indiano mezzo miliardo di dollari, l'Occidente salverebbe dal comunismo e riunirebbe al mondo occidentale 360 milioni di esseri umani. Egli non faceva cenno delle condizioni pregiudiziali che permetterebbero di usare con profitto questa somma. Ma, per il momento, l'Occidente non ha ancora offerto questo danaro. Ci si propone al contrario di acco[...]

[...]nti dell'Asia sudorientale, e con loro, probabilmente, milioni d'uomini di altri continenti, seguono queste decisive esperienze con l'interesse dell'uomo affamato che non può più attendere a lungo. I risultati permetteranno di porre a confronto l'efficacia e anche l'attrattiva dell'uno e dell'altro sistema. Di qui a dieci o quindici anni, quando i risultati comincieranno ad apparire, se l'India non sarà riuscita ad eguagliare le realizzazioni della Cina, le verrà forse rimproverato il fatto stesso d'aver aderito all'ideale occidentale e ai suoi metodi.
Se arriveremo a quel punto, l'Asia sudorientale non vivrà più tra due mondi, tra la pianificazione per mezzo della persuasione e la pianificazione per mezzo della forza. Irresistibilmente, il desiderio di emancipazione di quei popoli li spingerà sulla via dei risultati più rapidi e più spettacolari.
Seicento milioni d'uomini avranno fatto la loro scelta; e con questa scelta un altro quarto d'umanità avrà reciso i legami politici
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TIBOR MENDE
con l'Occidente. In confronto con questo avve[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La Cina, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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