Brano: [...]arte, e un discreto ordine nella città, presidiata dai partigiani.
Il Generale Meinhold, su istruzioni del generale Vietinghoff allora comandante del fronte italiano in sostituzione di Kesselring, ai primi di aprile aveva impartito gli ordini ai comandi tedeschi alle sue dipendenze di preparare i piani della ritirata in previsione di un cedimento del fronte appenninico; la ritirata avrebbe dovuto essere rapida ed attuarsi in direzione principalmente della valle del Po, per poi continuare la marcia verso il Veneto. Ad un certo momento però la situazione precipita per i tedeschi, il C.L.N. è informato dei piani tedeschi e cerca di sventarli accelerando i tempi, che ormai erano maturi, per tagliare la ritirata ai tedeschi Un piano molto ardito ma che doveva essere attuato per la salvezza di Genova e impedire che il grosso delle truppe tedesche potesse raggiungere la pianura veneta. Furono esaminate attentamente e vagliate tutte le possibili eventualità, fu giudicato che il piano aveva possibilità di attuazione; caddero le esitazioni di [...]
[...], che ormai erano maturi, per tagliare la ritirata ai tedeschi Un piano molto ardito ma che doveva essere attuato per la salvezza di Genova e impedire che il grosso delle truppe tedesche potesse raggiungere la pianura veneta. Furono esaminate attentamente e vagliate tutte le possibili eventualità, fu giudicato che il piano aveva possibilità di attuazione; caddero le esitazioni di coloro che sotto la pressione di forze interessate, per motivi facilmente intuibili, tendevano a rinviare l’ora X per facilitare l’arrivo delle truppe alleate, che stavano avanzando da levante, cioè dalla Spezia e avevano superato Levanto e, Deiva Marina. Il generale Meinhold da parte sua per potere attuare il suo piano di ritirata “indisturbata ”, tramite il console tedesco a Genova e suoi agenti particolari, andava promettendo di non far compiere azioni di distruzione e di sabotaggio in cambio della “ via libera ” di ritirata.
Questa posizione il generale Meinhold sosterrà per vari giorni ed anche nel corso delle trattative per la resa ma il C.L.N.L. e il [...]
[...]titi da Genova e diretti al passo dei Giovi il 23 al mattino (a questo convoglio erano stati agganciati 25 detenuti politici prelevati da Marassi, che poi furono mitragliati da aerei alleati, e sei detenuti, tra cui il generale Rossi e Pieragostini, già comandante e commissario del comitato militare regionale, furono uccisi); dicevamo che già a queste notizie le forze partigiane di città intensificarono l’azione. Così l’ordine del C.L.N.L. e del L.M. Regionale di passare all’azione organizzata alle dipendenze del Comando Piazza di Genova trovò in atto un movimento! che favorì lo sviluppo è l’azione previsti dal piano insurrezionale.
Il 24 aprile la città di Genova fu quasi completamente occupata dalle forze patriottiche della sola città, in mano di queste forze alla sera si trovavano la questura, la prefettura, il carcere di Marassi, le stazioni ferroviarie, le centrali elettriche e telefoniche, la casa del fascio, la famigerata casa dello studente ecc. Nella notte tra il 24 e il 25 incominciarono a giungere le prime squadre di partigi[...]