Brano: [...]cchie, lacune scrittorie; lo stilo di Suor Teodora, mosso dalla mano della bella Bradamante e abbandonato senz'altro, assieme agli altri simboli claustrali, appena un racconto futuro, nella persona dell'amato Rambaldo, bussa al convento; il segno di Qfwfq, tracciato sulle pareti della Via Lattea; i fumetti immaginabili, descritti da un altro Qfwfq che narra storie di uccelli. E poi, secondo un preciso crescendo, i densi dialoghi fra Marco Polo e Kublai Kan, in cui si affronta la questione del rapporto fra il narratore e il lettoreascoltatore e si giunge ad affermare che l'opera è colui che la legge, giacché la comunicazione è cosa impossibile.
Ma proprio questa significazione impraticabile, l'afasia che già aveva colpito cavalieri e dame, giunti attraverso fitti boschi e profonde oscurità nei luoghi deputati alla conversazione, la corte del castello, il fumo della taverna, era parsa ad un certo punto aggirabile facendo ricorso ad una scrittura tutta automatica, che vivesse di un'esistenza propria. Come i tarocchi marsigliesi e rinascimentali, [...]
[...]. Lo scrittore e il lettore, quindi, assumono sotto questa luce un'identità nuova. Come il « Padre dei Racconti », di età immemorabile, cieco e analfabeta, « fonte universale della materia narrativa », si confonde adesso con la leggenda e scompare fra i numerosi stratagemmi escogitati dall'ingegnoso Ermes Marana (enfant terrible, integrato dal sistema) per cedere il posto a tanti Silas Flannery, cosi i lettori perdono l'indeterminatezza dei vari Kublai Kan o Marco Polo per assumere una fisionomia piú precisa. Le difficoltà sempre crescenti, incontrate da uno scrittore come Calvino nello svolgere il proprio lavoro, appaiono colorarsi della storia presente e non tanto nei numerosi, immediati riferimenti alla cronaca sociale e politica, quanto nella natura stessa del linguaggio poetico qui utilizzato, attinto alle teorie della letterarietà oggi piú discusse, fino al punto che le parti del romanzo ascrivibili ad « una narrativa di affabulazione, movimentata ed inventiva » finiscono col risultare inscindibilmente annodate a « quelle piú riflessive i[...]