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Il segmento testuale K.P.D. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 535

Brano: [...]tratosi in Inghilterra, il tentativo di superamento totale dell’esperienza weimariana compiuto dal « Manifesto di Praga » era già stato ridotto al compito di rettificare gli errori e di colmare le lacune

della politica della S.P.D. durante la prima repubblica.

Anche l’elaborazione del Partito comunista tedesco attraversò diverse fasi, precisando meglio i motivi della sconfitta della democrazia weimariana, che ancora nell'aprile del 1933 la K.P.D. aveva definito null'altro che « una dittatura reazionaria della borghesia ». Nell'opposizione della K.P.D. al nazismo vanno distinte almeno tre fasi. Nel primo periodo di illegalità, sino alla metà del 1935, la K.P.D. condusse la lotta contro il nazismo prospettando la medesima alternativa che già aveva opposto alla repubblica di Weimar, nella fase della polemica contro il « socialfascismo » e dell’indiscriminata identificazione con il fascismo di tutte le forze borghesi: ossia la repubblica dei Consigli, la « repubblica tedesca degli operai e dei contadini », da realizzare mediante il fronte unito di classe, sotto la guida comunista, nella persistente illusione di un rapido dissolvimento del regime nazista.

La seconda fase, che introduceva anche una prospettiva di lotta a più lunga scadenza, era il ris[...]

[...]del regime nazista.

La seconda fase, che introduceva anche una prospettiva di lotta a più lunga scadenza, era il risultato del VII Congresso del Comintern (agosto 1935) e della politica di fronte popolare (v.). L’appello era diretto ora alla concentrazione più larga possibile delle forze di ispirazione antifascista e democratica, forze confessionali comprese. L’obiettivo finale della lotta, secondo la dichiarazione del Comitato centrale della K.P.D. del giugno 1936, era la creazione di una repubblica democratica, nella quale si ponessero le premesse per arrivare al socialismo.

« La nuova Germania democratica del fronte unito proletario e del fronte popolare trarrà la lezione degli errori del passato e percorrerà nuove vie per garantire la pace, la libertà e il benessere. La repubblica democratica non sarà ancora la Germania socialista, ma per mezzo di essa il popolo tedesco preparerà la fine radicale della barbarie fascista e della provocazione bellicista fascista ».

Veniva così portato a compimento il processo di elaborazione dell[...]

[...]a libertà e il benessere. La repubblica democratica non sarà ancora la Germania socialista, ma per mezzo di essa il popolo tedesco preparerà la fine radicale della barbarie fascista e della provocazione bellicista fascista ».

Veniva così portato a compimento il processo di elaborazione della piattaforma di fronte popolare che aveva avuto inizio, sulla scia del

VII Congresso del Comintern, con la cosiddetta « Conferenza di Bruxelles » della K.P.D. del 315.10. 1935. Anche in questa fase è difficile dire in quale misura la politica elaborata nell’emigrazione riuscisse a incidere sulla situazione interna, nella congiuntura della stabilizzazione economicosociale operata dal

regime nazista con il riassorbimento della disoccupazione grazie al riarmo, e in quale misura essa raccogliesse l’adesione dei gruppi che, in condizioni di estrema difficoltà, operavano nell’illegalita. Tra questi gruppi, legati alle tradizioni di lotta di classe degli anni weimariani, sussistevano forti riserve nei confronti della nuova linea di alleanza democratico[...]

[...]a dal

regime nazista con il riassorbimento della disoccupazione grazie al riarmo, e in quale misura essa raccogliesse l’adesione dei gruppi che, in condizioni di estrema difficoltà, operavano nell’illegalita. Tra questi gruppi, legati alle tradizioni di lotta di classe degli anni weimariani, sussistevano forti riserve nei confronti della nuova linea di alleanza democraticoborghese, come risultò anche dai lavori della Conferenza di Berna della K.P.D. (30 gennaio1. 2.1939) , che si preoccupò di rispondere indirettamente alle riserve avanzate contro il pericolo che il « fronte popolare » si risolvesse unicamente in un ritorno a Weimar. Infine, come vedremo, l’ultima fase dell'opposizione della K.P.D. al nazismo fu caratterizzata, a guerra inoltrata, dal tentativo di incidere sul fronte interno e di accelerare la disfatta del Terzo Reich servendosi della piattaforma del movimento Germania libera, nuova versione dell'impostazione democraticoantifascista nel clima della sconfitta incombente sulla Germania nazista. Al di là dello stretto ambito di partito, la politica di fronte popolare vide una larga convergenza tra esponenti comunisti, socialdemocratici e dell’emigrazione intellettuale: R. Breitscheid e Walter Ulbricht, A. Schifrin e W. Pieck, H. Mann e E. Bloch, E. Toller e von Seydlitz, E[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 58

Brano: [...]tito comunista tedesco. Organizzatore dei lavoratori portuali di Amburgo, durante la Prima guerra mondiale aderì al Partito socialdemocratico indipendente (U.S.P.

D.), nato dalla scissione della socialdemocrazia maggioritaria a opera delle minoranze contrarie alla politica bellica della S.P.D.. Attivo nel

Ernst Thaelmann

movimento dei consigli durante la rivoluzione del novembre 1918 in Germania (v.), aderì al Partito comunista tedesco [K.P.D.) alla fine del 1920, dopo il Congresso di Halle della U.S.P.D.. Nel maggio 1923 fu eletto nel Comitato centrale della K.P.D., di cui avrebbe fatto parte fino all’avvento del nazismo. Nell’ottobre 1923 guidò la sfortunata insurrezione armata di Amburgo. Rappresentante, nella K.P.D., di posizioni di sinistra e della linea del Comintern, grazie alle sue doti organizzative e alle sue qualità di autentico tribuno popolare ascese alle maggiori cariche nel partito. Nominato vicepresidente della K.P.D. il 19.2.1924, con l’appoggio del Comintern divenne presidente alla prima Parteikonferenz (1.2.1925) che vide l’estromissione della sinistra capeggiata da Ruth Fischer e Arkady Maslow. Da allora rimase alla testa della K.P.D., curandone il processo di “bolscevizzazione” secondo le direttive del V Congresso della Terza Internazionale (v.), a partire dal quale fu anche membro dell’Esecutivo della stessa.

Thaelmann fu il portavoce della K.P.D. nelle più significative battaglie politiche della repubblica di Weimar: deputato al Reichstag dal 4.5.1924, fu candidato presidenziale nel 1925 e nel 1932. Impegnato, negli ultimi anni della repubblica, nella lotta contro il nazismo e nella polemica contro la S.P.D. (fu tra i sostenitori dell’accusa di “socialfaseismo” rivolta ai socialdemocratici), venne arrestato dai nazisti il 3.3.1933. Nonostante l’ampia campa

gna di solidarietà internazionale promossa daH’emigrazione antifascista per sottrarlo ai suoi torturatori, fu trascinato in carcere e infine deportato nel lager di Buchenvald, do[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 532

Brano: Germania

Due uominisandwich con cartelli di propaganda elettorale per le elezioni politiche del settembre 1930. A sinistra: propaganda della K.P.D.. A destra: propaganda della « Staatspartei » (Partito di stato). (Berlino, 14.9.1930)

cratico tedesco (S.P.D.) dalla parte della reazione sembrarono irrevocabili.

Il socialfascismo

È sullo sfondo di questi precedenti, e non soltanto di una errata impostazione ideologica, che vanno intese parole d'ordine come quelle del « socialfascismo » (l'odierno riformismo è socialismo a parole, fascismo nei fatti), del resto diffuse a livello internazionale dal Comintern. che furono fatte proprie dal Partito comunista tedesco (K.P.D.) nel suo XII congresso (giugno 1929), ossia proprio nel momento[...]

[...].1930)

cratico tedesco (S.P.D.) dalla parte della reazione sembrarono irrevocabili.

Il socialfascismo

È sullo sfondo di questi precedenti, e non soltanto di una errata impostazione ideologica, che vanno intese parole d'ordine come quelle del « socialfascismo » (l'odierno riformismo è socialismo a parole, fascismo nei fatti), del resto diffuse a livello internazionale dal Comintern. che furono fatte proprie dal Partito comunista tedesco (K.P.D.) nel suo XII congresso (giugno 1929), ossia proprio nel momento in cui il pericolo fascista incominciava a diventare una seria eventualità anche in Germania, dinanzi ai primi sintomi della crisi economicosociale e aH’inasprimento delle lotte di massa.

Le schematizzazioni implicite in formulazioni del genere non contribuirono a una seria comprensione della natura del fascismo, al di là di una generica interpretazione classista, e soprattutto dal punto di vista tattico si dimostrarono controproducenti ai fini della costituzione di quel fronte unitario dei lavoratori contro il fascismo che pu[...]

[...]sintomi della crisi economicosociale e aH’inasprimento delle lotte di massa.

Le schematizzazioni implicite in formulazioni del genere non contribuirono a una seria comprensione della natura del fascismo, al di là di una generica interpretazione classista, e soprattutto dal punto di vista tattico si dimostrarono controproducenti ai fini della costituzione di quel fronte unitario dei lavoratori contro il fascismo che pur era nei propositi della K.P.D.. Dal canto suo, la socialdemocrazia perseguì una politica di impotenza, di tolleranza a destra, soprattutto nei confronti del governo Bruning (marzo 1930 maggio 1932) che diede il colpo di grazia alla democrazia parlamentare aprendo la via all’instaurazione aperta della dittatura; e di chiusura a sinistra, che non aveva nei con, fronti delle masse neppure l'attrazione di un serio riformismo.

Il balzo in avanti compiuto dai nazisti nelle elezioni del settembre 1930 (107 seggi contro i 12 del 1928) costituirono il primo drammatico monito. L’11.10.1931, con la costituzione del Fronte di Harzb[...]

[...]ostituzione del Fronte di Harzburg promosso dai magnati della finanza (Schacht) e dell’industria (Hugenberg), da esponenti militari e dalle potenti associazioni combattentistiche (Seeckt, Seldte), unitamente al movimento nazionalsocialista hitleriano, si delineava chiaramente la piattaforma che l’estrema destra opponeva come alternativa alle forze ormai frantumate della democrazia weimariana.

Agli appelli all’unità antifascista promossi dalla K.P.D., e più tardi sviluppati sistematicamente nella campagna detta óeU’AntifaschistischeAktion (Azione antifascista), la S.P.D. contrappose lo schiera

mento deW'Eiserne Front, il « fronte di ferro » facente capo alla socialdemocrazia e ai sindacati da essa controllati (dicembre 1931): così le forze del movimento operaio si avvicinarono divise al confronto definitivo con il nazionalsocialismo.

Il congresso socialdemocratico di Lipsia del 1931 confermò tutte le insufficienze della politica socialdemocratica e il suo immotivato ottimismo; il rifiuto poi della S.P.D., prigioniera di una concezio[...]

[...]o, senza che questo facesse appello alla resistenza delle masse lavoratrici, fu un po’ la prova generale che la conquista del potere da parte delle forze reazionarie poteva avvenire senza colpo ferire.

La cosi crescente, con il dilagare pauroso della disoccupazione contribuì ad aumentare il disorientamento delle masse, sulle quali si ripercosse disastrosamente la divisione del movimento operaio. L’appello allo sciopero generale lanciato dalla K.P.D. aM’atto stesso della presa del potere da parte dei nazisti cadde in un terreno ormai largamente compromesso.

Il nazismo al potere

La presa del potere nazista del 30.1.1933 preluse all’instaurazione pura e semplice della dittatura e alla messa al bando di tutte le forze politiche diverse dal partito nazista, a cominciare dai comunisti e dai socialdemocratici.

Esponenti dell'industria, dell'alta finanza, dell’agricoltura e deM’esercito della repubblica di Weimar si incontrano con Hitler e con altri dirigenti nazionalsocialisti a Bad Harzburg (14.10.1931)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 205

Brano: [...]isse al Partito socialdemocratico. Militante della frazione di sinistra, all’inizio della Prima guerra mondiale fu tra coloro che si opposero alla Direzione del partito schieratasi in Parlamento con le forze belliciste borghesi e divenne un attivista dello spartachismo (v.). Partecipò quindi alla rivoluzione tedesca del novembre

1918, contribuendo al movimento dei consigli a Lipsia ed entrando infine a far parte del Partito comunista tedesco (K.P.D.) dal momento della fondazione.

Quando, nell’ottobre 1920, la maggioranza del Partito socialdemocratico indipendente capeggiata da Thaelmann (v.) e altri decise di confluire nel Partito comunista, facendolo diventare una grande organizzazione, forte di circa 300.000 membri, Ulbricht ne era già un quadro riconosciuto: nel 1923 egli venne eletto nel Comitato centrale del K.P.D.. Escluso dal gruppo dirigente (per le sue posizioni centriste) quando la direzione del K.P.D. passò alla sinistra, fu inviato a Mosca, dove lavorò nell’apparato della Terza Internazionale compiendo varie missioni. Rientrò in Germania nel 1927, fu riammesso nel Comitato centrale e, nel 1928, venne eletto deputato al Reichstag nelle liste del partito. Dal 1929 e fino all’avvento di Hitler al potere diresse l’organizzazione comunista di Berlino e del Brandenburgo, conducendo una vigorosa lotta contro i nazisti, ma nello stesso tempo settaria nei confronti dei socialdemocratici, anche se non mancarono episodi di collaborazione e convergenza tra le due organizzazioni.

Sotto la sua guida[...]

[...]sso tempo settaria nei confronti dei socialdemocratici, anche se non mancarono episodi di collaborazione e convergenza tra le due organizzazioni.

Sotto la sua guida, i comunisti divennero nella capitale tedesca la più numerosa forza politica che, nelle elezioni del 6.11.1932, raccolse il 37,7% dei voti. Sta tuttavia il fatto che nella sinistra tedesca prevalsero quegli errori tattici e strategici che avrebbero permesso la vittoria nazista: il K.P.D. dimostrò di sottovalutare l’incidenza del forte spirito nazionalistico emerso nel paese in seguito al vessatorio trattato di Versailles (v.)f mancò di una politica verso i ceti medi colpiti dalle conseguenze della guerra, e soprattutto errò nel sopravvalutare

le possibilità di una affermazione rivoluzionaria quando non ne esistevano in Germania le condizioni oggettive.

Dopo l’avvento del nazismo Ulbricht si trattenne per alcuni mesi in Germania vivendo clandestinamente, ma per sfuggire alla cattura dovette ben presto emigrare. Si recò quindi a Parigi, poi a Praga e infine a Mosca.

Ne[...]

[...] a Parigi, poi a Praga e infine a Mosca.

Nell’Unione Sovietica

Rientrato a far parte dell’apparato della Terza Internazionale, al cui VI Congresso (1928) era stato eletto membro supplente del Comitato esecutivo, trascorse un periodo particolarmente difficile, segnato dalle “purghe” di Stalin che non risparmiarono i comunisti tedeschi; ma nel complesso (grazie anche alla fiducia di cui godeva Ulbricht presso alcuni dei massimi dirigenti) il K.P.D. potè salvarsi dalle indiscriminate repressioni. Fedele interprete della linea staliniana, Ulbricht venne inviato in Spagna durante la guerra civile e, con Wilhelm Pieck, divenne in quegli anni uno dei massimi dirigenti del suo partito.

Il 12.7.1943 fu tra i fondatori del comitato Freies Deutschland (Germania libera) che, per iniziativa dei comunisti, riunì numerosi esponenti intellettuali della emigrazione antinazista (v. Germania) nonché un gruppo di militari. Egli personalmente si prodigò poi nel lavoro di propaganda tra i prigionieri di guerra tedeschi dopo la battaglia di Stalingrado, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 277

Brano: [...]misura diffuso fino al 1941. L’edizione clandestina portava nella testata la scritta “Fondato da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg” e pubblicava soprattutto documenti o appelli dal centro del partito.

Nella bibliografia a cura di Enzo Collottl (Die Kommunistische Partei Deutschlands, Milano, 1961), sono indicati i principali articoli apparsi su “Die Rote Fahne” fino al 1933, riguardanti la vita interna di partito e i dibattiti ideologici nella K.P.D., i rapporti con l’Internazionale Comunista, le più importanti prese di posizione della K.P.D. sugli sviluppi politici ed economici della repubblica di Weimar e sulla situazione politica mondiale. Si veda anche: Kurt Koszyk, Deutsche Presse 19141945, Berlin 1972. Documenti della “Die Rote Fahne” illegale sono riportati in Geschichte der deutschen Arbeiterbewegung, Band 5, Berlin, 1966.

An.Pa.

Roter Frontkàmpferbund

Organizzazione proletaria fondata nel maggio 1924 dalla Centrale del Partito comunista tedesco (K.P.D.) dopo la nascita della analoga associazione socialdemocratica Reichsbanner (Bandiera del Reich), nella quale non erano ammessi i comunisti.

Costituita dapprima solo a livello locale, a partire dall’agosto 1924 la “Lega rossa degli ex combattenti” ebbe una direzione centrale a Berlino e pubblicò come proprio organo di stampa il periodico Rote Front (Fronte rosso). Scopo della organizzazione era anzitutto quello di difendere i comunisti nei confronti della repressione poliziesca e delle azioni terroristiche da parte delle bande controrivoluzionarie operanti in quel momento in Germania, quali[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 538

Brano: [...]in U.R.S.S. (1943)

giorni dall'arresto, venivano giustiziati i suoi principali promotori, i fratelli Hans e Sophie Schoil e il loro compagno Christoph Probst; qualche mese dopo, subivano la stessa sorte il professore Kurt Huber e altri due studenti dello stesso gruppo.

Comitato « Germania Ubera »

Un tentativo di inserirsi dall’esterno nella situazione interna aperta dalla nuova congiuntura bellica fu compiuto dal Comitato centrale della K.P.D. emigrato nell’U.R.S.S., con

il rilancio della politica di larga unità antifascista. Prevaleva nel nuovo tentativo della K.P.D. l’appello patriottico, mirante fra l’altro a far leva sulla rivolta dell’Esercito contro

il regime per accelerare la fine della guerra e il rovesciamento del nazismo.

L’iniziativa del K.P.D. si concretò con la creazione del Nationalkomitee Freies Deutschland (Comitato nazionale Germania libera), a opera di un folto gruppo di politici e intellettuali emigrati (da W. Ulbricht a E. Weinert, che fu il presidente del Comitato, da W. Pieck a J. R. Becher) e, parallelamente, di una Lega degli ufficiali tedeschi, destinata a organizzare i prigionieri di guerra tedeschi. Alla testa della lega figurava il generale von Seydlitz e a essa aderì, in seguito, lo stesso comandante di Stalingrado,

il feldmaresciallo Friedrich Paulus. Questa duplice iniziativa fu l’unico tentativo compiuto, con[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 147

Brano: [...]tata dai deputati socialisti al Reichstag. Chiamato alle armi nel marzo 1915, nell’agosto 1916 fu fatto prigioniero dei russi.

Nel campo di prigionia si schierò con i bolscevichi. Dopo la rivoluzione dell’ottobre 1917 collaborò col regime sovietico e conobbe personalmente Lenin. Tornato in Germania alla fine del 1918 con Karl Radek, ebbe diversi incarichi nel Partito comunista tedesco, diventando segretario dell'organizzazione berlinese della K.P.D.. Come critico teatrale, collaborò all'organo del partito “Rote Fahne”.

I! 23.1.1922 venne espulso dalla K.P.D. per lo scritto Zur Krise unserer Partei (Sulla crisi del nostro Partito) e per aver sostenuto le posizioni eterodosse di Paul Levi. Con quest'ultimo condivise l'esperienza della Kommunistische Arbeitsgemeinschaft (organizzazione comunista dissidente).

Nell'ottobre 1922 tornò in seno alla socialdemocrazia. Si occupò prevalentemente di politica comunale, a Berlino e a Magdeburgo, di cui fu eletto borgomastro nel 1929. Nel 1932 venne eletto deputato al Reichstag.

Dopo l’avvento dei nazisti al potere, fu arrestato e internato a due riprese (dal luglio 1933 al gennaio 1934, poi dal giugno al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 82

Brano: [...]ermania, fu arrestato dalla polizia tedesca, processato e condannato a 3 anni di reclusione. Nel

1942 venne internato nel lager di Sachsenhausen, da dove fu liberato nell’aprile 1945.

Secondo dopoguerra

Dopo la Liberazione rimase nella Germania occidentale, lavorando alla ricostruzione del Partito comunista nel Brandenburg e nella Ruhr.

Nell'aprile 1948, alla conferenza di Herne, venne eletto presidente del Partito comunista tedesco (K.P.D.) delle tre zone occidentali. Negli anni dal 1949 al 1953 fu anche deputato al Bundestag.

Nel 1954 si trasferì nella Repubblica Democratica Tedesca, pur rimanendo ufficialmente presidente della K.P.D. fino allo scioglimento di questo partito, decretato dalla Corte costituzionale di Karlsruhe il 17. 8.1956 su istanza del governo federale, per incompatibilità con l’« ordinamento fondamentale liberaldemocratico » dello Stato. (In realtà, si trattava di una misura liberticida, applicata per la prima volta dalle autorità tedescooccidentali in questa occasione).

Sempre rimanendo nella R.D.T., Reimann continuò a dirigere il partito per tutto il periodo dell'illegalità. Egli potè rientrare nella R.F.T. solo nel 1969, dopo che, nell’autunno 1968, il governo della “grande coalizione” KiesingerBra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 401

Brano: [...]manenza in carcere fu presentato nelle liste del P.C.d’I. alle elezioni del maggio 1921, ma non risultò eletto. Scarcerato nel marzo

1922, fu nominato segretario politico della Camera del lavoro di Napoli, ma in seguito a contrasti con il partito (dal quale fu sospeso per tre mesi), si dimise da segretario e lasciò Napoli.

Nel dicembre 1922 era in Germania e qui per qualche tempo rappresentò il P.C.d’I. presso il Partito comunista tedesco (K.P.D.). Stabilì inoltre contatti con le opposizioni di estrema sinistra, in particolare con la K.A.P.D. e con K. Korsch, col quale mantenne poi rapporti epistolari fino alla fine degli anni Venti.

Il 10.11.1923 Pappalardi si dimise dal P.C.d’l. e passò in Francia, dove si aggregò alla sinistra bordighiana presente nei gruppi italiani affiliati al P.C.F.. Nel settembre 1924 aderì anche al Movimento delle opposizioni fondato da Antonio Negro. Passando a posizioni sempre più di sinistra rispetto ai partiti comunisti aderenti alla Terza Internazionale, fondò in Francia il giornale Le Ré^ veil Commun[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 253

Brano: [...]zione operaia non rivolgeva alcuna critica di fondo alla linea impostasi neM’Internazionale comunista (v, Internazionale, Terza) e non cercò neppure di congiungersi con le opposizioni comuniste di sinistra de

gli altri paesi, malgrado l’appoggio e la solidarietà che queste, soprattutto in Germania, le manifestarono. Quasi certamente Schliapnikov e Lutovinow, poco dopo il X Congresso, ebbero contatti a Berlino con elementi della sinistra della K.P.D. e della K.A.P.D., ma senza arrivare ad alcun accordo pratico. Alla tribuna del III Congresso dell’Internazionale comunista (luglio 1921) la Kollontai tornò nuovamente sul problema interno della Russia, criticando la N.E.P. (v.) come un ritorno al capitalismo. Nel febbraio 1922 i membri delI'Opposizione operaia fecero un ultimo appel

lo all'Internazionale (Dichiarazione dei Ventidue) per protestare contro la burocratizzazione del regime sovietico e contro l’assenza di ogni libertà d’espressione per i gruppi comunisti dissidenti, ma tale appello non suscitò apprezzabile eco.

Poco più tard[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine K.P.D., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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