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Il segmento testuale Ils è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 81Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Arnaldo Pizzorusso, Lahontan e gli argomenti del selvaggio in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]rio gli suggerisce: « E...] si tu veux devenir le Roi de tout le monde, tu n'auras qu'à t'imaginer de l'estre, et tu le seras » (DL, 206).
3. La società dei selvaggi è una società anarchica, in primo luogo, nel senso classico di dvapxfa: condizione di un popolo senza capo. Come scrive il contemporaneo Nicolas Perrot, che visse a lungo nella Nouvelle France, quei popoli non conoscono l'obbedienza: « Le père n'oseroit user d'authorité envers son fils, ny le chef, de commandement sur son soldat [ ... ] »8. Ma Lahontan pensa all'Europa: introdotta in Europa, l'anarchia segnerebbe la fine di quei ministri dello Stato e del Vangelo contro i quali si rivolgevano il suo odio e il suo desiderio di vendetta. La tirannide di quei ministri nasce infatti sotto la protezione delle leggi. $ quanto dirà Sade: « Ce n'est
8 N. PERROT, Mémoire sur les moeurs, coustumes et religion des sauvages de
l'Amérique Septentrionale, ed. J. Tailhan, LeipzigParis, 1864, p. 78.
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jamais dans l'anarchie que les tyrans naissent: vous ne les voye[...]

[...].
" F. BACON, Essays, LondonNew York, 1955, p. 106.
12 DL, 196. Come nota S. LANDUCCI, I filosofi e i selvaggi (15801780), Bari, 1972, p. 143, Lahontan ripete, ma « in tono eulogistico, tendente all'idealizzazione », una formula corrente sui selvaggi.
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Su quali reali valori si fonda la società civile? Il Lahontan memorialista mostra come tali valori siano visti, interpretati, giudicati dai selvaggi:
Ils se moquent des Sciences et des Arts, ils se raillent de la grande subordination qu'ils remarquent parmi nous. Ils nous traitent d'esclaves, ils disent que nous sommes des misérables dont la vie ne tient à rien, que nous nous dégradons de notre condition, en nous réduisant à la servitude d'un seul homme qui peut tout, et qui n'a d'autre loi que sa volonté; que nous nous battons et nous querellons incessamment, que les enfans se moquent de leurs pères, que nous ne sommes jamais d'accord; que nous nous emprisonnons les uns et les autres; et que même nous nous détruisons en public 13
Come Rousseau Adario condanna l'amor proprio, follia degli Europei che pure si dicono cristiani. Ha buon gioco nell'insistere sulla comune inosservanza dei[...]

[...]servanza dei precetti: docili nell'accettare i principi della fede, i cristiani non ne traggono conseguenze pratiche... Di fronte a queste critiche e ad altre simili, il Lahontan dialogante fa qualche concessione. Ma le critiche contengono, e non solo potenzialmente, l'idea di una rivolta e di una sovversione. Si può forse ricordare il passo famoso di Montaigne, che riferisce e tratta della sorpresa dei selvaggi davanti all'ineguaglianza:
[...] ils avoyent aperçeu qu'il y avoit parmy nous des hommes pleins et gorgez de toutes sortes de commoditez, et que leurs moitiez estoient mendians à leurs portes, décharnez de faim et de pauvreté; et trouvoient estrange comme ces moitiez icy necessiteuses pouvoient souffrir une telle injustice, qu'ils ne prinsent les autres à la gorge, ou missent le feu à leurs maisons (Essais, i, xxxi)
L'immagine del mendicante, che reca sul volto i segni strazianti dell'inedia, è del tutto estranea al quadro esemplare dell'umanità primitiva. La nudità del mendicante non è quella del selvaggio! Ma Adario non si è lasciato ingannare dalle apparenze, dalle conoscenze, dai lumi. Non ha creduto alla felicità dei privilegiati. Ha visto, e può testimoniare sulla condizione di chi è privo di ogni risorsa. Non è cristiano, ma la sua filosofia di selvaggio lo porta a chiedersi: « Comment verroisje languir les Néc[...]

[...]i amavano forse di un amore fraterno che nulla poteva turbare? Non erano forse liberi ed eguali? Tuttavia la fraternità dei selvaggi non è presentata come un ideale ma come una realtà, logico effetto dell'ordine naturale. La libertà deve intendersi in rapporto ai costumi; né il sesso né l'età limitano questo diritto, che appartiene a ogni membro della comunità: « Les Femmes n'ontelles pas la même liberté que les Hommes, et les Enfans ne jouissentils des mêmes privilèges que leurs Pères? » (DL, 228). Il Lahontan dialogante vede piuttosto i pericoli della libertà: confusione, assenza di ogni gerarchia familiare, totale abbandono agli impulsi dei sensi (« toute cette liberté se réduit à vivre dans une débauche perpétuelle »). Ma il Lahontan memorialista rende conto di questi stessi costumi senza una parola di severità o di condanna. Alla libertà sessuale va unita la libertà interiore: tranquillità d'animo, liberté du coeur. Gli affetti dei selvaggi non sono passioni, ma inclinazioni moderate come la benevolenza e l'amicizia: « [ ... ] ils n[...]

[...]erarchia familiare, totale abbandono agli impulsi dei sensi (« toute cette liberté se réduit à vivre dans une débauche perpétuelle »). Ma il Lahontan memorialista rende conto di questi stessi costumi senza una parola di severità o di condanna. Alla libertà sessuale va unita la libertà interiore: tranquillità d'animo, liberté du coeur. Gli affetti dei selvaggi non sono passioni, ma inclinazioni moderate come la benevolenza e l'amicizia: « [ ... ] ils n'ont jamais eu cette sorte de fureur aveugle que nous appellons amour » (MM, 116).
Questa comunità idillica comporta tuttavia l'istituzione e la pratica della schiavitú. Quale sarà la condizione e la vita degli schiavi in una società di liberi e di eguali? Il lettore moderno è probabilmente incline a pensare che ogni concezione di società ideale, anche se non propriamente utopistica, debba essere riferita all'universalità degli uomini. Ma le società selvagge sono società guerriere, anche se le loro guerre non mirano alla conquista e al possesso dei territori Z0. La schiavitú è legata alla g[...]

[...] società ideale, anche se non propriamente utopistica, debba essere riferita all'universalità degli uomini. Ma le società selvagge sono società guerriere, anche se le loro guerre non mirano alla conquista e al possesso dei territori Z0. La schiavitú è legata alla guerra e all'esito della
Z0 Cfr. ad es. M. LESCARBOT, Histoire de la Nouvelle France, cit., p. 942: « Noz Sauvages n'ont point leurs guerres fondées sur la possession de la terre E...] Ils font la guerre à la manière d'Alexandre le Grand, pour dire, Je vous ay battu: ou par vindicte en ressouvenance de quelque injure receue [...] ».
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guerra: lo schiavo è un prigioniero. Il Lahontan memorialista parla a lungo delle operazioni di guerra e non nasconde la crudeltà con cui alcune di quelle popolazioni trattano i loro nemici. I Nouveaux Voyages contengono ad esempio una minuziosa descrizione degli atroci supplizi inflitti dagli Uroni ad un prigioniero irochese (condannato dal governatore francese di Québec ad essere bruciato vivo). È da no[...]

[...]raticati da tutti i selvaggi). Rimane il fatto che, per quelle popolazioni, la prigionia è un disonore, la schiavitú una sciagura che colpisce il guerriero, non una condizione oppressiva che si trasmetta attraverso le generazioni.
5. I « filosofi nudi » hanno in loro il lume naturale della ragione, che li rende atti a parlare di ogni cosa:
Ce qui paroîtra extraordinaire c'est que n'ayant pas d'étude, et suivant les pures lumières de la Nature, ils soient capables malgré leur rusticité, de fournir à des conversations qui durent souvent plus de trois heures, et dont ils se tirent
21 Nouveaux Voyages de Mr. le Baron de Lahontan dans l'Amérique Septentrionale, la Haye, I, 1715 [17031 pp. 235 ss. Sui maltrattamenti e i supplizi inflitti dai selvaggi ai loro prigionieri ridotti in schiavitú, si hanno relazioni minuziose, prima e dopo Lahontan. Si veda ad es. G. SAGARD, Le Grand Voyage du pays des Hurons situé en l'Amérique vers la mer douce ès derniers confins de la Nouvelle France dite Canada 1...], ed. E. Chevalier, Paris, I, 1865 [1632`], pp. 150 ss.: « [...] tous ces genres de tourments et de morts sont si cruels, qu'il ne se trouve rien de plus inhumain: c[...]

[...]ti dai selvaggi ai loro prigionieri ridotti in schiavitú, si hanno relazioni minuziose, prima e dopo Lahontan. Si veda ad es. G. SAGARD, Le Grand Voyage du pays des Hurons situé en l'Amérique vers la mer douce ès derniers confins de la Nouvelle France dite Canada 1...], ed. E. Chevalier, Paris, I, 1865 [1632`], pp. 150 ss.: « [...] tous ces genres de tourments et de morts sont si cruels, qu'il ne se trouve rien de plus inhumain: car premièrement ils leur arrachent les ongles, et leur coupent les trois principaux doigts [...] et puis leur lèvent toute la peau de la teste avec la chevelure, et après y mettent le feu et des cendres chaudes, ou y font dégoutter d'une certaine gomme fondue [...] ». La descrizione prosegue con insistenza sadica: tutti gli abitanti del villaggio fanno ala alle vittime e prendono una parte attiva ai supplizi. Si cfr. poi J. F. LAFIrAu, Moeurs des sauvages amériquains, comparées aux moeurs des premiers temps, Paris, 1724, pp. 261 ss. Lafitau non esita a paragonare l'eroismo delle vittime a quello dei martiri cris[...]

[...]O non piuttosto concezioni molto (forse troppo) vicine a quelle dei Philosophes, come già insinuava Antoinejoseph Pernety?
Le Baron de Lahontan prête aux Indiens du Canada, et beaucoup d'Auteurs rapportent des autres Peuples du nouveau Monde, des raisonnemens si justes et si abstraits sur l'Etre souverain, sous le nom du grand Esprit, qu'on les diroit puisés dans les écrits des Philosophes.
Lo stesso Pernety aggiungeva però:
Mais enfin quoiqu'ils n'ayent ni culte, ni religion, ils disent que ce grand esprit contient tout, qu'il agit en tout, que tout ce qu'on voit, tout ce qu'on connoît est lui, qu'il subsiste sans bornes, sans limites, sans figures; ce qui fait qu'ils le trouvent en tout, et lui rendent hommage en tout 23.
Certo il giudizio di Lahontan non trova riscontro nella tradizione dei primi viaggiatori, da Cartier (« Cedict peuple n'a aucune créance de Dieu qui vaille ») a Champlain (« [Ils] ne sçavent que c'est d'adorer et prier Dieu, vivans comme bestes bruttes »), fino a Nicolas Perrot, cronologicamente assai vicino a Lahontan (« Il est constant qu'ils ne suivent pour ainsy dire aucune religion ») 24. Ma questa stessa ignoranza di ogni cerimonia e culto monoteistico, già notata da Champlain (« Chacun le [Dieu] prioit en son coeur, comme il vouloit ») e deplorata nelle relazioni dei Gesuiti 25, era presentata ora nella prospettiva positiva di un pluralismo o di un universalismo religioso. Quali che siano state in realtà la forma e i limiti in cui
22 Origin and Traditional History of the Wyandotts, Toronto, 1870, cit. da H. P. Biggar nel commento della sua ediz. di J. CARTIER, The Voyages ..., Ottawa, 1924, p. 179.
23 A. J. PERNETY, Dissert[...]

[...]he Adario contesta è la cultura della ragione, le « mille belle scienze » degli Europei, le scienze che sono il vanto del suo interlocutore n. Egli ne nega l'utilità, con la sola eccezione dell'aritmetica; nega l'utilità della scrittura (giacché ai selvaggi, per le necessità della guerra e della caccia, bastano i loro segni pittografici): « Ha! maudite Ecriture! pernicieuse invention des Européans, qui tremblent à la veue des propres chimères qu'ils se représentent euxmêmes par l'arrangement de vint et trois petites figures, plus propres à troubler le repos des hommes qu'à l'entretenir » (DL, 227). Questo è forse il supremo argomento di Adario (e del Lahontan autore); come se la scrittura, che è simbolo di chimere, fosse nello stesso tempo il simbolo di quella sfera ostile (la società), di cui si avverte la pressione e la persecuzione. Come evaderne, se non ricorrendo ad altre chimere e, in primo luogo, alla scrittura?
ARNALDO PIZZORUSSO
27 DL, 216. Cfr. MM, 96: « Ils prétendent que [...] toutes nos Sciences ne valent pas celle de savo[...]

[...]plus propres à troubler le repos des hommes qu'à l'entretenir » (DL, 227). Questo è forse il supremo argomento di Adario (e del Lahontan autore); come se la scrittura, che è simbolo di chimere, fosse nello stesso tempo il simbolo di quella sfera ostile (la società), di cui si avverte la pressione e la persecuzione. Come evaderne, se non ricorrendo ad altre chimere e, in primo luogo, alla scrittura?
ARNALDO PIZZORUSSO
27 DL, 216. Cfr. MM, 96: « Ils prétendent que [...] toutes nos Sciences ne valent pas celle de savoir passer la vie dans une tranquillité parfaite [...] ».



da Bertrand Hemmerdinger, recensione su Luciano Guerci, Libertà degli antichi e libertà dei moderni, Sparta, Atene e i «philosophes» nella Francia del settecento, Napoli, Guida, 1979, pp. 284 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]ai primi attori: Montesquieu et Rousseau ». Cette décision de sacrifier les protagonistes au commun des auteurs est conforme à l'esprit niveleur de notre époque. En 1837, dans son Don Quixote, Heine note déjà: « Nous l'avons bien vu après la révolution de Juillet, lorsque l'esprit du républicanisme se manifesta dans tous les rapports sociaux. Le laurier d'un grand poëte était tout aussi haïssable à nos républicains que la pourpre d'un grand roi. Ils voulaient supprimer aussi les différences intellectuelles entre les hommes... ».
D'ailleurs, s'agissant de Sparte et d'Athènes, ce n'est ni Montesquieu ni Rousseau, c'est Pierre Bayle (16471706) qui domine ce siècle dont il n'a vu que les six premières années. Son immortel Dictionnaire historique et critique est l'arsenal et l'école de Fréret, de Voltaire, de l'Encyclopédie, la source unique des Opinions des anciens philosophes de Diderot. En 1715, à Paris, les lecteurs de la Bibliothèque Mazarine font queue pour le lire. En 1720, les financiers agiotent sur sa nouvelle édition. Toutefois, G[...]



da (Mito e civiltà moderna) Annabella Rossi, Appunti su arte contemporana e arte preistorica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]fectly into an ellispoid ».
René Huyghe, Dialogue avec le visible, Parigi 1955, così commenta la Venere di Lespugue, confrontata con la Mademoiselle N. C. (1928) di Brancusi: « Dans la Venus de Laspugue se lit clairement la volonté de l'artiste de tout ramener à l'arc de circle, qui se rencontre dans la tête, les épaules, la poitrine, le bassin, les cuisses. L'ensemble parait constituér de variations sur la courbe... Zadkine ou Brancusi se sont ils engagés plus avant dans la direction deja precisée par l'imagier aurignacien? r.
E così commenta le Due donne allo specchio (1930) di Picasso: « La femme gravée sur l'os de Predmost, elle, sacrifie allegrement les derniers menagements du réel... Par un jeu savant courbes et droites alter nent; non seulement il y a repetitions par parallelisme, non seulement il y a symetrie. Le resultat obtenu estil si eloigné du cubisme et de certains Picassos? ». S. Giedion, Trasparency: Primitive and Modern, in Art New (summer 1952), pone a confronto un dettaglio di un affresco della cappella dei mammouth,[...]

[...]flusso di una mostra tenuta a Monaco nel 1903 o l'influenza del Museo di arte della Catalogna. Oppure di J. E. Cirlot, Mira, Barcelona 1949: « Mire, puede asimismo ser relacionado con el abstractismo astronomico de Caldér; en el existe siempre una tension astral cuya vacacion errante ama los signos que consultaban los caldeos ». Oppure infine di A. Verdet, Mira, Nice 1957: « Les dessins rupestres étaient un moyen de communications sociologiques. Ils étaient les précurseurs de l'écriture. Concordance et rupture: Miró lui, fait rentrer l'écriture dans l'image ».
Nel caso di Mirò si hanno le prove della reticenza che dimostrano la maggiore parte degli artisti contemporanei nel parlare delle fonti dalle quali traggono la loro iconografia e talvolta l'intera loro pittura. Un anno fa circa a Roma, alla Galleria di Arte Moderna, é stato presentato un documentario di Bouchard, Around and about Mirò. Il documentarista che durante alcuni mesi aveva seguito la vita dell'artista per la preparazione e la realizzazione del documentario parla delle fo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Ils, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Bibliografia <---Cette <---Dans <---Lafitau <---Les <---Recherches <---Scienze <---Storia <---abbiano <---cristiana <---cristiano <---Adario <---Alcade <---Alcalde <---All-Father <---Altamira <---Although <---Americans <---Américains <---Anacleto Verrecchia <---Anarcharsis Cloots <---Animale <---Antiquity <---Antonelli <---Around <---Art New <---Artigas <---Augsbourg <---August Boeckh <---Auteur <---Avignone <---Baltimore <---Balzi Rossi <---Barcellona <---Barcelona <---Baron de Lahontan <---Barthélemy <---Bathit <---Baudeau <---Bayle <---Bedeilhac <---Being <---Belfagor <---Benjamin Constant <---Bibliothèque Mazarine <---Biggar <---Bizet <---Boisserée <---Bouchard <---Boulanger <---Boulez <---Bradamante <---Brancusi <---Braque <---Bretonne <---Breuil <---Breuil Les <---Bronzo <---Buffonerie <---Butel <---Butel-Dumont <---Bétique <---Cage <---Caldér <---Canada <---Canadien <---Candamo <---Cappella Sistina <---Carfours <---Carolo I <---Cartier <---Castillo <---Ce <---Cedict <---Chacun <---Champlain <---Charles Ier <---Chefs <---Chinard <---Christian Zervos <---Cimbarra <---Ciottolo <---Cirici Pellicer <---Cirlot <---Ciò <---Collège de France <---Come Rousseau Adario <---Comment <---Concordance <---Conseil <---Crète <---Cueva del Tio Labrador <---D.J. <---Defensio <---Deleuze <---Derain <---Desierunt <---Deux Indes <---Dialogues di Lahontan <---Dictionnaire <---Diderot <---Dieu <---Dinamica <---Diritto <---Dissertation <---Dogmatica <---Dolni Vestonice <---Don Quixote <---Dresda <---Due <---Dupont de Nemours <---Ecriture <---Enfans <---Enfin <---Ensuite <---Etienne Brulé <---Européans <---Exiguum <---Feller <---Ferruccio Masini <---Filosofia <---Fisiologia <---Forme <---Francesi <---François de Vauvilliers <---François-Xavier <---Fréret <---Furetière <---Félicité Commune <---Fénelon <---Galleria di Arte Moderna <---Gargas <---Gaston Lachaise <---Gaume <---Gesso <---Gianni Vattimo <---Giedion <---Già <---Gourcy <---Greek <---Grèce <---Guernica <---Gueu 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