Brano: [...]
ni successivi la stampa della Sinistra costituzionale e dei gruppi democratici legalitari, fu senza dubbio il 1875 che vide, soprattutto a Milano, da un lato la creazione di nuove imprese pubblicistiche, dall’altro importanti mutamenti editoriali. In questo quadro rientrò la fusione, portata a termine in aprile dal Sonzogno, de La Gazzetta di Milano (giornale che aveva condotto accese campagne contro Cammini' strazione municipale moderata) con “Il Secolo”. Le dimensioni tecniche e organizzative del quotidiano divennero sempre più avanzate sotto la direzione di Ernesto Teodoro Moneta, uomo di limitata esperienza specifica ma di indubbia capacita amministrativa e, quel che più conta, dotato di un sentimento pacifista così profondo da non poter rimanere senza eco nella coscienza democratica della piccola borghesia e dell'elemento operaio lombardo; e grazie alla versatilità di Carlo Romussi, artefice della cronaca cittadina del giornale che, unita al suo spirito democratico, fu il “pane quotidiano” dei ceti popolari milanesi, “fotografati” nella [...]
[...]lità di Carlo Romussi, artefice della cronaca cittadina del giornale che, unita al suo spirito democratico, fu il “pane quotidiano” dei ceti popolari milanesi, “fotografati” nella loro realtà e nei loro problemi contingenti, quando ancora gli altri organi di stampa si limitavano a rielaborare le notizie provenienti dalla questura o dal municipio.
Quotidiano popolare
Che il taglio popolare fosse elemento primario nel successo editoriale de “Il Secolo”, sembra confermato da un rapporto di polizia del dicembre 1873, il quale, sia pure nell'intento di sminuire i risvolti politici dell’espansione del quotidiano, ne attribuiva la « ragguardevole diffusione » non tanto al « colore democratico » quanto alla « parte letteraria e aneddotica », accessibile per stile e concetti alla « parte meno colta e più numerosa della popolazione ».
Ma se è vero che Sonzogno, fondando “Il Secolo”, si era posto il problema di oltrepassare gli « aristocratici schemi degli organi tradizionali », nell’esigenza di creare un grande giornale popolare più consono a un pubblico ampliato e sensibilizzato dalla divulgazione della cultura e dall'allargamento del suffragio; ed aveva, proprio in questa ottica, inaugurato i grandi romanzi d’appendice, i supplementi mensili illustrati, i premi e anche le corrispondenze dall'estero, ignote agli altri organi che si limitavano ai dispacci dell’agenzia Stefani, è pur vero che
il successo editoriale del quotidiano, tanto evidente da rendere, nel lingu[...]
[...]ente da rendere, nel linguaggio comune degli anni Ottanta, « un secolo » sinonimo stesso di giornale, non può essere compreso al di fuori delle proprie coordinate storiche.
Organo di opposizione
Dal 1875, infatti, con l'elezione di Giuseppe Garibaldi a deputato del primo collegio di Roma, ebbe inizio
quella politica di opposizione critica e riformista all'interno delle istituzioni che porterà la democrazia radicale lombarda, e per essa “Il Secolo”, a farsi portavoce delle istanze avanzate dai nuovi ceti medi della città e della campagna, come di quelle frange artigiane e operaie non ancora inquadrate nelle organizzazioni socialiste.
La creazione, da parte della cosiddetta “opposizione lombarda”, vale a dire di quel gruppo parlamentare facente capo a Giuseppe Zanardel//, Agostino Bertani, Felice Cavai lotti e a molti altri deputati lombardi riuniti intorno alla milanese Società democratica, di un organo proprio [La Ragione, fondato nel dicembre 1875), non fu concorrenziale per “Il Secolo” e non incise sul suo impetuoso sviluppo, per[...]
[...]ome di quelle frange artigiane e operaie non ancora inquadrate nelle organizzazioni socialiste.
La creazione, da parte della cosiddetta “opposizione lombarda”, vale a dire di quel gruppo parlamentare facente capo a Giuseppe Zanardel//, Agostino Bertani, Felice Cavai lotti e a molti altri deputati lombardi riuniti intorno alla milanese Società democratica, di un organo proprio [La Ragione, fondato nel dicembre 1875), non fu concorrenziale per “Il Secolo” e non incise sul suo impetuoso sviluppo, per il tono più tecnico degli articoli e per la funzione esclusivamente politicoparlamentare, contribuendo semmai a restringere ulteriormente il campo dazione della stampa moderata che pure contava, a Milano, su organi autorevoli come “La Perseveranza”. Così, mentre “La Ragione” esaurì
il proprio ruolo nella vittoria parlamentare che portò la Sinistra al potere, a partire dal 1882 (nodo importante per la comprensione del periodo trasformistico che vide il consolidarsi deH'Estrema, la nascita del Partito operaio e il sorgere di un movimento contadin[...]
[...]ella stampa moderata che pure contava, a Milano, su organi autorevoli come “La Perseveranza”. Così, mentre “La Ragione” esaurì
il proprio ruolo nella vittoria parlamentare che portò la Sinistra al potere, a partire dal 1882 (nodo importante per la comprensione del periodo trasformistico che vide il consolidarsi deH'Estrema, la nascita del Partito operaio e il sorgere di un movimento contadino moderno con i primi scioperi della Valle Padana), “Il Secolo” comprese la funzione antiradicale del trasformismo e lo combattè con le sue stesse armi, facendo leva su ideali conculcati e interessi offesi, sul malcontento diffuso nelle campagne (che culminerà con i grandi scioperi agrari del 188485) o quello dei ceti produttori, colpiti dall’affarismo implicito nella speculazione bancaria, edilizia, ferroviaria; quello dei consumatori e dei commercianti nei confronti degli ambienti protezionistici e parassitari. Il quotidiano divenne, in altre parole, l’espressione più tipica della moderna borghesia lombarda, abbastanza forte e consapevole per affrontar[...]
[...]la politica coloniale, venne tuttavia profilandosi il confronto per la supremazia sul mercato editoriale con il “Corriere della sera” di TorelliViollier, la cui “rincorsa” era cominciata parallelamente al declino dei due organi moderati più autorevoli, “Il Pungolo” e “La Perseveranza” e che si avviava a essere il portavoce sempre più qualificato della classe politica moderata e di larghe frazioni del ceto dirigente.
A partire da quel momento “Il Secolo” intraprese la sua ultima stagione di egemonia nel mercato editoriale. La tiratura (100.000 copie nel 1895 e 115.000 agli inizi del '900) rimase del tutto straordinaria soprattutto nel contesto di un paese a basso consumo medio di carta stampata come l'Italia, e anche il fervore politico, neH'ultimo quindicennio dell’Ottocento, non si affievolì ma, al contrario, trasse nuovo vigore dalle firme di Vilfredo Pareto, De Viti de Marco, Edoardo Giretti e Maffeo Pantaleoni che siglarono campagne per la moralizzazione della vita pubblica, inchieste sul protezionismo e sulla pubblica amministrazione, [...]