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Il segmento testuale Il Secolo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 465

Brano: [...]
ni successivi la stampa della Sinistra costituzionale e dei gruppi democratici legalitari, fu senza dubbio il 1875 che vide, soprattutto a Milano, da un lato la creazione di nuove imprese pubblicistiche, dall’altro importanti mutamenti editoriali. In questo quadro rientrò la fusione, portata a termine in aprile dal Sonzogno, de La Gazzetta di Milano (giornale che aveva condotto accese campagne contro Cammini' strazione municipale moderata) con “Il Secolo”. Le dimensioni tecniche e organizzative del quotidiano divennero sempre più avanzate sotto la direzione di Ernesto Teodoro Moneta, uomo di limitata esperienza specifica ma di indubbia capacita amministrativa e, quel che più conta, dotato di un sentimento pacifista così profondo da non poter rimanere senza eco nella coscienza democratica della piccola borghesia e dell'elemento operaio lombardo; e grazie alla versatilità di Carlo Romussi, artefice della cronaca cittadina del giornale che, unita al suo spirito democratico, fu il “pane quotidiano” dei ceti popolari milanesi, “fotografati” nella [...]

[...]lità di Carlo Romussi, artefice della cronaca cittadina del giornale che, unita al suo spirito democratico, fu il “pane quotidiano” dei ceti popolari milanesi, “fotografati” nella loro realtà e nei loro problemi contingenti, quando ancora gli altri organi di stampa si limitavano a rielaborare le notizie provenienti dalla questura o dal municipio.

Quotidiano popolare

Che il taglio popolare fosse elemento primario nel successo editoriale de “Il Secolo”, sembra confermato da un rapporto di polizia del dicembre 1873, il quale, sia pure nell'intento di sminuire i risvolti politici dell’espansione del quotidiano, ne attribuiva la « ragguardevole diffusione » non tanto al « colore democratico » quanto alla « parte letteraria e aneddotica », accessibile per stile e concetti alla « parte meno colta e più numerosa della popolazione ».

Ma se è vero che Sonzogno, fondando “Il Secolo”, si era posto il problema di oltrepassare gli « aristocratici schemi degli organi tradizionali », nell’esigenza di creare un grande giornale popolare più consono a un pubblico ampliato e sensibilizzato dalla divulgazione della cultura e dall'allargamento del suffragio; ed aveva, proprio in questa ottica, inaugurato i grandi romanzi d’appendice, i supplementi mensili illustrati, i premi e anche le corrispondenze dall'estero, ignote agli altri organi che si limitavano ai dispacci dell’agenzia Stefani, è pur vero che

il successo editoriale del quotidiano, tanto evidente da rendere, nel lingu[...]

[...]ente da rendere, nel linguaggio comune degli anni Ottanta, « un secolo » sinonimo stesso di giornale, non può essere compreso al di fuori delle proprie coordinate storiche.

Organo di opposizione

Dal 1875, infatti, con l'elezione di Giuseppe Garibaldi a deputato del primo collegio di Roma, ebbe inizio

quella politica di opposizione critica e riformista all'interno delle istituzioni che porterà la democrazia radicale lombarda, e per essa “Il Secolo”, a farsi portavoce delle istanze avanzate dai nuovi ceti medi della città e della campagna, come di quelle frange artigiane e operaie non ancora inquadrate nelle organizzazioni socialiste.

La creazione, da parte della cosiddetta “opposizione lombarda”, vale a dire di quel gruppo parlamentare facente capo a Giuseppe Zanardel//, Agostino Bertani, Felice Cavai lotti e a molti altri deputati lombardi riuniti intorno alla milanese Società democratica, di un organo proprio [La Ragione, fondato nel dicembre 1875), non fu concorrenziale per “Il Secolo” e non incise sul suo impetuoso sviluppo, per[...]

[...]ome di quelle frange artigiane e operaie non ancora inquadrate nelle organizzazioni socialiste.

La creazione, da parte della cosiddetta “opposizione lombarda”, vale a dire di quel gruppo parlamentare facente capo a Giuseppe Zanardel//, Agostino Bertani, Felice Cavai lotti e a molti altri deputati lombardi riuniti intorno alla milanese Società democratica, di un organo proprio [La Ragione, fondato nel dicembre 1875), non fu concorrenziale per “Il Secolo” e non incise sul suo impetuoso sviluppo, per il tono più tecnico degli articoli e per la funzione esclusivamente politicoparlamentare, contribuendo semmai a restringere ulteriormente il campo dazione della stampa moderata che pure contava, a Milano, su organi autorevoli come “La Perseveranza”. Così, mentre “La Ragione” esaurì

il proprio ruolo nella vittoria parlamentare che portò la Sinistra al potere, a partire dal 1882 (nodo importante per la comprensione del periodo trasformistico che vide il consolidarsi deH'Estrema, la nascita del Partito operaio e il sorgere di un movimento contadin[...]

[...]ella stampa moderata che pure contava, a Milano, su organi autorevoli come “La Perseveranza”. Così, mentre “La Ragione” esaurì

il proprio ruolo nella vittoria parlamentare che portò la Sinistra al potere, a partire dal 1882 (nodo importante per la comprensione del periodo trasformistico che vide il consolidarsi deH'Estrema, la nascita del Partito operaio e il sorgere di un movimento contadino moderno con i primi scioperi della Valle Padana), “Il Secolo” comprese la funzione antiradicale del trasformismo e lo combattè con le sue stesse armi, facendo leva su ideali conculcati e interessi offesi, sul malcontento diffuso nelle campagne (che culminerà con i grandi scioperi agrari del 188485) o quello dei ceti produttori, colpiti dall’affarismo implicito nella speculazione bancaria, edilizia, ferroviaria; quello dei consumatori e dei commercianti nei confronti degli ambienti protezionistici e parassitari. Il quotidiano divenne, in altre parole, l’espressione più tipica della moderna borghesia lombarda, abbastanza forte e consapevole per affrontar[...]

[...]la politica coloniale, venne tuttavia profilandosi il confronto per la supremazia sul mercato editoriale con il “Corriere della sera” di TorelliViollier, la cui “rincorsa” era cominciata parallelamente al declino dei due organi moderati più autorevoli, “Il Pungolo” e “La Perseveranza” e che si avviava a essere il portavoce sempre più qualificato della classe politica moderata e di larghe frazioni del ceto dirigente.

A partire da quel momento “Il Secolo” intraprese la sua ultima stagione di egemonia nel mercato editoriale. La tiratura (100.000 copie nel 1895 e 115.000 agli inizi del '900) rimase del tutto straordinaria soprattutto nel contesto di un paese a basso consumo medio di carta stampata come l'Italia, e anche il fervore politico, neH'ultimo quindicennio dell’Ottocento, non si affievolì ma, al contrario, trasse nuovo vigore dalle firme di Vilfredo Pareto, De Viti de Marco, Edoardo Giretti e Maffeo Pantaleoni che siglarono campagne per la moralizzazione della vita pubblica, inchieste sul protezionismo e sulla pubblica amministrazione, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 466

Brano: Secolo, Il

ti dei ceti popolari, già in crisi nel progressivo emergere della natura e dei programmi del movimento operaio, non saranno in grado di sostenere neM’ultimo scorcio del secolo il confronto con le iniziative di orientamento e di organizzazione politica de\\’“Avanti!” (v.).

Dal “ministerialismo" al fascismo

Nel periodo giolittiano “Il Secolo” rispecchiò ancora una volta l’orientamento del Partito radicale (v.), assai contraddittorio in questa fase storica, nell’incapacità di confrontarsi con le nuove ideologie e rinnovarsi a contatto di esse, e in un « larvato ministerialismo » sempre più chiuso, finché l’avventura libica e il conflitto mondiale inflissero

il colpo di grazia non tanto alla sua struttura organizzativa e ai suoi programmi, quanto ai superstiti miti dell’azione direttiva di Cavallotti: l’anticolonialismo e l’antimilitarismo.

Nella crisi seguita alla Prima guerra mondiale, che vide vanificarsi

il fondamento [...]

[...] dignità che costituivano i capisaldi del rigore della sua tradizione, anche se non fu esente da alcune manchevolezze che la critica storica non ha potuto fare a meno di rilevare, meditando sull’incapacità, da parte dell’evoluzionismo democratico, di comprendere i problemi nevralgici della società italiana.

Coinvolto nella vasta opera di “sistemazione” e di “smantellamento” perpetrata dal fascismo nei confronti della vecchia stampa liberale, “Il Secolo” fu acquistato nel 1923 da Cesare Goldmann e da un gruppo di industriali fascisti che posero alla sua direzione il nazionalista Giuseppe Bevione, attraverso il quale giunse inequivocabile « l’appoggio leale, deciso e convinto a Mussolini ». L’1.4.1927, dopo alterne vicende vissute in un clima di estrema tensione politica, non ultima un ambiguo tentativo di “rilancio”, la gloriosa testata un tempo onore e vanto dei democratici lombardi passava a La Sera e, attraverso questa fusione, la sua morte effettiva veniva decretata.

Bibliografia: L. Barile, Il Secolo. Storia di una generazione della [...]

[...]zione il nazionalista Giuseppe Bevione, attraverso il quale giunse inequivocabile « l’appoggio leale, deciso e convinto a Mussolini ». L’1.4.1927, dopo alterne vicende vissute in un clima di estrema tensione politica, non ultima un ambiguo tentativo di “rilancio”, la gloriosa testata un tempo onore e vanto dei democratici lombardi passava a La Sera e, attraverso questa fusione, la sua morte effettiva veniva decretata.

Bibliografia: L. Barile, Il Secolo. Storia di una generazione della democrazia lombarda, Milano, Guanda 1980; V. Castronovo, La stampa italiana dalTUnità al fascismo, Bari, Laterza 1976; S. Merli, Il Secolo, in I periodici di Milano. Bibliografia e storia, Milano, Feltrinelli 1956; F. Nasi, Cento anni di quo

tidiani milanesi, Milano, 1958; P. Spriano, L’informazione nell’Italia unita, in Storia d’Italia, Torino, Einaudi 1973, voi. V, t.ll, pp. 18291866; N. Tranfaglia, P. Murialdi, M. Legnani, La stampa italiana nell’età fascista, Bari, Laterza 1980.

S.Gi.

Sedea, Luigi

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Padova nel 1913, m. a Cerquizza di Cattaro (Jugoslavia)

il 7.10.1943; laureato in Economia e commercio.

Sottotenente dell’esercito, nel 1941 fu mobilitato in Dal[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 464

Brano: [...]eo, negli anni del dopoguerra, in Austria dove si trovava con il marito dirigente della Federazione sindacale mondiale.

Secolo, Il

Nato a Milano il 5.5.1866 come « giornale politico quotidiano », sorretto nel suo impianto dalla vecchia casa editrice di Edoardo Sonzogno che, proprio in quel momento, stava vivendo una fase di forte sviluppo grazie al successo delle sue collane di taglio nettamente popola

re e di orientamento divulgativo, “Il Secolo”, pur non presentando al suo esordio contorni ben definiti, ricuperava motivi classici della locale tradizione di opposizione autonomisticorepubblicana e fu diretto, per i primi tre anni, su basi liberali moderate, in un contesto relativamente anodino, da Eugenio Ferro e Carlo Pisani.

Dal 1869, sotto la direzione dell’ex garibaldino Ernesto Teodoro Moneta e in concomitanza con la prima affermazione delle campagne democratiche del radicale Felice Cavallotti (v.), il giornale venne acquisendo una propria fisionomia nel quadro della stampa politica del tempo: l'orientamento radicale diede pop[...]

[...]più ampia e dinamica prospettiva di scelte e di orientamenti politici; e furono proprio le “genti nove” che venivano emergendo e affermandosi nel contesto economico sociale lombardo, appartenenti in prevalenza ai ceti medi della città e della campagna (vale a dire professionisti, esercenti, fittavoli, proprietaricontadini dalle tendenze più o meno consapevolmente democratiche) a sentirsi rappresentati nelle loro idealità e nei loro interessi da “Il Secolo”, così come le classi tradizionali avevano i loro organi ufficiosi e codini nella Perseveranza, nel Pungolo, nella Lombardia, mentre la grossa borghesia si identificava nel Corriere della sera (v.) di TorelliViollier. Grazie all’appoggio dei ceti medi, “Il Secolo” divenne l’organo indiscusso della democrazia e il giornale più diffuso in Italia, raggiungendo rapidamente una tiratura di 30.000 copie, con un exploit davvero notevole per quegli anni se si considerano i limiti estremamente angusti del mercato editoriale che assai raramente travalicava i confini cittadini o tutt’al più regionali dei vari fogli.

Data periodizzante nel processo di formazione di un nucleo redazionale, dal quale si svilupperà negli an



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 280

Brano: [...]ero rispettivamente 37 e 33 morti tra i giovani deportati. Altri 19 membri delle due brigate partigiane, tra i quali il capitano Odino, Walter Ulanovski e Isidoro Maria Pestarino, vennero condotti alla Casa dello studente a Genova. Dopo essere stati torturati, furono fucilati il

19 maggio al Colle del Turchino (v.), insieme a una quarantina di altri detenuti politici genovesi.

Il bilancio della strage

Il 16.4.1944 il quotidiano genovese Il Secolo XIX pubblicò in seconda pagina il seguente comunicato:

« Operazioni contro banditi in provincia di Genova: 200 morti e 400 prigionieri. Da qualche tempo gruppi di banditi si aggiravano nel territorio montano ai confini delle province di Alessandria e di Genova. Per eliminarli è stata ordinata un’operazione alla quale, insieme a reparti dell’esercito e della polizia germanica, hanno partecipato reparti di un reggimento bersaglieri e quattro compagnie della G.N.R. di Alessandria e di Genova. Oltre 200 banditi sono stati uccisi e circa 400 catturati. Tra i morti sono alcuni capibanda ». Il nu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 542

Brano: [...]dia vai di Susa. Nell'estate 1944, a Balmafol (v.), la formazione combattè una vittoriosa battaglia contro preponderanti forze tedesche e fasciste in fase di rastrellamento; scesa a valle alla vigili^ deH'insurrezione, partecipò alla liberazione di Torino.

Cianca, Alberto

N. a Roma I'1.1.1884, ivi m. I’8.1 1966; uomo politico, giornalista. Laureato in legge, divenne redattore parlamentare del quotidiano romano « La Tribuna », poi passò a « Il Secolo » di Milano e più tardi, come redattore capo, a « Il Messaggero » di Roma. Nel 1921, dissentendo daH'indirizzo di quest'ultimo giornale, si dimise. Passato a dirigere per qualche tempo « L’Ora » di Palermo, dopo il delitto Matteotti assunse infine la direziona de II Mondo, il giornale di Giovanni Amendola (v.) ; curò anche l’edizione del foglio satiricoumoristico « Il Becco giallo » (v.).

Uomo di grande coraggio e di rara probità politica, condusse una battaglia senza tregua contro il fascismo; fu più volte aggredito e vide la propria casa devastata dagli squadristi. Nel 1926, sfuggendo al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 254

Brano: [...]42 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che lo condannò per propaganda contro la guerra. Liberato con la caduta del regime, fu tra gli organizzatori del movimento partigiano ravennate. Prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Brigata « Sauro Babini » e cadde in combattimento.

Facchinetti, Cipriano

N. il 13.1.1889 a Campobasso, m. a Roma il 17.2.1952.

Militante giovanissimo nel Partito repubblicano, redattore de « Il Secolo » di Milano, nel 1912 accorse volontario garibaldino in Grecia. Interventista e combattente nella prima guerra mondiale, gravemente ferito nel 1917 nell’assalto al massiccio delTHermada, rimase quasi cieco e fu decorato di medaglia d'argento al valor militare.

Nel dopoguerra fondò con Leonida Bissolati la Lega italiana per la società delle nazioni e fu direttore óe\YItalia del Popolo a Milano. Eletto deputato nel 1924 per il collegio di Trieste, partecipò alla secessione dell'Aventino (v.) e nel 1926 fu

254



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 30

Brano: [...]ra furono costretti a promuovere indagini nei suoi confronti ed egli venne perfino implicato in accuse di spionaggio. Non meno clamorose furono le sue incursioni nel mondo della stampa: dopo aver finanziato la trasformazione del foglio nazionalista L’idea nazionale di Ernesto Corradini da settimanale in quotidiano, Bondi entrò in possesso di 2.200 azioni della società editrice de II Secolo e della collaterale catena di pubblicazioni comprendente Il Secolo Illustrato, La Gazzetta dello Sport e La Gazzetta Agricola. Egli acquistò inoltre una serie di periodici economici come La Finanza italiana, L’Economista d’Italia, La vita industriale, Il Credito, Il Sole, Lo Stato economico.

Nel 1919 si fece eleggere alla Camera, per il collegio di Livorno, in una lista di radicali ed ex combattenti (ma entrerà poi a far parte del Gruppo socialista autonomo). Nello stesso anno entrò nel Popolo d’Italia, il giornale diretto da Benito Mussolini, e divenne sostenitore di altri organi di stampa legati al fascismo nascente come L’Ardito e II Giornale del Popol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 747

Brano: [...]licò opere di saggistica politica (La monarchia socialista, 1913; Il papa in guerra, 1917; Polemica liberale, 1918) e nel 1917 fu chiamato a dirigere il periodico liberale «Il Tempo ». L’anno successivo assunse anche la direzione del quotidiano « il Resto del carlino », acquistando notorietà soprattutto con una rubrica politica dal titolo Opinioni (che raccolse in volume nel 1921).

Nel 1921 fu chiamato alla direzione del quotidiano radicale « Il Secolo », ma nel 1923, in seguito ad atteggiamenti polemici contro il fascismo da lui assunti in un pamphlet (Il colpo di stato) e in alcuni articoli del giornale, gli fu imposto di dimettersi.

Successivamente il Missiroli mostrò di piegarsi alla dittatura mussoliniana, legittimandola e facendone perfino l’apologia in scritti come Date a Cesare (1929), Cosa deve

l’Italia a Mussolini (1930) e La politica estera di Mussolini (1939). In quegli stessi anni collaborò alla rivista « Nuova Antologia », firmando con lo pseudonimo Spectator articoli e saggi miranti a esprimere, in forme velate, autonom[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 839

Brano: [...]omessa di colpire il M.S.I. non venne mai mantenuta, né da Sceiba né dai successivi governi democristiani, che anzi incoraggiarono in vari modi la crescita neofascista.

Nel 1953 si ebbe il famoso « abbraccio di Arcinazzo » tra Giulio Andreotti (v.) e il maresciallo Graziani diventato a sua volta presidente del M.S.I., il quale aveva organizzato nella sua tenuta di Arcinazzo un raduno di ex gerarchi. Nello stesso anno iniziò le pubblicazioni « Il Secolo d’Italia », nuovo organo ufficiale del partito, che si dedicherà impunemente alla più sfrontata apologia del fascismo e alla denigrazione della Resistenza. Sul terreno elettorale la gestione De Marsanich si concluse positivamente per il M.S.I.: nelle elezioni del 1953, che videro sconfitta la Democrazia Cristiana, i neofascisti ottennero 1.580.000 voti, pari al 5,9%, mandando alla Camera 29 deputati, e 1.480.000 voti per il Senato, dove ebbero 9 senatori.

Linea Michelini » e luglio 1960

Nonostante il successo elettorale, dal 1953 il M.S.I. cominciò a es

sere più che mai dilaniato dai[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 840

Brano: [...]di avere 400.000 iscritti, ma in occasione del congresso del gennaio del 1973 (nel quale il Partito democratico italiano di unità monarchica o P.D.I.U.M. si fuse al M.S.I., costituendo il nuovo partito M.S.I.Destra Nazionale) la stampa più generosa attribuiva al partito neofascista dai 200.000 ai 300 mila membri. Si tratta comunque di una forza non indifferente, presente in Italia attraverso circa 4.000 sezioni e nuclei.

Oltre al quotidiano « Il Secolo », cui sono state attribuite 50.000 copie di tiratura, il M.S.I. dispone di due settimanali, « Candido » e « Il Borghese », diretti da parlamentari del M.S.I.Destra Nazionale e con una tiratura, rispettivamente, di 35.000 e 65.000 copie. La propaganda del partito è inoltre svolta da un centinaio tra riviste e bollettini di provincia, nei quali l’esaltazione del fascismo, del razzismo e della violenza fisica viene fatta con il linguaggio più esplicito.

Intorno al M.S.I.Destra Nazionale, direttamente gestite, guidate e finanziate dal partito, agiscono numerose altre organizzazioni, da quelle[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il Secolo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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