Brano: [...]lio sarebbe caduto nelle mani del fronte socialista e comunista e questo sarebbe suonato come un grave vulnus nella diocesi del Papa » (evento esecrabile, poi, purtroppo verificatosi! Ma in peggio precipitano i tempi, e mal s'affida a putridi nepoti l'onor d'egregie menti!).
Pio xi', giustamente, non si fida di De Gasperi che, pur essendo stato confinato in Vaticano durante il fascismo, è, nel segreto dell'animo, un filocomunista. Che fa allora il Papa: lo scomunica? gli manda una reprimenda? Manco per niente. Si limita, per il settantesimo compleanno dello statista, a non mandargli
722 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
gli auguri, che invece « gli erano giunti persino da Stalin » (c'era da aspettarselo!). E De Gasperi che fa: corre in Vaticano a prosternarsi ai piedi del Papa e a chiedere perdono? Manco per niente. Con la risentita fierezza di un novello Arrigo
manda Andreotti a dire a monsignor Montini che dica a Sua Santità (già, perché a differenza di quel che credono i maligni « i governanti di parte D.C. non si incontrano che molto di rado c[...]
[...]HERMAGLIE
gli auguri, che invece « gli erano giunti persino da Stalin » (c'era da aspettarselo!). E De Gasperi che fa: corre in Vaticano a prosternarsi ai piedi del Papa e a chiedere perdono? Manco per niente. Con la risentita fierezza di un novello Arrigo
manda Andreotti a dire a monsignor Montini che dica a Sua Santità (già, perché a differenza di quel che credono i maligni « i governanti di parte D.C. non si incontrano che molto di rado con il Papa ») che lui, De Gasperi, « era disposto a presentarsi capolista nelle elezioni amministrative per significare tutto l'impegno che vi poneva ». Cioè per scongiurare il famigerato vulnus. Naturalmente Papa consentendo. Ma il Papa, che non era incline a interferenze, lo sconsiglia: non avesse a perdere, De Gasperi, le elezioni e con esse « anche il prestigio ». « Il Papa aveva apprezzato tuttavia la disponibilità di De Gasperi ed era stato lieto che l'avesse fatta conoscere a lui ». Beh! salvo l'Inghilterra, che è un paese di senza Dio, di anglicani e protestanti, non si fa comunemente cosí nei paesi cattolici? Almeno dal tempo della lotta delle investiture.
E come del pericolo comunista e del comportamento dei capi n.c., il Papa è giustamente preoccupato della decadenza dei costumi nel cattolicissimo paese a causa delle « licenziosità nella stampa », della « assenza di produzioni cinematografiche bene ispirate », dei « films negativi », dello « scarso rispetto della verità in alcune rubriche della Radio »; e se ne sfoga, accoratamente, con Andreotti sottosegretario. Ma « da sacerdote », intendiamoci, mica da papa: non avesse qualcuno a fraintendere. Senonché, che cosa può fare un povero sottosegretario (che pure ha sotto la sua giurisdizione questi settori) con i tempi che corrono, con le mani legate da tanti vincoli[...]
[...]MAGLIE
gli auguri, che invece « gli erano giunti persino da Stalin » (c'era da aspettarselo!). E De Gasperi che fa: corre in Vaticano a prosternarsi ai piedi del Papa e a chiedere perdono? Manco per niente. Con la risentita fierezza di un novello Arrigo Iv, manda Andreotti a dire a monsignor Montini che dica a Sua Santità (già, perché a differenza di quel che credono i maligni « i governanti di parte D.C. non si incontrano che molto di rado con il Papa ») che lui, De Gasperi, « era disposto a presentarsi capolista nelle elezioni amministrative per significare tutto l'impegno che vi poneva ». Cioè per scongiurare il famigerato vulnus. Naturalmente Papa consentendo. Ma il Papa, che non era incline a interferenze, lo sconsiglia: non avesse a perdere, De Gasperi, le elezioni e con esse « anche il prestigio ». « Il Papa aveva apprezzato tuttavia la disponibilità di De Gasperi ed era stato lieto che l'avesse fatta conoscere a lui ». Beh! salvo l'Inghilterra, che è un paese di senza Dio, di anglicani e protestanti, non si fa comunemente cosí nei paesi cattolici? Almeno dal tempo della lotta delle investiture.
E come del pericolo comunista e del comportamento dei capi D.C., il Papa è giustamente preoccupato della decadenza dei costumi nel cattolicissimo paese a causa delle « licenziosità nella stampa », della « assenza di produzioni cinematografiche bene ispirate », dei « films negativi », dello « scarso rispetto della verità in alcune rubriche della Radio »; e se ne sfoga, accoratamente, con Andreotti sottosegretario. Ma « da sacerdote », intendiamoci, mica da papa: non avesse qualcuno a fraintendere. Senonché, che cosa può fare un povero sottosegretario (che pure ha sotto la sua giurisdizione questi settori) con i tempi che corrono, con le mani legate da tanti vincoli[...]