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Il segmento testuale Il P C è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 330

Brano: [...] gran parte mediate, ma non procedenti da un’unica volontà.

Inizio della guerra partigiana

Mentre alcuni esponenti dell’antifascismo veneziano (Arduino Cerutti, Renato Maestro, Renzo Sullam) passavano la linea del fronte per andare verso il Sud a impegnarsi nella ricostruzione del nuovo Stato democratico, il C.L.N. provinciale iniziò la propria attività tra molte difficoltà, alcune proprie a ogni partito, altre relative all’unione di essi. Il P.C.I. a Venezia poteva godere dei frutti non troppo remoti dell’azione di Girolamo Li Causi (v.), Borin e Longobardi, tuttavia aveva alle spalle una classe operaia priva di esperienze di lotta e organizzative che verranno acquisite per forza di cose e solo lentamente. Per qualche mese i comunisti concepiranno la loro presenza nel Comitato interpartito come un fatto tattico in prospettiva rivoluzionaria e solo quando Bruno Venturini (v.) ne sarà a capo, ' i comunisti veneziani praticheranno senza incertezze e concretamente la politica unitaria.

La Democrazia cristiana era, da parte sua, divisa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 154

Brano: [...]tra le due guerre, Trieste 1974; G. Fogar, L'antifascismo operaio monfalconese tra le due guerre, Milano 1982; AA.VV., L'Istria tra le due guerre, Roma 1985; M. Pacor, Confine orientale, Milano 1964; AA.VV., Dallo squadrismo fascista alle stragi della Flisiera, Trieste 1978; P. Panizon, L'organizzazione clandestina e l'attività del PC a Trieste 192335 in “Italia Contemporanea", n. 121/1975; AA.VV., Comunisti a Trieste, Roma 1983; P. L. Pallante, Il P.C.I. e la questione nazionale, Udine 1980; S. Bon Gherardi, La persecuzione antiebraica a Trieste (19381945), Udine 1972; (a cura di S. Bon Gherardi e A. Petronio), La resistenza nel Friuli e nella Venezia Giulia — guida bibliografica, Udine 1979, voi. I e II; E. Collotti — T. Sala, Le potenze dell'Asse e la Jugoslavia, Milano 1974; E. Collotti, Il Litorale Adriatico nel Nuovo Ordine Europeo, Milano 1974; E. Collotti — T. Sala — G. Vaccarino, L'Italia nell'Europa danubiana durante la II guerra mondiale, Milano 1967; G. Fogar, Sotto l'occupazione nazista delle provincie orientali, Udine 1968; G.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 759

Brano: [...], varie associazioni operaie e partiti operai. In tal modo i dirigenti delle federazioni, spesso di destra, sarebbero saltati. Malgrado il rifiuto del congresso dell'U.S.S. (Neuchàtel 1920), questo tentativo conobbe qualche successo fino al 1921, ma I inizio della crisi economica ridusse la combattività dei lavoratori, mettendo le sinistre sindacali, socialiste e comuniste in condizioni di non concludere nulla.

D'altra parte, nell’aprile 1921 il P.C.S. lanciò l’appello della costituzione del Fronte unico (v.) di tutte le organizzazioni operaie contro la reazione. Ciò significava, a termine più o meno lungo, l’abbandono del progetto di Unione dei lavoratori svizzeri. Schneider, assai vicino alle posizioni di Paul Levi in Germania, si oppose a questa linea e condannò la politica deH’Internazionale comunista per il modo in cui si era manifestata in Germania e al congresso socialista di Livorno. Con un certo numero di sindacalisti, Schneider costituì un effimero Partito comunista indipendente, che non tardò a rientrare nelle fila del P.S.S..[...]

[...]tori svizzeri. Schneider, assai vicino alle posizioni di Paul Levi in Germania, si oppose a questa linea e condannò la politica deH’Internazionale comunista per il modo in cui si era manifestata in Germania e al congresso socialista di Livorno. Con un certo numero di sindacalisti, Schneider costituì un effimero Partito comunista indipendente, che non tardò a rientrare nelle fila del P.S.S..

A Zurigo, nel 1923, altri sindacalisti abbandonarono il P.C.S.. Le centrali sindacali, da parte loro, combatterono con vigore i comunisti; approfittando delle direttive dell’lnternazionale comunista relative alla formazione di frazioni e cellule in seno ai sindacati, esse procedettero a espulsioni individuali e a sciogliere intere sezioni sindacali. Il P.C.S. perdette così una gran parte delle proprie posizioni nei sindacati.

La politica della “svolta” decisa al VI Congresso deH’Internazionale comunista e applicata, non senza reticenze, anche in Svizzera a partire dal 192930, aggravò ancor più la situazione, provocando la defezione della quasi totalità degli aderenti di Schaffusa (nel 1930 essi costituiranno un Partito comunista dissidente che, nel 1935, si riunirà col P.S.S.) così come quello di numerosi altri militanti.

La reazione degli anni Venti

La scissione, la caduta della combattività operaia e la crisi economica indebolirono i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 608

Brano: [...]e nel primo biennio repubblicano e si revocarono « gli ideali di modernizzazione e cambiamento dei primi momenti della Repubblica » (Tamames). Tutto ciò faceva sorgere nelle forze conservatrici la speranza che non sarebbe stato impossibile ritornare alla monarchia o passare direttamente a un regime di dittatura militare.

La rivolta popolare

Un fenomeno nuovo, nato dall’estate 1934, fu l’avvicinamento avvenuto fra socialisti e comunisti.

Il P.C.E. era nato nel 1922 dalla fusione dei due partiti comunisti usciti dal P.S.O.E., rispettivamente nel

1920 e 1921, il P.C. d’E. e il P.C.O.E.; fino al 1934 si era mantenuto su posizioni “estremiste”, rifiutando ogni collaborazione con quella che considerava semplicemente una “repubblica borghese”. Aveva avuto, comunque, un unico deputato eletto alle Cortes nel 1933, anche se godeva di una buona influenza nella zona di Madrid e in Catalogna. Furono i socialisti e i comunisti che, di fronte all’entrata della C.E.D.A. nel governo, vedendo in tale scelta un’involuzione che poteva significare un vero e proprio pericolo per le istituzioni democratiche e repubblicane, decisero, di comune accordo, di chiamare il movimento operaio e co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 560

Brano: [...]one agraria del partito e per l’Associazione nazionale di difesa dei contadini poveri; Camilla Ravera (v.) per il Segretariato femminile; Giuseppe Dozza (v.) per la Federazione giovanile comunista; Giovanni Nicola (v.) per la Federazione italiana lavoratori albergo e mensa. Rappresentante italiano presso il Comitato esecutivo del S.R.I. fu designato Anseimo Marabini (v.).

La fase costituente della Sezione italiana del S.R.I. si ebbe nel 1924. Il P.C. d’I. fece propaganda tra tutti i lavoratori senza preclusione di partito, sollecitando la collaborazione delle altre forze politiche popolari e antifasciste. Il lavoro organizzativo venne sostenuto dalla stampa comunista con la pubblicazione di due opuscoli: “Aiutiamo le vittime della reazione”, e “Che cos'è il Soccorso Rosso Internazionale”. Nello stesso tempo fu avviata la creazione di un’ampia rete di Comitati provinciali in tutte le maggiori città italiane e la distribuzione di

100.000 tessere di aderenti al S.R.I..

Insieme all'attività propagandistica e organizzativa si mise subit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 421

Brano: [...]arono nuovamente: venne accelerato l'armamento dei paesi della Piccola Intesa (Jugoslavia, Romania, Cecoslovacchia) e furono riallacciati accordi con la Germania in funzione antisovietica; furono costituiti cartelli francotedeschi dell’acciaio, del ferro, dei sali potassici, e concessi crediti ai monopoli tedeschi.

Nel 1930 la Francia sostenne il piano Young in favore della Germania, che sostituì quello Dawes. Alle elezioni politiche del 1928 il P.C.F. aveva raccolto 1.070.000 voti, 200 mila in più del 1924. Nello stesso anno ebbero luogo forti lotte operaie e contadine; i radicali passamano all’opposizione.

Nel luglio del 1929, a Poincaré successe Briand. Pochi mesi dopo, questi fu sostituito a sua volta dal governo Tardieu che scatenò una violenta offensiva contro i comunisti. Tutti i membri del Comitato centrale del partito furono arrestati e si ebbe anche un tentativo di sopprimere l’« Humanité » (v.).

Fascismo e antifascismo

La crisi economica (v.) mondiale raggiunse la Francia nel 1930 e si protrasse sino al 1936. La produ[...]

[...]più o meno larga, secondo i diversi governi che si susseguivano al potere.

Dal 1932 andò prendendo vigore anche in Francia il movimento fascista. Le diverse associazioni nazionalfasciste (Action Frangaise, Croci di fuoco, Gioventù patriottica) trovarono incoraggiamento. Dalle elezioni del 1932 uscì tuttavia vittorioso il blocco delle sinistre, che raccolse quasi 4.500.000 voti contro i 3.000.000 della destra. Malgrado l’offensiva reazionaria, il P.C.F. ottenne 800.000 voti. Si susseguirono vari governi di sinistra, di volta in volta presieduti da Herriot, da Paul Boncour, da Edouard Daladier.

L’inasprimento dei rapporti francotedeschi indusse Herriot a un patto di non aggressione con I’Unione Sovietica (29.11.1932). Fin dal gennaio 1932 i due paesi avevano iniziato trattative per garantire la sicurezza in Europa, ma in quello stesso anno i gruppi monopolistici francesi avevano dato il loro assenso alla Conferenza del Lussemburgo, favorendo obiettivamente il riarmo della Germania. Nel 1933 la Francia partecipò alla preparazione del Pat[...]

[...]tivo.

Il 9 febbraio Parigi manifestò unitariamente e con viva forza contro il pericolo di involuzione reazionaria. Il 12, uno sciopero generale antifascista, di un’ampiezza senza precedenti, paralizzò l’intera Francia. Sotto la crescente pressione delle masse, il 27.7.1934 il Partito socialista francese concluse un patto

d’unità d’azione con il.Partito comunista. Da quell’accordo sarebbe scaturito il Fronte popolare (v.). Nell'ottobre 1934 il P.C.F. propose la creazione di un largo fronte antifascista e ne delineò il programma. Nel novembre la spinta delle forze antifasciste determinò la caduta del governo di « unione nazionale » presieduto da Gaston Doumergue (costituito nel febbraio). Analoga sorte subirono il governo di « tregua civile » di PierreÉtienne FI and in nel maggio 1935 e poi, nel gennaio 1936, quello del filofascista Pierre Lavai (v.).

Nel giugno 1936 cadde anche il gabinetto di Albert Sarraut, ultimo vano tentativo della destra per impedire un governo di Fronte popolare. Il 14.7.1935, in un memorabile comizio svoltos[...]

[...]ciste, democratizzazione della stampa, garanzie delle libertà sindacali, adozione di efficaci misure per assicurare la pace e per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. Nel mese di marzo i sindacati comunisti e socialisti si unificarono.

Le elezioni politiche del maggio 1936 videro la grande vittoria del Fronte popolare. I partiti che ne facevano parte ebbero quasi il 69 per cento dei voti e il 64 per cento dei seggi dell’Assemblea. Il P.C.F. ottenne da solo 1.500.000 voti, pari al 18 per cento, e 72 deputati. Da quelle elezioni sorse il governo presieduto dal socialista Léon Blum (v.) che aumentò i salari, introdusse le ferie pagate e la settimana di 40 ore, abrogò alcuni decreti finanziari antipopolari, adottò altre misure in favore dei contadini, degli impiegati e dei piccoli esercenti, nazionalizzò parzialmente l’industria di interesse militare.

Le forze conservatrici reagirono attraverso forme di sabotaggio economico, organizzarono l’esportazione di capitali all’estero, provocarono il rialzo dei prezzi, fecero ostruzion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 420

Brano: [...]esso, la politica di riavvicinamento alla Germania concedendo una riduzione delle riparazioni di guerra e offrendo una intesa su alcune importanti questioni (accordi di Wiesbaden del 1921). L’isolamento in cui venne a trovarsi la Francia alla Conferenza di Washington (192122) provocò la ■ caduta del governo Briand. Succedette il conservatore Raymond Poincaré (18601934) che accentuò la politica di destra intensificando la lotta contro la C.G.T. e il P.C.F.. Quanto alla politica estera, col pretesto di non aver ricevuto dai tedeschi il regolare pagamento della quota di riparazioni di guerra, nel 1923 Poincaré fece occupare la Ruhr, cosa che aggravò la situazione interna della Francia, i suoi rapporti con gli alleati: e accelerò la crisi rivoluzionaria in Germania. Dalle elezioni del maggio 1924 uscì vittorioso il « Cartello delle sinistre », costituito da socialisti, radicalsocialisti e altri partiti della piccola e media borghesia. Millerand e Poincaré furono costretti

a dimettersi. Al governo successe il socialista Edouard Herriot (18721[...]

[...] il piano Dawes per il regolamento delle riparazioni di guerra da parte della Germania, normalizzò nell’ottobre 1924 le relazioni con l’Unione Sovietica e, nel 1925, partecipò agli accordi di Locamo con Inghilterra e Germania per assicurare una pacifica soluzione alle questioni europee.

Sotto il successivo governo Briand, la Francia iniziò la guerra contro la Repubblica del Riff, nel Marocco, e soffocò il movimento di liberazione della Siria. Il P.C.F. e la C.G.T. condussero un’ampia azione di difesa dei popoli coloniali, con dimostrazioni culminate nel grande sciopero generale del 12.10.1925. Contro le sinistre cominciò allora a ergersi sempre più minaccioso il movimento di tipo fascista della Action Francaise (monarchico, clericale e antisemita).

Nel 1926 i socialisti si staccarono dal «Cartello delle sinistre», sicché nel 1926 potè tornare al governo Poincaré. Questi accentuò la repressione, emanò una legge che puniva le azioni antigovernative e riduceva i diritti fondamentali dei lavoratori, ma ciò provocò manifestazioni e scioper[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 361

Brano: [...]so sarà emanazione ».

In quello stesso giorno gli uomini dell’ufficio politico investigativo della 92a Legione della Milizia fascista, in seguito tristemente noto come « banda Carità » (v.), riuscirono a catturare quasi al completo il primo Comando militare del C.T.L.N.. Questo colpo non paralizzò tuttavia l’attività militare del P.C.I. e del P.d’A., animatori e maggiori protagonisti della resistenza armata a Firenze e in tutta la regione.

Il P.C.I. (rappresentato nel C.T.L.N. da Giuseppe Rossi e da Giulio Montelatici) era guidato dal Rossi e da un gruppo di vecchi e fidati compagni che avevano intensamente lavorato in Italia nel periodo clandestino (da Renato Bitossi a Mario Fabiani, Giulio Montelatici, Gino Tagliaferri, Cesare Collini, Romeo Baracchi, Falerio Pucci, Giulio Bruschi, Rigoletto Caciolli, Orazio Barbieri) e da altri che, costretti dal fascismo a emigrare, avevano acquisito una preziosa esperienza militare combattendo nelle Brigate Internazionali in Spagna (da Alessandro Sinigaglia a Dino Saccenti e Romeo Landini).

Gr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 641

Brano: Comunista italiano, Partito

Il P.C.I. andava intanto acquistando un nuovo volto; sin dal suo ritorno in Italia Togliatti aveva sostenuto con forza la necessità di creare un partito « nuovo », sia per i compiti che era chiamato ad assolvere sia per le forme e i metodi di lotta e di organizzazione.

« Prima di tutto, partito nuovo è un partito della classe operaia e del popolo, il quale non si limita più soltanto alla critica e alla propaganda, ma interviene nella vita del paese con un’attività positiva e costruttiva. Partito nuovo è il partito che è capace di tradurre in atto questa nuova posizione della classe operaia, di tr[...]

[...]iettivi (più

o meno esplìcitamente dichiarati) la restaurazione del vecchio ordine prefascjsta e la salvezza della monarchia. La sinistra, stimolata dall’impulso comunista, respingeva per contro ogni posizione attesista, mirava a imprimere il massimo slancio alla guerra partigiana e a dare ai C.L.N., concepiti come organi di governo e pilastri del nuovo potere popolare, la più larga e organizzata base democratica.

Tra le forze di sinistra, il P.C.I. si trovava più spesso e più facilmente d’accordo col Partito d’Azione, avversario anch’esso di ogni attesismo e fautore di una lotta partigiana implacabile, che non con una parte del P.S.I.. In quest’ultimo partito erano infatti numerosi i vecchi quadri « legalitari » e socialdemocratici sempre preoccupati dell'at



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 639

Brano: [...]a: l’immediata costituzione, a Salerno, di un governo di unione nazionale diede una spinta vigorosa a tutto il processo unitario e al potenziamento della Guerra di liberazione, soprattutto a Roma e nei territori liberati dove la situazione era « bloccata » per l’acuto contrasto tra i partiti antifascisti sulla questione istituzionale, determinando un 'impasse certame nte dannosa alla causa italiana.

Al Nord la situazione non era « bloccata »: il P.C.I. e gli altri partiti di sinistra del C.L.N.A.I. erano impegnati in grandi lotte di massa e militari, le formazioni partigiane avevano una notevole consistenza e non occupavano il loro tempo in astratte discussioni sull'assetto del domani, sui poteri da riconoscere o da negare alla monarchia. Nell’Italia occupata dai tedeschi non si poneva il problema di dare vita a un governo unitario, poiché di fatto questo governo esisteva ed era rappresentato dal C.L.N.A.I..

I rapporti con gli Alleati, senza essere immuni da screzi, erano infine di effettiva collaborazione; del tutto cordiali quelli t[...]

[...] rinsaldamento, almeno formale, del fronte antifascista, ebbe nel Nord un effetto diverso, come diversa era la situazione sul campo di battaglia dove già i monarchici e I repubblicani combattevano fianco a fianco ».

II 15.4.1944 il governo di Salerno si dimise. Badoglio, nuovamente

incaricato di ricostituirlo, concluse le consultazioni in pochi giorni dando vita (22 aprile) al nuovo gabinetto, al quale partecipavano i partiti antifascisti. Il P.C.I. vi era rappresentato con Togliatti ministro senza portafoglio, Fausto Gul

lo ministro dell'Agricoltura e foreste, Antonio Pesenti sottosegretario alle Finanze, Mario Palermo sottosegretario alla Guerra.

Nella sua breve esistenza di 50 giorni (la liberazione di Roma portò immediatamente alla crisi), tale governo adottò alcune misure di carattere democratico: tra queste, la legge per la punizione dei crimini fascisti, più avanzata di quelle varate dai governi successivi e con norme che, qualora fossero state applicate, avrebbero eliminato tanti gravi ostacoli sulla strada di una rapida[...]

[...] Gullo ministro deH’AgricoItura e foreste, Antonio Pesenti sottosegretario alle Finanze, Mario Palermo sottosegretario alla Guerra, Guido Molinelli sottosegretario all’industria e commercio.

Tra gli atti più importanti dei comunisti in quel periodo fu il rinsaldamento del patto d’unità d’azione con il Partito socialista, con la creazione di una commissione permanente composta da Paimiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio e Giacomo Pellegrini per il P.C.I., e da Pietro Nenni, Oreste Lizzadri ed Ezio Villani per il P.S.I., incaricata di coordinare sul piano politico e

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il P C, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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