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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 603

Brano: [...]sinistra che dai C.L.N. come tali; gli scioperi del novembredicembre 1943, e ancora quelli del marzo 1944, erano stati organizzati al di fuori dei C.L.N.; i comitati d’agitaz;one delle fabbriche, i comitati di difesa dei contadini, gli « organismi di massa » (come il Fronte della gioventù e i Gruppi di difesa della donna) erano nati soprattutto per iniziativa dei comunisti, e gli altri partiti ne avevano respinto l’ammissione nei C.L.N..

Dopo il compromesso di Salerno, i dissensi continuano ma in qualche modo attenuati dalla « moderazione » dei comunisti. La struttura stessa dei C.L.N. diventa più organica: un’assemblea generale a cui sono riservate le decisioni generali; un comitato militare articolato in diversi uffici; un comitato finanziario diviso in intendenze, trasporti, ufficio militare; in alcuni, anche un comitato stampa e propaganda. L’autorità del C.L.N.A.I. come supremo organo dirigente nell’Italia occupata si rafforza. La consapevolezza, già evidente nelle dichiarazioni di Parri e Valiani agli Alleati nell'incontro del 3.[...]

[...]ani agli Alleati nell'incontro del 3.11.1943 a Certenago (v.), di dirigere non una semplice rete di nuclei di tecnici e sabotatori, ma un esercito di liberazione nazionale, espressione di una guerra di popolo, trova convalida nell'atteggiamento più « antifascista » del govèrno BadoglioTogliatti nato il 21 aprile dalla « svolta » di Salerno e, più ancora, nella condotta del primo governo dei C.L.N. formato il 6.6.1944 dopo la liberazione di Roma. Il C.L.N. di Roma, che sarà destinato dalla liberazione stessa della Capitale a perdere peso di fronte al nuovo governo, riesce infatti a ottenere che il ministero Bonomi giuri fedeltà non al « luogotenente » Umberto, ma alla Nazione, si impegni a decretare la convocazione di una Costituente a guerra terminata, istituisca un’assemblea consultiva, inizi l’epurazione dell’esercito: che il nuovo go

verno nasca, cioè, con alcuni degli impegni che il C.L.N.A.I. considera fondamentali per mantenere acceso il fervore della lotta dèi resistenti nel Centro e nel Nord, fervore nel quale tanta parte hanno anche le speranze di rinnovamento profondp dello Stato e della società italiana. Ciò facilita indubbiamente il compito dei C.L.N. dell’Italia occupata. Il C.L.N. toscano dimostra, guidando con molta efficienza l’insurrezione di Firenze e trasmettendo «con decreto proprio » il 16.8.1944 « i poteri di governo provvisorio » al Governo militare alleato, le capacità effettive dei Comitati come organi guida della lotta di liberazione. Il C.L.N.A.I. riesce a costituire (il 9 giugno) un Comando militare unitario, col quale coordina e finanzia assai meglio di prima l'attività delle bande; difende, sulla base dell’autodecisione dei popoli e dell’autogoverno e senza venir meno al principio della collaborazione internazionale, l’italianità delle terre istriane e della Valle d’Aosta; respinge tutte le manovre per attenuare l’intransigenza della lotta, guida con equilibrio ed energia gli esperimenti di amministrazione democratica nelle «zone libere» (v.).

Rapporti con governo e Alleati

Queste indubbie prove di idoneità della dire[...]

[...] militare unico, che per le sinistre dovrebbe essere un « consulente », per i moderati un vero e proprio capo, responsabile verso gli Alleati. Deludente è il risultato delle trattative tendenti a ottenere il riconoscimento formale del C.L.N.A.I. quale rappresentante del governo e degli Alleati nell’Italia occupata. Il bisogno di aiuti finanziari e militari e l’esigenza di inquadrare le operazioni partigiane nei piani militari alleati costringono il C.L.N.A.I. a pagare per esso un prezzo molto alto. I protocolli di Roma del 7.12.1944 con

I Alto comando alleato e la dichiarazione del 26 dicembre col gover

no Bonomi danno al C.L.N.A.I. l’incarico di unificare il movimento di resistenza nell’Italia occupata e di mantenere l’ordine fino all’arrivo del Governo militare alleato, insieme con un notevole aiuto in denaro e in armi, ma impongono anche il disarmo dei partigiani al momento della cessazione delle ostilità e quindi riducono fortemente le possibilità della Resistenza di partecipare con una sua forza alla costruzione del nuovo Stato[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 374

Brano: [...]ria De PrettoEscher Wyss e 71 della carrozzeria Della Via, 1.300 operai e operaie del lanificio Rossi di Pievebelvicino e di Torrebelvicino scioperarono tutti insieme manifestando contro la precettazione del lavoro in Germania, imitati a Santorso da 70 operai della ditta Gregori e da 150 della ditta Saccardo.

Il 3 marzo uno sciopero di 4.000 operai e operaie dei lanifici Marzotto di Valdagno venne soffocato con la serrata degli stabilimenti e il consueto intervento militare. L'8 marzo, 470 operaie del cotonificio Rossi di Vicenza, guidate da Olim

pia Menegatti come nel 1921, rifiutarono d’iniziare il lavoro in segno di protesta per il sorteggio di manodopera da avviare in Germania. Il loro esempio fu seguito da 400 operaie dello stabilimento Industrie Tessili Vicentine, il 21 marzo da quelle del lanificio Rossi di Dueville.

Il mattino del 27 marzo i lavoratori della “Pellizzari” di Arzignano scesero nuovamente in sciopero, ma i tedeschi intervennero subito, arrestando 4 lavoratori e il giorno successivo altri 25, i primi imputati[...]

[...]utati di aver pronunciato frasi « incriminabili », i secondi con il pretesto di un ritardo nella ripresa del lavoro. Giunse poi la notizia della fucilazione dei primi 4 arrestati [Umberto Carlotto, Luigi Cocco, Cesare Erminelli e Aldo Marzotto). Gli altri 25 furono imprigionati, quindi trasferiti nel campo di concentramento di Fossoli (v.) e infine deportati in Germania: dal 31 marzo del 1944 anche Arzignano era divenuta “zona di operazioni”.

Il C.L.N. provinciale

Già nell’ottavo numero di “Giustizia e Libertà”, giornale clandestino stampato a Vicenza e uscito il 15.7. 1943, si annunciava la trasformazione del Comitato nazionale dei partiti antifascisti in Comitato di liberazione nazionale (C.L.N.). I primi due numeri di “Fratelli d'Italia”, organo del C.L.N. di Vicenza (per i piombi del linotipista vicentino Vittore Gualandi e la stampa del tipografo Costantini di Sandrlgo), non portavano ancora il sottotitolo “Bollettino del Comitato di Liberazione Nazionale”, ma questo comparve nel terzo numero, del 28.10.1943.

Il C.L.N. provi[...]

[...]i annunciava la trasformazione del Comitato nazionale dei partiti antifascisti in Comitato di liberazione nazionale (C.L.N.). I primi due numeri di “Fratelli d'Italia”, organo del C.L.N. di Vicenza (per i piombi del linotipista vicentino Vittore Gualandi e la stampa del tipografo Costantini di Sandrlgo), non portavano ancora il sottotitolo “Bollettino del Comitato di Liberazione Nazionale”, ma questo comparve nel terzo numero, del 28.10.1943.

Il C.L.N. provinciale era stato costituito a Vicenza neH’ultima decade di settembre, con Domenico Marchioro e Gino Cerchio per il Partito comunista, l’avv. Mario Segala e l’avv. Gino Faccio per quello socialista, il prof. Mario Dal Pra e Lieisco Magagnato per il Partito d’Azione. La Democrazia cristiana cominciò a partecipare alle riunioni del C.L.N. nella seconda metà di ottobre, con Torquato Fraccon e mons. Stocchiero in qualità di tesoriere. Quest’ultimo partito aveva un proprio giornale “Momento”, stampato in una cripta cimiteriale messa a disposizione dal padre guardiano L. Gaia, con l’aiuto [...]

[...]uelle forze. I rapporti erano diretti e agevoli con squadre di “guastatori” e i nuclei operanti in pianura, ma difficoltosi e sporadici con le formazioni stanziate in montagna, limitata l’influenza sui Comandi dei garibaldini della “Garemi” (v.) e su quelli “autonomi” dell’AItopiano di Asiago, pressoché nulla sul comando della “Pasubio” (v.). Nelle funzioni di comandante militare provinciale, affidatogli fin dall’inizio dell’attività del C.L.N., il colonnello Amedeo D'Aiello era coadiuvato dal maggiore Mario Malfatti, dal tenente Guido Manera e dall’ingegnere Andrea Rigoni. I settori territoriali di Arzignano, Valdagno, Schio, Bassano del Grappa, Camisano, Barbarano e Lonigo, avevano inoltre,.un responsabile politico ciascuna/Il Comando militare provinciale, installato nella casa di Nino Strazzabosco, si avvaleva dell’impegno di Italo Dainese, Michele Cap:nist, Alberto De Marchi, Mariano Soave, Italo Magrin, Alberto Sinigaglia e Remo Pranovi (Primula) per i settori cittadini, nonché di Virgilio Marzot e Igino Fanton per i collegamenti con squadre di “patrioti combattenti” in città e alla periferia. Nella direzione di questo Comando il colonnello D'Aiello poteva inoltre contare sulla collaborazione del capitano Mario Fiandini [Grigio), dell'ingegnere Giacomo Prandina (PiErre), di Gino Cerchio, Rino Sella e Aurelio Piva.

Esisteva poi un secondo Comando militare, evidentemente ignaro dell’esistenza di quello provinciale, la cui attività non si limitava ai compiti affidati a Carlo Segato (Marco), di collegamento, coordinamento e controllo di formazioni partigiane sorte in zona e di altre in via di



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 363

Brano: Firenze

provato dagli altri partiti: « Il C.L.N. decide, non appena la situazione militare lo renderà possibile, di costituirsi in governo provvisorio della città e della provincia di Firenze ».

La prova concreta della fiducia riposta dalla popolazione nell’organismo antifascista si ebbe al momento in cui il C.T.L.N., per reperire i fondi necessari al finanziamento della lotta, decise di lanciare un Prestito della Libertà. Nel febbraiomarzo 1944, la prima emissione di buoni del Prestito, ammontante complessivamente a 5.000.000 di lire (cifra cospicua a quel tempo), fu completamente e rapidamente coperta. I versamenti superarono le previsioni e fu necessario ricorrere a una seconda emissione di cartelle, per altri 5 milioni, anche questa esaurita in breve tempo.

Con l’avanzare della primavera e la ripresa dell’offensiva alleata, il prestigio del C.T.L.N. aumentò ulteriormente: pochi giorni dopo l[...]

[...]. I versamenti superarono le previsioni e fu necessario ricorrere a una seconda emissione di cartelle, per altri 5 milioni, anche questa esaurita in breve tempo.

Con l’avanzare della primavera e la ripresa dell’offensiva alleata, il prestigio del C.T.L.N. aumentò ulteriormente: pochi giorni dopo l’occupazione di Roma (6.6.1944), il segretario del fascio repubblicano di Firenze cercò di trattare col C.T.L.N. per un pacifico trapasso di poteri. Il Comitato rifiutò le trattative, conscio che, dopo la mancata insurrezione di Roma, spettava a Firenze il compito di organizzare l’insurrezione popolare per dimostrare agli Alleati la reale volontà del popolo italiano di conquistarsi la propria libertà e il diritto di scegliersi le forme istituzionali di governo.

Verso l'insurrezione

Il C.T.L.N. aveva da tempo cercato di riorganizzare il Comando militare unico, che venne finalmente ricostituito nel maggio 1944. Ne entrarono a far parte: il colonnello Nello Niccoli (P.d’A.), come comandante; Luigi Gaiani (P.C.I.), commissario politico; il capitano Nereo Tommasi (D.C.), vicecomandante; il capitano Dino Del Poggetto (P.S.I.), vicecommissario politico; il maggiore Achille Mazzi (P.L.I.), capo di stato maggiore.

All 'intensificarsi della lotta partigiana nelle campagne e nei maggiori centri della provincia corrispose un progressivo sviluppo della lotta in città. Il Fronte della gioventù, sorto a Firenze per opera di Aldo Braibanti, Gianfranco Sarfatti, Zelmiro Mulas, Alessandro Susini e altri, si era prodigato nel recupero di armi e nelle azioni di sabotaggio contro linee e mezzi di comunicazione fin dai giorni immediatamente successivi all’8 settembre. Verso la fine di maggio, [...]

[...]aribaldi « Lanciotto » e « Sinigaglia » attaccavano di continuo i nazifascisti, si sottraevano ai rastrellamenti, organizzavano l'assistenza delle popolazioni colpite dalle spietate rappresaglie del nemico a Meleto, Castelnuovo dei Sabbioni, San Martino e in altre località. Il 6 luglio, le 4 Brigate Garibaldi della provincia (« Lanciotto », « Sinigaglia », « Caiani », « Fanciullacci ») furono unite a formare la Divisione Garibaldi « Arno » sotto il comando di Aligi Barducci (v.), il popolare Potente.

La battaglia di Firenze

L’avvicinarsi delle forze alleate a Firenze spinse sotto la città tutte le formazioni partigiane della zona che, continuando nello stesso tempo a operare a distanza sempre più ravvicinata alle spalle del fronte tedesco, costituirono, un grave impedimento per le : truppe germaniche impegnate a contenere l’avanzata degli Alleati.

Il 4 agosto, assieme a pattuglie avanzate alleate, i partigiani entrarono nei quartieri d’Oltrarno, la parte meridionale di Firenze isolata dal

Mitiagliere tedesco sul ponte di S. Tr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 498

Brano: Sesto San Giovanni

compiti assistenziali e logistici. Nell'ottobre 1944 il C.L.N. rivolse un caloroso appello alle massaie e agli esercenti, invitandoli ad attuare forme di resistenza passiva e di disobbedienza civile nei confronti dei nazifascisti; inoltre vennero organizzate manifestazioni contro lo Sepral (l'ente che disciplinava il razionamento alimentare) e contro il carovita, mentre il C.L.N. stesso si assumeva fin da quel momento tutte le responsabilità delle autorità civili in rappresentanza del governo legale di Roma. NeH'inverno 194445 il Comitato si prodigò infatti per alleviare le sempre più dure condizioni di esistenza della popolazione promuovendo, in accordo con le formazioni sappiste di fabbrica, distribuzioni di viveri sottratti ai tedeschi e organizzando il taglio degli alberi per far fronte alle necessità di riscaldamento delle case. Nel gennaio 1945 Mario Finetti venne arrestato e fu sostituito da Gaetano Cavenaghi.

Nei giorni della Liberazione il Comitato si presentò come un organismo largamente unitario, punto di riferimento istituzionale di grande unità democratica e, insieme ai C.L.N. aziendali, diresse la difficile fase del ritorno alla normalità all'interno delle aziende.

L’insurrezione popolare

A mezzogiorno del 25.4.1945 giunse al Comando delle S.A.P. della Pirelli l’ordine insurrezionale che intimava la resa ai tedeschi, ma questi mostrarono di non voler deporre le armi. Seguì una sparatoria, nel corso della quale il comandante del presidio tedesco perse la vita. Il piano insurrezionale prevedeva che la Breda e la Pirelli,[...]

[...]rgamente unitario, punto di riferimento istituzionale di grande unità democratica e, insieme ai C.L.N. aziendali, diresse la difficile fase del ritorno alla normalità all'interno delle aziende.

L’insurrezione popolare

A mezzogiorno del 25.4.1945 giunse al Comando delle S.A.P. della Pirelli l’ordine insurrezionale che intimava la resa ai tedeschi, ma questi mostrarono di non voler deporre le armi. Seguì una sparatoria, nel corso della quale il comandante del presidio tedesco perse la vita. Il piano insurrezionale prevedeva che la Breda e la Pirelli, separate solo da una via e da un muro, costituissero un unico, grande quadrilatero (con un perimetro lungo alcuni chilometri), mentre intorno alla Falck, alla Magneti Marelli e all'Èrcole Marelli si sarebbero raccolte le forze provenienti anche dalle piccole fabbriche e i volontari della città. Le maestranze dovevano rimanere in fabbrica, dove avrebbero funzionato anche i centri di assistenza medica. In tutte le aziende furono costituiti posti di blocco nelle rispettive zone di competenza[...]

[...] che, accompagnata da un vivo fuoco di fucileria, venne instradata a bloccare viale Zara e cominciò a sparare sui francesi, i quali infine si arresero lasciando sul terreno armi leggere e mitragliatrici.

Il presidio del ponte respinse da parte sua un treno carico di tedeschi che tentavano di farsi strada verso la Svizzera. Intorno alle aziende si verificarono scaramucce e qualche isolata azione di cecchlnaggio venne prontamente rintuzzata.

Il Comando Piazza di Sesto, guidato da Stefano (v. Aldo Melloni) delle Brigate Garibaldi e dal commissario politico Nino Sordi delle “Matteotti”, coadiuvati da Arrigo Samaritani delle Brigate “Giustizia e LU bertà”, assunse la direzione delle operazioni. Intanto in città operava un Comando cittadino guidato da Ferdinando Sardi (Brigata del Popolo) che, con l’apporto dei suoi uomini e di elementi delle Brigate “Matteotti” e giellisti, occupò il Municipio insediandovi il C.L.N.. I cattolici, a opera del parroco e di un gruppo di medici, installarono un ospedale da campo che assistette i feriti della[...]

[...]Sesto, guidato da Stefano (v. Aldo Melloni) delle Brigate Garibaldi e dal commissario politico Nino Sordi delle “Matteotti”, coadiuvati da Arrigo Samaritani delle Brigate “Giustizia e LU bertà”, assunse la direzione delle operazioni. Intanto in città operava un Comando cittadino guidato da Ferdinando Sardi (Brigata del Popolo) che, con l’apporto dei suoi uomini e di elementi delle Brigate “Matteotti” e giellisti, occupò il Municipio insediandovi il C.L.N.. I cattolici, a opera del parroco e di un gruppo di medici, installarono un ospedale da campo che assistette i feriti della battaglia insurrezionale (in seguito, lo stesso gruppo assisterà gli ex deportati ammalati via via che rimpatrieranno dai lager tedeschi) .

Nella battaglia insurrezionale, conclusasi la sera del 27 aprile, erano caduti 3 partigiani e altri 10 erano rimasti feriti. Il C.L.N. riunito in permanenza, diresse il ritorno alla

normalità e insediò il 28 aprile la Giunta comunale presieduta da Rodolfo Camagni (P.C.I.) sindaco e dai vicesindaci Enrico Recalcati (D. C.) e Francesco Merli (P.S.I.). All'arrivo delle truppe alleate, il 29 aprile, il popolo industriale di Sesto San Giovanni era di nuovo al lavoro nella riconquistata libertà. L'imponente contributo di Sesto San Giovanni alla causa dell'antifascismo e della Resistenza si commisura nelle seguenti cifre:

— Oltre 200 arrestati negli anni del regime, poi deferiti al Tribunale speciale o confinati con cent[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 613

Brano: [...]ompiere operazioni di rifornimento. In effetti la mossa tedesca preludeva a un’occupazione della città, cosa che apparve subito chiara agli operai e ai membri del Comitato. Questi cercarono allora di convincere i comandanti dei reparti dell’esercito a organizzare la difesa, chiesero armi per la popolazione e tentarono di inquadrare i militari italiani sbandati. Nonostante l’assoluta inerzia del Comando militare, che giunse al punto di destituire il capitano di fregata Capuano, da cui dipendeva la difesa del porto, e di rifiutare l’invio di unità navali in appoggio ai reparti di terra, venne approntato uno schieramento difensivo, al quale si aggiunse successivamente il XIX Bat* taglione di carri armatu Il Comando della difesa fu affidato all capitano di corvetta Giorgio Bacherini, un ufficiale legato agli ambienti antifascisti, e questi agì in stretto collegamento con il Comitato, mentre in città la volontà popolare esprimeva chiaramente la necessità di reagire al tentativo di occupazione.

In un incontro avuto con i tedeschi, fu loro vanamente intimato di abbandonare ili porto entro la mezzanotte. Ma alle 21, dopo che un caccia tedesco ebbe sparato contro un proiettore che illuminava jl porto, si accese la battaglia: da parte italiana entrarono in azione le batterie situate in diversi punti della zona e, contemporaneamente, cominciò anche a terra uno scontro tra reparti tedeschi e i carri armati giunti in precedenza.

Dopo alcune ore di combattimento, che [...]

[...]inese: molti antifascisti che avevano partecipato alla battaglia si trovarono nelle necessità di allontanarsi dalla città occupata e si misero in contatto con le formazioni armate che andavano sorgendo nella zona circostante.

Il 10.10.1943 venne creata nel territorio del comune la prima formazione partigiana, composta da un agguerrito nucleo di antifascisti, e sorsero via via i C.L.N., con i quali i gruppi armati strinsero subito rapporti.

Il C.L.N. di Piombino, costituito per iniziativa di Angelo Albano e Pio Lucarelli, era formato da don Ivo Micheletti, Carlo Domenichetti, Anacleto Spara pani, Giovanni Tognoni, Soalzo Iaconi e Ottorino Milli.

Le squadre partigiane del Piombinese andarono rapidamente rafforzandosi ed estesero la propria attività, colpendo soprattutto le vie di comunicazione, mentre nelle fabbriche la pressione antifascista della classe operaia si esprimeva in agitazioni, scioperi, atti di sabotaggio,

La robusta presenza dei partigiani in questa zona e l’incisività delle loro azioni sarà riconosciuta dagli ste[...]

[...]ione. In tutta la zona erano state gravi anche le rappresaglie del nemico contro la popolazione. Per citare soltanto alcuni episodi, si ricordano: l’eccidio di Mirko Casagrandi e Gino Bartalini, i cui corpi furono ritrovati nel febbraio 1944 presso Salivoli; la fucilazione (23 giugno) di Renato Ghignoli, sorpreso mentre distribuiva volantini antifascisti; il massacro della famiglia Pavolini, avvenuto a Sant’Anna di Stazzema. È da ricordare anche il contributo dei piombinesi alla Resistenza in altre zone d’Italia: tra gli altri, Ilio Baroni ucciso a Torino durante la difesa degli stabilimenti industriali della città, e Ilario ZambeJli, caduto nella strage delle

secondo mmi del Comando Militare Tede» di ÌMm

Per ordine del Maresciallo Generale. Rommel ORDINO

1) Tutti coloro che detengono armi e munizioni di qualsiasi specie, comprese le armi e munizioni da caccia, smo tenuti a consegnarle al Comando del Presidio Militare Tedesco ( Via Fiume ). entrt il giorno 15 Settembre alle ore 17.

2) Chiunque, scaduto detto termine sarà trova[...]

[...]izioni di qualsiasi specie, comprese le armi e munizioni da caccia, smo tenuti a consegnarle al Comando del Presidio Militare Tedesco ( Via Fiume ). entrt il giorno 15 Settembre alle ore 17.

2) Chiunque, scaduto detto termine sarà trovato In possesso di arni,,o munizioni, verrà senz'altro fucilato. Tutti coloro che sono a conoscenza di depositi ci armi, debbonp farne subito denunzia a questo Comando. /

3) Dalle o.e 22 alle ore 4 è ordinato il coprifuccn Nessuno potrà abbandonare la propria abitazione durante il coprifuoco, eccetto gli operai che debbono recarsi al lavoro, la Polizia, gli addetti alle squadre di pronto soccorso, i vigili del fuoco, e tutti coloro muniti di regolare permesso rilasciato da questo Comando.

Per gli operai oh eventualment# avessero necessita di transitare durante le ere del coprifuoco la Direzione dello stabilimmo ove sono occupati gli rilascerà il permesso vidimato da questo Comando, Beo a quando la Direziona dello stabilimento dob avrà consegnato i nuovi permessi, saranno validi quelli gii rilascili!

Chi abbandonerà la città per proteggersi contro eventuali incursio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 559

Brano: [...]ionieri), nonché dalla scomparsa, dalla scena piacentina, dei cattolici Daveri e Cantù, costretti entrambi alla latitanza per aver bruciato a Bettola, durante i 45 giorni del governo Badoglio, un’effigie di Mussolini. Daveri riparò in Svizzera e poi a Milano, da dove ristabilì rapporti con la resistenza piacentina attraverso la staffetta Pina Passerini. Nuovamente arrestato, sarà deportato in Germania e si spegnerà a Mauthausen nell’aprile 1945. Il C.L.N. provinciale fu così costretto a sostituire gli uomini più esposti e a rallentare l’attività.

Nel marzo 1944 si costituì a Piacenza quello che venne chiamato il « secondo C.L.N. ». Lo formarono: per il Partito socialista, Gino Rigolli (catturato e fucilato il 28.12.1944, sarà sostituito da Piatti); per il P.C.I., Paolo Belizzi (sostituito poi da Polizzi e Crovini) ; per la D.C., Emilio Moli nari; per il P.d’A., Antonino La Rosa (poi sostituito da Aldo Crini). Verso la metà dell'aprile

1944 fu designato all’interno del C.L.N. un Comitato Militare, del quale fecero parte il socialista[...]

[...]do C.L.N. ». Lo formarono: per il Partito socialista, Gino Rigolli (catturato e fucilato il 28.12.1944, sarà sostituito da Piatti); per il P.C.I., Paolo Belizzi (sostituito poi da Polizzi e Crovini) ; per la D.C., Emilio Moli nari; per il P.d’A., Antonino La Rosa (poi sostituito da Aldo Crini). Verso la metà dell'aprile

1944 fu designato all’interno del C.L.N. un Comitato Militare, del quale fecero parte il socialista Sante Bersani {Ruggero), il comunista Ercole Anguissol a [Ferri] e l’azionista Filippo Laiatta. Questo comitato, cui venne affidato il compito

di mantenere i contatti, non sempre facili, con i reparti della montagna, dall’estate si insediò pressoché stabilmente nella casa di Franco Sesenna. Allorché questi venne individuato dalla polizia fascista, il C.L.N. si trasferì a Pianel

lo, in una zona di montagna liberata dalle formazioni partigiane.

Le «■ Zone libere »

Nell’estate 1944, nei territori dell’ Appennino piacentino controllati dalle formazioni partigiane sorsero alcune « Zone libere ». Il 7.6.1944 fu costituita la « Zona libera » di Bobbio (v.), comprendente l’intera vai Trebbia, fino a Torriglia e Rivergaro. La « repubblica » partigiana resse 51 giorni, fino a quando, in seguito a un rastrellamento tedesco, Bobbio cadde (27 agosto), ma nel settembreottobre la zona fu nuovamente liberata.

Un’altra « Zona libera » cominciò a[...]

[...]sto), ma nel settembreottobre la zona fu nuovamente liberata.

Un’altra « Zona libera » cominciò a formarsi dal maggio 1944 nell’alta vai Nure e nella vai d'Arda, nei territori controllati dalle Brigate Garibaldi 59a e 60a. Ma fu soprattutto dopo i rastrellamenti del lùglio che questo territorio, nuovamente liberato e ulteriormente esteso dalle formazioni partigiane, si organizzò in « Zona libera ». Nell’agosto fu deciso di insediare a Bettola il Comando della 13a Zona, e qui si trasferì anche il C.L.N. provinciale che nominò, quale commissario civile del territorio liberato, Carlo Cerri. A Bettola fu inoltre costituito un Consiglio comunale provvisorio, con Paolo Belizzi sindaco. Furono costituite anche le amministrazioni comunali democratiche di Ponte dell’ Olio, Farini d’Olmo, Ferriere, Morfasso, Coli, Vernasca* Lugagnano, Pianello e altre ancora,

Il C.L.N. iniziò ufficialmente la propria attività di governo della « Zona libera » il 4 ottobre, emanando due decreti: con il primo dichiarava decaduti i podestà fascisti dei Comuni liberati, definiva i compiti dei commissari civili e dei sindaci, impartiva norme nel campo deH’amministrazione civile; nel secondo fissava criteri di regolamentazione delle requisizioni. Queste potevano essere fatte solo dietro ordine scritto del Comando unico, dei Comandi di divisione e dei Comandi di brigata; le relative ricevute rilasciate nelle requisizioni dovevano essere trasmesse al C.L.N. provinciale che si i[...]

[...]no essere fatte solo dietro ordine scritto del Comando unico, dei Comandi di divisione e dei Comandi di brigata; le relative ricevute rilasciate nelle requisizioni dovevano essere trasmesse al C.L.N. provinciale che si impegnava a liquidarle con un indennizzo. Quest’ultimo decreto creò malcontento in alcuni comandanti partigiani che vedevano in tal modo diminuito dalle forze politi

che il loro potere. I contrasti più forti, a questo riguardo, il C.L.N. li ebbe con Cossu.

La vasta « Zona libera », che raggiunse la sua massima espansione in ottobre con l’occupazione di Ponte delI’Qlio, sopravvisse fino ai primi del novembre 1944, quando ebbe inizio il grande rastrellamento

Crisi invernale

L'inverno 194445 si presentò nel Piacentino estremamente difficile. Il mancato sfondamento della Linea Gotica da parte degli Alleati e il proclama di Alexander avevano creato il problema di mantenere fino alla primavera un vasto fronte partigiano, forte ormai di 6.000 uomini. Da una parte sorgeva la difficoltà di equipaggiare adeguatamente ques[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 120

Brano: [...]etica. Nasce dal lago Ivan, bagna le regioni di Tuia, Riazan, Orlov, Voronez, Stalingrado, Rostov, e dopo un percorso di 1.870 km si getta nel golfo di Taganrog (Mare d’Azov). L’ansa formata dal Don nel suo punto più vicino al Volga delimita un grande bacino ricco di giacimenti minerari e di centri industriali.

La battaglia del Don

Durante la seconda guerra mondiale, quando i tedeschi si spinsero verso il Volga in direzione di Stalingrado, il corso settentrionale dell’ansa del Don costituì la linea del fronte e, per le truppe d’invasione, una protezione del fianco sinistro. Un settore di questo fronte, occupato dal corpo di spedizione

italiano (v. Armir), venne scelto dall’alto Comando sovietico come uno dei punti sui quali scatenare l’attacco per sfondare lo schieramento nemico e prendere alle spalle le armate tedesche spintesi intanto fino a Stalingrado e al Volga. L’offensiva sovietica ebbe inizio il 16.12.1942 nei settori tenuti dalle truppe rumene e dall 'VI 11 Armata italiana; il fronte venne spezzato, italiani e rumeni fur[...]

[...]ovunque distruzione e oltre 3.000 aerei della Luftwaffe accompagnarono la grandiosa operazione (v. Barbarossa).

L’Unione Sovietica subì perdite gravissime, ma la spina dorsale del suo esercito, del suo popolo, rima

se intatta: con uno sforzo sovrumano, parte dell’industria dell’Ucraina venne smantellata e smistata verso est oppure distrutta: la « guerra patriottica », barriera popolare, arginò eroicamente la massiccia pressione nazista.

Il Corpo di spedizione italiano

Il 9.7.1941 nacque il Corpo di spedizione italiano in Russia (v. Armir), composto dalle Divisioni « Pasubio », « Torino », e dalla III Divisione Celere « Principe Amedeo d’Aosta », per un complesso di circa 60.000 uomini. Nacque male questa unità, all’insegna dell’impreparazione e dell’imprevidenza, con i capi politici e militari italiani che, dopo le fallite « passeggiate » verso Nizza e Atene, sognavano una facile « passeggiata » su Mosca.

Il 10 luglio le tradotte del C.S.I.R. erano già in movimento verso la zona di radunata. Prima sorpresa: i padroni tedeschi imposero lo sca

lo ferroviario di sbarco sul con[...]

[...]i circa 60.000 uomini. Nacque male questa unità, all’insegna dell’impreparazione e dell’imprevidenza, con i capi politici e militari italiani che, dopo le fallite « passeggiate » verso Nizza e Atene, sognavano una facile « passeggiata » su Mosca.

Il 10 luglio le tradotte del C.S.I.R. erano già in movimento verso la zona di radunata. Prima sorpresa: i padroni tedeschi imposero lo sca

lo ferroviario di sbarco sul confine orientale ungherese. Il C.S.I.R., quale unità «autotrasportata», avrebbe dovuto proseguire con i propri automezzi, superare la catena dei Carpazi e raggiungere la zona di Botosani in Romania. Ma il C.S.I.R. non disponeva che di pochi automezzi Lancia Ro con rimorchio, non era affatto un’unità « autotrasportata », ma soltanto « autotrasportabile ». Questo fu uno dei tanti bluff del nostro Stato Maggiore: le divisioni presentate aH’alleato tedesco come unità motorizzate erano soltanto « idonee » a viaggiare sui camion... forniti dai tedeschi.

In uno scacchiere di guerra immenso, dove era in corso una lotta tra giganti, dove infuriava la battaglia tra i mezzi corazzati e si avanzava con puntate rapidissime e a largo raggio, il C.S.I.R. del generale Messe era ovviamente destinato non solta[...]

[...] un’unità « autotrasportata », ma soltanto « autotrasportabile ». Questo fu uno dei tanti bluff del nostro Stato Maggiore: le divisioni presentate aH’alleato tedesco come unità motorizzate erano soltanto « idonee » a viaggiare sui camion... forniti dai tedeschi.

In uno scacchiere di guerra immenso, dove era in corso una lotta tra giganti, dove infuriava la battaglia tra i mezzi corazzati e si avanzava con puntate rapidissime e a largo raggio, il C.S.I.R. del generale Messe era ovviamente destinato non soltanto all’insuccesso, ma al massacro. L’unità disponeva di pochissimi carri armati di appena 3 tonnellate, ossia più leggeri di un camion: la sua unica arma anticarro, il pezzo da 47/32, non riusciva neppure a scalfire le corazze dei carri armati sovietici da 30 tonnellate. Il famoso fucile « modello 1891 » era un’arma da museo di fronte ai parabellum sovietici che sgranavamo raffiche di 70 pallottole.

Prime battaglie

Con pochi automezzi logori che si impantanavano e perdevano i pezzi, il C.S.I.R. avanzò verso i fiumi Dniestr e B[...]

[...]isponeva di pochissimi carri armati di appena 3 tonnellate, ossia più leggeri di un camion: la sua unica arma anticarro, il pezzo da 47/32, non riusciva neppure a scalfire le corazze dei carri armati sovietici da 30 tonnellate. Il famoso fucile « modello 1891 » era un’arma da museo di fronte ai parabellum sovietici che sgranavamo raffiche di 70 pallottole.

Prime battaglie

Con pochi automezzi logori che si impantanavano e perdevano i pezzi, il C.S.I.R. avanzò verso i fiumi Dniestr e Bug. Le truppe, con enorme

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 22

Brano: [...] di Tarcento. L'ormai imminente Liberazione fu però funestata da un tragico episodio.

Il 28.4.1945 tutti i cosacchi collaborazionisti accantonati a Molinis si erano arresi e i partigiani della “Garibaldi”, della “Osoppo” e delle formazioni slovene si erano attestati intorno a Tarcento, occupando l'area collinare di Sedilis e le alture di Billerio, all'incrocio della strada TarcentoPontebbana, preparandosi all'azione definitiva. A questo punto il comandante della T Brigata “Osoppo” (il tenente Romano Zoffo) già comandante della 6a, « nell'intendimento di evitare spargimento di sangue ingaggiò trattative con il Comando del presidio cosacco. Si presentò al distaccamento della Bovoletta che pareva disposto ad arrendersi ». Era con lui il partigiano Virgilio Treppo di Sedilis e i due furono condotti al Comando nemico insediato a Villa Orter (sulla strada per Borgo Villin di Sedilis). Era il mattino del 29 aprile e a Villa Orter si trovarono, come prigionieri e ostaggi, altri 10 partigiani che i tedeschi, dopo aver vilmente seviziato, uccisero in spregio a ogni norma del diritto internazionale, insieme ai due presentatisi per parlamentare. I corpi delle 12 vittime furono rinvenuti, orribilmente sfigurati,[...]

[...]. Fu l'ennesima e inutile strage, ma non l'ultima, che segnò il Friuli all'alba della Liberazione.

Il 30 aprile la città di Tarcento fu presa d’assalto. Parteciparono a questa battaglia gli osovani, i garibaldini e gli sloveni. Il 3 maggio l’intera zona fu liberata, nonostante la violenta e persistente reazione nemica, protrattasi specificatamente nel settore NordOvest della periferia quale azione di copertura al ripiegamento. Venne catturato il Comando della T.O.D.T. e la relazione della 3a Divisione “Osoppo” dichiarerà le seguenti cifre: 150 prigionieri e 55 morti nemici, 5 morti e 4 feriti partigiani.

Il C.L.N. comunale

Dopo la liberazione la città fu amministrata, fino all’arrivo degli Alleati, dal C.L.N.. Questo si era costituito nella primavera del 1944 ed era composto da « diversi membri, rappresentanti varie idee politiche ».

Durante la clandestinità si era riunito nell’Asilo e talvolta nella Canonica, con frequenza mensile, ma in realtà aveva funzionato ininterrottamente attraverso i contatti segreti e personali intercorsi fra i suoi vari membri.

L’opera del C.L.N. fu varia. Esso « in un primo tempo curò la raccolta di fondi per l’assistenza ai partigiani » e si adoperò « per la [...]

[...]volta nella Canonica, con frequenza mensile, ma in realtà aveva funzionato ininterrottamente attraverso i contatti segreti e personali intercorsi fra i suoi vari membri.

L’opera del C.L.N. fu varia. Esso « in un primo tempo curò la raccolta di fondi per l’assistenza ai partigiani » e si adoperò « per la segnalazione al movimento patriottico di elementi pericolosi, nonché dei movimene ti militari tedeschi ». Nei primi tempi/Jopo la Liberazione il C.L.N. ebbe anche il compito di liquidare l’imponente quantità di materiale abbandonato dal nemico.

Alla costituzione del C.L.N. di Tarcento avevano preso parte: l’avvocato Candolini per la D.C.; Giovanni Florit (Dedalo) per il P.C.I.; Nonino per il P. d’A.; G. Paroni, direttore del locale Ufficio Imposte, per il P.S.I.; don Celso Gloazzo (cui subentrarono Mario Pelizzo e Adelino Ferrari) per la D.C.. Facevano inoltre parte del Comitato Ermanno Zuiani, Luciano Nimis, Aligi Cossio, Guido Caufin e Pietro Francesco Gori.

Il C.L.N. tarcentino nominò pure la Commissione di epurazione che ebbe il compito di espleta[...]

[...]ndonato dal nemico.

Alla costituzione del C.L.N. di Tarcento avevano preso parte: l’avvocato Candolini per la D.C.; Giovanni Florit (Dedalo) per il P.C.I.; Nonino per il P. d’A.; G. Paroni, direttore del locale Ufficio Imposte, per il P.S.I.; don Celso Gloazzo (cui subentrarono Mario Pelizzo e Adelino Ferrari) per la D.C.. Facevano inoltre parte del Comitato Ermanno Zuiani, Luciano Nimis, Aligi Cossio, Guido Caufin e Pietro Francesco Gori.

Il C.L.N. tarcentino nominò pure la Commissione di epurazione che ebbe il compito di espletare una prima indagine, da inviare al Tribunale di Udine, sui prigionieri collaborazionisti e sui fascisti in genere. Di questa commissione fecero parte il pretore Boiti, il notaio A. Pividori (D.C.), M. Turrin (P.C.I.), L. Cois (P.S.I.) e, come segretario, R. Pilotto della “Garibaldi”.

I partigiani del territorio di Tarcento attivi nelle varie formazioni furono 221. Assai alto fu il contributo pagato dal comune alla lotta di liberazione. Come si può desumere dalla dichiarazione ufficiale del 20.12.1970 redatta dal sindaco Giuseppe Zanutti, dal settembre 1943 al maggio 1945 si ebbero le seguenti perdite:

— Volontari della libertà caduti in combattimento, fucilati, trucidati o deceduti per cause della guerriglia o in campi di concentramento nazisti: 71.

— Civili vittime della lotta resistenziale o morti in campi di concentramento nazisti: 33.

— Militari e civili deceduti per cause belliche varie: 31.

— Militari internati in campo di concentramento tedesco, di cui[...]

[...]15.

— Fabbricati completamente distrutti dai tedeschi o dai cosacchi in azioni di rappresaglia: abitazioni 105; rustici 88; fabbricati gravemente lesi 34; fabbricati meno

gravemente lesi 192; famiglie rimaste senza tetto 129; (per un totale di 556 persone).

Su deliberazione del Consiglio comunale, nella seduta straordinaria del 29.12.1970 venne chiesta la concessione di ricompensa al valor militare a favore del gonfalone del Comune, per il contributo alla lotta di Liberazione. La proposta non ebbe seguito favorevole e solo più tardi il Comune fu citato nella motivazione della concessione della Medaglia d’oro a Cividale per la “Zona libera” del Friuli Orientale. Tarcento è Comune socio d’onore dell'A.N.P.I..

Bibliografia: AA.VV., Antifascismo e Resistenza nel Tarcentino, a cura della sezione A.N.P.I. e del Centro Iniziative Culturali, Tarcento, aprile 1985; Archivio storico dell’A.N.P.I. di Udine, note varie; “Quaderni del Lombardo Veneto”, n. 22, 1985; Paolo Montina, Tarcento, la villa, i castelli, il Comune, Associazione friulana ricerche di Tarcento, Udine, maggio 1985; HorvathMayerhofer Cristina, L'amministrazione milit[...]

[...]tivazione della concessione della Medaglia d’oro a Cividale per la “Zona libera” del Friuli Orientale. Tarcento è Comune socio d’onore dell'A.N.P.I..

Bibliografia: AA.VV., Antifascismo e Resistenza nel Tarcentino, a cura della sezione A.N.P.I. e del Centro Iniziative Culturali, Tarcento, aprile 1985; Archivio storico dell’A.N.P.I. di Udine, note varie; “Quaderni del Lombardo Veneto”, n. 22, 1985; Paolo Montina, Tarcento, la villa, i castelli, il Comune, Associazione friulana ricerche di Tarcento, Udine, maggio 1985; HorvathMayerhofer Cristina, L'amministrazione militare austroungarica nei territori italiani occupati dall'ottobre 1917 al novembre 1918, Ist. Storia Risorgimento italiano, Comitato di Udine, Udine, 24.5.1985; Emilia Mirmina, Tarcento, genesi, sviluppo, destino di una città, Udine, 1978; Comunità Montana Valli del Torre, Genti e territorio delle Valli del Torre, Udine, 1985.

R.Pi.L.R.C.

Tarchi, Angelo

N. a Borgo San Lorenzo (Firenze) il 5.2.1897; chimico.

Dopo aver aderito a Fasci rivoluzionari d’azione interven[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 143

Brano: [...]o di secolo, rendeva il lavoro più difficile, tanto che mi parve di perdere molto tempo.

Il manifesto fu stampato a mano perché mancava totalmente l'energia elettrica. Trascorse due ore, esso era affisso in città, mentre ancora se ne stampavano altre copie. Era il primo atto ufficiale in quel complicato frangente, e si ispirava del tutto a una lettera del compagno Togliatti giuntaci attraverso le linee alcune settimane prima. Latore era stato il compagno Sante Vincenzi, il cui corpo esamine doveva essere portato qualche ora dopo nel palazzo municipale, insieme a quello di Giuseppe Bentivogli, l’ultimo segno fra le nostre mura della ferocia e della bestialità del nemico che avevamo vinto. Alcune ore più tardi uscì un manifesto del C.L.N., poi uno dopo l'altro quelli dei partiti.

I primi contatti con gli Alleati

Gli ufficiali che costituivano i centri di amministrazione civile deirvill Armata inglese e della V Armata americana giunsero molto rapidamente nella nostra città, nel pomeriggio del 21 aprile, praticamente dopo il turbine della sera, della notte e de[...]

[...]cia e della bestialità del nemico che avevamo vinto. Alcune ore più tardi uscì un manifesto del C.L.N., poi uno dopo l'altro quelli dei partiti.

I primi contatti con gli Alleati

Gli ufficiali che costituivano i centri di amministrazione civile deirvill Armata inglese e della V Armata americana giunsero molto rapidamente nella nostra città, nel pomeriggio del 21 aprile, praticamente dopo il turbine della sera, della notte e della mattinata; il C.L.N. aveva appena avuto il tempo di insediarsi e procedere ad alcune indispensabili nomine, e di stabilire un primo contatto con la popolazione attraverso un comizio in piazza Maggiore, nel quale avevano parlato il presidente del C.L.N., il prefètto nominato dal Comitato di Liberazione (che era stato fino a quel momento il commissario del C.U.M.E.R.) Gianguido Borghese, e il sindaco.

II " governatore ” della città era americano; quello della provincia, inglese; il che non era fatto per facilitare le cose. Gli inglesi erano compassati e conservatori, gli ame

ricani si davano un'aria più moderna e comprensiva; ma era soltanto piccola concorrenza politica, come i fatti hanno eloquentemente dimostrato. Dicevano che a Bologna avevano finalmente trovato qualche cosa che somigliava al loro modo di vivere1 e di concepire le cose; questa volgare contrapposizione tra nord e sud non ci lusingava come essi credevano, ma mortificava il nostro spirito nazionale. Gli americani affermavano che nella nostra città sentivano l'amore al lavoro, lo spirito pratico " ameri[...]

[...] un atteggiamento cordiale, ma estremamente dignitoso, verso gli angloamericani. I polacchi emigrati, che si. comportavano con maggiore disinvoltura, ricevettero spesso sonore lezioni. Quando sentivano parlare di reazionari italiani si insospettivano e protestavano: sintomi di una malattia di proporzioni mondiali che doveva avere ben altre manifestazioni.

Una questione grave fu quella della stampa e del diritto di riunione e di dimostrazione. Il C.L.N. aveva immediatamente iniziato la pubblicazione di un quotidiano, Rinascita, che uscì poi per un paio d’anni. Il Comando alleato lo sospese per alcuni giorni, durante i quali lanciò il suo giornale, ma non potè insistere sulla sospensione. Qualche difficoltà transitoria ebbero anche i settimanali di partito. I cortei e i grandi comizi erano temuti e gli Alleati cercavano di evitarli. Non poterono naturalmente impedire il corteo della Liberazione che si fece il 24 aprile, né riuscirono a mantenere tale loro atteggiamento.

L'Amministrazione civile alleata durò da noi soltanto tre mesi e mezzo che ci parvero però molto lunghi. In molte altre province del Nord si protrasse assai di più. Ai primi di agosto fu fatta, in grande stile, nel palazzo d’Accursio, la cerimonia di saluto: gonfaloni, uscieri in costume e parrucca,

tappeti, luci, ecc.. Gli americani — dicevano — ” non avevano mai visto nulla di simile La cerimonia venne trasmessa sulla piazza attraverso gli altoparlanti. La piazza nereggiava di una folla[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 254

Brano: [...] in seguito ai bombardamenti aerei su Pesaro, gran parte degli uffici amministrativi provinciali furono trasferiti a Urbino. Nello stesso tempo il podestà si dimise e venne sostituito da un commissario prefettizio fascista.

Sviluppo della guerriglia

Questa nuova situazione, insieme all’inizio della guerriglia, determinò il rapido superamento delle esitazioni e la riorganizzazione dell 'antifascismo in funzione della lotta armata. Si attivò il C.L.N., presieduto dal socialista Giovanni Fanelli e composto da Alvino Pandolfi (P.C. /.), Tullio Bufarale (P. d’A.), Giovanni Pretei li (D.C.) e Bernardo Peruzzi (P.L.I.). Mentre numerosi giovani salivano in montagna (quasi un quinto degli effettivi della Brigata Garibaldi “Pesaro” proverrà dall’Urbinate), fu costituita una rete di G.A.P., particolarmente consistente soprattutto nelle campagne, dove la Brigata G.A.P. di Schieti, comandata da Adler Annibali e dal commissario politico Angelo Arcangeli, arrivò a inquadrare 413 partigiani. Del C.L.N. di Schieti, che svolse un’effettiva direzione [...]

[...]la relazione stesa dal Comando di brigata dopo la Liberazione: « Il fiero comportamento dei due eroi, che tra le grida dei carnefici attraversarono su un autocarro le strade di Urbino, destò viva e commossa ammirazione tra la popolazione. Dopo sfibranti interrogatori i due furono assassinati dai tedeschi a Massa Lombarda, l’1.4.1944. Il Dini consegnò al sacerdote il proprio fazzoletto rosso per la madre. Caddero gridando “Evviva l’Italia, evviva il comuniSmo” ».

La Liberazione

Il 27.8.1944, mentre era in pieno sviluppo l’offensiva scatenata dagli Alleati, i partigiani di Urbino e Schieti entrarono nella città abbandonata dai tedeschi in ritirata, precedendo di un giorno le truppe del C.I.L. e della Vili Armata britannica. Il C.L.N. assunse i poteri locali e il 31 agosto il presidente Giovanni Fanelli venne formalmente convalidato sindaco dagli Alleati.

Nel breve ma intenso periodo della Resistenza armata si erano confermati i legami tra l’avanguardia operaia comunista (da cui erano emersi, in un quadro politico unitario, i capi e la forza più consistente del movimento partigiano) e il mondo contadino mezzadrile, nel quale le aspirazioni di libertà, indipendenza e pace facevano tutt’uno col desiderio di radicali trasformazioni sociali. Col superamento dell’attesismo e la crisi del moderatismo antifascista, questi[...]

[...]rigata Garibaldi "Pesaro”, introd. di Paolo Giannotti, Pesaro 1980; Franca del Pozzo, Alle origini del P.C.I., Urbino 1971; Egisto Cappellini, "Marco" racconta... Il PCI marchigiano nelle memorie di un suo dirigente (19211956), Ancona 1983; AA.W., Aspetti della società marchigiana dal Fascismo alla Resistenza, Urbino 1979; V. Paolucci, Un democratico urbinate di fine secolo, Urbino, 1968; E. Santarelli, Città e Università: uno studio su Urbino, “Il Comune Democratico”, a. XXIII, n. 10, Ottobre 1968.

R.Gi.

Ursella, Angelo

N. a Buia (Udine) il 22.11.1893, ivi m. nel 1984; impiegato.

Oppositore del fascismo, coinvolto nel fallito attentato di Tito Zani boni a Benito Mussolini (4.11.1925), il

22.4.1927 fu condannato in contumacia dal Tribunale speciale a 30 anni di reclusione. Riparato all’estero, visse clandestinamente in Austria, ma nel novembre 1938 venne arrestato dai tedeschi e consegnato alla polizia italiana. Nuovamente deferito al Tribunale speciale per

lo stesso motivo, il 27.2.1939 fu condannato a 12 anni di reclus[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il C, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---C.L.N. <---Il C L <---fascisti <---comunista <---P.C.I. <---fascismo <---fascista <---antifascisti <---comunisti <---antifascista <---socialista <---italiana <---italiano <---nazifascisti <---italiani <---socialisti <---D.C. <---Partito comunista <---P.S.I. <---C.L.N.A.I. <---Storia <---Bibliografia <---S.A.P. <---fasciste <---cristiana <---nazisti <---antifascismo <---italiane <---Diritto <---G.A.P. <---antifasciste <---azionisti <---democristiani <---nazista <---De Gasperi <---La lotta <---La prima <---P.L.I. <---C.V.L. <---Pratica <---S.S. <---attesismo <---gappisti <---nazifascismo <---Zona libera <---nazifascista <---siano <---Comitato centrale <---Ferruccio Parri <---d'Azione <---dell'Italia <---democristiano <---socialiste <---A.N.P.I. <---Brigata G <---Brigata G A P <---C.U.M.E.R. <---La guerra <---La nostra lotta <---Luigi Longo <---P.S.I.U.P. <---Paimiro Togliatti <---Sesto San Giovanni <---U.R.S.S. <---azionista <---comuniste <---d'Italia <---nazifasciste <---nazionalista <---naziste <---squadrismo <---squadristi <---Brigata S <---Brigata S A P <---Brigate nere <---C.I.L. <---C.P.S.A. <---Comitato di Liberazione <---Emilio Sereni <---G.L. <---Il C P <---Il C V <---Il P <---Il lavoro <---In particolare <---Italia Libera <---La Voce <---La notte <---Linea Gotica <---P.R.I. <---Silvio Trentin <---Vittorio Emanuele <---attesista <---collaborazionisti <---cristiani <---laburista <---liste <---marxista <---paracadutisti <---progressista <---razzista <---A.A. <---A.N.C. <---A.P.O. <---Adolfo Omodeo <---Augusto De Gasperi <---Brigata del Popolo <---Brigate del Popolo <---C.L. <---C.L.N.R.P. <---C.S.I.R. <---C.T.L.N. <---C.U. <---Carlo Cerri <---Chimica <---Cino Moscatelli <---Clinica <---Concetto Marchesi <---Consigli di gestione <---Del C <---Del C L <---Diplomatica <---Eugenio Reale <---F.F.I. <---FIAT <---Fiamme Verdi <---Franco Moranino <---G.N.R. <---Gianguido Borghese <---Giustino Arpesani <---I Brigata Garibaldi <---I.C.U. <---Il C C <---Il C I <---Il C S <---Il C U <---Il P C <---Il mattino <---Ivanoe Bonomi <---L.N. <---La Pietra <---La sera <---La storia <---Logica <---N.A.T.O. <---N.L.L. <---N.R.C. <---Piazza di Genova <---Pio Biagi <---R.P. <---Tristano Codignola <---Vittorio Emanuele Orlando <---Zona liberata <---altipiano <---anticomunista <---attesiste <---autista <---brigatisti <---colonialista <---dell'Assemblea <---democristiana <---eroismo <---gappiste <---guardiano <---ideologiche <---ideologico <---imperialismo <---imperialista <---indiani <---liani <---liberalsocialista <---moderatismo <---nazionalismo <---nazionalisti <---nazismo <---nell'Italia <---proselitismo <---radiotelegrafista <---razzisti <---riconquista <---riformista <---riformisti <---sappisti <---sindacalista <---sindacalisti <---sionisti <---socialismo <---squadrista <---stalinismo <---veneziana <---veneziane <---veneziani <---veneziano <---A Dino Frangioni <---A Pian di Castagna <---A Port Elisabeth <---A Villa Pompeiana <---A.A.C. <---A.C. <---A.E. <---A.E.M. <---A.I. <---A.I.L. <---A.V.L. <---A.V.N.O.J. <---AFHQ <---Acciaierie Falck di Piateda <---Achille Chioc <---Acquanegra sul Chiese <---Afrika Korps <---Afro Ambanelli <---Agraria <---Aimone Veronesi <---Alberto Bet <---Alberto Bondielli <---Alberto Caracciolo <---Alberto De Marchi <---Alberto Meschi <---Alcide De Gasperi <---Aldo Guido Dondi <---Aldo Mai <---Aldo Marzotto <---Aldo Rossi <---Aldrigadi Cur <---Alessandri Guido <---Alessandro Brucellaria <---Alessandro Carli <---Alessandro Gallo <---Alfonso Broncia <---Alfredo Pizzoni <---Alfredo Pizzonì <---Alfredo Vivian <---Algeri Bongi <---Aligi Cossio <---Alleati in Toscana <---Alpina GL <---Altobelli Arnaldo <---Alunni del Collegio Ghislieri <---Alvino Pandolfi <---Amedeo Gavazza <---Amedeo Ugolini <---Amleto Sartori <---Anacleto Spara <---Andrea Moscardini <---Andrea Spanojannis <---André Le Troquer <---Angela in Guzzi <---Angelo Arcangeli <---Angelo De Zio <---Angelo F <---Angelo Rossi <---Angelo Scarabino <---Angiolino Carini <---Anno II <---Annone Veneto <---Antonino La Rosa <---Antonino Ramirez <---Antonio Carini <---Antonio Della Versana <---Antonio Fabbri <---Antonio Gramsci <---Antonio Gramsci nei Quaderni <---Antonio Labriola <---Antonio Manes <---Antonio Mastrangelo <---Antonio Meocci <---Antonio Stefano Benni <---Appunti sulla Ercole Marelli <---Arcadio Becchi <---Archivio C <---Archivio C L <---Arditi del popolo <---Aristeo Bianchi <---Aristide Poli <---Armando Ricci <---Armando Ron <---Armaroli Roberto <---Aronne Simonini <---Arrigo Boidrini <---Arrigo Cocchi <---Arrigo Coiro di Codogno <---Ascanio De Luca <---Asti Felice Platone <---Ateo Garemi <---Atlantic Treaty Organization <---Attilio Casi <---Attilio Rizzo di San Donà <---Augusto Sfiligoi <---Augusto Solari <---Aurelio Bernardi <---Aurelio Martini <---Aurelio Piva <---B.M. <---Bacchilega Armando <---Badoglio-Togliatti <---Baio a Bettola <---Banchi Aristeo <---Banda del Greco <---Banda del Monte <---Banda di 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