Brano: FIAT
Giovanni Agnelli presenta a Mussolini la « Balilla », la prima utilitaria della FIAT (Torino, aprile 1932)
della lotta di liberazione, minacciando serie ritorsioni. Ben diverso fu il comportamento dei lavoratori (v. FIAT, Resistenza operaia alla), ma la restaurazione politica che già attivamente si preparava nel « Regno del Sud » prima ancora della liberazione del Nord, avrebbe posto i massimi dirigenti del monopolio torinese al riparo da ogni sanzione.
. Il dopoguerra
L’apparato produttivo dell’azienda non subì dalla guerra danni irreparabili, anche perché gli operai, organizzati nelle unità partigiane di fabbrica, salvarono gli impianti dalla distruzione che i tedeschi avevano progettato. AH'indomani della Liberazione il C.L.N. regionale piemontese designò come commissario straordinario dell’azienda il comunista Battista Santhià. Ma il regime commissariale fu di breve durata. Caduto il governo di Ferruccio Farri (dicembre 1945), la situazione politica italiana subì quel noto pro[...]
[...]ontese designò come commissario straordinario dell’azienda il comunista Battista Santhià. Ma il regime commissariale fu di breve durata. Caduto il governo di Ferruccio Farri (dicembre 1945), la situazione politica italiana subì quel noto processo di involuzione versò il completo ristabilimento deH’egemonia degli interessi conservatori, per cui la Democrazia cristiana e i liberali, sostenuti dagli Alleati, poterono restituire alla vecchia classe dirigente pienezza di poteri.
In Italia, i prestiti americanf del Piano di ricostruzione europea (E.R.P.) andarono per il 22,9 per cento alla FIAT, mentre le industrie meccaniche a partecipazione statale del gruppo IRI, ben più gravemente col
tecnica, se non di una produzione realizzata con intenti speculativi (per esempio, in alcuni tipi di carri armati, di armi automatiche d’accompagnamento e di veicoli), consentendo al monopolio di realizzare i più cospicui vantaggi economici a spese della sicurezza delle truppe e dell’efficienza della macchina militare.
La produzione di autovetture scese naturalmente a quote molto basse, mentre ricevettero grande impulso la produzione di autocarri, autoveicoli industriali in genere (27 mila 777 nel 1941), carri armati, velivoli, mitragliatrici e altre armi. Nel 19[...]