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Il segmento testuale I.N.C.A. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 7Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 467

Brano: [...]o combattente nelle formazioni « Garibaldi » della Valsesia, dal febbraio 1944 all’aprile 1945, addetto all’attività culturale, fu l’educatore di molti giovani partigiani. Poeta dilettante, scrisse il testo (su musiche del maestro Righimi) di canzoni che diverranno popolari tra i garibaldini della Valsesia.

Dopo la Liberazione è stato segretario della Camera del lavoro di Novara e direttore del settimanale Al timone, ispettore nazionale dello I.N.C.A. per l’emigrazione (1948) e infine segretario della Camera del lavoro di Sondrio (195052). Dopo un lungo periodo di malattia, venne designato direttore dell’I.N.C.A. di Asti (190458). Attualmente fa parte della segreteria del sindacato pensionati di Novara.

Operaio autodidatta, G.C. così scriveva scherzosamente alla moglie sulle attività « artistiche » che svolgeva nel carcere: « Cara Alba, sono un artista! Lo prevedevo che saresti impallidita. Su, fatti animo! La mia arte è la scultura. Non sono ancora un grande artista, ma lo sarò... fra breve. Oggi intanto posso già considerarmi, con vanto, della famiglia degli scultori. Tu sai che nelle qualifiche di questa categoria vi sono artisti, finitori, sbozzatori, lucidatori, ecc... Ebbene: io occupo il ter[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 376

Brano: [...]d amnistia, riuscì a espatriare in Francia, dove continuò a lavorare per il partito.

Dopo l'occupazione tedesca partecipò alla Resistenza francese, come partigiano combattente. Divenuto presidente del Comitato italiano di liberazione delle Alpi Marittime, all’indomani della Liberazione diresse in Francia organizzazioni politiche e sindacali.

Espulso dalla Francia nel 1951, rientrò in Italia e assunse la direzione della Scuola centrale dell’I.N.C.A.

Le sue Memorie In carcere con Gramsci sono uscite postume (Milano, 1973) con una introduzione di Umberto Terracini.

Lisitskij, Eliezer

El Lisitskij. N. a Polsinok (Smolensk) nel 1890, m. a Mosca nel 1941; artista grafico.

Non potendo studiare nella Pietroburgo zarista perché ebreo, si iscrisse alla facoltà di Architettura di Darmstadt in Germania, acquistando una formazione culturale mitteleuropea. Fin dal 1909 fu a contatto con le avanguardie artistiche di Parigi e altre capitali. Nel 1914 si recò a Mosca per completare gli studi di architettura e realizzò con linguaggio cubofut[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 567

Brano: [...]ere inviate dal Centro di Milano al Segretario generale del Partito (si veda L. Longo, I centri dirigenti del P.C.I. nella Resistenza, Roma 1973, pag. 494).

Nell’aprile del 1945 diresse a Cremona l’insurrezione che portò alla liberazione di questa città.

Nel dopoguerra, dopo aver svolto attività di partito in Sardegna e in Lombardia, operò alla direzione della Camera del lavoro di Milano. Successivamente fu nominato direttore generale dell’I.N.C.A., incarico che ricoprì per oltre vent’anni.

Antonietta, la madre

« Mirabile figura di madre », come scriverà Giorgio Amendola, « che ricorda ai compagni la ” Madre ” di Gorki », quando Antonietta Marturano Pintor seppe che suo figlio Carlo era a Parigi ammalato, corse ad assisterlo. A Parigi, ebbe modo di partecipare alla grande esperienza del Fronte Popolare francese, militando nel Partito comunista, studiando e preparandosi. Avrebbe poi voluto seguire suo figlio nell’U.R.S.S., ma allorché Luigi Longo le prospettò l’utilità della sua presenza in Italia, non esitò a rientrare in patria per ese[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 366

Brano: [...]a. Uscito dal carcere di Fossano nell'agosto 1943, partecipò alia lotta di liberazione, diventando vicecommissario politico della Brigata Garibaldi « Lanciotto » della Divisione « Potente ».

Dopo la Liberazione ha svolto una vasta attività in seno alle organizzazioni di partito e sindacali, a Firenze e su scala regionale (segretario provinciale della Confederterra, segretario responsabile della

Camera del lavoro di Firenze, presidente dell’I.N.C.A., segretario regionale della C.G.I.L., membro del Consiglio nazionale e del Comitato direttivo della C.G.I.L.).

Ha rivestito anche numerosi incarichi pubblici, come consigliere comunale di Firenze, deputato (196368) e senatore (196872).

F.Ro.

Palazzo del Pero, Strage di

Frazione del Comune di Arezzo, a 11 chilometri dal capoluogo, durante la Guerra di liberazione fu teatro di una strage compiuta dai tedeschi.

Il 24.6.1944, mentre mietevano il grano in un podere lungo la strada di Molin Nuovo, 10 contadini inermi furono catturati senza alcun motivo dalla soldataglia nemica in ritirata. Aìlineati lungo la strada i dieci lavoratori furono trucidati con scariche di mitra.

Palazzo Giusti

Situato a Padova (v.) in via S. Fr[...]

[...]

Situato a Padova (v.) in via S. Francesco n. 55, durante la Guerra di liberazione Palazzo Giusti divenne tristemente noto come sede del cosiddetto Comando Supremo di pubblica sicurezza della repubblica di Salò. Nel novembre del 1944 vi si insediò il seniore della Milizia Mario Carità, capeggiando una cinquantina d’uomini per riprendere l’attività repressiva antipartigiana iniziata dopo l’8.9.1943 a Firenze e interrotta nel luglio del 1944 all incalzare del fronte bellico (v. Carità, Banda).

L’attività poliziesca daila banda Carità a Padova venne svolta in collaborazione con un distaccamento bene organizzato che aveva sede a Vicenza e fece le sue prime vittime dopo pochi giorni. Poiché gli arresti si susseguivano ininterrotti, dalle scuderie del vecchio palazzo vennero ricavate piccolissime celle prive di luce e senza aria, con numerosi cassoni a castello che servivano da cuccette (da qui il nome di « nave » dato poi a quel luogo di pena).

Rinchiusi in quegli angusti locali, i prigionieri venivano fatti uscire solo per essere cond[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 322

Brano: Venegoni, Fratelli

tra il Centro del partito e il Comitato di Zona, finché nel giugno 1944 il Comitato di Zona decise all’unanimità di sciogliersi, cessando le pubblicazioni del “Lavoratore” e passando al P.C.I. tutti i fondi e i mezzi tecnici, comprese le macchine di stampa, e invitando tutti i compagni a mettersi a disposizione del partito per qualunque incarico fosse loro affidato.

Ormai in contatto diretto col Centro del partito, Carlo Venegoni continuò la propria attività, finché nell’agosto 1944 fu arrestato nella tipografia dove si stampava l'Unità e deportato nel campo di concentramento di Bolzano. Qui rappresentò il P.C.I. nel C.L.N. del campo e collaborò con la rappresentante del P.S.I. Ada Buffulini, che dopo la Liberazione sarebbe diventata sua moglie.

Evaso dal campo di Bolzano, fu inviato dal partito a Genova, dove come responsabile delle S.A.P. di Genova Centro ebbe un ruolo di rilievo nell’insurrezione.

Nei mesi successivi [...]

[...]e parlamentare comunista fece parte della Commissione d'inchiesta sulle condizioni dei lavoratori. Alla Camera, attivo sostenitore di un rinnovamento della legislazione riguardante il mondo del lavoro, fu il primo firmatario della legge di riforma del trattamento pensionistico in favore dei mutilati del lavoro, il primo provvedimento che introdusse il meccanismo automatico di rivalutazione delle pensioni.

Nel 1953 fu presidente nazionale dell’I.N.C.A. e dal 1955 al 1958 segretario generale della Camera del iavoro di Milano. Dal 1964 al 1970 fu consigliere comunale a Milano. Membro del Comitato federale della Federazione comunista milanese ininterrottamente dal 1947, vi portò il suo contributo di comunista saldo nei principi, ma sempre critico contro il conformismo. Fino alla morte fu, a Milano, dirigente del

l'Associazione nazionale ex perseguitati politici antifascisti (A.N.P. P.I.A.).

Mauro

N. a Legnano il 4.10.1903, m. a Busto Arsizio il 31.10.1944; lattoniere. Come il fratello Carlo, cominciò a lavorare in fabbrica a 12 anni e[...]

[...]unale speciale.

Liberato nel 1929, emigrò clandestinamente in Francia. Lavorò a Parigi alla Renault come operaio e collaboro col partito nell’emigrazione. Venne poi inviato a Mosca all'Università leninista (v.) e vi rimase due anni. In Russia assistette alle deportazioni dei kulaki e cominciò ad avere gravi dubbi sullo stalinismo.

Ritornato in Francia, vi riprese la sua attività politica fra gli emigrati e, dopo la “svolta” del 1930, venne incaricato di missioni in Italia per ricostruire l’organizzazione del partito. Nel 1932 venne arrestato a Villa San Giovanni, mentre iniziava il lavoro clandestino, destinato alla Calabria e Sicilia. Deferito al Tribunale speciale, I’8.6.1933 fu condannato a 5 anni di reclusione.

Al ritorno dal carcere, riprese il lavoro alla Caproni e ristabilì i contatti col movimento antifascista. Il 10.6.1940 fu nuovamente arrestato e internato a Istonio (Chieti), poi confinato nelle isole Tremiti. Nelle vivaci discussioni che si svolgevano tra i confinati, divenne sempre più evidente la sua posizione antis[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine I.N.C.A., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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