Brano: Sudafrica
dei lavoratori dell'industria e del commercio (I.C.U.) che divenne ben presto il più grande sindacato noneuropeo in Africa, unendo portuali, operai di fabbrica, addetti al commercio, ai trasporti, dipendenti agricoli e anche minatori su una base diversa da quella del sindacalismo euroamericano. Questa base consisteva nel fatto che il solo problema comune a tutti i lavoratori noneuropei era quello della discriminazione razziale, quindi questi lavoratori non erano interessati a stringere un patto sociale con i loro datori di lavoro, cioè a contrattare le condizioni di lavoro o i salari (aspetti secondari della lotta centrale); di conseguenza non s[...]
[...]na base diversa da quella del sindacalismo euroamericano. Questa base consisteva nel fatto che il solo problema comune a tutti i lavoratori noneuropei era quello della discriminazione razziale, quindi questi lavoratori non erano interessati a stringere un patto sociale con i loro datori di lavoro, cioè a contrattare le condizioni di lavoro o i salari (aspetti secondari della lotta centrale); di conseguenza non servivano, secondo i dirigenti dell’I.C.U., sindacati di categoria sul modello euroamerlcano. Questo concetto era del tutto inaccettabile per l’I.S.L. e per il C. P.S.A., data la loro formazione mentale europea, sicché, d’accordo con i liberali, nel giro di dieci anni essi fecero di tutto per distruggere l’I.C.U..
L’esperienza dell’I.C.U.
Nata tra i portuali e i lavoratori industriali dell’Excelsior Hall (Città del Capo), nel dicembre 1919 l’I. C.U. attuò il suo primo grande sciopero che fu stroncato solo dall’intervento della truppa e dei lavoratori europei. Quando poi, nel febbraio 1920, 70.000 minatori africani scioperarono in 22 miniere, di nuovo la lotta venne stroncata dalla polizia e dalla “forza motrice del movimento” bianca. Nel luglio dello stesso anno, a Bloemfontein, venne eletto presidente dell’I.C.U. Msimang, esponente dell’A.N.C.. In settembre, n.C.U. di Port Elisabeth (Capo Orientale), guidata da Massabalala[...]
[...]ratori industriali dell’Excelsior Hall (Città del Capo), nel dicembre 1919 l’I. C.U. attuò il suo primo grande sciopero che fu stroncato solo dall’intervento della truppa e dei lavoratori europei. Quando poi, nel febbraio 1920, 70.000 minatori africani scioperarono in 22 miniere, di nuovo la lotta venne stroncata dalla polizia e dalla “forza motrice del movimento” bianca. Nel luglio dello stesso anno, a Bloemfontein, venne eletto presidente dell’I.C.U. Msimang, esponente dell’A.N.C.. In settembre, n.C.U. di Port Elisabeth (Capo Orientale), guidata da Massabalala, scioperò per ottenere un salario minimo di mezza sterlina al giorno. In questa occasione la polizia intervenne, uccidendo 24 lavoratori e ferendone 126. Ai funerali parteciparono in 30.000. Il dottore Abdurahman condannò l’eccidio, ma l’I.S.L. ignorò lo sciopero.
Nel maggio 1921 le unità di difesa di Smuts uccisero 163 “israeliti” e ne ferirono 129 che, armati di lance fatte in casa, si erano rifiutati di andarsene da Bulhoek, presso Queenstown (Capo). Il loro capo
E. Mgijama[...]
[...]ndo 24 lavoratori e ferendone 126. Ai funerali parteciparono in 30.000. Il dottore Abdurahman condannò l’eccidio, ma l’I.S.L. ignorò lo sciopero.
Nel maggio 1921 le unità di difesa di Smuts uccisero 163 “israeliti” e ne ferirono 129 che, armati di lance fatte in casa, si erano rifiutati di andarsene da Bulhoek, presso Queenstown (Capo). Il loro capo
E. Mgijama e altri 102 furono gettati in carcere e vi furono lasciati per anni. In luglio l’I.C.U. adottò la tattica di “resistenza passiva” consigliata da Gandhi. A Port Elisabeth venne eletto segretario generale C. Kadalie e come organizzatore loca
le J. la Guma (più tardi questi sarà uno dei primi noneuropei ad aderire al C.P.S.A.).
Intanto, sull’opposto versante “europeo”, nello stesso luglio 1921 i razzisti dell’I.S.L., il Partito socialdemocratico, il Club marxista di Durban, il Partito comunista unitario di Città del Capo e la Società socialista ebrea (sionista) fondavano il Partito comunista del Sudafrica (C. P.S.A.). I sionisti erano coloni ebrei che, dopo essere fuggiti dal[...]
[...], Kimberley e Bloemfontein, n.C.U., che allora aveva 30.000 iscritti ma contava su un più vasto consenso, entrò in crisi. Il fondatore Kadalie ebbe un incontro con la Camera delle miniere liberale e il sindaco di Johannesburg tentò nei suoi riguardi una politica di corruzione. Il C.P.S.A, che nel 1926 contava soltanto 200 iscritti noneuropei, nel 1927 autorizzò l’ingresso del primo noneuropeo nel suo comitato esecutivo, e per dare la scalata all’I.C.U. vi fece entrare due suoi iscritti noneuropei, J. Gomas e J. La Guma. Da parte loro, i liberali si servirono del “tribalista” zulù Champion, per contrapporlo in seno all’I.C.U. a Kadalie, il quale si
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