Brano: [...]striaca o aleman
Da sinistra: i musicisti Lorenzo Perosi, Pietro Mascagni e Umberto Giordano, membri deH’Accademia d’Italia (1932)
na [...] quegli artisti italiani che per trent’anni, in mezzo al dilagare internazionale ateo e nichilista nel campo dell’arte, furono come le ignorate e talvolta derise vestali del sacro nostro ideale nazionale ». Non meno significativi improperi il Lualdi dedicò alla rivista II Pianoforte, fondata nel 1920 da Guido Maria Gatti, definendola: « La compiacente rivista intorno alla quale si raggruppano tutti i tifosi delle brutte musiche, e i soci e i simpatizzanti nostrani dell’Internazionale atea e bolscevica della musica; il centro dal quale si tentò inutilmente, per venti anni, di fuorviare e avvelenare II gusto nostro e la nostra coscienza artistica nazionale, e le nuove generazioni di artisti [...] l’interprete autorizzato, il falso profeta di una caterva di nuovi Messia forestieri e paesani, dei quali oggi nessuno più parla e che sono ridotti alle loro giuste, modeste proporzioni [...] l’alfiere di tut[...]
[...]ottieri e decadenti ».
Apprezzamenti che, espressi da un simile esponente del regime in campo musicale, possono essere immediatamente ribaltati in un giudizio positivo nei riguardi della importante rivista piemontese, poi trasformatasi nella Rassegna Musicale.
Tentativi di opposizione
Notevole fu l’importanza delle riviste « Il Pianoforte » e « Rassegna Musicale » nel buio periodo fascista, soprattutto per l’opera intelligente svolta da Guido M. Gatti nel tentativo di tenere aperto il dialogo con il mondo internazionale della musica per sprovincializzare la vita musicale italiana imbrigliata nelle pastoie di un cieco nazionalismo. Se queste riviste poterono assolvere in una certa misura a tal compito, fu dovuto (oltre che all’abilità del Gatti che seppe conciliare la « ragion pratica » con la esigenza di una valida informazione
culturale) alla incapacità del regime di capire i veri intenti dei redattori, e anche alla tendenza tipica della filosofia idealistica di considerare asetticamente il mondo dell’arte, avulso dai conflitti [...]