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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Grecia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 513Analitici , di cui in selezione 21 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Luciana Castellina, Scacco al re e ai colonnelli [sopratitolo: La crisi di Cipro] [sottotitolo: La diplomazia americana deve registrare il fallimento del piano di trasformare Cipro in una base NATO ma l'influenza di Washington sul governo greco lascia aperte le prospettive più negative per la sicurezza nel Mediterraneo] in KBD-Periodici: Rinascita 1967 - 12 - 8 - numero 48

Brano: [...]una situazione in cui il governo sa di non poter contare sul proprio fronte interno.
La Turchia ha tratto profitto della debolezza del suo antagonista ed è riuscita a strappare quanto non avrebbe ottenuto in altre circostanze e cioè la riaffermazione, sia pure ancora precaria, degli accordi di Zurigo che nel 1960 avevano conferito alla minoranza turcocipriota una serie di diritti. Il successo della Turchia corrisponde non solo allo scacco della Grecia ma, in una certa misura almeno anche allo scacco degli Stati Uniti i quali, fin dal 1964, avevano sostenuto una soluzione della crisi cipriota nei quadro della NATO. Si tratta del famoso Piano Acheson che prevedeva la riunificazione di Cipro alla Grecia in cambio della cessione alla Turchia da parte di questo paese dell'isola di Castellorizo e dei diritti di sovranità su una vasta base militare a Cipro. In sostanza si trattava di una soluzione che avrebbe consentito agli Stati Uniti di superare la ferma opposizione dell'arcivescovo Makarios nei confronti dell'installazione di basi NATO nella piccola repubblica: una volta spartita fra Grecia e Turchia, ambedue fedeli pedine atlantiche, Cipro sarebbe stata infatti facilmente trasformata in una portaerei a disposizione del Pentagono.
Il Piano Acheson non potè allora essere attuato perchè il governo di Nicosia, forte dell'appoggio dell'Unione Sovietica protestò la propria indipendenza ribadendo la sua volontà di mantenersi su posizioni neutraliste. Ma il piano non fallì solo per questo: il governo Papandreu rifiutò infatti di piegarsi alla volontà della NATO e fu anzi proprio da questo rifiuto che prese le mosse l'operazione che doveva portare, un anno più tardi, alla destituzione [...]

[...]sorto fra Papandreu e il suo ministro della Difesa Garuf alias, che (come del resto tutti i suoi predecessori alla testa del delicato dicastero della Difesa) era stato scelto dal mo narca in persona fra i fedelissimi al Pentagono e alla Corona. Il contra
sto era nato proprio in merito alla questione cipriota poiché Garuf alias voleva accettare il piano Acheson e vedeva nell'opinione dei primo ministro i sintomi di una pericolosa autonomia della Grecia rispetto alla volontà americana. Anche lo « scandalo Andreas Papandreu » e l'affare Aspida, denunciati dalla destra in quell'occasione, avevano la medesima origine: il figlio del primo ministro era stato infatti accusato di un complotto che puntava ad ottenere l' indipendenza del KYP (i servizi segreti greci) dalla CIA che fino ad allora aveva rigidamente controllato non solo ogni mossa del governo di Atene ma che aveva anche cercato di sabotare le iniziative (( indipendenti » del governo di Nicosia.
Con il governo Stefanopulos, imposto da re Costantino in seguito alla destituzione di Papand[...]

[...]he puntava ad ottenere l' indipendenza del KYP (i servizi segreti greci) dalla CIA che fino ad allora aveva rigidamente controllato non solo ogni mossa del governo di Atene ma che aveva anche cercato di sabotare le iniziative (( indipendenti » del governo di Nicosia.
Con il governo Stefanopulos, imposto da re Costantino in seguito alla destituzione di Papandreu, gli USA riprendono in mano la situazione. E' questo — infatti il periodo in cui la Grecia accetta di partecipare nuovamente alle esercitazioni militari NATO accanto alla Turchia. E « il carattere delle spettacolari manovre atlantiche che si svolgono nel Mediterraneo sud orientale nel settembre del '65 scrive Jan Maynaud, professore di scienze politiche all'Università di Montreal e autore di un documentato rapporto " Sull'abolizione della democrazia in Grecia " — è tale da far facilmente comprendere lo accanimento degli americani nel perseguire l'integrazione di Cipro nell'Alleanza atlantica ». Impegno per il quale gli Stati Uniti si servono anche del governo italiano che — scrive sempre Maynaud — invia ad Atene il proprio ministro della Difesa, Tremelloni, con il compito di rafforzare la collaborazione militare fra Italia, Turchia e Grecia. « Ci si orientava così — riferisce ancora Maynaud — verso una situazione in cui, nel quadro di un globale vassallaggio atlantico, la Grecia sarebbe stata posta in una sorta di sottovassallaggio militare rispetto all'Italia e alla Turchia.
E tuttavia la piena reintegrazione della Grecia fra i satelliti degli Stati Uniti non è sufficiente a portare in porto il piano Acheson tenuto conto della resistenza che continua ad opporre l'arcivescovo Makarios ad ogni soluzione che veda Cipro inserita nella strategia NATO. Di qui la minaccia che sempre più apertamente il comandante delle truppe greche nell'isola, Grivas, fa pendere sull'indipendenza della piccola repubblica e, infine il colpo di Stato militare del 21 aprile che fra i suoi obiettivi non secondari avrebbe dovuto avere anche quello di consentire una rapida soluzione del problema cipriota, e se possibile, estendendo il regi[...]

[...]n sono fatti da rassicurare sulle prospettive di una reale indipendenza di Cipro. Gli americani hanno dovuto per ora rinunciare al loro piano perchè incapaci di sanare le contraddizioni che suscitava fra i suoi stessi alleati, di cui uno, la Turchia, ha mostrato di non esser più disposto ad accettare pienamente il diktat di Washington. Ma — scriveva giustamente l'ultimo numero del Sunday Times — non bisogna dimenticare che in questi vent'anni la Grecia ha ottenuto 1.719 milioni di dollari di aiuto economico dagli Stati Uniti e la Turchia 2.100. Nella riunione dell'OCED che si terrà all'inizio del prossimo anno si dovrà discutere della situazione debitoria della Turchia nonchè della prossima fase di attuazione del piano di aiuti degli Stati Uniti.
« Ovviamente la voce più autorevole in tale riunione sarà quella degli americani, il che spiega parzialmente perchè Cyrus Vance ha potuto parlare nel corso della crisi cipriota con maggiore autorevolezza di quanto non abbiano potuto fare il segretario della NATO Manlio Brosio e il rappresentante d[...]



da Giancarlo Lannuti, Cipro: dai complotti allo sbarco turco [sopratitolo: L'ostinata volontà americana di liquidare Makarios ha messo in moto e alimentato la nuova crisi] [sottotitolo: Il conflitto fra le due comunità non basta da solo a spiegare come si è giunti alla fine dell'indipendenza dell'isola. Una lunga storia di interferenze imperialiste. Il ruolo della NATO e dei servizi segreti. L'internazionalizzazione nella proposta dell'URSS accettata dalla Grecia] in KBD-Periodici: Rinascita 1974 - 8 - 30 - numero 34

Brano: L'ostinata volontà americana di liquidare Makarios
ha messo in moto e alimentato la nuova crisi
Cipro: dai complotti
allo sbarco turco
Il conflitto fra le due comunità non basta da solo a spiegare come si è giunti alla fine dell'indipendenza dell'isola. Una lunga storia di interferenze imperialiste. Il ruolo della Nato e dei servizi segreti. L'internazionalizzazione nella proposta dell'Urss accettata dalla Grecia
(dall'Express di Parigi)
di Giancarlo Lannuti
« Il segretario di Stato Kissinger è contrario ad una partecipazione sovietica al negoziato per Cipro... Gli Stati Uniti non terranno conto della decisione greca di accettare la proposta sovietica per una conferenza internazionale e continueranno a sostenere gli sforzi diplomatici della Gran Bretagna per la ripresa del negoziato tripartito a Ginevra ». In questa cinica dichiarazione rilasciata da un portavoce dei Dipartimento di Stato sabato 24 agosto, sono 'efficacemente sintetizzate la genesi e le implicazioni della crisi cipriota, non solo n[...]

[...]Stato sabato 24 agosto, sono 'efficacemente sintetizzate la genesi e le implicazioni della crisi cipriota, non solo negli ultimi due mesi ma dai tempi della dominazione inglese fino ad oggi.
Invano si cercherebbe infatti di comprendere quanto è avvenuto e sta avvenendo a Cípro e di formulare ipotesi attendibili sulle prospettive future se ci si limitasse a prendere in considerazione il conflitto fra le due comunità dell'isola e il contrasto fra Grecia e Turchia, ignorando quello che è stato il vero detonatore di tutte le ricorrenti crisi, vale a dire l'ostinata determinazione degli Stati Uniti di liquidare, in un modo o nell'altro, l'indipendenza di Cipro e di fare dell'isola una « portaerei inaffondabile » a disposizione della Nato.
Basta dare un'occhiata alla carta geografica per comprendere quale sia la po sta in gioco. Situata nel cuore di quel Mare di Levante che costituisce il bacino orientale del Mediterraneo, a poca distanza dalla Turchia e di fronte alla co sta sirolibanese, Cipro non è soltanto il « crocevia di tre continenti »,[...]

[...]Bretagna, e nulla abbia lasciato di intentato dal 1959 (anno dell'indipendenza) per colmare quello che agli occhi degli strateghi del Pentagono appariva come l'« anello mancante » nella cosiddetta « fascia difensiva meridionale » della Nato. La presenza a Cipro di due grandi basi militari britan niche — residuo dell'era coloniale imposto alla nuova Repubblica nel corso dei colloqui del 1959 a Zurigo dai tre « garanti » (atlantici) Gran Bretagna, Grecia e Turchia — non è infatti sufficiente a soddisfare le « esigenze imperiali » di Washington, che non ha mai rinunciato alla prospettiva di assumere direttamen te il controllo dell'isola.
E' qui che entra in gioco il contrasto grecoturco. La contrapposizione fra le due comunità cipriote, e di riflesso fra Ankara ed Atene, risale a molti secoli indietro: fu nel 1571 — esattamente quattrocento anni fa — che l'Impero ottomano si impadronì dell' isola, dopo avere sbaragliato a Famagosta l'esercito veneziano di Marcantonio Bragadin (che fini scuoiato vivo dopo la cattura). Da quel momento Cipro, ab[...]

[...]ocento anni fa — che l'Impero ottomano si impadronì dell' isola, dopo avere sbaragliato a Famagosta l'esercito veneziano di Marcantonio Bragadin (che fini scuoiato vivo dopo la cattura). Da quel momento Cipro, abitata in grande maggioranza da greci, fu soggetta alla immigrazione turca, e le sue sorti si intrecciarono con quelle della lotta dei popoli balcanici, e segnatamente del popolo greco, contro la dominazione ottomana. L'indipendenza della Grecia nel 1830, il crollo dell'Impero ottomano con la prima guerra mondiale (che trasformò Cipro in colonia britannica), il drammatico scambio di popolazione fra la Grecia e la Turchia di Kemal Ataturk sono gli eventi che più di ogni altro hanno alimentato la ostilità e il risentimento fra i due popoli e, di riflesso, fra le due comunità cipriote.
Favorevoli fin dagli inizi degli anni cinquanta alla spartizione dell'isola, che sottoponendola a Grecia e Turchia la avrebbe automaticamente inclusa nella Nato, ma costretti (dalle circostanze o biettive della lotta di indipendenza cipriRta e dal margine di autonoma mano vra di cui ancora disponeva l'imperialismo britannico) a riconoscere la nuova repubblica, gli Stati Uniti hanno costantemente giocato sul contrasto grecoturco sia per legare sempre di più a sè ciascuno dei due alleati, sia per minare alle fondamenta il potere indipendente dell'arcivescovo Makarios.
La repubblica cipriota si è trovata così al centro di una rete di intrighi e di complotti praticamente senza fine, per tessere i q[...]

[...]i indipendenza e poi schieratosi apertamente contro il neutralismo di Makaríos) ed anche dei servizi segreti israeliani, il cui ruolo nelle vicende cipriote è ancora tutto da scoprire.
Il colpo di Stato del 15 luglio scorso è stato l'ultimo anello di questa oscura catena; secondo i suoi autori (i fascisti di Atene) ed i suoi istigatori (i capi della Cia e i generali del Pentagono) esso avrebbe dovuto sfociare rispettivamente nella enosis con la Grecia o, come soluzione di ripiego, nella spartizione fra Grecia e Turchia con la mediazione di Washington. In entrambi i casi l'isola sarebbe finita dritta dritta nelle braccia della Nato, e gli Stati Uniti avrebbero riaffermato la loro funzione di arbitri dell'area mediterranea, compensando al tempo stesso con il « recupero » di Cipro l'indebolimento determinato nel « bastione israeliano » dalla guerra mediorientale dello scorso ottobre.
Sul ruolo di Washington nel vergognoso golpe di Nicosia (come già sette anni prima nel golpe di Atene) non ci sono ormai più dubbi. Sarebbe bastato già l'atteggiamento equivoco e dilatorio mantenuto dalla diplomazia ame[...]

[...] colpo di mano che avrebbe dovuto trasformare Cipro in una portaerei atlantica, liquidare il « Castro del Mediterraneo » (come a Washington si definiva l'arcivescovo Makarios) e riaffermare drasticamente il predominio americano nell'area ha finito col mettere in moto un meccanismo a catena che ha via via portato alla liquidazione dei colonnelli greci (i « fedelissimi » del Pentagono), alla caduta del regime golpi sta di Nicosia, all'uscita della Grecia dalle strutture militari della Nato e alla obiettiva internazionalizzazione delle conseguenze della questione cipriota. Sotto questo aspetto, è estremamente istruttivo seguire passo a passo, sia pure per grandi linee, l'evolvere degli avvenimenti dopo il drammatico putsch del 15 luglio.
Il golpe, in verità, comincia male, per i suoi autori: la resistenza dei fedeli di Makarios si rivela più aspra del previsto e soprattutto fallisce l'obiettivo di « liquidare » anche fisicamente l'arcivescovo: Makarios si salva fortunosamente (con lo aiuto britannico, il che dimostra come le contraddizioni in[...]



da Voce Enciclopedica redazionale, Turchia in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice)

Brano: Turchia
Repubblica parlamentare dell'Asia Minore (ma con una propaggine europea), confinante con la Grecia, la Bulgaria, l'U.R.S.S., l'Iran, l'Iraq e la Siria, la Turchia ha una superficie di 779.452 kmq e una popolazione di 51.420.000 abitanti. II suo territorio è costituito dalla grande penisola anatolica bagnata dal Mediterraneo, nonché dai mari Egeo, Nero e di Marmara; gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli la separano dalla Tracia turca (23.764 kmq), ultimo residuo dei possedimenti che l'impero ottomano aveva in Europa. Nella parte sudorientale della penisola anatolica si trovano l'Armenia e il Kurdistan (ampia regione geografica ripartita fra Turchia, Siria, Iran e Iraq).
La capitale della[...]

[...]uì con il fratello Mehmed V ritenuto più fidato. Mehmed V serviva solo da facciata e il potere era completamente nelle mani dei militari.
Alcune potenze europee cercarono di approfittare della temporanea instabilità politica turca per impadronirsi dell'Impero ottomano: nell'ottobre 1908 l'imperatore austroungarico Francesco Giuseppe si annetté la Bosnia e l'Erzegovina, la Bulgaria si proclamò indipendente e l'isola di Creta decise di unirsi alla Grecia, senza che la Turchia potesse impedirlo. Anche il governo italiano decise di sfruttare la favorevole congiuntura: nel settembre 1911 dichiarò guerra alla Turchia, inviò un corpo di spedizione che occupò la Libia (v.) e, nel corso del conflitto seguitone, si annetté anche le isole del Dodecaneso (v.). Dimostratasi tanto palese la debolezza turca, alcuni Stati balcanici appoggiati dalla Russia zarista si unirono (nel marzo 1912 la Bulgaria si alleò alla Serbia, poi alla Grecia e al Montenegro) per dichiarare guerra alla Turchia (18.10.1912). Sconfitti militarmente in Macedonia e in Tracia, i tu[...]

[...]otesse impedirlo. Anche il governo italiano decise di sfruttare la favorevole congiuntura: nel settembre 1911 dichiarò guerra alla Turchia, inviò un corpo di spedizione che occupò la Libia (v.) e, nel corso del conflitto seguitone, si annetté anche le isole del Dodecaneso (v.). Dimostratasi tanto palese la debolezza turca, alcuni Stati balcanici appoggiati dalla Russia zarista si unirono (nel marzo 1912 la Bulgaria si alleò alla Serbia, poi alla Grecia e al Montenegro) per dichiarare guerra alla Turchia (18.10.1912). Sconfitti militarmente in Macedonia e in Tracia, i turchi poterono conservare in territorio europeo soltanto una piccola parte della Tracia Orientale (Trattato di Londra del 30.5.1913). Questa serie di tracolli innescò nuovi mutamenti politici interni: il governo che si trovava al potere dal luglio 1912 fu rovesciato nel gennaio 1913 da un colpo di stato capeggiato dal giovane ufficiale Enver Bey (18791922), esponente dell'ala più autoritaria dei Giovani Turchi. I contrasti sorti fra gli Stati balcanici vincitori per spartirsi [...]

[...]perfino il loro nome che venne ufficialmente cambiato in quello di "turchi della montagna".
Quanto alla politica estera, KemalAtaturk fu molto realistico: ben comprendendo l'impossibilità di coltivare una qualsiasi nostalgia "imperiale", si accontentò di tutelare I confini riconosciuti dalle grandi potenze alla Turchia, stringendo accordi di amicizia e collaborazione con i paesi limitrofi: Unione Sovietica (1925), Italia (1928), Bulgaria (1929), Grecia (1933), Romania, Jugoslavia. Nel 1936 la convenzione di Montreux riconosceva il controllo integrale turco sugli Stretti. Nel 1937 la Turchia concludeva un patto di non aggressione con l'Iran, l'Iraq e l'Afghanistan. Nel 1939, grazie a un patto di non aggressione con la Francia, che esercitava il mandato sulla Siria, veniva riconosciuta la sovranità turca sulla provincia siriana di Hatay. Non ebbero invece successo le rivendicazioni turche su Mossul, ricca area petrolifera curda inglobata nell'Iraq e passata sotto protettorato britannico. Alla morte di KemalAtaturk (10.11. 1938) e in mancanza [...]

[...]igere gli affari economici, mentre il Consiglio presidenziale diretto da Evren e comprendente il capo di stato maggiore generale, nonché i comandanti delle forze armate di terra, mare e aria, si riservava in prima persona i ministeri di politica estera, difesa, sicurezza interna e istruzione pubblica. Continuava di fatto, sotto vesti "democratiche", la dittatura militare.

La questione di Cipro
Fin dal 1954, nonostante l'accordo esistente con la Grecia, i militari turchi avevano rivendicato la spartizione di Cipro (v.) con il pretesto di voler tutelare la minoranza turca dell'isola. La questione era stata formalmente risolta nel 1960, con il riconoscimento dell'indipendenza di Cipro, ma erano rimaste forti tensioni, sfociate nel 1974 con l'occupazione militare turca (20.000 soldati) della parte settentrionale dell'isola e la proclamazione unilaterale dello Stato Federale Turco di Cipro. Non riconosciuta dall'O.N.U. e duramente osteggiata dalla Grecia, che da parte sua rivendica la piena indipendenza dell'isola con una gestione comune dello [...]

[...]ne di Cipro (v.) con il pretesto di voler tutelare la minoranza turca dell'isola. La questione era stata formalmente risolta nel 1960, con il riconoscimento dell'indipendenza di Cipro, ma erano rimaste forti tensioni, sfociate nel 1974 con l'occupazione militare turca (20.000 soldati) della parte settentrionale dell'isola e la proclamazione unilaterale dello Stato Federale Turco di Cipro. Non riconosciuta dall'O.N.U. e duramente osteggiata dalla Grecia, che da parte sua rivendica la piena indipendenza dell'isola con una gestione comune dello Stato assicurata da entrambi i ceppi etnici (grecocipriota e turcocipriota), la soluzione di forza imposta dai turchi rimane come uno dei problemi più inquietanti nel Mediterraneo. Va notato infine che tanto la Grecia che la Turchia sono membri della N.A.T.O., una collocazione che, lungi dal rendere conciliabili i loro problemi, li perpetua.



da senza firma, Un "golpe" per Cipro in KBD-Periodici: Rinascita 1967 - 6 - 30 - numero 26

Brano: [...] in vista dei ogni eventuale nuova manifestazione di crisi nell'area del Medio Oriente. Con una spregiudicatezza che ha da far meditare gli alleati atlantici degli Stati Uniti, il Dipartimento di Stato e la CIA sono passati negli ultimi tre anni dai ben noti, per quanto sotterranei, tentativi di arrivare a una spartizione dell'isola (per «venire incontro » all'alleato turco: che fino a qualche tempo addietro era, com'è noto, « più vicino » della Grecia al cuore di Washington) alla serie attuale di prese di posizione in favore dell'annessione di Cipro alla Grecia. (Ed è altrettanto noto che ara l'alleato atlantico « più caro all'America » è il governo di Atene, non soltanto perché con il colpo di Stato del 21 aprile la Grecia e diventata uno Stato fascista; ma anche perché la Turchia ha, a1 contrario, cercato di distinguersi dagli Stati Uniti nella valutazione della crisi del Medio Oriente e ha recentemente impegnato con Washington un'aspra polemica per la revisione degli status che regolano la vita amministrativa e giuridica delle numerose basi statunitensi in territorio turco. La polemica antiUSA della Turehia e addirittura esplosa questo mercoledì, quando it presidente Sunay, ospite di De Gaulle, ha convenuto con il generale che nel Vietnam come altrove ogni popolo dovrebbe disporre di se stesso).
Così ara, di[...]

[...]ington un'aspra polemica per la revisione degli status che regolano la vita amministrativa e giuridica delle numerose basi statunitensi in territorio turco. La polemica antiUSA della Turehia e addirittura esplosa questo mercoledì, quando it presidente Sunay, ospite di De Gaulle, ha convenuto con il generale che nel Vietnam come altrove ogni popolo dovrebbe disporre di se stesso).
Così ara, dicevamo, i piani contro Cipro sono « in favore » della Grecia e vengono elaborati in Grecia. Questi piani sono stati rivelati, appena qualche giorno fa, da fonti dell'opposizione clandestina greca. Ovviamente le rivelazioni non mostrano Washington in primo piano, ma — come sempre — dietro le quinte. E' pero provato che, come furono gli americani all'origine del colpo di Stato in Grecia due mesi e mezzo fa, così essi tirano ora i fili dei preparativi del golpe, che — secondo i loro piani — dovrebbe rovesciare Makarios, portare all'annessione pura e semplice dell'isola alla Grecia e quindi alla totale integrazione della « portaerei naturale » del Medio Oriente nell'Alleanza atlantica.
Si conosce anche id nome del piano: esso si chiama « Astrapi » (cioè fulmine). E' stato messo a punto dal generale Grivas e dal colonnello Papadopulos. Una serie di disordini dovrebbero essere fomentati nell'isola ad opera delle truppe greche che stazionano in diversi villaggi e città; il pretesto sarebbe che do schieramento democratico e di sinistra dell'isola minaccia le istituzioni cipriote. Per questo, il piano e Fulmine » prevede l'arresto non solo di quasi tutti i membri del govern[...]



da Luca Toschi, Varietà e documenti. Un romanzo sconosciuto nella Toscana neoclassicista in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]resterà tale: colui che ne possedeva la chiave nel frattempo sarà morto.
Potrebbe trattarsi dell'intreccio di una moderna opera dell'assurdo; è invece l'esile trama attorno a cui è stato costruito il Viaggio di tre giorni, pubblicato anonimo nel 1832 (Firenze, Stamperia Granducale all'Insegna di Pallade). L'autore si può identificare con certezza in Luigi Ciampolini, uno sconosciuto per la critica, o quasi: napoleonico prima, liberale poi, è in Grecia durante la guerra d'Indipendenza contro i Turchi; neoclassicista, che non disdegna però una professionale collaborazione con l'« Antologia », è ai suoi tempi scrittore pressoché ignorato. Eppure conosce Leopardi, Giovan Battista Niccolini, il tragediografo e carbonaro Francesco Benedetti, Giovanni Rosini, il Giordani, Filippo Pananti, ed è noto al Foscolo; anzi, l'incontro con quest'ultimo, come ci confessa in una sua breve autobiografia finora inedita, si rivelò per lui molto importante: « `Io vi conosco', mi disse egli il Foscolo, venendomi incontro e stendendomi cortesemente la mano, e mi [...]

[...]r sempre addio; / Ché il facil plettro mio / "Solo risponde Amor" ». Si è, infatti, innamorato di una giovane donna inglese che lo spinge a lasciare Firenze e ad iniziare viaggi che lo porteranno con maggior frequenza a Roma. Pubblica, intanto, nel '17 gli Idilli (Firenze, all'Insegna dell'Ancora) e continua a comporne dei nuovi che vedono la luce nel '22 (sempre Firenze, Stamperia Granducale), quando decide di lasciare l'Italia e partire per la Grecia, abbandonando l'amministrazione della « Libreria all'insegna di Pallade » e rinunciando per il momento ad approfondire i legami con la nascente « Antologia ».
Del suo esilio volontario si sa poco; non partecipa in prima persona alla guerra d'Indipendenza, se ne sta a Corfú, rifiutando comunque — e di lavorare aveva bisogno! — la cattedra che a Zante il governo, nella persona di Lord Guilford, gli aveva proposto; preferisce mettere su, con Vincenzo Nannucci e Scipione Casali, un « negozio di vendita di libri, carte e altri generi ». Va intanto raccogliendo materiale sulla guerra tra i Greci e[...]

[...]zo di quell'opera che, tornato in patria, pubblicherà col titolo Le guerre dei Sulliotti contro Ali Bascià di Janina: Commentario (Firenze, Ronchi, 1827).
Sempre nel 1827 incomincia a collaborare assiduamente all'« Antologia » e le recensioni scritte per il periodico fiorentino si rivelano molto interessanti per misurare l'evoluzione determinatasi in lui durante la parentesi greca. Qui è sufficiente ricordare il commento ai Canti popolari della Grecia moderna raccolti e pubblicati da C. Fauriel, tomi 2 in 8°, Parigi 1824 (aprile 1827), in cui si preoccupa di sottolineare come tale raccolta, contrariamente ai « canti selvaggi venutici dalle foreste della Germania e dalle montagne della Scozia », non rappresenti « ingegnose e bizzarre fantasie dei Greci », bensí possa costituire prezioso « materiale per la storia delle loro miserie, delle loro prodezze, per lo spazio di quasi quattro secoli »; mentre, in seguito, soffermandosi sul Cours de littérature Grecque moderne par Jacovaki Rizo Nerulos etc., Genève 1828, 8° (agosto 1931), si rivela at[...]

[...]se e poesie (Firenze, S. Ricordi, G. Piatti), in cui inserisce una lettura del XIII canto del Purgatorio. Eletto, nel maggio del 1835, a fare parte dell'Accademia della Crusca, si impegna perché si acceleri la pubblicazione del vocabolario (riceverà l'incarico di scrivere la lettera dedicatoria premessa alla prima parte); ma piú di ogni altra cosa, in questo momento di sbandamento generale, sembra essere preso dalla Storia del Risorgimento della Grecia, iniziata nel '34 ed edita, postuma, nel '46. Il governo greco, nel frattempo, gli ha dato incarico diraccogliere in tutta Europa libri ed opere per formare la nuova biblioteca d'Atene. « Or crescono gli anni e che mi resta? il vanto / Non di fama perenne od il sorriso / De' figli o estremo della sposa il pianto / Morbi, dubbi, terrori in folto stuolo / S'avventan contro me da me diviso / Pellegrin sulla terra infermo e solo ». Muore il 30 aprile 1846.
Altre opere del Ciampolini: Sessione del Parlamento d'Otaiti, « Antologia », aprile 1832; Frammento del dialogo: Il Leopardi, Firenze, s. t.,[...]

[...]i Ciampolini. Firenze, per G. Piatti, 1838, « Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti », gennaiomarzo 1839, pp. 5963; G[IUSEPPE] A[JAzzI], Luigi Ciampolini, « Archivio Storico Italiano », 1846, app. t. III, pp. 7725; PIETRO CONTRUCCI, Cenni sulla vita e sugli scritti del cavaliere Luigi Ciampolini letti nell'I. e R. Accademia Pistoiese di Scienze, Lettere ed Arti il 26 luglio 1846, premessi a LUIGI CIAMPOLINI, Storia del Risorgimento della Grecia, cit., pp. xIxxIV; GIUSEPPE ARCANGELI, Biografia di Luigi Ciampolini, « Rivista di Firenze », 10 febbraio 1847 (poi in Poesie e prose, vol. II, Firenze, Barbéra, Bianche e Comp., 1857, pp. 54353); LUCIANO SCARABELLI, Storia del Risorgimento della Grecia del cavaliere dott. Luigi Ciampolini, Firenze, Piatti, 1846, « Archivio Storico Italiano », 1847, app. t. iv, pp. 99108; GIOVAN BATTISTA PRUNAJ, Luigi Ciampolini e la Storia del Risorgimento della Grecia (appunti di un pronipote), « La Rassegna Nazionale », 1 agosto 1897, pp. 40513; RAFFAELE CIAMPINI, Pagine inedite per una vita del Foscolo, in Studi e ricerche su Niccolò Tommaseo, Roma, Ed. di « Storia e Letteratura », 1944, pp. 253255; LUCA TOSCHI, Foscolo lettore di Sterne ed altri « sentimental travellers », comunicazione tenuta il 6 maggio 1979 al Convegno « Ugo Foscolo fiorentino ed europeo » i cui Atti sono in corso di stampa presso Le Monnier.
Per un'ampia panoramica sul romanzo italiano di primo Ottocento, dr. il fondamentale SERGIO ROMAGNOLI, Narratori e prosatori del Romanticismo,[...]



da Andrea Binazzi, Raffaele Pettazzoni in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]ciava un profilo del Pettazzoni che riprenderà poi, più ampiamente, nel necrologio apparso nel 1960 sulla « Nuova Rivista Storica »: « Nel secondo saggio della presente raccolta, il Pettazzoni ci offre una novità molto interessante, che metteremmo volentieri, per importanza intrinseca e per il momento che segna nello svolgimento intellettuale di questo nostro grande studioso, accanto alla introduzione alla nuova edizione... di La religione nella Grecia antica. Si tratta di una serie di capitoletti intitolata Momenti della storia religiosa d'Italia »6. L’analisi del Cantimori, rapida, ma ricca di sfumature, tende soprattutto a valorizzare, al contrario di quella di De Martino, la quantità di stimoli e di suggestioni che scaturisce dalle pagine di questi capitoli, mette in guardia dal considerarle, lasciandosi magari trarre in inganno dalla semplicità espositiva, schematiche e superficiali. Coglie infine un carattere essenziale del Pettazzoni quando osserva che « la storia delle religioni, rampollante da una vena che ha percorso meandri e str[...]

[...]tà moderna », in (1931), p. 806.

25 Va tenuto presente che già nel 1912 il Pettazzoni aveva sentito il bisogno di recarsi a Leida per partecipare al iv Congresso internazionale di storia delle religioni.184

ANDREA BINAZZI

Per lui il compito principale è quello di ricostruire le religioni, o alcuni aspetti di esse, tenendole dentro la civiltà di cui non sono altro che una forma. Nella prefazione alla prima edizione della Religione nella Grecia antica, si era limitato a segnalare che il suo interesse andava a quei particolari momenti di crisi che avrebbero potuto dare luogo a « un rinnovamento originale della religione », com’era stato quello caratterizzato dal manifestarsi della religiosità dionisiaca26. Trent’anni dopo, nell’introduzione all’edizione del 1953 della stessa opera, il Pettazzoni precisa invece che una delle idee generali che gli si sono venute chiarendo nel tempo è che la religione è « una forma della civiltà, e storicamente non s’intende se non nel quadro di quella particolare civiltà di cui fa parte, e in organica [...]

[...] le quali egli cerca di individuare le forme specifiche in cui una religione si connette con la civiltà alla quale appartiene e non dimenticando quel presupposto dal quale egli si fece sempre guidare

nella polemica con lo Schmidt come in quella con il van der Leeuw che cioè l’indagine sui diversi aspetti della vita religiosa di un popolo deve sempre preoccuparsi di organizzare i dati empirici perché essi possano dire

26 La religione nella Grecia antica fino ad Alessandro, Bologna 1921, p. vii.

27 Gli ultimi appunti, ora in Religione e società, cit., p. 125.RAFFAELE PETTAZZONI

185

qualcosa sulle concezioni che vi si riflettono e deve rinunciare a pensare che essi debbano essere piegati a supporto di teorie generali.

Significativo, da questo punto di vista, è il saggio sulla lapidazione, da considerarsi lavoro preparatorio della Confessione dei peccati, dove è in questione il rapporto tra « legge sacrale » e « legge morale ». È pericoloso, secondo il Pettazzoni, lasciarsi guidare nella ricostruzione di una pratica di quest[...]

[...] dimostrare che essa « è tutta catarsi, cioè liberazione, allontanamento, religiosità negativa... ». Ne è un esempio quanto accadeva in tempi più lontani in Arcadia.

Era costume degli Arcadi che chi volontariamente avesse varcato il recinto inviolabile di Zeus Lykàios fosse lapidato, e chi inavvertitamente vi avesse messo piede fosse bandito... Costume, evidentemente, sacrale: legge sacrale, non legge morale: certo non quella legge per cui in Grecia si lapidarono traditori e parricidi e simili, e nemmeno quella onde altrove si lapidarono eretici e scomunicati; e tuttavia legge, e legge religiosa, per cui non l’entrare in un santuario in genere è colpa, eppure è colpa gravissima entrare in quel dato santuario, in quel dato luogo che è l’unico ed eccezionale, che in base a certe esperienze (quali che esse siano) è sentito come sacro, che è come dire carico impregnato traversato da energie possenti e pericolose, che si trasmettono per contatto; [chi vi entra] dev’essere allontanato, sia col bando sia con la lapidazione: che son mezzi divers[...]

[...]vaggina (Boscimani), che gliela spinge dentro alle trappole (Algonkini settentrionali), che gli apre gli occhi per vederla (Damara), che lo fa mirar dritto per colpirla (Pigmei), questo è il suo Essere supremo, perché da lui dipende giorno per giorno la sua esistenza, perché egli ha in mano la sua vita e la sua morte (L’onniscienza cit., p. 648).

« Zeus », scrive il Pettazzoni nell’introduzione alla nuova edizione (1953) della Religione nella Grecia antica, « porta scritto in fronte il suo trasparente indoeuropeismo. Ma Zeus non è più per noi, come era per la ‘ mitologia comparata soltanto la forma greca dell’essere supremo celeste comune a molti popoli nomadi ed allevatori » (p. 15). Ma in questa introduzione il discorso va oltre, e il quadro d’insieme dell’interpretazione delle divinità greche viene riplasmato, anche se il Pettazzoni sembra preoccupato di presentarlo come uno sviluppo di temi già presenti nell’edizione del 1921. Qui aveva «accennato» (ivi, p. 17) alla connessione delle divinità rivali, Demetra e Dioniso, con la vita ma[...]

[...]], xiv (1983), pp. 5458. A questo appassionato studioso del Pettazzoni va il mio ringraziamento per il molto materiale che mi ha generosamente fornito e che ha agevolato il mio lavoro.

Per la bibliografia, ci si deve riferire anche a quella che completa il libro di Ugo Casalegno citato nel testo.

La religione primitiva in Sardegna, Piacenza 1912; La religione di Zarathustra nella storia religiosa dell'Iran, Bologna 1920; La religione nella Grecia antica fino ad Alessandro, Bologna 1921 (n ed., Torino 1953); Dio: formazione e sviluppo del monoteismo nella storia delle religioni, voi. i: L’essere celeste nelle credenze dei popoli primitivi, Roma 1922; I misteri: saggi di una teoria storicoreligiosa, Bologna 1924; Svolgimento e carattere della storia delle religioni, Bari 1924; La confessione dei peccati, Bologna 192936; Religione e politica religiosa nel Giappone moderno, Roma 1934; Saggi di storia delle religioni e di mitologia, Roma 1946; Divinità del paganesimo degli antichi popoli europei. Le scritture sacre, Roma 194546; hliti e le[...]



da senza firma, Il futuro di Cipro in KBD-Periodici: Rinascita 1964 - 5 - 16 - numero 20

Brano: [...]della NATO, tra cui il senatore Fulbright, il comandante in capo della forze NATO del Mediterraneo ammiraglio John Hamilton della marina inglese, i] segretario della NATO Stikker. Grande parte della stampa greca ha sottolineato con inquietudine tale viavai: il 7 maggio il giornale filo governativo Athinaciki scriveva che s il popolo greco ha tutte le ragioni di preoccuparsi dinanzi a simile epidemia d'arrivi di personalità americane o inglesi in Grecia u.
In effetti, fonti ufficiose hanno informato che i rappresentanti atlantici sarebbero giunti, nei colloqui con Papandreu, a proporre la spartizione dell'isola di Cipro tra le due comunità, oppure lo scambio di popolazioni con la cessione alla Turchia da parte della Grecia dell'isola di Rodi. Le proposte sarebbero state avanzate in forma conciliativa, in vista cioè di soddisfare, almeno parzialmente, le esigenze turche. Sta di fatto che proprio simile atteggiamento delle maggiori potenze atlantiche alimenta l'irrigidimento del governo di Ankara che fomenta nell'isola le provocazioni degli estremisti turchi, respinge le proposte di pacificazione del presidente Makarios, rialza incessantemente il prezzo della soluzione della crisi. Dinanzi all'acuirsi del contrasto e al pericolo di un cedimento del governo greco alle pressioni atlantiche, l'EDA ha riaffermato vig[...]

[...]l prezzo della soluzione della crisi. Dinanzi all'acuirsi del contrasto e al pericolo di un cedimento del governo greco alle pressioni atlantiche, l'EDA ha riaffermato vigorosamente la propria posizione per la completa salvaguardia dei diritti della Repubblica cipriota sottolineando che il popolo greco non potrebbe mai accettare una soluzione che in nome dell'alleanza atlantica pregiudichi la sovranità della Repubblica cipriota e i diritti della Grecia.
Non vi è dubbio che il perdurare della crisi, l'oltranzismo del governo di Ankara, sordo ad ogni voce di ragionevolezza nella sua rivendicazione del taksim (spartizione dell'isola), il sangue che corre a Cipro, scavano un fossato sempre piia profondo fra greci e turchi. Sia a Nicosia che ad Atene parole d'ordine quali enosis (unificazione di Cipro con la Grecia) o autodeterminazione per la popolazione grecocipriota acquistano una diffusione sempre pau larga minacciando di portare la crisi laddove vuole l'imperialismo che l'ha scatenata: ad un grado di irriducibile esasperazione che giustifichi l'occupazione dell'isola da parte delle forze NATO, una volta che l'ONU si fosse mostrato impotente nell'assolvere il suo compito. E' per questo che l'Akel (partito dei lavoratori di Cipro) ha rinnovato l'impegno di tutti i lavoratori ciprioti a unirsi e a lottare tenacemente per la salvaguardia dell'indipendenza del loro paese.



da Giovanni Testo, Ritratti critici di contemporanei. Lalla Romano in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]rio allora veniva investigando, con prudenza, sul neorealismo all'apice.
Abbiamo detto per inciso della formula a cui si è fatto ricorso per Pavese e per l'altro variare la formula auerbachiana, ai casi della Romano proponendo per lei le formule forse più quiete di « realismo allusivo » o di « realismo memoriale » o ancora di « realismo analogico » (« Trasformazione e analogia sono l'essenza dell'arte » [ Le parole cit., p. 52]. E nel Diario di Grecia: « È una di Alberobello, dal gran corpo a uovo con una piccola testa in cima; per cui alla mia immaginazione fertile di analogie essa appare come un'incarnazione del monumento tipico del suo paese »1). Con ciò intendiamo per un verso prendere le distanze dall'accanita officina di Pavese e per l'altro variare la formula auerbachiana, ai casi della Romano sorprendentemente adattabile, di realismo « figurale » (dr. Mimesis, Torino, Einaudi, 19562, ii, pp. 339343).
Lasciamo pur da parte Le metamorfosi, che sono anch'esse, a ben vedere, una prova estrema di raffigurazione, e pensiamo al felicissi[...]

[...]ontanissimi, in verità, dal suggerire formule a impiego corrente » (p. 6). Era un esplicito invito ad uscire dalle formule di comodo e a individuare nella Romano i tratti di una poetica e di un linguaggio peculiari.
2 Citiamo dal romanzo L'archiamore (Milano, Guanda, 1980) dell'esordiente OSVALDO GUERRIERI.
LALLA ROMANO 675
Prima della Penombra erano stati pubblicati Tetto murato (1957), L'uomo che parlava solo (1961) e, a parte, il Diario di Grecia (da Rebellato, nel '59). Dopo la Penombra sono poi venuti, trascurando le ristampe, che pure non sono mai senza revisioni, Le parole tra noi leggère (1969), L'ospite (1973), Una giovinezza inventata (1979) e tra L'ospite e Una giovinezza inventata due libri coevi, uno di racconti, La villeggiante, e l'altro di fotografie commentate, Lettura di un'immagine (1975). Senza dimenticare l'esercizio della poesia, che ha dato nel '74 Giovane è il tempo, frutto di una scelta riveduta delle due raccolte precedenti (Fiore prima, e poi L'autunno, 1955) e di molte poesie nuove. Si tratta di un percorso se[...]

[...]ria è un vaglio che decanta la passione e la restituisce lucida e precisa. (La memoria come passione è a sua volta controllata dallo stile). Proprio a proposito di Delacroix, il cui Diario la Romano ha a suo tempo antologizzato e tradotto, Baudelaire sosteneva: « Passionnément épris de la passion et froidement déterminé à chercher les moyens de l'exprimer » Il problema dello stile, di cui non v'è luogo a soffermarci, è tutto qui.
6 In Diario di Grecia, cit., p. 49. Su Peano si veda la testimonianza che la scrittrice ha pubblicato in « Spirali », Iii, giugno 1980, n. 6, pp. 56, intitolata Lo spirito creativo è leggero. Si veda poi naturalmente Una giovinezza inventata.
7 Cit. da F. FLORA, Il decadentismo, in Questioni e correnti di storia letteraria, Milano, Marzorati, 1965, p. 781.
LALLA ROMANO 679
La memoria dunque non è idillio, non rifugio, non nasconde le ferite e non gioca a rimpiattino. Il rapporto con le cose della Romano è sempre schietto e sa correre i suoi rischi. Lo stesso ritratto frammentario che la scrittrice fa di sé nell[...]

[...]; Giovane è il tempo, Torino, Einaudi, 1974. Poesie di Lalla Romano sono apparse in Prima antologia di poeti nuovi, Milano, Edizioni della Meridiana, s.d. [ma 1950]
Prosa: Le metamorfosi, Torino, Einaudi, 1951 (poi, riveduta e ampliata, nei « Coralli », 1967); Maria, ivi, 1953 (poi nei « Coralli », 1965; nelle « Letture per la scuola media », 1973; nei « Nuovi Coralli », 1975); Tetto murato, ivi, 1957 (poi nei « Supercoralli », 1972); Diario di Grecia, Padova, Rebellato, 1959 (poi, con qualche variante, presso Einaudi, nei « Nuovi Coralli », 1974); L'uomo che parlava solo, Torino, Einaudi, 1961; La penombra che abbiamo attraversato, Torino, Einaudi, 1964 (poi negli « Struzzi », 1977); Le parole tra noi leggère, ivi, 1969 (poi negli « Struzzi », 1972); L'ospite, ivi, 1973 (poi nelle « Letture per la scuola media », 1978); Lettura di un'immagine, ivi, 1975; La villeggiante, ivi, 1975; Pralève, ivi, 1978 (ma già compreso ne La villeggiante); Una giovinezza inventata, ivi, 1979.
Traduzioni: G. Flaubert, Tre racconti, Torino, Einaudi, 1944 (e [...]



da Luciana Castellina, Ankara non si fa sedurre dai colonnelli di Atene [sopratitolo: Soltanto messa in scena nel vertice greco-turco] in KBD-Periodici: Rinascita 1967 - 9 - 22 - numero 37

Brano: [...]à nella città turca di Kechan, ambedue a pochi chilometri dal confine u occidentale » con il « blocco comunista », lungo il quale, per l'occasione, era in pieno svolgimento l'esercitazione NATO, chiamata chissà perché « Rapido raggio di sole ». (« Proprio tale esercitazione e la vicinanza del confine "comunista" — non ha mancato di cogliere il commentatore del Time — hanno posto in rilievo l'esigenza pressante di una più stretta cooperazione fra Grecia e Turchia per la difesa di questo vulnerabile punto dell'alleanza atlantica »).
Ma il successo diplomatico dei « colonnelli » si è limitato a questa messa in scena: l'accordo che essi speravano di strappare — accettazione da parte di Ankara dell'Enosis (riunione di Cipro alla Grecia) in cambio della cessione di una vasta base militare della NATO, presieduta da truppe turche non è stato raggiunto. Demirel ha chiesto di più e Kolias sapeva del resto di non potergli dare neanche quanto aveva promesso per la buona ragione che Cipro, nonostante le ambiguità degli accordi di Zurigo che nel 1959 le conferirono l'indipendenza, è una repubblica autonoma e fino ad ora ha sempre ribadito che non vuole saperne di basi NATO sul suo territorio. E' vero che l'intransigenza di Makarios, piegato dalle pesanti intimidazioni di Atene, si è in questi ultimi tempi assai attenuata e che forse[...]

[...]compromesso fra i colonnelli ed Ankara fondato su concessioni territoriali e militari alla Turchia e condotto sotto il patrocinio della NATO, perché a queste condizioni l'unione con la « madre patria » avrebbe per Cipro come solo, triste risultato, quello di farla diventare una delle tante pedine del Pentagono americano. Del resto in questo momento nessun cipriota, salvo una piccola minoranza fascista, desidera realmente la riunificazione con la Grecia: per quanto minacciata dalla presenza dell'esercito greco di Grivas di stanza nell'isola, dai cedimenti di Makarios e dalle trame della diplomazia atlantica che da anni tenta di conquistare nell'isola basi militari per la NATO, la libertà a Cipro non è ancora stata perduta. L'Enosis, oggi, significherebbe cadere sotto la stessa dittatura che ha già portato il lutto in Grecia.



da Franco Bertone, L'Italia e la NATO in KBD-Periodici: Rinascita 1974 - 8 - 30 - numero 34

Brano: [...]esperti americani, suona anche l’enfasi con cui viene descritta la catastrofe mili­ tare che si sarebbe abbattuta sulla Nato a seguito delle decisioni gre­ che, enfasi che viene ostentata dai dirigenti politici e militari degli Sta­ ti Uniti in vista di ottenere il mas­ simo di acquiescenza dagli alleati, quando sarà venuto il momento di discutere la concessione di basi so­ stitutive di quelle eventualmente evacuate in Grecia. Forse si possono anche considera­ re dei cc ritardati strategici » quei generali e ammiragli americani i quali, come ha scritto un esperto generale francese nei giorni scorsi, pensano che cc nell’epoca delle ar­ mi nucleari intercontinentali, le ba­ si aeronavali abbiano ancora un sen­ so ». Forse hanno ragione quanti scrivono, anche* negli Stati Uniti, ch è militarmente possibile mantenere in piena efficienza la Sesta flotta Usa nel Mediterraneo anche senza alcuna cc base madre », che sostitui sca quelle greche, a patto di mette re in linea altre [...]

[...] senza alcuna cc base madre », che sostitui sca quelle greche, a patto di mette re in linea altre navi e solo dispo­ nendo nel mare interno di qualche cc facilitazione portuale » agevolmen­ te ottenibile. Ma certamente non è questa la linea che seguono i ora responsabili politici e militari del­ l’alleanza atlantica: il problema che si pone per l’Italia è quello del ora trasferimento puro e semplice delle basi dalla Grecia al nostro paese. E’ singolare che gli organi politi­ ci e militari italiani ostentino tanto riserbo sulla questione e fingano di non sapere che i piani per l’utiliz­ zazione dei porti mediterranei in ta­ le senso sono stati elaborati da tem­ po — e non dagli organi collegiali della Nato, ma dalla marina degli Stati Uniti — e che per l’Italia es­ si riguardano la baia di Augusta e i porti di La Spezia, Taranto, Brin disi, Gaeta e Napoli (in alcuni di questi, fra l’altro, le forze nava americane sono già presenti). De­ ponendo davanti al sottocomitato per gli aff[...]

[...]la collaborazione della marina italiana, e sulla base di quali moti vazioni e prospettive è stata data la necessaria autorizzazione politica. Ma non è questo il punto adesso: quali che fossero le prospettive del­ ­ li o di qualsiasi cambiamento; hanno ­ l’anno passato — quando la marina americana concluse la stesura dei piani — la prospettiva attuale è mi­ nacciosamente quella del trasferi­ mento delle basi dalla Grecia all’Ita­ lia. Al di là di ogni allarmismo, ma con la dovuta dose di allarme, la sola cosa da fare in tal caso, come ha scritto Pietro Nenni, è risponde­ re no e fare del rifiuto più netto il cardine dell’atteggiamentcp* italiano. Vi erano segni di preoccupazione profonda per quanto è accaduto a Cipro anche nella nota della Farne­ sina di pochi giorni addietro. Ma può bastare? Ci vuole altro che una nota preoccupata — per quanto cc lunga e minuziosa » — per sostanziare una scelta politica ai livelli di vigore e di chiarezza che il paese e anche im­ portanti for[...]

[...]itica Del resto, l’alleanza presenta do­ po la crisi cipriota un volto mutato nel profondo. L’ultima guerra ara­ boisraeliana e la crisi energetica che vi ha fatto seguito ne avevano già marcato aspramente la fisionomia. Se ora essa segna un nuovo momen­ to di crisi, ciò è dovuto ai varchi che la pressione dei popoli e di al­ cuni governi vi ha aperto, anche in conseguenza delle ultime manifesta­ zione di golpismo che, in Grecia co­ me a Cipro, hanno caratterizzato le iniziative più arroganti e sperico­ late del segretario di Stato america­ no. Pensare che non vi sia un prezzo politico da pagare per tutto questo, pensare che dopo tali avvenimenti tutto possa continuare come prima, non significa restare fedeli ai patti ma ciechi di fronte al nuovo che ir­ rompe nel Mediterraneo con grande forza, accumulando materiale esplo­ sivo di ogni genere, creando tensio­ ni e pericoli che non si possono su­ perare unicamente lasciando che il di fronte a tali tensioni e pericoli, l’urgenza di prendere u[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Grecia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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