Brano: [...]. Va a onore di Sartre di non potersi accontentare filosoficamente di questa polarità e di sforzarsi di continuo di superarla.
E' possibile contrapporre con successo il marxismo a questa problematicità di principio di tutte le concezioni del mondo, é poSsibile, cioè, tra di essi un dialogo fecondo? Certamente, non con gli eredi del periodo staliniano. Costoro alla raffinata manipolazione della conoscenza contrappongono soltanto una grossolana rigidezza, alla irrazionalità della prassi umana, delle questioni importanti dell'esistenza umana, soltanto una rigidezza dogmatica. E quando, nel periodo successivo al XXII Congresso, alcuni marxisti cercano di correggere la manipolazione dogmaticamente grossolana accettando qualcosa dalle filosofie occidentali — la semantica etc. nel campo del materialismo dialettico, la microsociologia etc. in quello del materialismo storico — si trovano in errore. La (( esigenza del giorno» per la teoria e la prasSi dei comu
PROBLEMI DELLA COESISTENZA CULTURALE 9
nisti è la conoscenza marxista di ciò che di nuovo si é avuto, dopo la morte di Lenin, nei mutamentti strutturali, nelle tendenze di sviluppo etc. della vita s[...]
[...]lla «résistance ». Ciò parve a Fadeev una manifestazione di « oggettivismo » , giacché equivaleva 'a trovare delle scusanti per pensatori idealisti, per agenti della borghesia. Naturalmente, vi fu anche un'eccezione a questa regola critica: alcuni ideà'logi che avevano firmato _ determinati manifesti po litici furono dichiarati tabù per qualsiasi critica. Anche qui, mi permetto di rifarmi alla mia esperienza personale. Prima del viaggio di André Gide nell'Unione Sovietica, scrisSi un saggio teoricoletterario, nel quale criticavo in modo rispettoso ma nella sostanza aspro alcune sue concezioni. La redazione della rivista pretese che questa parte del mio saggio fosse eliminata. Il lavoro usci soltanto dopo il ritorno di Gide a Parigi e dopo la pubblicazione del suo libro contra l'Unione Sovietica. Il direttore mi chiese, disperato: «Perché mai abbiamo soppresso dal suo articolo quel passo su Gide ? ».
Ma sarebbe una pericolosa illusione credere che una simile prassi sia estranea al «mondo libero ». Il fatto che — spesso essa s'i presenti in modo non centralizzato ma spontaneo, non muta proprio nulla alla sostanza del fatto. Al rifiuto monolitico, alle conseguenze che se ne traggono — spesso tacitamente ma spesso addirittura in modo aperto importa soprattutto che l'ideologia del Socialismo possa essere (c spiritualmente» distrutta anche senza studiarne le fonti più importanti, che contro di essa non si osservino le regole della correttezza scientifica e letteraria, che si possa polem[...]
[...]re civili non muta nulla questa crescente importanza sociale delle questioni che concernono la concezione del mondo, anzi può ulteriormente rafforzare tali tendenze. Le forme concrete di questi passaggi sono oggi ancora così imprevedibili che non é il caso di parlarne. Infatti proprio l'acuirsi dei contrasti interni di classe é un fatto che fa emergere alla superficie della vita umana la capacità di resistenza o la fragilità, l'elasticità e la rigidezza delle concezioni del mondo. Naturalmente, l'agire reale degli uomini — in ultima analisi — viene determinato dal loro essere sociale. Ma il paSsaggio dall'essere alla coscienza é non soltanto inevitabile e significativo ma anche assai complesso, dialetticamente contraddittorio, ineguale. E in questo passaggio, a nostro giudizio, il ruolo delle concezioni del mondo nella futura coesistenza sarà maggiore che mai prima nella storia.
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Infine, alcune osservazioni sul ruolo dell'arte, soprattutto della letteratura in questo complesso di problemi della coesistenza culturale. Se vogliamo ottene[...]