Brano: [...]volontà di presenza nel settore chimico in cui, dato quanto si é già fatto in questi anni, meno si dovrebbe sentire la necessità di un intervento. È vero che si tratta dell'E.N.I., ossia di un ente di Stato diretto da una forte e dinamica personalità. Ma ciò non toglie che si possa avere qualche perplessità sulle scelte effettuate dalle aziende a partecipazione statale.
Molto si é scritto in questi tempi a proposito del complesso industriale di Gela progettato dall'E.N.I. e approvato alcuni mesi fa dal Ministero competente. Non é il caso di sottolinearne l'importanza, che é più che evidente. Bastano pochi dati a chi vuol farsene un'idea. L'impianto di Gela dovrebbe avere tre componenti fondamentali: 1) una raffineria capace di produrre circa una tonnellata all'anno di benzina greggia e d'auto di gasolio, olio combustibile e gas liquefatto, destinati alla vendita; 2) un complesso petrolchimico capace di produrre 500.000 tonnellate all'anno di fertilizzanti azotati e 3) una centrale termoelettrica capace di produrre annualmente un miliardo di kWh di cui il 20% dovrebbe essere immesso al consumo. Complessivamente l'investimento previsto arriverebbe alla cifra considerevole di ben 120 miliardi. Impianto veramente imponente, dunque, nel quadro dell'[...]
[...]essere immesso al consumo. Complessivamente l'investimento previsto arriverebbe alla cifra considerevole di ben 120 miliardi. Impianto veramente imponente, dunque, nel quadro dell'economia isolana. Ma stiamo attenti a non esagerare con le cifre, suscitando un'attesa che potrebbe essere delusa. Il costo elevato del progetto non si traduce automaticamente in un aumento enorme degli introiti della Regione e dell'occupazione. Purtroppo il greggio di Gela é ad elevata densità e richiede per l'estrazione processi tecnici molto costosi. Come l'ing. Mattei ha avuto occasione di precisare, perché lo sfruttamento dei giacimenti di Gela sia economico, due condizioni sono necessarie: c che si realizzi un complesso industriale integrato verticalmente e che le royalties da corrispondere sulle quantità estratte siano adeguate alla qualità e ai costi di produzione ». La prima di queste due condizioni trova il suo adempimento precisamente nel progetto dell'E.N.I. di cui si é detto. La seconda implica la riduzione ed eventualmente abolizione delle royalties che l'E.N.I. si era impegnata a versare alla Regione in base all'accordo che disciplinava la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi nell'area di Gela. Si può convenire sulla l[...]
[...] le royalties da corrispondere sulle quantità estratte siano adeguate alla qualità e ai costi di produzione ». La prima di queste due condizioni trova il suo adempimento precisamente nel progetto dell'E.N.I. di cui si é detto. La seconda implica la riduzione ed eventualmente abolizione delle royalties che l'E.N.I. si era impegnata a versare alla Regione in base all'accordo che disciplinava la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi nell'area di Gela. Si può convenire sulla legittimità della richiesta di una forte riduzione delle royalties, tenuto conto appunto della qualità del greggio; ma non si può ignorare che, accogliendola, la Regione rinuncerà a quegli introiti su cui poteva contare e darà un pretesto alla a Gulf Italia.» per chiedere, anch'essa, un trattamento di favore. Comunque il
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minor introito significherà una minore disponibilità di quei fondi che dovrebbero essere destinati a nuovi investimenti produttivi, su cui si 'faceva assegnamento in Sicilia per sviluppare un'azione propulsiva (13). Analogam[...]
[...]lf Italia.» per chiedere, anch'essa, un trattamento di favore. Comunque il
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minor introito significherà una minore disponibilità di quei fondi che dovrebbero essere destinati a nuovi investimenti produttivi, su cui si 'faceva assegnamento in Sicilia per sviluppare un'azione propulsiva (13). Analogamente, anche le prospettive di largo assorbimento di manodopera vanno ridimensionate, con un po' di realismo. L'impianto di Gela non potrà creare molti posti di lavoro, trattandosi di complessi che tecnicamente richiedono un immobilizzo di oltre 40 milioni per addetto. Non é serio e nemmeno onesto perciò fare balenare speranze che andrebbero poi deluse. I complessi dell'E.N.I., tosi come quelli della Montecatini, ,o della Sincat, non possono risolvere il probelma della disoccupazione siciliana; possono stimolare con la loro presenza uno sviluppo produttivo che dovrebbe elevare al massimo l'occupazione. Il loro contributo alla soluzione del problema è più efficace come concorso indiretto che come apporto diretto. Non ci[...]
[...]are speranze che andrebbero poi deluse. I complessi dell'E.N.I., tosi come quelli della Montecatini, ,o della Sincat, non possono risolvere il probelma della disoccupazione siciliana; possono stimolare con la loro presenza uno sviluppo produttivo che dovrebbe elevare al massimo l'occupazione. Il loro contributo alla soluzione del problema è più efficace come concorso indiretto che come apporto diretto. Non ci si deve attendere quindi miracoli da Gela : gli esperti non prevedono più di 3000 assunzioni. _
A questi ridimensionamenti psicologici si aggiungono alcune riserve circa altri aspetti del progetto. Tra le critiche che ad esso vengono mosse due sembrano meritevoli di confutazione nell'interesse della Sicilia. Si osserva che il progetto prevede la costruzione di un porto a Gela, a carico della Regione. Quanto verrà a costare quest'opera? Dieci miliardi, secondo alcuni, 20 secondo altri. E una cifra piuttosto grossa, se si pensa alle altre opere non meno necessarie e urgenti che gravano sul bilancio siciliano. Si osserva inoltre che l'entrata in funzione del complesso di Gela potrebbe aggravare la crisi nel settore dello zolfo. La desolfurazione del petrolio grezzo di Gela darebbe luogo a una produzione di zolfo di recupero a costi molto bassi e in concorrenza con quello prodotto dalle miniere siciliane. Rispondono i tecnici dell'E.N.I. che questo danno sarà evitato, poiché lo zolfo di Gela sarà in gran parte utilizzato direttamente 'e per la parte rimanente conferito all'E.Z.I. a un prezzo calcolato facendo la media tra quello dell'E.N.I. e quello delle miniere siciliane. In tal modo l'E.Z.I. potrà disporre di un certo quantitativo di zolfo a costo inferiore che gli permetterà di ridurre il prezzo sul mercato. Con ciò non si risolve la crisi dello zolfo; né l'E.N.I. pretende di
(13) A questo proposito viene fatto osservare che l'alternativa a una produzione non economica sarebbe la rinuncia ad estrarre il petrolio di Gela, con la conseguenza di ridurre a zero le royalties [...]
[...]n prezzo calcolato facendo la media tra quello dell'E.N.I. e quello delle miniere siciliane. In tal modo l'E.Z.I. potrà disporre di un certo quantitativo di zolfo a costo inferiore che gli permetterà di ridurre il prezzo sul mercato. Con ciò non si risolve la crisi dello zolfo; né l'E.N.I. pretende di
(13) A questo proposito viene fatto osservare che l'alternativa a una produzione non economica sarebbe la rinuncia ad estrarre il petrolio di Gela, con la conseguenza di ridurre a zero le royalties spettanti alla Regione. Certo; meglio poco che niente. Ma viene il dubbio che, una volta costruito l'impianto di raffinazione, si finisca per constatare che e : più conveniente utilizzarlo per trattare il greggio nordafricano, piuttosto .che quello estratto in loco. E se così fosse anche quel poco, a cui ridurrebbero lé royalties, tenderebbe a zero.
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 145
farlo. Quella crisi che deriva dal fatto che il prezzo internazionale é sensibilmente inferiore a quello dello zolfo pro[...]
[...]uanto si riferisce alla unificazione delle tariffe doganali nei confronti delle importazioni provenienti da paesi non aderenti alla Comunità: resterà sempre uno scarto tra il prezzo siciliano e quello mondiale. Ora, appunto in considerazione di tale difficoltà, l'Italia si riprometterebbe di chiedere alla stessa Comunità un impegno a contribuire al programma di riconversione dell'industria zolfifera e di assistenza ai disoccupati. Il prodotto di Gela — si chiedono alcuni esperti che criticano il progetto dell'E.N.I. — non priverà il nostro paese di un argomento valido per chiedere, come ne avrebbe diritto, che venga suddivisa fra i sei paesi del M.E.C. la spesa per la riconversione e sovvenzione della produzione zolfifera? E una domanda che invita alla riflessione.
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Facciamo un po' il punto. L'industria di base in Sicilia durante questo periodo, come si è visto, ha avuto un certo sviluppo, disuguale ma nel complesso abbastanza consistente. In alcuni settori si é andati avanti, ad esempio nell'industria chimica, in altri si è restati [...]