Brano: [...]e estratte nel 1953). Di gran lunga inferiore la produzione di altri minerali (mercurio, antimonio, caolino, piombo, sostanze refrattarie). In complesso l'attività mineraria maremmana impiega circa 9 mila lavoratori, pari al 12 per
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cento della popolazione mineraria italiana, e dà una produzione annua del valore di almeno dieci miliardi.
La pirite di ferro si estrae in Maremma nelle tre miniere principali di Gavorrano, Boccheggiano e Niccioleta, e nelle minori di Ravi, Ritorto e Isola del Giglio. Di recente si é iniziato anche il lavoro preparatorio per lo sfruttamento di un importante giacimento al Monte Argentario; e non é improbabile che tutto il massiccio delle Metallifere nasconda un immenso giacimento di pirite, sfruttato sino ad oggi solo in minima parte. Le miniere attualmente, in funzione hanno comunque assicurata l'attività per parecchi decenni.
Fatta eccezione per le miniere di Ravi, Ritorto e Monte Argentario, che appartengono rispettivamente alla Marchi, alla STIMA, ed alla FERROMIN, le altre[...]
[...]'86 per cento dei fertilizzanti azotati, il 75 per cento dei fosfatici, ed il 75 per cento degli anticrittogamici. Si tratta insomma di un monopolio verticale, capace di profitti difficilmente calcolabili, dato che si realizzano alla fine del ciclo di lavorazione, ma che non dovrebbero essere inferiori, per il 1953, e per il solo bacino piritifero maremmano, ai 2 miliardi di lire (1).
La più antica fra le miniere di pirite maremmane é quella di Gavorrano : la sua scoperta risale al 1898. Ma già nella prima metà del secolo scorso aveva destato interesse un ammasso ferruginoso di limonite (il cosiddetto « brucione »), che poi era niente altro che lo strato affiorante del giacimento, con le relative alterazioni prodotte dagli agenti atmosferici. Si era tentato già allora di utilizzare il brucione in siderurgia, per la fabbricazione della ghisa, ed un piccolo stabilimento era sorto a questo scopo in località Bagno di Gavorrano; ma il fallimento dell'impresa troncb i lavori di escavazione, che erano stati molto superficiali e non avevano dato quin[...]
[...]risale al 1898. Ma già nella prima metà del secolo scorso aveva destato interesse un ammasso ferruginoso di limonite (il cosiddetto « brucione »), che poi era niente altro che lo strato affiorante del giacimento, con le relative alterazioni prodotte dagli agenti atmosferici. Si era tentato già allora di utilizzare il brucione in siderurgia, per la fabbricazione della ghisa, ed un piccolo stabilimento era sorto a questo scopo in località Bagno di Gavorrano; ma il fallimento dell'impresa troncb i lavori di escavazione, che erano stati molto superficiali e non avevano dato quin
(1) Per determinare i profitti delle Società ci siamo basati sui dati forniti dalle Commissioni Interne.
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di la possibilità di rilevare la presenza del giacimento di pirite. Fu solo nel 1898 che la Società Praga di Roma scopri sotto l'ammasso di brucione il giacimento, un deposito di oltre quattrocento metri di potenza (l'apice si trova infatti a 235 metri, e le esplorazioni sono giunte fino a 200 metri sotto il livello del mare). Lo sfruttamento v[...]
[...] e le esplorazioni sono giunte fino a 200 metri sotto il livello del mare). Lo sfruttamento viene oggi realizzato per mezzo di due grandi pozzi, il « Roma » e l'« Impero » (i nomi indicano l'epoca in cui la miniera fu potenziata, durante la guerra d'Africa). Dai due pozzi principali si distaccano le gallerie, e da queste i cunicoli di avanzamento ed i fornelli di estrazione. Fra sorveglianti, impiegati ed operai, i dipendenti della Montecatini a Gavorrano sono 1700, in buona parte abitanti a Gavorrano, un paesino di origine feudale che sorge su di un cocuzzolo selvoso, e nelle due più recenti frazioni di Filare e di Bagno. Circa 400 minatori vengono poi dai paesi vicini, Scarlino, Ravi e Caldana : il trasporto é oggi effettuato a mezzo di autobus della Società. I dirigenti sindacali ci hanno fatto osservare la sospetta puntualità con cui gli autobus arrivano e ripartono : allo scopo, si dice, di impedire i contatti tra i minatori di Gavorrano e quelli degli altri paesi. Ma di queste « astuzie » avremo modo di parlare in seguito. Una ottantina di operai scapoli abitano infine nei cosiddetti «:camerotti », vecchie costruzioni già allestite per alloggiare prigionieri di guerra.
A Boccheggiano la pirite si cominciò ad estrarre nel 1910: anche in questo caso l'attenzione dei ricercatori fu in un primo tempo attratta dalla limonite affiorante in superficie. La miniera pareva destinata ad un rapido esaurimento, quando le ricerche misero in evidenza nuovi filoni : i recentissimi lavori per la costruzione di una galleria di scolo delle ac[...]
[...]legno, alti e scuri, che segnano l'entrata dei pozzi. Nel fondovalle passano anche i vagoncini della teleferica, una delle più lunghe d'Europa : da Niccioleta questa teleferica si porta infatti sotto Massa Marittima, qui si raccorda con l'altra, proveniente da Boccheggiano, per proseguire fino al casello ferroviario di Scarlino ed al Puntone di Follonica, dove il minerale viene imbarcato. Al casello di Scarlino fanno anche capo le teleferiche di Gavorrano e di Ravi.
Per conto nostro il paesaggio minerario è francamente bello : le lamentele contro le brutture della civiltà industriale, che deturpa la natura, non ci sembrano qui giustificate. La bellezza del paesaggio minerario è determinata, ci sembra, dal contrasto fra le strutture industriali ed il paesaggio assolutamente primitivo, ' com'è
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sempre quello delle miniere di pirite e di carbone. Certamente, se i pozzi e le laverie sorgessero nel bel mezzo di terre coltivate, di oliveti o di vigneti, l'effetto potrebbe anche essere deturpante. E c'è poi, il sottile fascin[...]
[...]me anche altri aspetti, ed im
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piega altri ingegnosi espedienti : innanzi tutto vi è la tendenza ad elevare il limite del lavoro ad economia, proprio considerando i maggiori sforzi del cottimista come segno di normale capacità lavorativa. In secondo luogo, poiché la produzione delle compagnie si computa, per ragioni pratiche, a vagoncini, anziché a peso od a volume, la Montecatini ha introdotto vagoncini più capaci (a Gavorrano da 340 a 402 litri), lasciando inalterata la retribuzione. Anche l'introduzione di nuove macchine (pale meccaniche, traballatori, tavole a scossa ecc.) non dà alcun vantaggio agli operai, perché contemporaneamente si son rialzati i limiti di produzione ad economia.
In queste condizioni é facile capire per che cosa si stiano battendo gli operai e le loro organizzazioni sindacali : in primo luogo per il cottimo collettivo, che permetterebbe anche ai non minatori la partecipazione comune agli utili realizzati sopra l'economia; in secondo luogo per il conglobamento dei salari, che rialzerebbe al[...]
[...]vvertire prima gli operai del motivo per cui si facevano : la presenza in galleria di due ingegneri sconosciuti, seduti in silenzio con gli occhi sui cronometri, stimolò gli operai ad una sorta di gara di velocità, contro quello che sarebbe stato il loro più elementare interesse. Inoltre i calcoli complicati sono facili a provocare, se non la frode, almeno il sospetto di essa. Gli operai più anziani e più autorevoli protestarono col direttore, a Gavorrano, e questi li assicurò che il nuovo metodo andava bene, e che in nessun caso avrebbero avuto paghe inferiori alle solite : non pochi salari furono aumentati d'ufficio, avendo il Bedaux dato risultati inferiori, per calmare i più scontenti.
D'altra parte la crisi economica portò in quel tempo ad una diminuzione dei salari degli operai, in misura che raggiungeva persino il 28 per cento. Quando poi la razionalizzazione dei servizi portò al licenziamento di parecchie centinaia di operai, a Boccheggiano ed a Gavorrano si ebbe una vera e propria insurrezione : gli operai entrarono a forza negli uff[...]
[...]e in nessun caso avrebbero avuto paghe inferiori alle solite : non pochi salari furono aumentati d'ufficio, avendo il Bedaux dato risultati inferiori, per calmare i più scontenti.
D'altra parte la crisi economica portò in quel tempo ad una diminuzione dei salari degli operai, in misura che raggiungeva persino il 28 per cento. Quando poi la razionalizzazione dei servizi portò al licenziamento di parecchie centinaia di operai, a Boccheggiano ed a Gavorrano si ebbe una vera e propria insurrezione : gli operai entrarono a forza negli uffici della direzione, sfasciando imposte e mobilio : le spese maggiori le fecero, com'era logico, le odiate macchine che calcolavano il Bedaux e compilavano il foglio paga; impiegati e direttori scapparono dalle finestre. Le autorità non se la sentirono di arrestare i sediziosi, anzi, furono gli stessi gerarchi fascisti del luogo ad intromettersi in favore degli operai.
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Il Bedaux non superò così la fase sperimentale, e fu messo in disparte.
Durante la guerra gli operai, fra i quali le ide[...]
[...]contro un rapporto del capoguardia ».
I casi più recenti sono ancora più gravi. Otello Tacconi, operaio di Ribolla, é stato licenziato in questi mesi per aver criticato la Montecatini in un articolo di giornale. « Grave insubordinazione » afferma la società, ed aggiunge, per bocca dei suoi dirigenti, che « non è lecito sputare sul piatto nel quale si mangia ». Per lo stesso reato sono stati licenziati gli operai Arnaldo Senesi e Luigi Mezza, di Gavorrano il primo e di Monte Argentario il secondo.
La più forte repressione si realizza a Ribolla, dove ai motivi generali di malcontento si aggiunge, come abbiamo victo, la continua minaccia di smobilitazione. Un ultimo licenziamento, di 45 operai, provocó, nell'aprile del 1953, una vasta agitazione. Un gruppo di operai si cal?) nei pozzi e non volle uscir fuori. La direzione chiese l'intervento della forza pubblica, che si calò anch'essa in miniera, e, diretta dal dott. Riccardi, attuo (così si espressero allora certi giornali) la « brillante operazione » di arrestare gli operai sotto la imputazio[...]
[...]l Riccardi volle che gli operai uscissero dai pozzi ammanettati, « per dare l'esempio ».
La situazione sindacale dimostra una netta prevalenza della CGIL, che peraltro regredì un poco dopo la lotta dei cinque mesi. Assai scarsa la forza della CISL, assente addirittura in alcune miniere; più consistente quella della UIL.
Nelle ultime elezioni per la commissione interna, avvenute nel '52, la situazione era la seguente, nelle principali miniere:
Gavorrano: CGIL 997 voti e 5 seggi; CISL 162 voti e 1 seggio; UIL 147 voti e 1 seggio; Indipendenti 70 voti e 2 seggi;
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Niccioleta: CGIL 889 voti e 7 seggi; UIL 335 voti e 4 seggi;
Boccheggiano : CGIL 656 voti e 6 seggi; CISL e UIL unite 184 voti e 3 seggi;
Ribolla : CGIL 991 voti e 9 seggi; CISL e UIL unite 181 voti e 3 seggi;
Baccinello : CGIL 92 voti e 3 seggi; CISL 37 voti e 1 seggio; UIL 28 voti e 1 seggio;
Ravi: CGIL 236 voti e 3 seggi; UIL 54 voti e 1 seggio; CISL 14 voti.
IV.
Opera del Riccardi è l'inclusione in miniera del « prete di fabbrica », un sacerdote che [...]
[...]no le nere figure delle guardie giurate che scrutano il forestiero.
Alla fine dei turni sfilano a piccoli gruppi gli operai, davanti al basso magazzino delle lampade ad acetilene : un altoparlante li avverte dei pericoli della miniera, legge i motivi delle punizioni, minaccia multe. Con l'inasprimento della lotta sindacale (e quasi certamente per questo, anziché per deficienze tecniche di lavoro) vanno crescendo di anno in anno gli incidenti. A Gavorrano si sono avuti quattro morti nel 1953: si tratta degli operai Emilio Signori, Francesco Grippa, Antonio Anedda e Gino Malossi. In questo primo trimestre del '54 son morti gli operai Giacomo Petrocchi e Carlo Bartolini. Nel caso di quest'ultimo la società ha dichiarato che la morte è avvenuta per paralisi cardiaca, e quindi al di fuori della sua responsabilità. Ma il fatto é che il Bartolini era gravemente affetto da silicosi : impegnato in un lavoro pesante, con aria impura, é stato preso da uno svenimento, durante il quale é sopraggiunta la paralisi. Se nelle miniere di lignite c'é il rischio[...]