Brano: G.U.F.
Mussolini indica visivamente ai giovani dei G.U.F., convenuti nella Capitale per i Littoriali, la parola d’ordine fascista « Libro e moschetto! » (Roma, 1935)
o accademie militari e provenienti dalla organizzazione giovanile fascista (v. O.N.B.) ; dai 21 ai 28 anni, gli iscritti alle università o istituti superiori o accademie militari e membri del Partito nazionale fascista; fino ai 28 anni, i laureati
o gli ufficiali usciti da un’accademia militare e iscritti al P.N.F.; dai 21 ai 28 anni, gli iscritti al P.N.F. in possesso di diploma di un istituto medio superiore.
Quantunque l'iscrizione al G.U.F. non fosse formalmente obbligatori[...]
[...]
o accademie militari e provenienti dalla organizzazione giovanile fascista (v. O.N.B.) ; dai 21 ai 28 anni, gli iscritti alle università o istituti superiori o accademie militari e membri del Partito nazionale fascista; fino ai 28 anni, i laureati
o gli ufficiali usciti da un’accademia militare e iscritti al P.N.F.; dai 21 ai 28 anni, gli iscritti al P.N.F. in possesso di diploma di un istituto medio superiore.
Quantunque l'iscrizione al G.U.F. non fosse formalmente obbligatoria, il regime mirava a generalizzarla tra gli studenti, per controllare attraverso di essa ogni fermento di opposizione della gioventù studiosa. In armonia con i principi « eugenetici » del fascismo, l’iscrizione era tuttavia subordinata al conseguimento di un « brevetto sportivo ». Potevano far parte del G.U.F. anche le donne, raccolte però in una apposita « Sezione femminile », il cui compito era quello di prepararle « al compito che il fascismo attribuisce alla donna italiana ».
A capo dei G.U.F. era, nazionalmente, il segretario del P.N.F., coadiuvato da un vicesegretario ai G.U.F.. In ogni capoluogo di provincia il gruppo locale era diretto da un segretario (nominato dal P.N.F., su segnalazione del segretario federale), da un vicesegretario e da un direttorio di 5 membri. Per rendere più capillare l’organizzazione, doveva sorgere un gruppo in ogni città nella quale risiedessero almeno 25 studenti universitari. Presso ogm
G.U.F. provinciale venivano istituite una sezione laureati e diplomati (con compiti prevalentemente assistenziali e di tutela professionale) e una sezione studenti stranieri. Nel 1927 i G.U.F. dichiararono 12.560 iscritti. Questi salirono a 30.803 nel 1931 e a 82.004 nel 1937.
La Federazione dei G.U.F. aderì alla Confederazione internazionale degli studenti, partecipando ai relativi incontri e congressi con delegati che avevano il compito di far propaganda fascista tra i giovani degli altri paesi; ne uscì, clamorosamente, nel 1938.
La politica dei G.U.F.
Nel suo complesso, la politica dei G.U.F. rispecchiava pedissequamente quella del regime, pur non mancando qualche tentativo di elaborazione autonoma, come apparve, per esempio, in taluni organi di stampa universitari, o nelle rubriche « Vita dei G.U.F.» e «Pensiero dei G.U.F.» della rivista Gerarchia (v.), tra il 1934 e il 1940.
A dirigere l’organizzazione, sempre alle dirette dipendenze del Partito fascista nelle varie istanze, potevano essere designati solo elementi fidati. Ai segretari provinciali e ai loro diretti collaboratori (fiduciari di Facoltà e capi corso) era infatti richiesta una certa collaborazione con la squadra politica della Questura, specialmente per la sorveglianza degli studenti stranieri. Nell’ambito più strettamente « culturale », il fascismo guardava ai G.U.F. come a vivai da cui sarebbe dovuto uscire il quadro dirigente del partito. L’a[...]
[...]ere l’organizzazione, sempre alle dirette dipendenze del Partito fascista nelle varie istanze, potevano essere designati solo elementi fidati. Ai segretari provinciali e ai loro diretti collaboratori (fiduciari di Facoltà e capi corso) era infatti richiesta una certa collaborazione con la squadra politica della Questura, specialmente per la sorveglianza degli studenti stranieri. Nell’ambito più strettamente « culturale », il fascismo guardava ai G.U.F. come a vivai da cui sarebbe dovuto uscire il quadro dirigente del partito. L’azione « culturale e artistica » doveva quindi esplicarsi prima di tutto « nello studio dei principi della dottrina fascista », sviluppandosi poi in specifiche attività « teatrale, cinematografica, editoriale e giornalistica ». Queste attività, culminanti nei Littoria!i della cultura e dell'arte che venivano organizzati dal Ministero della cultura popolare, trovavano infine la loro « espressione concreta » nella Scuola di mistica fascista di Milano (intitolata a Sandro Italico Mussolini), nel teatro sperimentale del [...]
[...] « nello studio dei principi della dottrina fascista », sviluppandosi poi in specifiche attività « teatrale, cinematografica, editoriale e giornalistica ». Queste attività, culminanti nei Littoria!i della cultura e dell'arte che venivano organizzati dal Ministero della cultura popolare, trovavano infine la loro « espressione concreta » nella Scuola di mistica fascista di Milano (intitolata a Sandro Italico Mussolini), nel teatro sperimentale del G.U.F. a Firenze, nel controllo di tutta l’attività cinedilettantistica nazionale, nella pubblicazione di vari periodici studenteschi locali nonché di dispense universitarie.
Significativo, in senso classista, era il compito affidato agli studenti di « organizzare » i Littoriali del lavoro, riservati agli operai dai 18 ai 28 anni iscritti ai sindacati fascisti, e consistenti in prove tecnicoprofessionali e gare pratiche. A questo
incarico si accompagnava quello di « controllare » i corsi di preparazione politica per giovani lavoratori istituiti presso le Federazioni fasciste.
L’attività dei[...]
[...]se universitarie.
Significativo, in senso classista, era il compito affidato agli studenti di « organizzare » i Littoriali del lavoro, riservati agli operai dai 18 ai 28 anni iscritti ai sindacati fascisti, e consistenti in prove tecnicoprofessionali e gare pratiche. A questo
incarico si accompagnava quello di « controllare » i corsi di preparazione politica per giovani lavoratori istituiti presso le Federazioni fasciste.
L’attività dei G.U.F. si esplicava infine nel campo dell’assistenza (attraverso Case dello studente, mense studentesche, ambulatori medici ecc.) e in quello sportivo, con l’organizzazione di eliminatorie provinciali (Agonali) e nazionali (Littoriali dello sport), campi invernali, «settimane alpinistiche » o « marinare ». Nonostante la grande aspirazione dei fascisti di vedere applicato negli atenei il motto mussoliniano « Libro e moschetto fascista perfetto », e ciò attraverso l’istituzione della Milizia fascista universitaria, i corsi preliminari obbligatori e l’adozione dell’uniforme per gli universitari fascist[...]
[...] marinare ». Nonostante la grande aspirazione dei fascisti di vedere applicato negli atenei il motto mussoliniano « Libro e moschetto fascista perfetto », e ciò attraverso l’istituzione della Milizia fascista universitaria, i corsi preliminari obbligatori e l’adozione dell’uniforme per gli universitari fascisti (stivali e pantaloni alla cavallerizza, sahariana nera con cinturone e pugnale, berretto goliardico), bisogna dire che — in generale — i G.U.F. non diedero gli attesi risultati. Certi giovani per ostentazione di goliardica furberia, altri per un più consapevole rifiuto, e la massa per genuina indifferenza, dovuta a un totale distacco dalla politica (del resto presente nell’università solo nelle forme di grossolana propaganda), rimasero sordi a queste sollecitazioni.
A poco servivano privilegi e blandizie. Quantunque, come scriveva il console Aldo Marchesei, comandante la 2a Legione Universitaria « Benito Mussolini », « frequentando i corsi preliminari allievi ufficiali della Milizia Universitaria, sostanzialmente il giovane viene [...]