Brano: [...]qualche specializzato o majariu ossia mago per questo.
Il mio lavoro era lungo e sudato come quello dei pastori: il mungere, il formaggio, i1 castrare, il tosare, l'uccidere, il pulire. Non parliamo della guardia, giorno e notte, che era una tortura, contro le volpi,
(*) In nome del gran Padre e delle volpi / ne terremo buon conto domani.
130 FRANCO CAGNEITA
l'aquila e quella bestia più astuta e più di numero che é sempre iI ladro, tra noi.
Fuor che i frutti di latte, formaggio, lana e carne (che pur ci ba stavano in famiglia) il commercio era triste e quasi nulla si vendeva. Tutto era a cambia merce. Per andare a vendere qualche chilo di formaggio bisognava andare sino a Macomer e a Siniscola. E non si aveva neppure un soldo, ma 2 o 3 centesimi. Tante volte per abbuscare qualche soldo, al fine di comprarmi qualche zigarro o arma pure, mi é capitato di andare di casa in casa in tutto il vicinato e, dopo pure un mese, non sempre ci riuscivo.
I rapporti tra noi pastori erano buoni e ci volevamo bene piú di adesso. C'erano omicidi, com[...]
[...]estiamo a Orgoi. E come é nera notte, il ragazzo nuovo tiene il libro ed io un ramo acceso per fare luce a ziu Battista Grehu, che leggeva, e tutti gli altri cominciano a zappare.
Quando leggeva il libro io sentivo: « Io ti comando in nome di Dio, 'ustu est su veru, di stare lontano di me dal Diposito di Artiglieria e da tutta la Compagnia, lampu de unu boja, Tu sei angelo perduto, et cussu est pro unu omine bonu ».
Quelli zappavano.
Tiravano fuori mattoni.
132 FRANCO CAGNETTA
Mattoni, mattoni.
All'improvviso si sente un punto duro.
Corriamo tutti e zappiamo:
Era una pietra di mola di mulino, spezzata a due. E forse, pure,
la ha rotta qualcuno di noi a piccone.
Qua non si é trovato niente. E il vecchio ha detto:
— Saltiamo dal confine del territorio di Orgosolo a quello di Olie na. Forse 11 ci avremo più forza. — Poi ha domandato: — E le monete dove le avete messe?
Se le aveva prese un fratello del Manca padrone, Giovanni Antonio.
— No. No. No.
Dice che servivano per spinzare, cioè messe a terra tutta la terra si frantumava [...]
[...]ro! L'oro!
Ed era l'oro certamente.
Arriva primo ziu Puligheddu, e stende la mano.
— Ahimé! — dice.
La sua mano era tutta bagnata. D'acqua. Non di oro. Ci stavano
al muro come certi bastoni di pastore, in pietra, che venivano dall'alto
e dal basso. Ed un vecchio ha detto, poi, che si chiamavano: le statue di natura. Alla luce del ramo acceso erano luccicate ed a noi era sembrato l'oro.
Qualcuno si é messo a piangere.
E siamo usciti tutti fuori.
Più d'uno era convinto .che si trattava di vendetta: Orgurui il Latitante, padrone del tesoro, ci aveva voluto allegrare prima, facendocelo vedere, e poi, per dispetto, lo aveva trasformato in pietra. Siamo
134 FRANCO CAGNETTA
usciti prima di mezzanotte, perché se il morto si svegliava ci poteva pure uccidere.
Ma, per questo, non mi dovevo scoraggiare. Il tesoro doveva trovarsi. Dovevano esserci di monete d'oro e di argento, perle, rubini, e diamanti. E mi succede un'altra storia.
Una volta capita a Mamoj ada uno straniero. Io stavo li, di passaggio, con le pecore. Ero in strada, e que[...]
[...]ed io ero morto quasi dalla gioia. Cominciamo a zappare, a zappare. E scava e scava: avremo fatta una buca di due metri. Forse piú.
— Forza, forza! — dice il prete — Io faccio le orazioni.
E dice ancora: — Gú gú, bú bú.
Lo scemo pure.
Tutt'a un tratto sento qualche cosa dura. Io grido, il prete grida,
lo scemo più di tutti. Ci siamo abbracciati.
Ora bisognava pensare a tirare il tesoro.
Tiro. E c'era una certa forza.
Tiro ancora. E viene fuori una testa di crapa. E tutta spolpata!
137
INCHIESTA SU ORGOSOLO
— E questa che é?
— Vi sarete. sbagliato.
— Non mi posso sbagliare. Questo é il punto della carta.
Scavo ancora: niente!
Il prete era verde e rosso: si vedeve anche di notte. Lo scemo
piangeva, batteva le mani.
— Sarete stati voi. Per poca fede l'oro si è cambiato in testa di crapa.
— Mi pare che qui di scemo c'é solo lei, padre pio.
— E tu sei più cretino di lui. Stavamo per attaccarci.
— Se questa testa era oro — dico io — datemi in oro la decima che avete promessa.
Te la puoi prendere pure tutta questa testa. [...]