Brano: Occupazione delle fabbriche
presentate dal segretario della F.I.O.M., il socialista Bruno Buozzi.
Dall’ostruzionismo all’occupazione
Al congresso della F.I.O.M. apertosi a Genova il 20.5.1920, Buozzi aveva sostenuto la necessità di una vertenza che imponesse l’adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita e, in tal senso, era stato redatto un « memoriale » rivendicativo. Le richieste della F.I.O.M. riguardavano essenzialmente la fissazione dei minimi di paga per categoria e la conversione della indennità di carovita, ma i dirigenti della Associazione degli industriali metalmeccanici [A.M.M.A.), che avevano iniziato i colloqui solo perché costretti daH'ostruzionismo operaio avviato il 24 luglio, continuarono a opporre una linea di intransigenza, adducendo le difficoltà economiche generali. Il 13 agosto, quando essi dichiararono inutile la prosecuzione degli incontri, Buozzi convocò a Milano, per il 16 agosto, un congresso straordinario della F.I.O.M.. Costituito un Comitato d’agitazione [...]
[...]nità di carovita, ma i dirigenti della Associazione degli industriali metalmeccanici [A.M.M.A.), che avevano iniziato i colloqui solo perché costretti daH'ostruzionismo operaio avviato il 24 luglio, continuarono a opporre una linea di intransigenza, adducendo le difficoltà economiche generali. Il 13 agosto, quando essi dichiararono inutile la prosecuzione degli incontri, Buozzi convocò a Milano, per il 16 agosto, un congresso straordinario della F.I.O.M.. Costituito un Comitato d’agitazione con i delegati della C.G.L. e del P.S.I., il 18 agosto questo deliberò l’estensione dell’ostruzionismo, ossia ordinò agli operai di rallentare al massimo il ritmo delle lavorazioni. Di fronte a tale misura che danneggiava enormemente la produzione, gli industriali risposero il 30 agosto con la serrata dell7\//a Romeo di Milano. Il giorno stesso il Comitato d'agitazione esortò gli operai di tutti gli stabilimenti metallurgici milanesi a occupare le rispettive fabbriche. Raccolto daN’intera base, l'appello della F.I.O.M. portò in pochi giorni al rapido espan[...]
[...]berò l’estensione dell’ostruzionismo, ossia ordinò agli operai di rallentare al massimo il ritmo delle lavorazioni. Di fronte a tale misura che danneggiava enormemente la produzione, gli industriali risposero il 30 agosto con la serrata dell7\//a Romeo di Milano. Il giorno stesso il Comitato d'agitazione esortò gli operai di tutti gli stabilimenti metallurgici milanesi a occupare le rispettive fabbriche. Raccolto daN’intera base, l'appello della F.I.O.M. portò in pochi giorni al rapido espandersi delle occupazioni in tutti i centri industriali della Penisola. Questa eccezionale mobilitazione trasformava di fatto la vertenza economica in prova di forza politica.
In una mozione concordata il 5 settembre tra la Direzione del P.S.I. e il Consiglio direttivo della C.G.L. si prefigurava addirittura la possibilità di sviluppi rivoluzionari: « Qualora per l'ostinazione padronale, o per la violazione della neutralità da parte del governo, non si giungesse sollecitamente ad una soddisfacente soluzione del conflitto, il Convegno esprime il parere che[...]
[...]grande incertezza regna ancora sull’avvenire di questa repubblica proletaria, dato che le forze avversarie non si rivelano e non lasciano comprendere le loro reali intenzioni, la constatazione che queste "repubbliche" vivono ha una portata e un valore storico smisurato ».
Bene orientate dalla linea dell'« Ordine Nuovo », le maestranze torinesi si impegnarono al massimo nel complesso esperimento di autogestione, seguito alla decisione della
F.I.O.M. di non interrompere la produzione nelle fabbriche occupate. Nella assemblea convocata alla Fiat Centro, divenuta elemento propulsore dell’intera organizzazione operaia torinese, i commissari di reparto illustrarono le disposizioni di massima che dovevano sovraintendere al nuovo rapporto instauratosi in fabbrica. E a quel modello si rifecero gli altri stabilimenti.
Il comunicato emesso il 2 settembre dalla Fiat Centro dava agli operai questa parola d’ordine: « Dimostrate che anche privi della direzione padronale sapete disimpegnarvi nel funzionamento accurato del l’officina ».
196