Brano: [...]trò per la prima volta Gramsci il 5.12.1920 a Biella, in occasione di una riunione locale della Frazione.
Livornismo
Nel gennaio 1921 fu tra i promotori del P.C. d’I. a Biella, entrando a far parte della Segreteria federale della Federazione giovanile comunista d’Italia e collaborando al settimanale provinciale del nuovo partito, “Il Bolscevico”. A un convegno regionale giovanile conobbe Luigi Longo (v.), membro del Comitato centrale della F.G.C.I. e già dirigente regionale della Frazione comunista.
« Lettore assiduo deM’“Ordine Nuovo” — scriverà in seguito Secchia a proposito di Longo, con parole che si addicono alla sua stessa esperienza — nutriva una grande stima per Antonio Gramsci ma, come molti altri giovani comunisti di Torino e di tutta Italia, era attratto dalla forte personalità di Amadeo Bordiga e dalle sue posizioni di estrema sinistra” (voce Longo, Luigi, in questa Enciclopedia, voi. III).
Il biennio “nero”, quello che vide l’ascesa al potere del fascismo, fu decisivo per la preparazione politica di Secchia: tra le [...]
[...]o le bande fasciste (Secchia era, come Longo, in contrasto con la Direzione bordighiana sulla non partecipazione dei comunisti al movimento degli “Arditi del popolo”), dopo la marcia su Roma si impegnò nell’attività clandestina, redigendo il foglio “L’uomo che ride”; arrestato e incarcerato per due settimane nel quadro della “battuta anticomunista” del 1923, fu costretto a recarsi a Milano. Qui, mentre lavorava come muratore, fu segretario della F.G.C. milanese, membro del Comitato centrale della F.G.C.I. e collaboratore de “La Voce della Gioventù”, diretta da Longo. Ma il peso che assunse nel P.C.I. la frazione di destra (Tasca) portò a un “rinnovamento” dell’apparato giovanile: Secchia fu costretto a emigrare clandestinamente in Francia (dicembre 1923), dove visse facendo il manovale senza tuttavia rinunciare alla milizia politica. Nel maggio 1924, neH’imminenza del V Congresso delTInternazionale Comunista, Longo lo richiamò in Italia; delegato al congresso di Mosca, Secchia si trattenne nell’U.R. S.S. per quaranta giorni, conoscendo direttamente una gran parte dei gruppi dirigenti dell’I.[...]
[...]e grandi scelte Secchia fu ancora con la sinistra (rappresentata da Bordiga), contro il centro (Pai miro Togliatti) e la destra (Tasca) che dirigevano il P.C. d’I. grazie all’“atto di autorità” con cui l’I.C. nel giugno 1923 aveva escluso la maggioranza dal Comitato esecutivo del partito. Al ritorno in Italia lavorò per qualche mese come operaio alla FIAT.
Dagli scontri interni tra le frazioni uscì verso la fine del 1924 come segretario della F.G.C. torinese; lasciò la fabbrica e divenne “rivoluzionario professionale”. Nel corso del 1925 fu per alcuni mesi segretario della Federazione di Biella (v.). Di fronte alla costituzione del “comitato d’intesa” promosso dà un gruppo della sinistra, egli — con la grande maggioranza della F.G.C.I. e con il segretario Longo — condivise l’accusa di frazionismo organizzato mossa ai “bordighiani” dal nuovo centro dirigente del P.C. d’I. e si distaccò dal gruppo e dallo stesso Bordiga, ormai emarginato.
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