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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 550

Brano: [...]

la gioventù ha aggravato gli errori del Partito. Annebbiamento della funzione della gioventù operaia e lavoratrice. Tendenze opportunistiche'! ntellettualistiche che hanno preso il sopravvento nel nostro lavoro giovanile. Mancanza di un lavoro educativo democratico dei giovani comunisti e simpatizzanti ».

Da parte sua, il segretario Negarville confermerà, ammettendo esplicitamente di aver incoraggiato una « tendenza liquidazionista » della F.G.C.I. (da P. Spriano, cit, pp. 25455).

Allorché, nell'agosto 1938, il Comitato centrale del P.C.d’I. venne sciolto di fatto dall'Internazionale, il processo di dissoluzione della F.G.C.I. in quanto organizzazione centralizzata era cosa compiuta. Nel 1936, a rappresentare il partito nella F.G. C.l. era stato chiamato Emilio Sereni (v.) che nel 1937, durante un suo viaggio a Mosca, fu addirittura arrestato e condannato a morte. Potè scampare all’esecuzione, ma venne poi escluso dall'apparato.

Nel 1938, in una relazione ufficiale di Giuseppe Berti, responsabile della nuova segreteria del P.C.d’I., la situazione della gioventù veniva giudicata « molto grave » e Sereni accusato di aver presentato al K.I.M. una situazione della F.G.C.I. ottimistica, « che non corrispondeva alla realtà ».

Secondo Berti, « il solo quadro giovanile che si fa vivo ogni tanto è Aldo (Giosuè Casati) di Milano, che però è legato a degli elementi sospetti e quindi non ce ne possiamo servire [...] si dice che ci siano degli studenti a tendenze genericamente antifasciste, non abbiamo notizie di altro ». E Berti concludeva: « In realtà, bisognerà cominciare ex novo il lavoro per quanto concerne la Federazione giovanile » (P. Spriano, cit., p. 284).

Le successive vicende internazionali, l’invasione della Francia e la diaspora dei superstiti di[...]

[...] degli studenti a tendenze genericamente antifasciste, non abbiamo notizie di altro ». E Berti concludeva: « In realtà, bisognerà cominciare ex novo il lavoro per quanto concerne la Federazione giovanile » (P. Spriano, cit., p. 284).

Le successive vicende internazionali, l’invasione della Francia e la diaspora dei superstiti dirigenti dell’emigrazione comunista italiana resero irreversibile il processo di dissoluzione di ciò che restava della F.G.C.I.. Allorché, il 15.5.1943, con

lo scioglimento del Comintern, sparì automaticamente anche il K.I.M., di cui la F.G.C.I. era la Sezione italiana, venne formalizzata un’estinzione che, nei fatti, risaliva a diversi anni prima.

La situazione in Italia

Mentre la F.G.C.I. andava estinguendosi, la situazione italiana era in movimento e ricca di fermenti. Dall’inizio della Seconda guerra mondiale gruppi di giovani operavano autonomamente “fuori” del fascismo e in opposizione al regime (v.

Antifascismo giovanile organizzato). Tra questi non mancavano certo quelli di ispirazione comunista, ma a differenza di altre forze che cercarono subito un’articolazione su scala nazionale, come ad esempio il Movimento liberalsocialista (v.), le repressioni subite, la mentalità settaria e le tradizionali modalità organizzative del partito impedivano ai comunisti di cogli[...]

[...]ani, ma altri ne erano sorti a Padova per iniziativa di Eugenio Curiel (v.), a Milano intorno al movimento artisticoculturale di Corrente (v.) e nella Marsica (v.), per non parlare dei tanti giovani individualmente impegnati a vari livelli, in diverse provincie, nel lavoro clandestino di partito.

Dopo I'8.9.1943, durante la Guerra di liberazione, nelle regioni del Nord occupate dai tedeschi i dirigenti comunisti rinunciarono a ricostituire la F.G.C.I. e decisero di dar vita invece (novembre 1943) al Fronte della Gioventù (v.), organizzazione unitaria di tutti i giovani antifascisti dei partiti aderenti al Comitato di liberazione nazionale.

Nel giugno 1944, appena liberata Roma, per decisione di Togliatti fu costituito nella Capitale il Movimento giovanile comunista che ebbe come primo dirigente Enrico Berlinguer. Nel luglio 1945 questo movi

mento verrà sciolto e i suoi aderenti confluiranno nel Fronte della Gioventù che, però, a sua volta, si estinguerà nel 1948, anche in seguito alla defezione dei giovani liberali e democristian[...]

[...]a sua volta, si estinguerà nel 1948, anche in seguito alla defezione dei giovani liberali e democristiani (1947).

Nel marzo 1949 il Comitato centrale del P.C.I. deciderà di ricostituire la Federazione giovanile comunista italiana che, nell'aprile 1950, terrà a Livorno il suo Congresso costitutivo, denominato XII Congresso per stabilire un rapporto di continuità con la vecchia Federazione.

Enrico Berlinguer, designato segretario della nuova F.G.C.I., nella sua relazione introduttiva potrà annunciare: « Il nostro Centro nazionale è arrivato a distribuire 418.890 tessere [...] e gli iscritti sono raggruppati in 6.371 sezioni e 9.178 cellule » (Cfr. Enrico Berlinguer, Collana “Documenti”, Edizioni l’Unità S.p.A., Roma 1985, p, 43),

G.Mag. E.Ni.

Federazione giovanile socialista italiana

F.G.S.I. Organizzazione politica costituita il 25.3.1907 e sciolta di fatto dalle Leggi eccezionali fasciste del novembre 1926. Gran parte di essa si era peraltro trasformata, fin dal gennaio 1921, in Federazione giovanile comunista d'Italia (v.).

Origini

La F.G.S.I. nacque da una scissione

Membri di un circolo del Movimento giovanile comunista di Tivoli (Roma) durante una manifestazione del 1944

1 lYlOVVMfcN

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 553

Brano: Appendice
zione e le Sezioni “adulte” di Roma e Napoli vi faranno esplicito riferimento in alcune loro mozioni.
Il VI Congresso nazionale della F.G. S.l. si svolse a Firenze nel settembre del 1917: erano presenti 150 delegati in rappresentanza di 9.500 iscritti e 350 sezioni. “L’Avanguardia” era attestata sulle 7.000 copie di tiratura. II Congresso constatò questo stato di relativa solidità organizzativa e riaffermò il « legame di ferro » che ormai sembrava stringere il movimento giovanile alla frazione estremista del partito « adulto ». Sarà sulla base di questo “legame di ferro” che la F.G.S.I. si affaccerà alla ripresa deH’iniziativa politica subito dopo la fine della guerra.
Primo dopoguerra
Il 30.3.1919 la Sezione giovanile di Andria (Bari) presentò su “L’Avanguardia” una propria mozione favorevole aH'astensionismo elettorale, che suscitò immediato clamore in tutta l'organizzazione. La proposta dell'astensionismo (v.) si presentava infatti come l'erede della parte più radicale ed “estremista” del patrimonio teorico della F.G.S.I.; cioè di quella bordighiana, rigidamente settaria e anticollaborazionista, tesa alla “purificazione” dell’organizzazione rivoluzionaria. A questa linea si contrappose il gruppo dirigente centrale, raccolto intorno al segretario politico Luigi Polano (v.) che faceva propri gli orientamenti massimalistielezionisti, maggioritari aH’interno della Direzione del P.S.I..
II Congresso nazionale della F.G.S. I., svoltosi a Roma nell’ottobre del 1919, vide tuttavia emergere una forte minoranza (circa 9.000 iscritti su un totale di 25.000) composta da astensionisti e “ordinovisti” (v. Ordine Nuovo), uniti nel criticare l’operato del Comitato centrale (così era stato ribattezzato il Comitato nazionale) e nel chiedere il trasferimento della redazione dell’“Avanguardia” da Roma ad altra sede, dove più forte e radicato risultasse il movimento giovanile. Un ordine del giorno presentato da Umberto Terracini (v.) sull'esperienza torinese dei Consigli di fabbrica raccolse gli applausi di tutti i congress[...]

[...] del Comitato centrale (così era stato ribattezzato il Comitato nazionale) e nel chiedere il trasferimento della redazione dell’“Avanguardia” da Roma ad altra sede, dove più forte e radicato risultasse il movimento giovanile. Un ordine del giorno presentato da Umberto Terracini (v.) sull'esperienza torinese dei Consigli di fabbrica raccolse gli applausi di tutti i congressisti.
A partire dunque dall'autunno del 1919 si svilupparono in seno alla F.G.S.I. le influenze convergenti della frazione bordighiana e del gruppo torinese facente capo ad Antonio Gramsci (v.) e all’“Ordine Nuovo” che aveva iniziato le pubblica
zioni nel maggio di quell’anno, ma a differenza di quanto accadeva nel partito “adulto”, l’influenza “ordinovista” ebbe modo di svilupparsi tra i giovani attraverso un confronto originale, con il “centro” massimalista, che non avrebbe tardato a produrre risultati importanti sul piano della linea politica.
Nel maggio 1920 il Consiglio nazionale della F.G.S.I. (l’organismo dirigente intermedio, composto dai delegati regionali de[...]

[...]rinese facente capo ad Antonio Gramsci (v.) e all’“Ordine Nuovo” che aveva iniziato le pubblica
zioni nel maggio di quell’anno, ma a differenza di quanto accadeva nel partito “adulto”, l’influenza “ordinovista” ebbe modo di svilupparsi tra i giovani attraverso un confronto originale, con il “centro” massimalista, che non avrebbe tardato a produrre risultati importanti sul piano della linea politica.
Nel maggio 1920 il Consiglio nazionale della F.G.S.I. (l’organismo dirigente intermedio, composto dai delegati regionali del movimento), sconfiggendo per la prima volta gli orientamenti settari del gruppo astensionista decise di estendere la propria iniziativa di lotta tra gli studenti delle scuole medie superiori, fino a quel momento considerati nemici “naturali” della classe operaia. Nello stesso tempo si cercò di dare maggiore concretezza alle tradizionali tematiche antimilitariste.
L’appello del Comitato centrale ai coscritti della classe 1901 conterrà l'invito a « non disertare, ma penetrare, scompaginare l'esercito borghese. La gioven[...]

[...] completa al movimento insurrezionale ». (Da “L’Avanguardia” del 5.9.1920).
La situazione politica era in fase di rapido mutamento. Nel marzo del 1919 i fascisti avevano incendiato la redazione milanese dell’“Avanti!”, nell’estate erano scoppiati in tutta Italia i moti contro il carovita e c’era stato il primo grande sciopero degli operai metallurgici, nel settembre Gabriele D'Annunzio aveva occupato Fiume. Tra il maggio e il giugno del 1920 la F.G.S.I. si spostò (insieme al gruppo dell’“Ordine Nuovo” che, riflettendo autocriticamente sullo “sciopero delle lancette” (v.), aveva elaborato la famosa piattaforma programmatica « Per un rinnovamento del Psi ») su un terreno apertamente scissionista e comunista. Il Consiglio nazionale della F.G.S.I., riunito a Genzano il 30 maggio, approvò una mozione di aperta critica della Direzione del P.S.I. che « è aspettatrice e non partecipa attivamente a tutti gli episodi di vita delle masse ». La condizione indispensabile per il rinnovamento del partito veniva indicata nell’istituzione dei
Delegati del Congresso nazionale della F.G.S.I. svoltosi a Roma nel 1919
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 544

Brano: [...]ato affermando: « II P.C.I. non ha superato l’infantilismo, la malattia di un giovane sterile radicalismo, di un radicalismo il quale si risolve in una paura settaria del contatto con la vita reale, in una mancanza di fiducia nelle proprie forze e nelle tendenze rivoluzionarie delle masse, quando si entra in lotta per un obiettivo transitorio ». (Cit. da Paolo Spriano, Storia del P.C.I., voi. I, pag. 185).

Gramsci, portando al congresso della F.G.C.i. il saluto deirOrdine Nuovo”, si limitò a fare appello ai valori del comuniSmo e a esortare i giovani a svolgere attività soprattutto nelle fabbriche. Al termine dell’assemblea venne eletto, con criteri di rappresentanza regionale, un Comitato centrale composto da 3 studenti (Longo, Berti, Antonio Cassitta) e 7 operai: Aldo Gorelli e Celestino Telò per la Lombardia, Falcipieri per il Veneto, Fanzin per la Venezia Giulia, Cianicceri per la Toscana, Camillo Montanari (v.) per l’Emilia, Edoardo D’Onofrio per il Lazio. Berti fu rieletto segretario nazionale e Cassitta assunse la direzione di “[...]

[...]mbardia, Falcipieri per il Veneto, Fanzin per la Venezia Giulia, Cianicceri per la Toscana, Camillo Montanari (v.) per l’Emilia, Edoardo D’Onofrio per il Lazio. Berti fu rieletto segretario nazionale e Cassitta assunse la direzione di “Avanguardia”, tornata a Roma, (mentre Tranquilli/Silone passava alla redazione del “Lavoratore” a Trieste).

Oltre all’attività paramilitare e all’educazione politicoideologica dei giovani, nel corso del 1922 la F.G. C.l. svolse un certo lavoro in campo culturale, collegata all’istituto di Cultura Proletaria (v. Proletkul’t), nonché nell’organizzazione di “Gruppi di fanciulli comunisti” e di “Circoli infantili” in varie città.

Sotto i colpi della reazione (1923)

Dopo la marcia fascista su Roma (ottobre 1922), con l’avvento al potere di Mussolini e l’intensificarsi delle sanguinose aggressioni squadristiche (che raggiungeranno un apice con la “strage di Torino” del dicembre 1922), “Avanguardia” era diventata un bersaglio troppo esposto alle repressioni e il partito decise di sospenderne l’uscita, sos[...]

[...]

Dopo la marcia fascista su Roma (ottobre 1922), con l’avvento al potere di Mussolini e l’intensificarsi delle sanguinose aggressioni squadristiche (che raggiungeranno un apice con la “strage di Torino” del dicembre 1922), “Avanguardia” era diventata un bersaglio troppo esposto alle repressioni e il partito decise di sospenderne l’uscita, sostituendola con un settimanale intitolato La Voce della Gioventù che non ne palesava l'appartenenza alla F.G.C.I.. A dirigere il nuovo organo fu chiamato Luigi Longo e la sede venne trasferita a Milano, dove si stabilirono anche Berti, Cassitta e altri dirigenti dei giovani. Ma essi non fecero neppure in tempo a stampare il primo numero che, nel maggio 1923, furono tutti arrestati.

Luigi Longo nel 1923

Dal febbraio era infatti in corso contro i comunisti una vasta azione repressiva che, nel giro di poche settimane, aveva portato all’arresto del segretario nazionale Amadeo Bordiga e, con lui, di migliaia di iscritti e quadri del partito in tutta Italia, compresi 72 segretari federali, 41 respons[...]

[...]e in tempo a stampare il primo numero che, nel maggio 1923, furono tutti arrestati.

Luigi Longo nel 1923

Dal febbraio era infatti in corso contro i comunisti una vasta azione repressiva che, nel giro di poche settimane, aveva portato all’arresto del segretario nazionale Amadeo Bordiga e, con lui, di migliaia di iscritti e quadri del partito in tutta Italia, compresi 72 segretari federali, 41 responsabili di organizzazioni provinciali della F.G.C.I. e altri dirigenti giovanili come Giuseppe Dozza (v.) (a quell’epoca occupato presso il centro del partito). Con una grossolana montatura poliziesca, Bordiga e i più noti dirigenti furono accusati di associazione a delinquere, cospirazione contro i poteri dello Stato, incitazione alla rivolta e alla diserzione.

Dal 20 al 22.8.1923 si tenne a Roma un Convegno nazionale della F.G. C.l. con delegati provenienti da varie località (Biella, Novara, Torino, Milano, Vicenza, Venezia, Trieste, Palermo, Roma), nelle quali l’attività dell’organizzazione, nonostante tutto, continuava. Il convegno sottolineò la necessità di sviluppare il lavoro politico ed educativo tra i giovani operai in applicazione delle decisioni del Ili Congresso del K.l. M. per la costituzione delle cellule di officina come base per una più ampia trasformazione organizzativa della gioventù comunista (come pure del partito).

Dopo l’arresto di Longo, l’impegno di far uscire “La Voce della Gioventù” fu per[...]

[...] pochi altri (Celestino Telò, Duccio Guermandi (v.), Aldo Gorelli e Davide Maggioni (v.) ), curò la redazione, la stampa e la diffusione del giornale in forma semiclandestina, con tirature che raggiunsero le 8.000 copie. Nell'agosto la direzione della “Voce” passò a Ugo Arcuno (v.) e l’amministrazio

ne fu assunta dal “terzino” Roberto di Marcantonio, un giovane ragioniere di origine meridionale che si occupava anche dell’amministrazione della F.G.C.I.. (Il giornale continuerà a uscire fino al novembre 1923 e dal gennaio 1924 riprenderanno le pubblicazioni legali di “Avanguardia”, in tono minore). Processati a Roma nell’ottobre 1923 e dimostrata l’inconsistenza delle accuse, Bordiga, Berti, Dozza e gli altri coimputati in quel processo vennero prosciolti, mentre Longo sarà liberato solo nel febbraio 1924. Nel frattempo le organizzazioni, decapitate e colpite nei gangli vitali, avevano perduto gran parte della loro capacità operativa e degli iscritti.

In novembre, appena uscito dal carcere, Berti fu chiamato a svolgere attività in cam[...]

[...]gli altri coimputati in quel processo vennero prosciolti, mentre Longo sarà liberato solo nel febbraio 1924. Nel frattempo le organizzazioni, decapitate e colpite nei gangli vitali, avevano perduto gran parte della loro capacità operativa e degli iscritti.

In novembre, appena uscito dal carcere, Berti fu chiamato a svolgere attività in campo internazionale come membro del Comitato esecutivo del K.I.M. e la carica di segretario nazionale della F.G.C.I. venne affidata a Dozza (che la terrà formalmente fino al 1927). A più diretto contatto con l’Internazionale, nel dicembre 1923 Berti passò alla “destra” capeggiata da Tasca e successivamente si avvicinò a Gramsci. Dato che per evitare i rigori polizieschi la nuova versione di “Avanguardia” si presentava in forma apartitica e meno agitatoria, su consiglio di Gramsci Berti venne anche incaricato di dare vita, con altri, a una rivista criptocomunista intitolata Cultura e destinata a svolgere tra i quadri giovanili la funzione ideologica precedentemente assolta dal settimanale.

Da Bordiga [...]

[...]ta di “fronte unico” (v.). Più che mai necessario era quindi spingere l’intera organizzazione comunista italiana a ricongiungersi con i socialisti, ma dal momento che la maggioranza di questo partito intendeva mantenere la propria autonomia, si pose l’obiettivo immediato della fusione tra il P.C.d’I. e la Frazione Terzinternazionalista (v.) del P.S.I..

Anticipando di qualche mese tale evento, nel gennaio 1924 d’accordo con l’Internazionale la F.G.C.I. accolse nelle proprie fila l’intera Federazione genovese dei giovani so



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 551

Brano: [...] (Torino) durante una gita nel 1917

della Unione Generale della Gioventù, la prima organizzazione giovanile italiana, sorta nel 1902 raggruppando circoli di vario orientamento socialista e anarcosindacalista sparsi in tutta Italia. Durante il Ili Congresso di questa Unione, svoltosi a Bologna nel marzo 1907, la frazione di minoranza composta dai giovani socialisti decise di abbandonare i lavori per costituirsi in congresso di fondazione della F.G.

S.l. aderente al P.S.I.. La scissione dei giovani (che anticipò di alcuni mesi l'analoga divisione avvenuta all’interno del partito “adulto” nel luglio) si verificò sulla base di un ordine del giorno di opposizione dei socialisti al programma apertamente “anarchista” della maggioranza deìl’Unione, aderente al sindacalismo rivoluzionario (v.).

Il nodo centrale della polemica tra giovani socialisti e giovani sindacalisti era rappresentato dalla condanna dell’herveismo, un’ideologia ispirata dal francese Gustave Hervé (antimilitarista, ma poi nazionalista), in quanto « richiamo continuo e [...]

[...]aganda, annebbiando il concepimento socialista nei giovani ».

La polemica antiherveista del settimanale dei giovani socialisti, “L’Avanguardia" (v.), si dirigerà soprattutto contro la parola d’ordine dello sciopero generale unilaterale in caso di guerra, ponendo invece l’accento sulla necessità di un coordinamento internazionale della mobilitazione antimilitarista.

Dal 1907 al 1915

Negli anni che precedettero la Prima guerra mondiale la F.G.S.I. arrivò a organizzare quasi 8.000 iscritti distribuiti in 300 circoli, ma concentrati pressoché esclusivamente nelle regioni del CentroNord. La vita e l’attività di ogni circolo giovanile erano regolate da uno statuto approvato nel 1907, che fissava dai 15 ai 21 anni i limiti di età per l’iscrizione.

Quanto a composizione sociale, i giovani socialisti risultavano in prevalenza operai, artigiani, commessi di negozio, mentre assai pochi erano gli studenti e gli impiegati. Solo nelle Puglie, dove gli iscritti rasentavano il centinaio, ebbero un relativo successo i tentativi di inquadrament[...]

[...]i ordine principalmente propagandistico e si svolgeva attraverso conferenze o comizi in città e nella provincia, ma non mancavano le iniziative di carattere ricreativo e sportivo come la Lega dei ciclisti rossi e quella escursionistica, o educativa come la Lega antialcoolica, concepite come

strumenti di attivazione e rieducazione dei giovani. L’antimilitarismo (v. Militarismo e antimilitarismo) fu comunque il filo conduttore dell’azione della F.G.S.I. e condusse i giovani socialisti sulla strada di una opposizione sempre più aperta nei confronti dei governi giolittiani: contro l’aumento delle spese militari, contro la guerra di Libia, contro l’impiego dei soldati in operazioni di ordine pubblico.

La progressiva radicalizzazione della situazione politica nel primo quindicennio del secolo indusse la Federazione a un dibattito critico sui contenuti dell’iniziativa antimilitaristica; nella fattispecie, sulle possibilità e sui modi di un passaggio dalla propaganda generica dei fini massimi, alla lotta, dentro e fuori le caserme, per obie[...]

[...]passaggio dalla propaganda generica dei fini massimi, alla lotta, dentro e fuori le caserme, per obiettivi immediati e concreti attraverso la creazione di un’organizzazione semiclandesti: na nelle file dell’esercito. La misura più importante in questo senso venne presa nel corso del 1912 con l’istituzione del “soldo al soldato”: un fondo finanziario per l’assistenza ai giovani coscritti, da raccogliere attraverso sottoscrizioni organizzate dalla F.G.S.I. e da devolvere ai soldati in cambio di un loro impegno nella propaganda antimilitarista.

Nel giugno del 1913 il ministero degli Interni comunicava al ministero della Guerra che la propaganda antimilitarista e il “soldo al soldato” « avevano assunto nell’alta e media Italia e in qualche provincia anche dell'Italia meridionale uno sviluppo impressionante ».

Il 25,5,1913 il Comitato nazionale

della Federazione, composto da dodici delegati regionali eletti al congresso dell’anno precedente, deliberò la stampa di un opuscolo intitolato Il soldo al soldato, tirato in 20 mila copie e di[...]

[...], deliberò la stampa di un opuscolo intitolato Il soldo al soldato, tirato in 20 mila copie e diffuso in tutto il territorio nazionale. La stesura dell’opuscolo (esaurito nel giro di dieci giorni) venne affidata ad Amadeo Bordiga (v.), dirigente del circolo di Napoli.

Bordiga e Tasca

Il giovane dirigente napoletano era salito alla ribalta del movimento nel corso del 1912, impegnandosi in accesi dibattiti con un altro leader di spicco della F.G.S.I., il piemontese Angelo Tasca (v.). Il nodo del contendere era stato quello della cultura borghese: pericolosa per Bordiga, indispensabile per Tasca. In realtà, in quella discussione si erano confrontati due filoni di pensiero antitetici, ma destinati a pesare entrambi per lungo tempo sulle vicende del movimento operaio italiano: settario, anticollaborazionista e “anticulturista” quello di Bordiga; aperto, intellettuale e “culturista” quello di Tasca.

Anche se non interamente comprese, le idee di Bordiga esercitavano una grande attrattiva sul movimento giovanile, dove la loro rigidezza d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 548

Brano: [...]ndipendenti dal P.C.d’I. che, anzi, le criticava severamente (v. Basovizza). Gli attentati e gli atti di terrorismo compiuti in Italia dopo l’avvento fascista al potere non furono quindi opera di comunisti, ma quasi esclusivamente di anarchici come Michele Schirru (v.) o di affiliati a “Giustizia e Libertà” (v.), un movimento che apertamente promuoveva queste forme di lotta.

Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta, l’attività della F.G. C.I., quale risulta dai rapporti di polizia e dalle sentenze del Tribunale speciale, era strettamente fusa a quella del partito e volta in massima parte a produrre e diffondere materiale di propaganda antifascista, nonché a costituire un’organizzazione capillare clandestina sui luoghi di lavoro, in fabbrica e nelle campagne, solo in qualche caso nelle Università (si vedano le voci su Giuseppe Boretti ed Eugenio Giovannardi).

Nel 193031, per iniziativa del Centro interno diretto da Celso Ghini (v.), il movimento giovanile comunista si sviluppò su scala nazionale attraverso 5 segretariati in[...]

[...]ttivo un’insurrezione popolare aveva quindi perduto, all'inizio degli anni Trenta, ogni ragionevole prospettiva. Nel febbraio 1933 l'ascesa di Hitler in Germania imponeva sulla storia eu

Pietro Secchia negli anni giovanili

ropea un suggello destinato a gravare per lunghi anni.

XI Congresso (1931)

Nell'aprile 1931, subito dopo il IV Congresso del P.C.d’I. svoltosi a Dusseldorf e a Colonia (v.)f ebbe luogo a Zurigo l'XI Congresso della F.G.C.I. (il quarto dalla scissione). Carcerato Secchia proprio alla vigilia di questa assise, la carica di segretario nazionale dei giovani era passata a Luigi Amadesi (v.) che, strettamente legato a Togliatti, già faceva parte della Segreteria della F.G.C.I. e dell'Esecutivo del K.I.M..

Le perdite subite in seguito alla “svolta” non furono recriminate, bensì esaltate come prova della vitalità del partito e dell’esistenza di una diffusa opposizione popolare all’interno del Paese. Venne perciò riconfermata la linea di lotta « rivoluzionaria » senza « transizioni » democratiche, quindi di lotta contro la socialdemocrazia, definita « socialfascismo » (v.) e considerata come il principale nemico del movimento operaio. A Colonia venne proclamata la necessità di condurre una forte azione organizzata « del proletariato diretto dal suo partito e al[...]

[...]a [...] Risultati positivi e qualche movimento si avevano, e in misura ridotta, solo in alcune zone [...] come l’Emilia Romagna e la Toscana. Altrove [...] della Federazione giovanile comunista restavano appena tracce. [...] La nostra attività, la nostra politica e il nostro modo di lavorare [...] furono bocciati dagli operai di Torino, di Milano, di Genova» (p. 176).

Nel febbraio 1931 era stato designato responsabile del Centro interno della F.G.C.I. Giordano Pratolongo (v.) che, arrestato poco dopo il suo arrivo a Bologna (7.5.1931), sarà condannato con Melchiorre Vanni (v.) a 12 anni di reclusione per « tentativo di insurrezione armata ». Date le reali condizioni del Paese, cercare di applicare la linea di lotta “rivoluzionaria” uscita dal Congresso di Colonia era puro velleitarismo, per di più in contraddizione con la parola d'ordine di entrare nelle organizzazioni di massa fasciste, sia pure al fine di “disgregarle” daH’interno.

Dopo sei mesi trascorsi a Mosca come delegato italiano in seno al K.I.M., all’inizio del 1932 Pajett[...]

[...]are di applicare la linea di lotta “rivoluzionaria” uscita dal Congresso di Colonia era puro velleitarismo, per di più in contraddizione con la parola d'ordine di entrare nelle organizzazioni di massa fasciste, sia pure al fine di “disgregarle” daH’interno.

Dopo sei mesi trascorsi a Mosca come delegato italiano in seno al K.I.M., all’inizio del 1932 Pajetta venne richiamato a Parigi per assumere la responsabilità di segretario nazionale della F.G.C.I., ma alla fine dello stesso anno, per decisione di Togliatti, fu bruscamente sostituito da Davide Maggioni (v.), un giovane ex tipografo milanese che, sotto il nome di “Marcucci”, aveva lungamente lavorato nell’America Latina per conto della Internazionale giovanile. Il provvedimento fu una conseguenza delle critiche rivolte dal Comintern al gruppo dirigente

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 549

Brano: [...]entare. Ciò presupponeva un'alleanza anzitutto con i socialisti (non più considerati, pertanto, « socialfascisti »), poi con i giellisti, i cattolici, i liberali, insomma con tutte le forze disposte a unirsi contro il fascismo.

Il VII Congresso deH'Internazionale (luglio 1935) confermò definitivamente tale orientamento già emerso nel XIII Plenum (dicembre 1933) e collaudato in Francia con il successo del Fronte popolare (v.). Alla testa della F.G.C.I. in questa nuova fase fu posto come segretario Agostino Novella e, quando l’anno successivo questi fu chiamato a lavorare presso il K.I.M., gli subentrò Celeste Negarviìle (v.). Per tradurre la nuova linea politica nella situazione interna italiana dominata dal totalitarismo fascista, bisognava stabilire un contatto con la gioventù irreggimentata nelle organizza

zioni paramilitari, universitarie, ricreative e sindacali fasciste.

A partire dal 1936 il clima politico italiano sembrava favorire la “controsvolta”: anche se la conquista dell'Etiopia (v.) aveva portato all’apice il prestig[...]

[...]quella che bisognava difendere la repubblica spagnola e combattere il fascismo senza compromessi. « Oggi in Spagna e domani in Italia », saranno lé parole del giellista Carlo Rosselli (v.) e ciò avvenne prima ancora che il governo sovietico e il Comintern si decidessero a prendere una posizione chiara e a promuovere, con qualche mese di ritardo, le Brigate Internazionali (v.).

Si spiega quindi perché nella prima fase della vicenda spagnola la F.G. C.l. non svolse come tale un ruolo degno di nota e perché fu relativamente basso il numero degli iscritti all'organizzazione giovanile fra i tanti comunisti accorsi a combattere a fianco del popolo spagnolo. Fr*a questi, il ventenne Giuliano Pajetta (v.) e il diciottenne Giovanni Pesce (v.). Davide Maggioni, ex segretario della F.G.C.I. giunto in Spagna con i sovietici diversi mesi dopo l'inizio della guerra civile, si toglierà la vita a Madrid nel 1937 (sembra per motivi sentimentali), scomparendo in tal modo anche dai libri di storia ufficiali.

L’attività della F.G.C.I. (e quella del partito in direzione dei giovani) fu nel 1938 oggetto di severe critiche da parte dell'lnternazionale per le posizioni errate assunte nel 1936. Nel riferire queste critiche, Grieco dirà: « L'impostazione data al lavoro del

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 420

Brano: [...] Brigata Garibaldi.

Ha raccontato le drammatiche vicende della sua esistenza nel libro autobiografico La storia di “Clara” edito nel 1982 da La Pietra e successivamente ripubblicato in 3 edizioni. Nel 1974, con Remo Scappini, aveva scritto un altro libro dal titolo Ricordi della Resistenza.

Scarabelli, Giorgio

N. ad Anzola dell’Emilia (Bologna) iì 2.3.1912; operaio.

Giovane comunista, nel 1929 designato responsabile provinciale della F.G.C.I. clandestina, organizzò cellule di giovani antifascisti nelle principali fabbriche di Bologna, lavorò alla pubblicazione e alla diffusione di “Avanguardia comunista” e fu tra gli organizzatori delle manifestazioni indette nel 1930, in occasione del Primo Maggio e della Giornata mondiale della pace dell’1 agosto. In seguito alla dimostrazione organizzata il 7.11.1930 per il 13° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, venne arrestato con numerosi altri giovani, 63 dei quali furono poi deferiti al Tribunale speciale. Quale responsabile della F.G.

C.I., il 23.9.1931 fu condannato a 7 anni[...]

[...]vorò alla pubblicazione e alla diffusione di “Avanguardia comunista” e fu tra gli organizzatori delle manifestazioni indette nel 1930, in occasione del Primo Maggio e della Giornata mondiale della pace dell’1 agosto. In seguito alla dimostrazione organizzata il 7.11.1930 per il 13° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, venne arrestato con numerosi altri giovani, 63 dei quali furono poi deferiti al Tribunale speciale. Quale responsabile della F.G.

C.I., il 23.9.1931 fu condannato a 7 anni di reclusione. Liberato il 16.

11.1932 in seguito ad amnistia, svolse attività antifascista “legale” nei sindacati fascisti e nei G.U.F., organizzando nello stesso tempo sottoscrizioni per la Spagna repubblicana. Arrestato di nuovo e deferito al Tribunale speciale nel novembre 1937, con sentenza del 22.11.1938 fu condannato a 18 anni di reclusione. Riacquistò la libertà con la caduta del fascismo. Ritornato a Bologna il 16.8.1943, fu assunto come operaio nello stabilimento “Ducati” di Borgo Panigaie ed eletto segretario della Commissione interna[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 402

Brano: [...]a marcia su Roma.

Compiute le scuole elementari, nel

1924 cominciò a lavorare come carrozziere d'auto. Si iscrisse alla Federazione giovanile comunista nel

1926 e nel 1928 passò al partito. Divenne segretario dell’organizzazione giovanile di Trieste nel 1928, contribuendo durante gli anni 192930 alla propaganda antifascista clandestina nella città e nei cantieri navali.

Nell'ottobre 1930 venne chiamato dalla Direzione nazionale della F.G. C.l. a dirigere l'attività clandestina nella regione lombarda. A Milano conobbe Pietro Secchia, Gelso Ghini e venne arrestato il 21.1.1931. Condannato dal Tribunale speciale a 9 anni di reclusione, fu scarcerato nell'ottobre del 1934 in seguito ad amnistie e condoni. Ritornato a Trieste, riprese l’attività, ma fu arrestato nel maggio 1935 e inviato al confino a Ponza per la durata di

2 anni.

Nell’esilio

Rimesso in libertà nel maggio 1937, espatriò clandestinamente in Francia alla fine dello stesso mese. A Parigi fu segretario del compagno Ruggero Grieco, alla redazione della rivista [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 184

Brano: [...]razione giovanile socialista. Durante il 1923 e parte del 1924, dato che il regime fascista rendeva praticamente impossibili la pubblicazione e la diffusione di « Avanguardia », la Federazione giovanile comunista ricorse all’espediente di presentare il settimanale sotto altri tìtoli [La Cultura e, più tardi, La Voce della Gioventù, di cui fu direttore Luigi Longo). Queste testate non recavano nessun sottotitolo che le palesasse come organi della F.G. C.I..

Dopo il delitto Matteotti (v.), A. riprese a uscire con una certa regolarità, ma non per molto tempo; nei primi mesi del 1925 essa venne infatti sostituita dalla pagina giovanile de « l’Unità ». Nel novembre 1926, con l’emanazione delle leggi eccezionali e con la soppressione di tutta la stampa antifascista, il foglio riprese a uscire, clandestinamente; dapprima, con un numero ogni venti giorni e, in seguito, una volta al mese.

Negli anni 192728 A. venne stampata a Milano e, da qui, distribuita in molte regioni italiane per mezzo di corrieri clandestini che la portavano in valigie[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine F.G., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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