Brano: [...]la critica dell'economia politica (1859), l'Indirizzo inaugurale e statuti dell'Associazione internazionale dei lavoratori (1864), Salario prezzo e profitto (1865), il libro de Il Capitale (1867), la Critica del programma di Gotha (1875), pubblicata, quest'ultima, solo nel 1891 sulla « Neue Zeit » di Kautsky e ripubblicata nel 1921 su « Die Gesellschaft » da Boris Nikolaevskij con le espressioni censurate, perché ritenute eccessive, da Friedrich Engels.
Nel primo volume delle Oeuvres vi sono inoltre altri scritti e documenti, lettere, risoluzioni e prefazioni. Vi sono anche tre pagine del curatore, Maximilien Rubel, sotto il titolo Avertissement: sempre opera del curatore sono un'ampia Chronologie ed un imponente apparato di note e di indici che rivelano, nell'ambito di quell'autentico e vastissimo ambito culturale che è ormai la MarxForschung, un'erudizione sconfinata e sicuramente in grado di non sfigurare con quella del piú grande « marxologo » di tutti i tempi, il sovietico David Borisovic Rjazanov (Gol'dendach), fatto sparire da Stali[...]
[...]nente apparato di note e di indici che rivelano, nell'ambito di quell'autentico e vastissimo ambito culturale che è ormai la MarxForschung, un'erudizione sconfinata e sicuramente in grado di non sfigurare con quella del piú grande « marxologo » di tutti i tempi, il sovietico David Borisovic Rjazanov (Gol'dendach), fatto sparire da Stalin all'inizio degli anni Trenta, dopo avere contribuito, come nessuno, a ricostruire e riorganizzare l'opera marxengelsiana.
Nelle tre pagine di Avertissement al primo volume delle Oeuvres, Maximilien Rubel tratteggia già il suo progetto: liberare Marx dalla crosta ideologica che lo ricopre e che si è sedimentata tenacemente a partire dagli ultimi decenni del secolo xIx. Rubel ricorda una cosa che tutti sanno e che pure viene sistematicamente rimossa nel dibattito che si sviluppa in seno al « marxismo », l'edificio ideologico postumo che, nonostante la riluttanza esplicita e dichiarata del presunto padre fondatore, ha derivato il nome dal maestro: l'incompiutezza dell'opera di Marx.
Nell'Introduzione del 185[...]
[...].
Di tutto il suo grandioso progetto Marx non riuscí che a scrivere una piccola parte e, a parte la Critica del 1859, solo la prima parte della prima delle sei sezioni previste vide la luce mentre Marx era vivo. Come si fa a dire che l'opera « economica » di Marx è conclusa? Secondo Rubel, ci troviamo di fronte ad un frammento che, per il lavorío degli epigoni, è dive
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nuto sistema. Il primo epigono è naturalmente Engels, che pubblicò i libri ii e 111 de Il Capitale. Si comincia a profilare il piú grande paradosso della storia della cultura e delle ideologie degli ultimi cento anni: un'opera in= compiuta, per quanto imponente e geniale, è stata trasformata, con sorprendente rapidità, in architettura dottrinale omogenea e conclusa, in « marxismo ».
Il secondo volume delle Oeuvres, che contiene gli scritti « economici » postumi di Marx, è destinato a suscitare non poche discussioni. Innanzitutto il volume è aperto da una Introduction di 132 pagine di Maximilien Rubel, cui dobbiamo il consueto apparato criticob[...]
[...] consueto apparato criticobibliografico di grande valore ed un buon numero di traduzioni. Nel volume ci sono poi i Manoscritti economicofilosofici (1844), il cui originale, come moltissimi altri, si trova ad Amsterdam; ma la cui prima pubblicazione, nella MEGA, risale al 1932, il manoscritto sul Salario (1847), pubblicato per la prima volta da Rjazanov su « Unter dem Banner des Marxismus », una scelta dei Grundrisse (18571858); mai menzionati da Engels, descritti per la prima volta da Rjazanov in una comunicazione all'Accàdemia socialista di Mosca del 20 novembre 1923 e pubblicati a Mosca nel 19391941, ed infine i Materiali per l'« Economia » (18611865), i Materiali per il secondo libro del Capitale (18691879), i Materiali per il terzo libro del Capitale (18641875).
Di qui lo scandalo: Rubel, rifacendosi alle scoperte di Rjazanov, mette in discussione ed in pratica respinge la vulgata degli scritti postumi di Marx cosí come sono stati presentati da Engels, che pubblicò il ii (1885) ed il iii (1894) libro de Il Capitale, e da Kautsky, che p[...]
[...]zione all'Accàdemia socialista di Mosca del 20 novembre 1923 e pubblicati a Mosca nel 19391941, ed infine i Materiali per l'« Economia » (18611865), i Materiali per il secondo libro del Capitale (18691879), i Materiali per il terzo libro del Capitale (18641875).
Di qui lo scandalo: Rubel, rifacendosi alle scoperte di Rjazanov, mette in discussione ed in pratica respinge la vulgata degli scritti postumi di Marx cosí come sono stati presentati da Engels, che pubblicò il ii (1885) ed il iii (1894) libro de Il Capitale, e da Kautsky, che pubblicò 'il iv (19051910), altrimenti noto come Teorie sul plusvalore, il cui testo venne ripubblicato, con criteri piú scientifici, nel 1956 a cura degli istituti di marxismoleninismo di Mosca e di Berlino. Del ii libro de Il Capitale, rispetto alla edizione di Engels, il lettore non troverà che 13 capitoli (invece di 21) e del
28 (invece di 52): sono stati eliminati i passi dei manoscritti che ricalcavano la Critica del 1859 ed ili libro de Il Capitale, mentre alcune varianti scelte da Engels sono state rimpiazzate da altre, ritenute piú significative.
Rubel, ovviamente, non pretende di fornire un'edizione definitiva dell'Economia, in parte perché troppe cose ancora mancano, nel momento in cui pubblica le Oeuvres, a causa dei criteri di segretezza della politica culturale dell'Istituto MarxLenin di Mosca (in particolare i _23 quaderni del 18611863) e soprattutto perché Rubel è convinto che un'edizione definitiva non è possibile, se non sul piano strettamente filologico, a causa dell'irrimediabile incompiutezza dell'opera marxiana. Engels, dal canto suo, ha fatto, secondo Rubel, t[...]
[...]nire un'edizione definitiva dell'Economia, in parte perché troppe cose ancora mancano, nel momento in cui pubblica le Oeuvres, a causa dei criteri di segretezza della politica culturale dell'Istituto MarxLenin di Mosca (in particolare i _23 quaderni del 18611863) e soprattutto perché Rubel è convinto che un'edizione definitiva non è possibile, se non sul piano strettamente filologico, a causa dell'irrimediabile incompiutezza dell'opera marxiana. Engels, dal canto suo, ha fatto, secondo Rubel, troppo e troppo poco:, ha fatto troppo perché, pur
Tyr
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con tutte le cautele 2, ha presentato l'opera di Marx come qualcosa di concluso, contribuendo in questo modo alla creazione e soprattutto alla legittimazione del « marxismo », ed ha fatto troppo poco perché ha trascurato un'enorme massa di manoscritti marxiani, i quali sono stati pubblicati quando ormai ii sistema « marxista » era già costruito. Lo sforzo dei commentatori, quindi, mano a mano che si pubblicavano nuovi elementi, nuove tessere del grandioso mosaico incompiuto[...]
[...]economia politica. La carriera intellettuale di Marx era infatti iniziata, dopo una prima fase liberale, all'insegna della critica della politica e dello Stato, riconoscibile nella meditazione di Kreuznach del 1843', critica che con la Questione ebraica diventa un manifesto anarchico e proletario 4. Le prime letture economiche di Marx sono tuttavia all'origine di un trauma che durerà tutta una vita: risultano fondamentali De la misère
2 Cfr. F. ENGELS, Prefazione a K.M., Il Capitale. Libro III, Editori Riuniti, Roma 1965, pp. 928. Per un giudizio negativo sull'edizione di Rubel in nome del conservatorismo filoengelsiano cfr. GILBERT BADIA, Brèves remarques sur le tome II des oeuvres de Marx, in « L'Homme et la Société », n. 17, 1970, pp. 319323. Per un giudizio piú sfumato dr. JACQUES CAMATTE, Il capitale totale, Dedalo, Bari 1976, pp. 1618.
3 Cosi Rubel definisce la Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico (cfr. MARXENGELS, Opere vol. In, Editori Riuniti, Roma 1976, pp. 5143), scritta a Kreuznach probabilmente nell'agosto 1843, poco dopo il matrimonio di Marx con Jenny von Westphalen. Di parere diverso è PIERRE VILAR, Marx e la storia, in Storia del marxismo, vol. I, Einaudi, Torino 1978, p. 65, che ritiene questo testo del 1843 un arretramento rispetto all'anno precedente.
4 Cfr. Introduction a K.M., Oeuvres. Economie II, cit., pp. xLvLin.
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des classes laborieuses en Angleterre et en France (1840) del cristiano Eugène Buret, Che cos'è la proprietà? (1840) di PierreJoseph Proudhon ed i Li[...]
[...]vol. I, Einaudi, Torino 1978, p. 65, che ritiene questo testo del 1843 un arretramento rispetto all'anno precedente.
4 Cfr. Introduction a K.M., Oeuvres. Economie II, cit., pp. xLvLin.
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des classes laborieuses en Angleterre et en France (1840) del cristiano Eugène Buret, Che cos'è la proprietà? (1840) di PierreJoseph Proudhon ed i Lineamenti di una critica dell'economia politica (1844), geniale opera giovanile di Friedrich Engels, densa di fervidi umori moralistici. Proprio in questo periodo nasce un'ossessione teorica che non abbandonerà piú Marx — che coglie nelle prime rivolte operaie in Germania l'inizio di una nuova era — ed il cui primo prodotto sono i Manoscritti economicofilosofici del 1844. Secondo Rubel, tuttavia, Marx non abbandona mai il progetto di scrivere una critica della politica e dello Stato 5, ma con l'esposizione della concezione materialistica della storia (L'ideologia tedesca, 184546) Marx comincia a scorgere nel processo reale di produzione il punto di partenza per ogni analisi teoricocritica. [...]
[...]rxschen Kapital und ihre Ursachen, in « Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung », xlv, 1929, pp. 305338. Per una posizione intermedia tra Grossmann e Rubel cfr. ROMAN ROSDOLSKY, Genesi e struttura del Capitale, Laterza, Bari 1971. Per lo sviluppo nella posizione degli studiosi dell'Est Cfr. WOLFGANG JAHN, ROLAND NIETZOLD, Probleme der Entwicklung der Marxschen politischen Okonomie im Zeitraum von 1850 bis 1863, in MarxEngels Jahrbuch I, Dietz, Berlin 1978, pp. 145174.
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l'attività giornalistica, le malattie e la passione divorante per lo studio: Marx accumula statistiche, affronta la questione russa e si mette a studiare il russo, segue con inalterata passione le grandi vicende della politica internazionale, si appassiona alla storia naturale ed ai primi passi del darvinismo, si getta con competenza sull'antropologia e sull'etnologia ed in piú è parte in causa, attiva e fattiva, della storia del movimento operaio inter nazionale ed in particolare dell'Associazione internazionale dei lavorato[...]
[...]eudonimo del sinologo Etienne Balazs), Qui succedera au capitalisme?, Cahiers de Spartacus, Paris 1947.
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quali, oltre a Blum ed a Rubel, ricordiamo Dommanget, Bourget, Silone, Schwartz, Lucien Goldmann, Léopold Senghor, Rimbert, Dolléans ecc.
In un altro saggio dello stesso 1947 sulla « Revue Socialiste », Maximilien Rubel ricorda e commenta i termini teorici del carteggio tra Karl Marx e Vera Zasulic, pubblicato sul « MarxEngels Archiv » da Rjazanov nel 192815 e sempre nel 1947 Rubel presenta una parte della sua introduzione all'antologia di testi di Marx Pages choisies pour une éthique socialiste (che apparirà nel 1948 e che sarà ristampata nel 1970, con poche modificazioni) 16. Il primo paragrafo del saggio pubblicato in anteprima su rivista ha per titolo « socialisme ou barbarie »: se si pensa che il saggio di Claude Lefort La contradiction de Trotsky, che ha preceduto di qualche mese l'uscita del primo numero della rivista « Socialisme ou barbarie », è apparso su « Les Temps modernes » a cavallo tra il 1948 ed il[...]
[...]to storico, il «partito invisibile del sapere reale » 20, l'alleanza tra la scienza ed il proletariato: non uno strumento di dominio, ma una comunità di autoliberazione estranea alle effimere querelles del contingente, anticipazioneprefigurazione, teorica ed utopica ad un tempo, della società futura.
Dopo alcuni altri articoli, sempre sulla « Revue Socialiste », sul manifesto dei comunisti (in occasione del centenario), sul diario di viaggio di Engels, sul carteggio MarxLassalle ed ancora sulla questione russa 2I' Rubel, nel 1951, interviene direttamente nel perdurante dibattito sulle tesi di Burnham 22. Discute la letteratura sociologicoeconomica presente nell'opera dell'americano (Veblen, Rathenau, Berle e Means) e la confronta con le opinioni espresse in proposito, dalle scuole marxiste, da Bernstein, Renner, Cunow, Hilferding, Horkheimer. Rubel avvicina le tesi di Burnham alla teoria dell'autosocializzazione del capitale di Renner ed a quella del, carattere proteico dello Stato di Kautsky (teorie a sfondo ottimistico), per concludere c[...]
[...]i al piú rassicurante ottimismo di partito) erano stati incapaci di prevedere.
20 Introduction a Pages de Karl Marx pour une éthique socialiste, cit., p. 45 (ed. 1970). Questo concetto è stato ripreso da JACQUES CAMATTE negli anni Sessanta: dr. ora Verso la comunità umana, Jaca Book, Milano 1978, pp. 43 ss.
21 Cfr. La Pensée maîtresse du Manifeste communiste, in « Revue Socialiste », n. 1718, 1948; Fragments d'un journal de voyage de Friedrich Engels, n. 27, 1949; Echange de lettres entre Lassalle et Marx, n. 32, 1949; La Russie dans l'oeuvre de Marx et d'Engels, n. 36, 1950.
22 Cfr. Réflexions sur la société diréctoriale, in « Revue Socialiste », n. 44, 1951.
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Nell'ottobre dello stesso anno, inoltre, Rubel si sente in dovere d'intervenire in polemica con il socialista Robert Mossé che scrive che la teoria di Marx è totalmente da rigettare sulla base dei risultati della sua applicazione in Russia 23. Rubel afferma che vuole stupire Mossé scompaginando
i dogmi, professati dai sovietici e, con segno negativo, dallo stesso Mossé. Schematicamente sostiene: 1) Non esiste una teoria marxista del valore. Non vi è in Marx che una crit[...]
[...]una realtá sempre ed ovunque presente, ma esprime semplicemente la tendenza storica delle società capitalistiche. 3) Per Marx la concezione materialistica della storia non era né una filosofia né una scienza, ma solo un modo di affrontare lo studio della società.
All'inizio degli anni Cinquanta, Rubel, sempre sulla « Revue Socialiste », ma anche su « Preuves », dedica alcuni saggi polemici alle modalità di pubblicazione delle opere di Marx e di Engels nella Russia staliniana: in particolare modo si occupa della censura cui vengono sottoposte, dallo sciovinismo staliniano, le Rivelazioni sulla storia diplomatica segreta del XVIII secolo di Marx e la Politica estera degli zar di Engels 24. Si apre cosí un nuovo capitolo nella biografia intellettuale di Rubel, un capitolo che concerne il repertorio e la storia delle edizioni marxiane.
3. La bibliografia tra utopia e scienza. — Non è cosa nuova definire il clima ideologicoculturale degli anni Cinquanta come scisso tra isteria maccartista e cupa oppressione staliniana. Non sono molti i documenti a nostra disposizione che possono testimoniare un'indipendenza reale rispetto ad un clima siffatto, soprattutto per quel che riguarda gli studi marxologici e la ricerca teorica socialista. Ricordiamo l'uscita, in Germania, nel 1954, d[...]
[...] per quel che riguarda gli studi marxologici e la ricerca teorica socialista. Ricordiamo l'uscita, in Germania, nel 1954, del primo volume dei Marxismusstudien, in Francia la rivista « Socialisme ou barbarie » (19491965), animata da Castoriadis e da Lefort, e la rivista « Arguments » (19561962), cui collaborò anche Maximilien Rubel 25. I
23 Cfr. Socialisme et marxisme (Brève réponse à Robert Mossé), in « Revue Socialiste », n. 50, 1951.
24 Fr. Engels et le socialisme messianique russe, in « Revue Socialiste », n. 51, 1951; Le sort de l'oeuvre de Marx et d'Engels en U.R.S.S., n. 56, 1952; L'Occident doit à Marx et à . Engels une édition monumentale de leurs oeuvres, n. 59, 1952; Staline et Cie devant le verdict d'Engels, n. 63, 1953; Karl Marx auteur maudit en U.R.S.S.? L'Edition fantôme, in «Preuves », n. 7, 1951; L'Édition censurée, n. 8, 1951; Staline jugé par Marx, n. 12, 1952.
25 Dix thèses sur le marxisme aujourd'hui par Karl Korsch, ora in Marxisme, révisionnisme, métamarxisme. Arguments 2, U.G.E. (Coll. 10/18), Paris 1976, pp. 1724 e De Marx au Bolchévisme: partis et conseils, ora in Révolution classe parti. Arguments 4, U.G.E. (Coll. 10/18), Paris 1978, pp. 1129.
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temi fondamentali di queste esperienze teoriche erano la critica della burocrazia e del totalitarismo, l'investig[...]
[...] cui il « marxismo », dottrina obbligatoria di Stato per un'enorme quantità di esseri umani, si afferma come ideologia dominante del ventesimo secolo, su di esso si sa poco, in modo disorganico e disordinato, a dispetto dell'imponente massa di pubblicazioni (« ufficiali » e no), di edizioni (anche « popolari »), di commenti e di interpretazioni.
Prima del 1956 non esisteva alcuna impresa in cantiere atta a pubblicare l'opera completa di Marx ed Engels: tra il 1956 ed il 1968 sono usciti i 41 volumi dei MarxEngels Werke (MEW), pubblicati a BerlinoEst, a cura dell'Istituto di marxismoleninismo presso il comitato centrale della SED 26. Si tratta di un'edizione incompleta e lacunosa, ma prima del 1956 non vi era neppure quella: i Werke, che rappresentano a tutt'oggi il punto di riferimento privilegiato degli studiosi, vanno probabilmente considerati un frutto della liberalizzazione degli anni di Chruscëv.
La storia delle edizioni delle opere marxengelsiane meriterebbe da sola un grosso libro e non ci è possibile qui delinearne le vicende, peraltro spesso piú significative di tanti sforzi ermeneutici atti a decifrare il significato del cammino ideologico del « marxismo »27. Già Engels, com'è noto,
zó Com'è noto, l'editore Dietz ha ora iniziato una nuova MEGA, prevista in 100 volumi. Iniziata intorno alla metà degli anni Settanta, nel 1979 avevano visto la luce 10 volumi, tra i quali di grande importanza è il volume III, tomo I della II sezione che contiene la prima edizione originale dei primi cinque quaderni del manoscritto redatto da Marx tra l'agosto del 1861 ed il luglio 1863. Per una prima valutazione (dei primi 6 volumi) di Rubel cfr. La nouvelle MEGA, in « Etudes de marxologie », nn. 1920, 1978, pp. 559562. Cfr. inoltre HANNES SKAMBRAKS, Ober Marx' grösstes Manuskr[...]
[...] cinque quaderni del manoscritto redatto da Marx tra l'agosto del 1861 ed il luglio 1863. Per una prima valutazione (dei primi 6 volumi) di Rubel cfr. La nouvelle MEGA, in « Etudes de marxologie », nn. 1920, 1978, pp. 559562. Cfr. inoltre HANNES SKAMBRAKS, Ober Marx' grösstes Manuskript gebeugt. Zur wissenschaftlicheditorischen Arbeit am Manuskript « Zur Kritik der politischen Ökonomie » von Marx aus den Jahren 1861 bis 1863 für die MEGA, in MarxEngels Jahrbuch 2, Dietz, Berlin 1979, pp. 201217.
M Poche pagine vengono dedicate a questo problema da ERIC J. HOBSBAWM, La fortuna delle edizioni di Marx ed Engels, in Storia del marxismo, vol. I, cit., pp. 357374. Per un giudizio sulla Storia del marxismo cfr. GIAN MARIO BRAVO, Una storia del marxismo, oggi, in « Studi storici », n. 2, 1979, pp. 317337.
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pensava alla possibilità di una Gesamtausgabe (raccolta completa), ma dopo la sua morte questa possibilità si allontanò, anche per il gran numero di eredi, spesso in contrasto tra loro: Eleanor Marx, Kautsky, Bernstein, Bebel, Mehring 28. Solo con la rivoluzione del 1917, quando già molti frammenti del grande mosaico erano stati, sia pure in modo disperso, pubblicati nell'ambito d[...]
[...]Kautsky, Bernstein, Bebel, Mehring 28. Solo con la rivoluzione del 1917, quando già molti frammenti del grande mosaico erano stati, sia pure in modo disperso, pubblicati nell'ambito della SPD, questa possibilità tornò a farsi concreta. In Russia vi era anche la persona giusta, per erudizione, indipendenza critica, perizia filologica e capacità di ricerca: Rjazanov, lo studioso che già si era dedicato all'esame degli scritti e dei manoscritti marxengelsiani su incarico della socialdemocrazia tedesca. Lenin forní grandi mezzi a Rjazanov, che riuscí a portare a Mosca e ad assicurare agli archivi dell'Istituto MarxLenin, le fotocopie ed alcuni originali della quasi totalità dei testi costituenti il colossale lascito intellettuale di Marx ed Engels, fino a quel momento dispersi negli archivi della socialdemocrazia tedesca ed in archivi e biblioteche private e pubbliche dell'Europa e degli Stati Uniti. Questo enorme lavoro Rjazanov lo compi in pochissimo tempo, potendo anche contare sulla collaborazione attiva e preziosa di molti esponenti della SPD, in anni in cui i rapporti tra quest'ultimo partito (unificatosi con una parte dell'usPD, in seguito al Congresso di Halle) e il P.C. (b) sovietico non erano dei migliori, se vogliamo usare un eufemismo. L'Istituto di Mosca e la Gesellscha f t für Sozial f orschung tedesca fondarono addirittu[...]
[...]0, anno in cui giungeva al suo culmine la campagna staliniana contro i « socialfascisti », questa collaborazione, già logora, non poté che essere troncata 29. L'anno successivo Rjazanov, accusato di collusione con la socialdemocrazia e con il menscevismo 30, venne allontanato dal suo incarico di direttore dell'Istituto, espulso dal partito e fatto sparire. Nel frattempo, però, Rjazanov aveva dato inizio alla grandiosa impresa nota come MEGA (MarxEngels Gesamtausgabe), prevista in 40 volumi, divisi in tre sezioni: 1) le opere filosofiche, economiche, storiche e politiche, ad esclusione de
28 Il BernsteinDebatte, vale a dire la polemica tra ortodossi e revisionisti, ebbe una grande responsablità nel ritardo delle pubblicazioni e nella dispersione di esse.
29 Su tutte queste vicende dr. F. SCHILLER, Das MarxEngels Institut in Moskau, in « Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung », xv, 1927, pp. 416435 e soprattutto PAUL MEYER, Die Geschichte des sozialdemokratischen Parteiarchivs und das Schicksal des MarxEngels Nachlasses, in « Archiv für Sozialgeschichte », vI/VII, 196667, pp. 5198.
30 Il 1931 è l'anno di un processomontatura contro presunti menscevichi. Cfr. SIMON WOLIN, The «Menshevik» Trial of 1931, in LEOPOLD H. HAIMSON (ed.), The Mensheviks, The University of Chicago Press, Chicago 1974, pp. 394402. Cfr. anche, su Rjazanov, E. CZOBEL, Riazanov als Marxforscher, in « Unter dem Banner des Marxismus », Iv, n. 3, 1930, pp. 401417.
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Il Capitale; 2) Il Capitale, con tutte le varie edizioni e tutti i manoscritti inediti; 3) la corrispondenza integrale. Solo cinque volumi furon[...]
[...]y of Chicago Press, Chicago 1974, pp. 394402. Cfr. anche, su Rjazanov, E. CZOBEL, Riazanov als Marxforscher, in « Unter dem Banner des Marxismus », Iv, n. 3, 1930, pp. 401417.
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Il Capitale; 2) Il Capitale, con tutte le varie edizioni e tutti i manoscritti inediti; 3) la corrispondenza integrale. Solo cinque volumi furono pubblicati da Rjazanov entro il 1930, ed altri testi vennero da lui pubblicati nei due numeri del « MarxEngels Archiv » (il piú cospicuo come mole è la Dialettica della natura di Engels). Altri sette volumi vennero pubblicati dal suo. successore Adoratskij, fino a che, nel 1935, la MEGA venne bruscamente interrotta (vi erano le opere complete di Marx ed Engels solo fino al 18481849)31. Venne continuata, in modo discontinuo, solo un'edizione in lingua russa (Socinenija), incompleta e priva del grande rigore dimostrato solo dall'iniziatore dell'impresa.
La situazione all'inizio degli anni Cinquanta non era mutata, era anzi peggiorata: la pubblicazione dei Resultate des unmittelbaren Produktionsprozesses (il Capitolo VI inedito) sull'« Arkhiv Marksa i Engelsa » del 1933 e quella dei Grundrisse nel 193941 avevano avuto scarsissima eco e per molti il « marxismo » era un sistema compiuto depositato nei manuali di partito o, nel migliore dei casi, nel Manifesto e ne Il Capitale. Vi erano naturalmente numerosi studiosi e numerosi lettori che non si accontentavano di questo stato di cose, ma la interruzione della grande MEGA e la confusione delle lingue succeduta alla rottura « scientifica », oltre che politica, tra socialdemocrazia e bolscevismo staliniano, non giovavano ad una comprensione critica del fenomeno: soprattutto mancava un inventario aggio[...]
[...]iornato e scrupoloso del lascito intellettuale di Marx. A disposizione del lettore sino a quel momento vi era solo la vecchia bibliografia di Ernst Drahn, sommaria, lacunosa e costruita con criteri scientifici estremamente labili 32. Nel 1956 Maximilien Rubel porta a termine la prima fase del suo lavoro dando alle stampe la prima bibliografia attrezzata scientificamente delle opere di Marx, con in appendice un repertorio delle opere di Friedrich Engels 33. La bibliografia è divisa in quattro parti: la prima comprende le opere e gli scritti pubblicati vivente l'autore, la seconda l'epistolario, la terza i manoscritti inediti, la quarta gli scritti dubbi o d'incerta attribuzione. Si può dire che in Occidente è possibile districarsi compiutamente nella selva delle pubblicazioni marxiane solo a partire da questa bibliografia: nel 1960 venne fatto seguire
31 Dei volumi della vecchia MEGA (19271935) è stato fatto un reprint dalla Verlag Detlev Auvermann, Glashütten im Taunus 1970.
32 Cfr. ERNST DRAHN, MarxBibliographie. Ein Lebensbild Karl Marx[...]
[...]ne. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, l'attività di Rjazanov e la MEGA, in tempi diversi, vennero bruscamente troncate. Si può
39 Cfr. Karl Marx et Flora Tristan, in « La Nef », genn. 1946.
40 Cfr. Karl Marx. Essai d'une biographie intellectuelle, cit., p. 67. Anche questa tematica venne ripresa da JACQUES CAMATTE in Il Capitale totale, cit. e in Verso la comunità umana, cit.
41 Cfr. Gesammelte Schriften von Karl Marx und Friedrich Engels 18521862, Dietz, Stuttgart 1917.
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dire, dunque, che gli scritti meno noti di Marx, negli anni Cinquanta del nostro secolo, fossero proprio quelli del decennio cui aveva lavorato Rjazanov prima del febbraio 1917, tra i quali spiccano, per quantità e varietà, gli articoli sul « New York Daily Tribune ». Avendo presente questa situazione Maximilien Rubel, nel 1960, pubblica uno studio sull'atteggiamento di Marx davanti al bonapartismo 42, un po' per affrontare i temi del periodo in questione (soprattutto a partire dal 1856, anno in cui si arresta la pubblicazione curata da [...]
[...]si problemi di storia diplomatica, sul regime pretoriano e sul « socialismo » imperialmilitare del Bonaparte minor, sui rapporti francorussi e sulle affinità tra bonapartismo e zarismo (modello, quest'ultimo, di ogni dispotismo integrale), sulle avventure messicane, sulla fatale guerra francoprussiana. Particolarmente interessanti le pagine che commentano la guerre d'Italie, dove si mette in luce come, di contro a Lassalle, prevalesse in Marx ed Engels l'ipoteca antibonapartista sull'esigenza « nazionale » dell'unificazione italiana 43
L'interesse particolare che il bonapartismo suscita deriva però dall'essere esso da Marx identificato come il momento di supremo antagonismo tra lo Stato e la società: il bonapartismo non è tanto il comitato d'affari della borghesia, l'espressione di una classe dominante, è un fenomeno politico particolare grazie al quale si può osservare l'astrazione dello Stato dalla società civile che raggiunge il suo culmine. Marx definisce lo Stato bonapartista una macchina da guerra del capitale contro il lavoro, ma, a[...]
[...] quale si può osservare l'astrazione dello Stato dalla società civile che raggiunge il suo culmine. Marx definisce lo Stato bonapartista una macchina da guerra del capitale contro il lavoro, ma, articolando in modo apparentemente contraddittorio il giudizio, sostiene anche che la classe che tale Stato meglio rappresenta è quella con
42 Karl Marx devant le bonapartisme, Mouton, Paris 1960.
43 Cfr. ivi, pp. 6777. In Italia gli scritti di Marx ed Engels sul 185960 sono stati abbastanza poco studiati, anche perché piuttosto imbarazzanti dal punto di vista dell'ortodossia gramsciana e da quello delle priorità patriottiche. Cfr. ERNESTO RA
GIONIERI, Prefazione a K. Max,A F. ENGELS, Scritti sul risorgimento, Editori Riuniti,
Roma 1960 e FRANCO VALSECCHI, La politica di Napoleone III e la guerra d'Italia del 1859 nell'interpretazione di Marx, Engels e Lassalle, in Mélanges Pierre Renouvin, Etudes d'histoire des rélations internationales, Puf, Paris 1966.
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tadina (di qui i buoni rapporti dell'exliberale con il parti prêtre), complice dunque delle truffe dell'aristocrazia finanziaria e del parassitismo degli strati direttamente gravitanti intorno alla corona. Se Marx sostiene da una parte che il regime parlamentare può contenere in nuce i germi dello Stato bonapartista, il che è stato utilizzato per un'interpretazione marxiana dei fascismi contemporanei , dall'altra lo Stato bonapartista sembra potenziare quegli stru[...]
[...]studiato le condizioni sociali della Russia, guardato con interesse ai suoi istituti comunitari ed auspicato che, grazie alla permanenza di tali istituti ed al rapido affermarsi della rivoluzione in Occidente, la Russia potesse avere la ventura di passare al socialismo senza attraversare il necessariamente intermedio purgatorio capitalistico: ma già negli ultimi anni di vita questa possibilità gli appariva remota. Ed ancora piú remota apparve ad Engels, negli anni successivi alla morte di Marx. In ogni caso, la rivoluzione russa avrebbe dovuto essere di tipo costituzionaldemocratico: non c'è alcun dubbio, restando fedeli alla lettera dell'ultimo Engels, che l'ipotesi menscevica fosse quella « ortodossa » e la bolscevica quella « revisionista » 47. Il bolscevismo, secondo Rubel, ha svolto il ruolo giacobino di una borghesia impari al suo compito storico, senza liberalismo e senza regime costituzionaldemocratico, definendo, in forza dell'ideologia « marxista », accumulazione socialista quella che era la consueta e brutale accumulazione capitalistica. Gli studi di Marx sulla genesi storica e sulla crescita del capitalismo sono stati trasformati, soprattutto con l'avvento di Stalin, in ricette economiche per l'edificazione del socialismo: è cos[...]
[...]'imitazione per quel che riguarda il materiale tecnologico impiegato, ha in breve tempo utilizzato tutti i metodi di accumulazione descritti da Marx. In questo modo l'Urss, attraverso la dittatura di partito, si è avvicinata alla realizzazione di quel capital sans phrases, privo di ostacoli borghesi, che Marx aveva intravisto ed il suo Stato teocratico, fondato sul doppio terrorismo ideologico e poli
47 Cfr. BRUNO BONGIOVANNI, Introduzione a F. ENGELS, La politica estera degli zar, La Salamandra, Milano 1978, pp. 936.
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tico, ha perfezionato quell'Etat sans phrases che Rubel ha creduto di ravvisare nell'analisi marxiana del bonapartismo.
Ritornano in parte, come si vede, le suggestioni dell'immediato dopoguerra: a proposito dell'uRs s Rubel parla di capitalisme directorial e ricorda che nel libro iii de Il Capitale Marx aveva usato il termine managers, modificato poi da Engels 48. A differenza dei teorici del collettivismo burocratico 49 — ed invece piú vicino alle analisi condotte da Castoriadis su « Socialisme ou b[...]
[...] La politica estera degli zar, La Salamandra, Milano 1978, pp. 936.
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tico, ha perfezionato quell'Etat sans phrases che Rubel ha creduto di ravvisare nell'analisi marxiana del bonapartismo.
Ritornano in parte, come si vede, le suggestioni dell'immediato dopoguerra: a proposito dell'uRs s Rubel parla di capitalisme directorial e ricorda che nel libro iii de Il Capitale Marx aveva usato il termine managers, modificato poi da Engels 48. A differenza dei teorici del collettivismo burocratico 49 — ed invece piú vicino alle analisi condotte da Castoriadis su « Socialisme ou barbarie » — Rubel non ritiene che l'uRss abbia superato lo stadio capitalistico e si situi all'interno di un modo di produzione di tipo nuovo, non previsto da Marx e contrassegnato dall'oppressione della nuova classe tecnoburocratica e dal totalitarismo economicopolitico: l'uRss è caratterizzata dalla croissance du capital, dall'instaurazione di un capitalismo emancipato da ogni ipoteca tradizionalmente borghese e realizzato con il concorso totalitario [...]
[...]razzanti o mummificarla e trasformarla in stanca accademia. Nell'Avantpropos del numero 5 Rubel conferma che l'azione preliminare della MarxForschung deve essere la rimozione dell'aura religiosa che si è sovrapposta sul pensiero del maestro, il rifiuto del « marxismo » divenuto ideologia di Stato e dogma di partito.
Nel frattempo gli « Etudes de marxologie » traducono o presentano testi, spesso quasi sconosciuti, almeno in Francia, di Marx e di Engels, ma anche di Sorel e di Struve ed inoltre saggi di studiosi come Draper, Pipes, Mattick, Na'aman, su temi fondamentali come la dittatura del proletariato, il movimento cooperativo, l'utopia, la storia dei movimenti operai, il risorgimento italiano, la diffusione del « marxismo » nei vari paesi, l'interpretazione marxiana e lassalliana della rivoluzione francese. E poi ancora scritti di Korsch e di Rosdolsky, la questione ebraica ed il rapporto HegelMarx alla luce dell'eterna questione della dialettica. Fondamentale l'intero numero 8 in occasione del centenario della Prima Internazionale, con [...]
[...]a questione ebraica ed il rapporto HegelMarx alla luce dell'eterna questione della dialettica. Fondamentale l'intero numero 8 in occasione del centenario della Prima Internazionale, con un'eccellente cronologia di Rubel su Marx e la Prima Internazionale, cronologia che prosegue nel numero successivo. Di notevole importanza anche il numero 11 (1967) sul centenario de Il Capitale e soprattutto il numero del 1969 contenente gli scritti di Marx e di Engels (alcuni inediti in francese)
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sullo zarismo e sulla comune russa 51. Il numero del 1970, consacrato al comunismo, mette in luce le origini utopiche del pensiero di Marx: il comunismo, si cerca di dimostrare, è poi degenerato in mitologia attraverso la mediazione degli apparati ideologici di Stato. Questo numero contiene testi importanti di Moses Hess, di Max Adler, di Weitling, di Rühle e di Mattick: la presentazione di lavori poco noti o addirittura inediti, con commenti ed annotazioni, è sicuramente uno dei meriti maggiori degli « Etudes ». Nel numero 15 Rubel pubblic[...]
[...] di Marx: il comunismo, si cerca di dimostrare, è poi degenerato in mitologia attraverso la mediazione degli apparati ideologici di Stato. Questo numero contiene testi importanti di Moses Hess, di Max Adler, di Weitling, di Rühle e di Mattick: la presentazione di lavori poco noti o addirittura inediti, con commenti ed annotazioni, è sicuramente uno dei meriti maggiori degli « Etudes ». Nel numero 15 Rubel pubblica il saggio La légende de Marx ou Engels fondateur che indica in Engels il primo ed ancor timido responsabile della costituzione del « marxismo »: in questo numero, oltre a studi importanti di Draper e di Bahne, vi sono anche testi di notevole importanza di Pierre Leroux e di Joseph Déjacque. Nel numero 16 la traduzione di un testo di Marx su Friedrich List e di uno di Moses Hess. Negli ultimi tre numeri (17, 18, 1920) ancora studi di grande interesse ed in particolare un lungo saggio, articolato nei tre numeri, sull'edificazione della dottrina « marxista », opera di Margaret Manale, autrice nel 1975, insieme a Maximilien Rubel, di una cronologia della vita e del[...]
[...]n modo piú o meno esplicito 53
Si può dire, a questo punto, che gli « Etudes de marxologie » rappresentano il contributo piú importante della MarxForschung: infatti i Marxismusstudien, dopo i primi due numeri del 1954 e del 1957, hanno diradato la frequenza della periodicità ed hanno in ogni caso smarrito l'originaria direttiva di ricerca, nonostante gli sforzi del loro animatore, Iring Fetscher sa
51 Su questo tema cfr. Nachwort a K. MARX, F. ENGELS, Die russische Kommune, Hanser, München 1972, pp. 277326.
52 M. RUBEL and MARGARET MANALE, Marx without Myth, Blackwell, Oxford 1975.
53 Cfr. un altro capitolo del Lexique de Marx dal titolo Marx et la nation, di prossima pubblicazione su « Mondes en developpement », dic. 1979.
54 Tra il 1954 ed il 1972 sono usciti sette volumi dei Marxismusstudien presso Mohr, Tübingen. IRING FETsCHER è noto in Italia per i tre volumi de Il marxismo. Storia documentaria, Feltrinelli, Milano 1969 e per Marx e il marxismo, Sansoni, Firenze 1969. Cfr. anche JuLlus I. LÖWENSTEIN, Marx contra Marxismus, Mohr, [...]
[...]o in un unico volume una parte dei suoi saggi (soprattutto quelli piú recenti), evidenziando la continuità e la coerenza della sua ricerca 55. I temi affrontati sono vari, ma tutti vengono fatti scaturire da un'indagine che è insieme ricognizione filologica ed interpretazione critica.
a) La leggenda del marxismo. È soprattutto con la breve relazione presentata nel 1970 al convegno di Wuppertal in occasione del 150° anniversario della nascita di Engels che Rubel, ricordando che il termine « marxismo » è nato come invettiva ed ingiuria degli avversari, attribuisce ad Engels la responsabilità storica ed ideologica di avere costituito un pensiero critico in dottrina: credendosi erede, Engels fu in realtà il fondatore. Con questa relazione, che suscitò grande scandalo soprattutto tra i « marxisti » ortodossi e tra gli studiosi dell'Est, Rubel ha inaugurato un terreno di ricerca parzialmente nuovo, che è stato in seguito arricchito con grande competenza da Margaret Manale, ma anche da altri studiosi non attestati sulle sue posizioni, come Hobsbawm e soprattutto come Haupt che, pur ritenendo « discutibile » l'impostazione provocatoria di Rubel, ne ha nei fatti seguito le tracce 56.
b) L'anarchismo di Marx. Analizzando gli scritti giovanili di Marx e rileggendo quelli dell'età matur[...]
[...]rx ha ravvisato, secondo Rubel, le norme di un'etica rivoluzionaria, che è insieme coscienza critica dello stato di cose esistente ed anticipazione del comunismo, entrambe armoniosamente collegate con l'utopia socialista. Ecco perché in Marx coesistono la libertà (etica della rivoluzione) e la necessità (determinismo delle forze produttive), l'utopia e la critica: con Marx, il socialismo non ha proceduto dall'utopia alla scienza, come ha preteso Engels e dopo di lui lo scientismo di marca sovietica. Marx non ha mai rinnegato la tensione utopica insita nel movimento reale, pur analizzando con rigore storicocritico e scientifico le norme di funzionamento del processo di produzione. Del resto, se il socialismo è scienza svincolata dalla utopia è piú che normale che esso divenga ricettario di partito, patrimonio di un'élite che, dall'alto e dall'esterno, s'incarica di portare il sapere agli agenti puramente meccanici della trasformazione sociale. I partiti formali, i movimenti operai politici, lottano per la conquista della democrazia, per le o[...]